La dipendenza dal sesso: mito o realtà?

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta

Oramai da molti anni i ricercatori studiano la dipendenza dal sesso spesso associata all'abuso di pornografia considerandola una condizione psicopatologica equirabile alla dipendenza da sostanze psicoattive (tossicodipendenza).
Una prima versione del nuovo manuale dei disturbi mentali (DSM-5) conteneva la dignosi di “ipersessualità”, che è stata esclusa dalla versione finale.
Alcuni ricercatori si sono chiesti se analizzare la risposta cerebrale a stimoli o situazioni che determinano processi neurali simili ad una dipendenza da sostanze, potrebbe essere uno strumento per studiare la dipendenza dal sesso.
Uno studio pubblicato sulla rivista Socioaffective Neuroscience & Psychology, ha indagato la risposta del cervello agli stimoli sessuali in un gruppo di persone con problemi di controllo dell' impulso ad utilizzare contenuti pornografici disponibili in internet.
I soggetti del campione riferiscono di avere difficoltà riguardo al proprio comportamento sessuale, infatti trascorrono molte ore al giorno ogni giorno a vedere video pornografici on line, come se fossero sessualmente “dipendenti” o “ipersessuali”.
I ricercatori hanno analizzato le risposte cerebrali di tali soggetti agli stimoli sessuali per verificare se siano equivalenti alle risposte del cervello di soggetti tossicodipendenti.
Gli studi sulla tossicodipendenza hanno evidenziato un modello di risposta cerebrale coerente a immagini che mostrano l'utilizzo di sostanze stupefacenti; sulla base di tale modello esplicativo, i ricercatori hanno formulato l'ipotesi secondo la quale il medesimo modello sia riscontrabile in persone che riferiscono problemi con il sesso come se si trattasse, di fatto, una dipendenza.


I ricercatori hanno scoperto che la risposta cerebrale alle immagini sessuali non era prevista da una delle tre diverse misure nel questionario di valutazione dell'ipersessualità, poichè essa era prevista solo per la misura relativa al desiderio sessuale.


In altri termini, le differenze nelle risposte cerebrali a stimoli sessuali sessuali in soggetti che presentano ipersessualità deriverebbe quindi dal notevole desiderio sessuale che essi manifestano, di conseguenza si arriva alla conclusione la dipendenza dal sesso sia in realtà un “mito”, e nell'eventualità in cui i risultati della ricerca venissero confermati da altri studi, si aprirebbe un interessante dibattito nell'ambito delle teorie esistenti sulla dipendenza sessuale.

Infatti i risultati della ricerca evidenziano che il cervello non sembrerebbe rispondere alle immagini sessuali allo stesso modo un cui rispondono i tossicodipendenti alla propria sostanza.
Il campione di soggetti che hanno partecipato alla ricerca era composto un gruppo di uomini e donne eterosessuali, che riferivano difficoltà nel controllo degli impulsi durante la visione di immagini sessuali; in seguito i ricercatori hanno mostrato loro delle fotografie e hanno registrato in tempo reale le loro risposte cerebrali mediante elettroencelografia (EEG).

Tali immagini, sono state attentamente selezionate da un insieme di immagini finalizzate ad evocare sensazioni piacevoli o spiacevoli: alcune di esse riguardavano corpi smembrati, persone che cucinavano del cibo, sciatori e infine immagini sessuali, queste ultime riguardavano scene romantiche come accarezzare, baciare e svestirsi, mentre altre mostravano un rapporto esplicito tra un uomo e donna.
I soggetti del campione dopo aver visionato le immagini, compilavano singolarmente quattro questionari: il Sexual History Form che consente di raccogliere informazioni generali demografiche e inerenti i comportamenti sessuali; il Sexual Desire Inventory che analizza e misura i livelli di desiderio sessuale; la Sexual Compulsivity Scale che misura i tratti compulsivi correlati a pensieri, preoccupazioni e comportamenti associati con l'attività sessuale; ed infine la Pornography Consumption Effects Scale, che valuta l'auto-percezione degli effetti dell'uso di pornografia sul proprio comportamento sessuale, attitudini e percezioni personali.
Finora la risposta neurologica allo stimolo sessuale non era chiara.

La ricerca del dr. Steel e la d.ssa Prausedell’Università di Los Angeles ha cercato di valutare e misurare la “sexual addiction” studiando potenziali evocati. I potenziali evento correlati (ERP Event Related Potential) sono le risposte misurabili con l’elettroencefalografia (EEG), come risultato di un pensiero o di una percezione. Le componenti degli ERP sono indicate con una lettera che ne denomina la polarità, seguita dalla latenza espressa in millisecondi. Per esempio, la componente P300 descrive una deflessione positiva del voltaggio (P) dopo circa 300 millisecondi dallo stimolo.

Si era già riscontrato che individui con una dipendenza, andavano nel tempo incontro ad una tolleranza, e l’ampiezza del P300 diminuiva. Invece in questo studio non si sono trovate, in soggetti affetti da “dipendenza sessuale”, simili correlazioni.

L’ampiezza del P300 è apparsa correlata al desiderio e non alla dipendenza sessuale.
I ricercatori hanno registrato la risposta del cervello a partire da 300 millisecondi successivi alla visione dell'immagine, meccanismo denominato “P300”.
Tale protocollo di base così come la misurazione precedentemente utilizzati in centinaia di studi internazionali di neuroscienze, inclusi gli studi sulla dipendenza e l'impulsività, e sono state seguite le stesse norme per la raccolta e l'analisi di questi dati.
Secondo le ipotesi dei ricercatori, la risposta P300 alle immagini sessuali doveva prevedere il livello di desiderio sessuale di una persona, poichè il dato era già stato evidenziato da altri contributi di ricerca.
Inoltre si è ipotizzato che le misure dell'ipersessualità potevano correlare positivamente o negativamente al P300; la direzione (positiva o negativa) deriverebbe dalla tipologia di ipersessualità presente nel soggetto (dipendente o impulsiva).
Naturalmente esistono molti strumenti che consentono di misurare le risposte cerebrali; la Risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l'elettroencefalogramma (EEG), la fMRI consente di localizzare dove qualcosa si verifica nel cervello, l'EEG misura l'attività elettrica che si verifica nel cervello.

Dai risultati della ricerca emerge che le misure di reattività neuronale agli stimoli sessuali e non sessuali visivi, non confermano il modello patologico dell'ipersessualità, che si evincerebbe dalle misurazioni raccolte attraverso i questionari.
In particolare, le differenze di misurazione relative al P300 tra stimoli sessuali e stimoli neutrali erano previste rispetto al desiderio sessuale, ma non per le altre tre misure annesse all'ipersessualità.

Se il desiderio sessuale prevede risposte neurali più forti agli stimoli sessuali, la gestione del desiderio sessuale, non include necessariamente le proposte concomitanti inerenti l'ipersessualità, potrebbe essere un metodo efficace per la riduzione delle sensazioni sessuali o comportamenti sessuali che arrecano malessere e disagio nei soggetti.

Se il desiderio sessuale implica unba risposte cerebrale più instensa allo stimolo sessuale, la gestione del desiderio sessuale,
potrebbe essere un modo efficace per ridurre gli impulsi o i comportamenti sessuali disfunzionali nei soggetti, evitando di utilizzare interventi terapeutici relativi all'ipersessualità o alla dipendenza dal sesso.
Non si è vista invece nessuna correlazione negli individui affetti da cosiddetta “dipendenza sessuale”, cosa che invece ci si aspettava. La risposta degli autori è che quella che chiamiamo “sexual addiction” in realtà non sarebbe altro che un insieme di comportamenti sessuali socialmente inaccettabili ma non per questo sintomi psicopatologici.

A differenza dei precedenti contributi di ricerca, questo studio ha esaminato per la prima volta le risposte cerebrali dei cosiddetti “dipendenti sessuali”; alcuni gruppi di ricerca hanno incluso i “porno-dipendenti” utilizzando la risonanza magnetica funzionale del cervello, ma nessuno di questi ricercatori aveva mai analizzato separatamente i“dipendenti sessuali”.

La visione di determinate immagini fornisce un “assaggio” della prima risposta del cervello ad un determinato input, ad esempio quello sessuale, senza tuttavia consentire alla persona di agire direttamente l'impulso, attraverso la masturbazione o scegliendo una determinata immagine, per questo motivo gli autori hanno scelto di utilizzare le immagini durante questa ricerca.
In studi simili sulle dipendenze, ad esempio da cocaina, ai soggetti vengono mostrate foto di cocaina senza permettere loro di poterla utilizzarla.
La finialità della ricerca è quella di esaminare e comprendere le risposte cerebrali connesse all'ipersessualità così da fornire un contributo al dibattito della comunità scientifica.
Se il modello che si sta attualmente utilizzando per strutturare i trattamenti terapeutici non si rivela corretto, bisogna individuare il modello efficace al fine di aiutare tutte quelle persone che vivono un disagio a causa di comportamenti sessuali disfunzionali.
In conclusione, questo modo di misurare la reattività neuronale a stimoli sessuali e non sessuali ha evidenziato una differenza d’ampiezza nei potenziali evocati legata al desiderio sessuale, ma non a quella che viene definita “dipendenza sessuale”.
Tutto ciò significa che per il futuro la ricerca necessita di ulteriori studi, forse l'intervento terapeutico per l’ipersessualità dovrebbe focalizzarsi più sul desiderio che sul comportamento.
La d.ssa Nicole Prause afferma che: “i media usano molto il termine sex addiction. Molti pazienti giurano di soffrirne”. Ma addiction vuol dire dipendenza. “E la dipendenza ha degli stimoli cerebrali specifici, che non vediamo nella sex addiction.”.
Kenneth Rosenberg, docente di psichiatria a New York, afferma che questo studio non mette la parola fine sulla sexual addiction, tuttavia pone le basi per la sua rivalutazione. “Noi pensiamo ai dipendenti sessuali come a degli ipersessuali. Ma non è sempre così. In alcuni casi, la sessualità può esser addirittura ridotta. Ma disfunzionale. C’è bisogno però di nuovi studi, non solo neuropsicologici. ”

 

Riferimenti bibliografici:

Steele V, Prause N et al Sexual desire, not hypersexuality, is related to neurophysiological responses elicited by sexual images Socioaffective Neuroscience & Psychology 2013, 3: 20770

Brauser D Sex Addiction May Not Be Real After All. Medscape Medical News, 161, Aug 2013

Data pubblicazione: 07 gennaio 2017

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