Micropene misure

Tutto sul pene piccolo: la verità sulle dimensioni dei genitali

Revisione Scientifica:

izzopierluigi
Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo

Le dimensioni dei genitali e il timore del pene piccolo sono argomenti che riguardano ragazzi e uomini di ogni età: vediamo quali sono le misure del pene "normali", quando si può parlare di "micropene" e quali possono essere le patologie collegate.

Pene piccolo: problema clinico o psicologico?

Oggi affronteremo uno degli argomenti più delicati per i ragazzi e gli uomini di ogni età: quello della dimensione dei genitali e delle patologie ad essa collegate. Prima di tutto cercheremo di capire quali siano le dimensioni del pene che possono definirsi come "standard" e quando, invece, si è in presenza di quella che è clinicamente definita micropenia.

In seguito vedremo quali sono le modalità e i parametri attraverso cui misurare e comprendere se abbiamo un pene clinicamente definibile come piccolo e se quindi siamo affetti dalla patologia sopra citata. Successivamente, oltre ad analizzare insieme tutti gli aspetti del micropene, vedremo e scopriremo insieme una seconda patologia legata alle dimensioni del pene di natura psicologica e scambiata spesso dagli uomini per micropenia. Stiamo parlando di quella che viene chiamata sindrome da spogliatoio o, in termini scientifici, della dismorfofobia peniena.

Quali sono le giuste misure per un pene?

Cominciamo con il dire subito che le dimensioni dei genitali non giocano un ruolo importante ai fini del procacciamento del piacere alla nostra partner, a meno che queste non siano riconducibili alla patologia definita come micropenia, nella sua forma più grave: anche in caso di micropene però, l'atto sessuale non viene inficiato, in quanto la struttura della vagina permette alla donna di ottenere piacere anche nel caso in cui non vi sia una penetrazione completa.

Ad ogni modo, volendo cercare di definire quando la misura del nostro pene rientra nella media, dobbiamo prendere in considerazione, tra due stadi in cui si può trovare il nostro organo genitale, lo stato di erezione e lo stato a riposo. Le misurazioni si effettuano, infatti, anche sul pene "a riposo", ma come vedremo, si tratta di misurazioni poco attendibili, delle quali diamo conto ai fini di un'informazione completa.

Misure del pene a riposo

Allo stato flaccido, tenendo conto delle grandi differenze intercorrenti tra una persona e l'altra (differenze che nello stato di erezione tendono a venire meno), la lunghezza del pene misura tra gli otto e gli undici centimetri. Secondo alcune ricerche scientifiche la lunghezza media del pene a riposo, nell'uomo moderno, è di circa nove centimetri e mezzo.

Misure del pene in erezione

Nel momento dell'erezione, un pene deve misurare, normalmente, tra i nove e i ventidue centimetri. Secondo gli studi scientifici la maggior parte dei maschi in età fertile, hanno un membro la cui misura, in stato d'erezione, è tra i tredici e i diciotto centimetri.

Lo stato del pene da tenere in considerazione per valutare se si è affetti dalla micropenia è comunque, come detto, sempre quello di erezione.

La risposta sul perché la misurazione effettuata sull'organo "a riposo" non sia affidabile è che i risultati possono essere estremamente variabili e diversi a seconda di fattori esterni, come, ad esempio, le condizioni climatiche o psicologiche, uno spavento improvviso.

Inoltre, nell’apparato genitale possono essere presenti, quantità di sangue maggiori o minori in momenti diversi della giornata. Queste sono alcuni tra i motivi per cui, una misurazione per stabilire se si è affetti da patologie, fatta dal medico o da noi in totale autonomia, va fatta sempre e solo a pene in stato eretto.

Guarda il video: Dimensioni del pene: domande e risposte

Come misurare la lunghezza del pene?

Appurate quali siano le dimensioni che dobbiamo riscontrare nel nostro pene, per poterci definire nell'alveo della normalità anatomica, bisogna ora capire come deve avvenire la misurazione.

Per compiere in modo corretto questa operazione, vanno tenuti in considerazione due parametri:

  1. la lunghezza del pene
  2. spessore (o circonferenza) del membro, che non è identica in ogni punto del pene, in quanto, ad esempio, quella alla base potrebbe essere diversa rispetto a quella riscontrabile sulla punta.

Come come si effettua la misurazione della lunghezza del pene?

Solitamente gli andrologi, per compiere questa operazione, utilizzano un righello rigido, avente una lunghezza di poco superiore a quella massima del pene. Il righello deve essere posizionato lateralmente rispetto al pene, più precisamente nel punto che unisce la base dello stesso con l'osso pubico. Il righello va posto all’esatto centro laterale dell'asta: in altri termini non va posizionato sulla parte superiore e nemmeno su quella inferiore.

È inoltre preferibile effettuare la misurazione in piedi, mantenendo il membro in posizione perpendicolare rispetto al resto del corpo. Ovviamente è consigliabile far effettuare l'operazione da uno specialista, per avere dei risultati certi e sicuri. Se invece, la misurazione è fatta in autonomia, è buona regola annotare i risultati e fare più misurazioni, per arrivare ad avere un risultato il più possibile vicino a quello esatto.

Quando si parla di pene piccolo o micropene?

Definite le misure che deve avere il nostro pene per poterlo considerare non affetto da micropenia, vediamo ora in cosa consiste nello specifico questa patologia.

Detto che il membro deve misurare "a riposo" tra gli 8 e gli 11 centimetri e in erezione tra gli 8 e i 22, la micropenia sarà diagnosticata, ad un semplice esame esterno, se il pene in erezione misura dai 7 centimetri in giù.

Cause della micropenia

Le cause del micropene possono essere le più disparate. Tra le più frequenti ricordiamo:

  • insufficiente produzione di alcuni ormoni maschili, tra cui il testosterone e gli androgeni;
  • la scarsa sensibilità dei tessuti agli ormoni;
  • malattie di tipo genetico, come quelle causate da alterazioni dei cromosomi. Un esempio è la sindrome di Klinefelter (dal nome dall'endocrinologo che la scoprì) che si caratterizza per la presenza nell'essere umano di sesso maschile di un cromosoma X di troppo e ciò comporta, a volte, tra le altre conseguenze, uno sviluppo del pene ridotto.

Lo sviluppo molto ridotto del pene si può manifestare associato anche ad altre malattie di tipo funzionale, come l’ipospadia e l’epispadia, consistenti in uno sbocco non nella norma del meato uretrale, che se non risolte con un intervento chirurgico, possono incidere sul normale sviluppo dell'apparato genitale e comportare un ridotto sviluppo del pene.

La micropenia è spesso presente anche in soggetti affetti da un ritardo mentale.

Diagnosi di micropenia

La diagnosi, come abbiamo detto, è fatta prevalentemente tramite misurazione. È possibile valutare la sussistenza o meno di questa patologia fin dai primi anni di vita. Come vedremo, scoprire il prima possibile di essere affetti da micropenia è importante perché le cure iniziate in giovanissima età portano dei risultati molto più soddisfacenti rispetto a cure il cui inizio avvenga nel periodo che va dall'adolescenza in poi.

Un'altra strada che viene percorsa, per valutare la presenza di questa patologia è quella della diagnosi differenziale con altre patologie, come ad esempio:

  • la sindrome del pene nascosto, una patologia che colpisce i soggetti affetti da obesità,
  • il pene palmato,
  • la dismorfofobia peniena.

Per approfondire:Micropenia nel bambino: cosa fare quando il pene è piccolo?

Come risolvere il problema di un pene piccolo?

Analizzate le principali cause dell'insorgenza della micropenia, scopriamo insieme le modalità attraverso cui è possibile intervenire su di essa.

Se la patologia viene diagnosticata nei primissimi mesi o anni di vita e sia conseguenza di un'altra patologia legata ad ipogonadismo, le cure che vengono poste in essere sono di tipo ormonale. Se il trattamento ormonale è iniziato in questa fase, le probabilità di risultati molto positivi sono ovviamente alte.

Altrettanto intuitivamente, se il trattamento ormonale e una diagnosi tardiva sono avviati nell'adolescenza, la crescita del pene sarà molto ridotta e l'unica strada davvero percorribile sarà l'intervento chirurgico, da cui però non è lecito aspettarsi risultati strabilianti, in considerazione del fatto che l'anatomia della zona dei genitali è comunque ormai definita e, più nello specifico, la zona del pene a cui è riconducibile l'erezione, ossia i corpi cavernosi, non è modificabile.

Le tecniche utilizzabili sono diverse: la più usata è quella che prevede, come riportato su diverse riviste scientifiche, la sezione del legamento sospensore del pene, seguita da quella che prevede l'aspirazione del grasso presente nella zona del pube che circonda la base della porzione pendula del pene e, più recentemente, dalle iniezioni endopepiene di acido ialuronico.

Va da sé che tali procedure debbano essere condivise anche dal Paziente,considerando che le aspettative del medesimo sono,quasi sempre,molto maggiori rispetto alle reali possibilità della chirurgia estetica.

Guarda il video: 3 domande sulla protesi peniena

Cos'è la dismorfofobia peniena (o sindrome da spogliatoio)?

Moltissimi uomini, di tutte le età, sono spesso convinti di essere affetti da micropenia o comunque di avere dei genitali non consoni al loro immaginario. In realtà le statistiche dimostrano come questa sia una patologia molto rara. 

Perché allora molti uomini sono convinti di soffrire di questo disturbo?

I motivi sono molteplici e svariati e soprattutto correlano al momento storico che stiamo vivendo: 

  • La maggiore attenzione rivolta dai mass-media alla chirurgia plastica dei genitali femminili e maschili, con la promozione di  tecniche, spesso dannose e non risolutive di un disagio psicologico, di allungamento dei genitali maschili.
  • La massiccia diffusione della pornografia che contribuisce a far passare un messaggio inadeguato e falso che correla le dimensioni dei genitali maschili con la soddisfazione femminile.
  • L’assoluta assenza di programmi adeguati di educazione emozionale/sessuale che formino e informino i ragazzi sull’importanza di una sessualità che vada ben oltre qualche centimetro in più. 

I ragazzi e gli uomini che vivono nella convinzione di avere un pene piccolo, non sono spesso affetti da micropenia, ma da un disturbo chiamato “dismorfofobia peniena”.

Cosa significa dismorfofobia?

In linea generale la dismorfofobia, termine derivante dal greco, è la fobia che trae origine da un'errata visione e percezione relativamente a quello che è il nostro aspetto esteriore.

Molte ragazze anoressiche per esempio, pur essendo magrissime, si vedono  e percepiscono in sovrappeso e continueranno a dimagrire, spesso fino alla morte.

La dismorfofobia peniena consiste nella paura di avere  un pene anomalo, di dimensioni chiaramente inferiori alla media o addirittura troppo piccolo oppure un pene curvo, poco adatto per un’adeguata vita intima, relazionale e sessuale.

Le statistiche hanno dimostrato come, nella stragrande maggioranza dei casi, la dismorfofobia peniena si manifesti nella convinzione di avere un pene piccolo, ma non realmente piccolo. 

In questo caso, distinguiamo due tipi di dismorfofobia peniena

  • quella di natura esteriore, detta anche Sindrome da spogliatoio;
  • quella invece che è relativa al momento del compimento dell'atto sessuale, quest’ultima solitamente correla con una bassa autostima sessuale ed un’ansia da prestazione ed impreparazione.

Guarda il video: 3 domande sul pene curvo

Quali sono le cause della dismorfofobia peniena? 

L’etiologia è spesso poliedrica e correla con un’infinità di cause psichiche, con un quadro di  analfabetismo sessuale e con cause  relazionali, vediamone alcune:

  • L’errore di confrontare il proprio pene (ed anche i testicoli) con quelli degli attori dei film porno. Pochi sanno infatti che le misure dei peni degli attori, decisamente esagerate e poco veritiere, sono ottenute attraverso studiate e collaudate tecniche ottiche. 
  • La conclusione di un amore. Spesso la fine di una relazione, obbliga a fare i conti con altre donne ed esperienze, talvolta ansiogene; ansie che se il paziente fosse rimasto sempre con la stessa donna, forse non sarebbero mai emerse.
  • La presenza di alcuni disturbi nella sfera sessuale, come ad esempio il deficit erettivo o l'eiaculazione precoce, che se non diagnosticati e trattati, contribuiscono a conferire al paziente, la percezione di un pene brutto, piccolo e poco potente sessualmente.
  • I messaggi spesso ricevuti e veicolati  dai media,  molto spesso velatamente, altre volte chiaramente: sono messaggi esaltanti il "mito della virilità”, intesa nell'accezione di virilità  esclusivamente a livello genitalico, nel pensiero generale è spesso ricondotta alla lunghezza del pene.
  • La falsa correlazione tra dimensione dei genitali e risposta orgasmica femminile e l’assoluta non conoscenza da parte dei giovani della risposta sessuale della donna, enfatizzando due variabili false e poco veritiere come la “dimensione” dei genitali e la “durata” del coito. 

Come e quando si manifesta la sindrome da spogliatoio?

Il disturbo si presenta sotto forma di una costante paura e ansia per l'anomalia che i nostri occhi e il nostro cervello percepiscono, ma che in realtà sono inesistenti.

Come è facilmente prevedibile, la Sindrome da spogliatoio si presenta durante l'adolescenza, un periodo che per la stragrande maggioranza dei ragazzi è molto problematico ed ha un pessimo rapporto con se stesso, ma spesso si protrae nel tempo e nelle relazioni, danneggiandole e compromettendole.

Considerando che, secondo le statistiche, questa sindrome è in costante aumento, il modo migliore per capire se una persona ne è affetta o se le sue sono paure ed ansie giustificate, perché effettivamente colpito dalla più grave micropenia, è la diagnosi differenziale.

Come curare la dismorfofobia peniena?

La terapia da porre deve essere  stabilita sulla base della gravità dei sintomi e della situazione personale e sociale del soggetto che ne è colpito. 

I casi più gravi, che sono comunque un numero ridottissimo, possono portare all'insorgenza di:

  • istinti suicidi,
  • disturbi di natura ossessivo-compulsiva,
  • varie altre tipologie di disturbi della personalità,
  • incapacità a relazionarsi con il mondo esterno, ovviamente  anche con il proprio partner.

Questi disturbi vanno curati con un'adeguata  informazione psico-sessuologica, mediante un counselling psicologico oppure, nei casi più severi, mediante una  psicoterapia o terapia combinata (farmacoterapia e terapia psicologica).

Solitamente la psicoterapia, nei soggetti che presentano la dismorfofobia peniena in forme estremamente grave, si accompagna con la somministrazione di farmaci specifici, prescritti dallo psichiatra o dal neurologo.

In conclusione, trattandosi di una malattia di natura psicologica è consigliabile cercare di evitarne l'insorgenza con un'adeguata opera di prevenzione che deve partire dalla famiglia e dalla scuola, gli ambienti che gli adolescenti, i più colpiti da questa patologia, frequentano in modo continuativo.

Per chi invece ne è colpito in un'età successiva, quindi si può parlare di un “disturbo secondario”, è fondamentale, come azione di prevenzione, recarsi dall’andrologo, il quale sarà il primo ad effettuare una diagnosi clinica di tipo differenziale e stabilire le cause dell’insorgenza delle paure e del disagio sessuologico/esistenziale.
 

Revisione scientifica a cura di

Data pubblicazione: 10 febbraio 2014 Ultimo aggiornamento: 05 luglio 2023

Autore

izzopierluigi
Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso UNIVERSITA' DI NAPOLI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 15403.

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