Tutto sul disturbo bipolare

Tutto sul disturbo bipolare: fasi, come si manifesta, come si cura

Revisione Scientifica:

v.martiadis
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Il disturbo bipolare è una patologia che alterna, anche in breve tempo, stati dell’umore contrapposti tra diverse fasi in cui si manifestano i sintomi (depressiva o maniacale) e momenti di equilibrio. Vediamo come riconoscere il bipolarismo, come si cura e come comportarsi con i soggetti bipolari.

Che cos'è il disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è una patologia caratterizzata dalla presenza di stati dell’umore fortemente contrapposti tra loro che si alternano, anche in breve tempo, e lasciano spazi ad altri periodi, più o meno lunghi, di equilibrio.

Fasi e sintomi del disturbo bipolare

Come si manifesta il disturbo bipolare? Sono diverse le fasi che i malatti di disturbi bipolari possono attraversare: fase depressiva, maniacale e ipomaniacale.

Fase depressiva: sintomi

Quella che è costante in tutte le forme di disturbo bipolare è la fase depressiva.

Il soggetto depresso si presenta il più delle volte giù di morale, poco attento e concentrato, spesso convinto di essere la causa del proprio e altrui male, privo di forze e di iniziativa, incapace di provare piacere e gioia anche per avvenimenti positivi o per attività abitualmente piacevoli.

Spesso le persone bipolari nella fase depressiva dolori vaghi e mal definiti oppure disturbi digestivi e gastrointestinali. È frequente l’insonnia, soprattutto con risveglio mattutino precoce o con risvegli frequenti durante le ore notturne. Alcune volte il paziente bipolare in fase depressiva può sviluppare idee deliranti a tema catastrofico o di rovina, per sé stesso o per i propri familiari.

Possono verificarsi allucinazioni uditive sotto forma di voci, conosciute o meno, che accusano o che insultano.

Fase maniacale: sintomi

Alla fase depressiva in cui tutto sembra grigio e cupo può alternarsi la cosiddetta fase maniacale, dove il paziente è in preda a una euforia difficilmente contenibile, è convinto di poter fare tutto, di risolvere da solo e in breve tempo anche compiti complessi e per i quali è richiesta maggiore calma e preparazione, di poter compiere azioni pericolose senza l'ausilio della prudenza.

Da qui possono derivare comportamenti altamente pericolosi per sé stessi e per gli altri come guidare a forte velocità, spendere senza controllo o addirittura regalare somme di denaro, avere atteggiamenti o comportamenti sessuali disinibiti o a rischio, abusare di sostanze o di alcolici.

Il soggetto bipolare è logorroico e parla a voce alta, spesso i pensieri sono molti e troppo rapidi perché lo stesso paziente riesca a tenere il passo di tutte le sue idee, dorme pochissimo o non dorme affatto per molte ore consecutive e sembra non risentire della stanchezza o della fatica.

A volte può essere facilmente irritabile o addirittura aggressivo, verbalmente o anche fisicamente. Anche nella fase maniacale possono svilupparsi idee deliranti, in genere idee di onnipotenza o di grandezza. Il paziente può essere convinto di possedere doti sovrannaturali, di essere un inviato del messia o il messia stesso, di aver ricevuto missioni da compiere da forze ultraterrene o di essere un grande uomo politico o di spettacolo.

Possono essere presenti allucinazioni uditive, in genere voci che acclamano, che incitano o che esaltano. La persona può essere lucida o attraversare stati di grande confusione.

La fase maniacale vera è propria è un evento eclatante che può mettere a rischio l’incolumità della persona e che spesso richiede un trattamento in regime di ricovero ospedaliero.

Fase ipomaniacale

Quando i sintomi di eccitazione ed euforia sono molto più lievi e sfumati si parla di fase ipomaniacale, che ha un minore impatto sulla vita del soggetto e in genere non è mai accompagnata da deliri o allucinazioni.

Difficoltà diagnostiche del bipolarismo

È opportuno sottolineare che, qualora i sintomi non siano evidenti e non arrechino danni alla qualità della vita della persona, ci si trova di fronte a un temperamento piuttosto che a un vera malattia, come nei casi in cui il passaggio da un umore all'altro è di modesta entità e non si parla di disturbo bipolare vero e proprio ma di temperamento ciclotimico.

La principale difficoltà diagnostica del disturbo bipolare sta nella necessità di osservare, direttamente o avendone una chiara storia clinica, l’alternarsi delle diverse fasi dell’umore. Infatti, una fase maniacale, da sola, può essere confusa con un disturbo di tipo psicotico, oppure, allo stesso modo, una fase depressiva può essere confusa con una depressione unipolare (cioè senza altre oscillazioni dell’umore).

Ulteriore difficoltà nel diagnosticare con esattezza un simile disturbo proviene dal fatto che, nonostante una classificazione che negli anni è stata definita sempre meglio in ambito medico, i sintomi possono essere sfumati, peggiorare solo in alcuni momenti o non essere facilmente decifrabili. Spesso pazienti con forme meno gravi tendono a rivolgersi allo specialista solo quando soffrono sintomi depressivi, poiché ritengono normali, la lieve carica euforica che può provenire da una fase ipomaniacale, depistando così dalla corretta diagnosi.

Nonostante la difficoltà a compiere una corretta diagnosi, la tempestività con la quale si riesce a riconoscere la tipologia di malessere è fondamentale per cercare un approccio curativo quanto mai mirato ed efficace. Infatti è molto diverso l’approccio terapeutico ad un episodio maniacale rispetto ad un disturbo psicotico, oppure il trattamento di una depressione bipolare rispetto ad una depressione unipolare.

Quando si può ritenere un paziente bipolare?

Solitamente si ritengono degni di nota episodi depressivi o maniacali la cui durata non sia inferiore ai 14 giorni e che comportino sensibili modificazioni della qualità della vita del paziente.

In alcuni casi il paziente può attraversare solo fasi maniacali e poi avere periodi di normalità. In quel caso parliamo sempre di disturbo bipolare. Se, invece, il paziente è affetto solo da periodi depressivi alternati a normalità parliamo non di disturbo bipolare bensì di depressione maggiore, ricorrente o meno a seconda del numero di eventi in un breve lasso di tempo.

Come curare il disturbo bipolare

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Trattamento farmacologico

Grazie al costante avanzamento dei progressi in campo medico, oggi è possibile trattare il paziente farmacologicamente fino ad ottenere risultati molto positivi in un lasso di tempo accettabile. I farmaci più frequentemente utilizzati per la cura delle fase maniacali sono antipsicotici o neurolettici, benzodiazepine come il diazepam, stabilizzanti dell’umore come acido valproico e carmabazepina.

Uno dei farmaci più usati, sia in fase maniacale acuta che nel mantenimento e nella prevenzione di eventi futuri, è il litio, molto efficace nella maggior parte dei casi e in genere ben tollerato, anche se richiede alcune attenzioni da parte dello specialista (come il monitoraggio della concentrazione nel sangue, e il controllo periodico della funzione tiroidea e renale).

NeIla fase depressiva l’uso degli antidepressivi è raro e da fare con particolare attenzione, per evitare il passaggio rapido alla fase maniacale. Altri farmaci con diverso meccanismo d’azione, come alcuni antipsicotici atipici, possono essere usati nella depressione bipolare. I regolatori (o stabilizzanti) dell'umore svolgono una duplice funzione: quella di sedare le fasi acute e di prolungare i tempi prima che una nuova crisi si verifichi nel malato.

Non sempre il primo farmaco prescritto dallo specialista ha effetti benefici sul paziente e alcuni di questi farmaci possono presentare effetti collaterali che ne consigliano la sostituzione a favore di un altro regolatore dell'umore.

Spesso la riuscita di una cura è nel lavoro sinergico di due o più dei farmaci su indicati, utilizzati alternativamente e combinati per ottenere la cura più adatta ad ogni singolo caso.

I farmaci sono il cardine della terapia del disturbo bipolare. Senza terapia una fase depressiva può durare anche più di 10 mesi e una fase di euforia più di 6, con evidenti, enormi ripercussioni sulla qualità di vita. La terapia non è standardizzata, ma personalizzata, è come un vestito che lo psichiatra “cuce” intorno alla persona, e come un vestito dovrà adattarsi alle diverse “stagioni” dell’umore.

L'aiuto professionale della psicoterapia

Ai trattamenti farmacologici in senso stretto si affianca la psicoterapia con lo scopo di aiutare il paziente in un lento e graduale percorso volto al miglioramento di sentimenti quali l'inadeguatezza e la vergogna, e la relazione sociale ed affettiva con gli altri.

A seconda della disponibilità e della competenza dello specialista è possibile effettuare un percorso di psicoterapia presso lo stesso medico che si occupa della terapia farmacologica, o scegliere un altro professionista, medico o psicologo abilitato alla psicoterapia. In questo secondo caso è di fondamentale importanza che entrambe le figure professionali dialoghino e collaborino tenendosi costantemente aggiornati su progressi ed eventuali regressioni del paziente oltre che su tutte le eventuali modifiche alla scelta iniziale dei farmaci da somministrare.

La figura di riferimento in caso di soggetto con disturbo bipolare è sicuramente lo psichiatra per la diagnosi, il monitoraggio clinico e la terapia farmacologica; lo psichiatra, eventualmente assistito da uno psicoterapeuta, può contribuire al completamento della cura attraverso il dialogo col paziente e con i suoi familiari, attraverso programmi specifici tesi ad aumentare la consapevolezza del disturbo e la necessità di sottoporsi a cure e monitoraggio costanti.

Cause del bipolarismo

Tra le cause del disturbo bipolare esistono ormai consistenti prove scientifiche che dimostrano come il disturbo abbia una forte componente genetica.

Hanno infatti maggiore probabilità di sviluppare una forma di disturbo bipolare coloro i quali hanno genitori o altri parenti stretti che negli anni hanno sofferto di una qualche tipologia di disturbo dell'umore. Non è detto che nei genitori il disturbo debba essere molto grave perché lo si possa trasmettere geneticamente ai figli.

Spesso, infatti, i pazienti affetti da disturbo bipolare hanno avuto genitori iperattivi, fortemente dinamici o più semplicemente parenti che hanno sofferto di gravi crisi depressive.

Non è dimostrata l’influenza di traumi psicologici in età adolescenziale o adulta nella genesi di questo disturbo. È invece assodato che il soggetto, già geneticamente predisposto, può subire negativamente stili di vita sregolati, come lo scarso riposo notturno, il consumo o l’abuso di sostanze, che possono favorire l’insorgenza di fasi maniacali o ipomaniacali.

È sbagliata l’idea che il malato di disturbo bipolare deve essere tenuto il più possibile lontani da situazioni che possano provocargli ansia, stress e più in generale emozioni troppo forti, sia di gioia che di sofferenza. Il paziente con disturbo bipolare può fare una vita normale e soddisfacente, sia in senso affettivo che sociale e professionale. È necessario tuttavia istruire i pazienti e i familiari sulla malattia e sui problemi connessi.

Come comportarsi con una persona bipolare

I parenti e gli amici di un soggetto affetto da disturbi dell'umore devono necessariamente prendere consapevolezza della malattia e di quanto l’umore e il comportamento instabile del proprio caro possa essere lesivo per lui stesso e per chi lo circonda.

Troppo spesso i disturbi di natura psicologica tendono a essere guardati con meno apprensione di quanta invece la prudenza non raccomanderebbe, oppure con vergogna e tentando di negare una reale problema. Non è possibile prevedere quale gesto possa commettere un soggetto in una fase maniacale o depressiva, comportando pericolo per se stesso (suicidio, lesioni sul corpo, eccessivo dimagrimento, scarso riposo) o sugli altri (irritabilità, aggressività, comportamenti pericolosi in strada).

Prendere atto di quanto sta realmente succedendo e affidarsi subito a uno o più specialisti in grado di aiutare il malato è un atto d'amore verso chi soffre e un comportamento socialmente positivo. Ogni cura che gli specialisti predisporranno per il paziente, infatti, sarà cucita su misura in base alle sue esigenze e garantirà un netto miglioramento delle sue condizioni con conseguente beneficio per il paziente e per chi gli è più vicino.

Qualora il paziente affetto da disturbo bipolare avesse dei figli, è necessario non sottovalutare l'ipotesi che un giorno anche questi ultimi potrebbero sviluppare un disturbo dell’umore.

La discussione e il confronto con lo specialista potrà rassicurare i genitori e indirizzarli verso la promozione e il mantenimento di uno stile di vita sano ed equilibrato, verso l’evitamento dell’uso di sostanze stupefacenti o stimolanti, che possano far venire fuori un disturbo dell’umore, verso il quale i figli potrebbero essere predisposti.

Raccomandazioni per parenti e amici

Il paziente con disturbo bipolare e i suoi familiari e amici più stretti dovranno imparare a monitorare l’umore e a riconoscerne i cambiamenti che possono predire un passaggio da un periodo di benessere ad una fase maniacale o depressiva..

Prima di una fase maniacale si può notare un’energia maggiore, minore timidezza, parole e gesti più pronti, maggiore irritabilità o facile distrazione. Si inizia a dormire meno, ad andare a letto tardi e svegliarsi presto, sentendosi perfettamente riposati. Si può mangiare di più con attacchi di fame o dimenticarsi di mangiare, saltando i pasti. Ci si può muovere di più, con difficoltà a stare fermi.

Prima di una fase depressiva ci si può sentire stanchi, affaticati, un po’ meno interessati alle cose e alle persone. Si può iniziare a dormire male, a svegliarsi presto la mattina senza motivo, ad avere disinteresse per amici e familiari, o per il proprio partner.

Bisognerà imparare a regolare i propri ritmi:

  • regolare il sonno, cercando di dormire un numero adeguato e più o meno costante di ore, con orari stabili per andare a letto e per svegliarsi;
  • regolare i ritmi di lavoro, per quanto possibile, stabilire orari precisi per i pasti e ritagliarsi i propri momenti di riposo durante la giornata.

Assolutamente da evitare l’assunzione o abuso di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcol o sostanze stimolanti perché possono provocare l’insorgere di una fase maniacale o depressiva, o il rapido passaggio da una fase all’altra.

Il monitoraggio continuo del bipolarismo

Da quanto detto finora si evince chiaramente che il disturbo bipolare è una patologia la cui comparsa e i cui sintomi non sono gestibili se non attraverso un concreto aiuto specialistico.

Una simile malattia, tanto complessa quanto delicata, necessita di accortezze continue, anche nelle fasi positive. La medicina ha fatto in questi ultimi decenni passi da gigante che porteranno sicuramente ad ulteriori scoperte di sostanze farmacologiche sempre meglio tollerate e il più possibile efficaci contro queste malattie.

Chiunque sia al fianco di un malato di disturbo bipolare non deve sentirsi solo e sfiduciato. Per ora non è possibile guarire completamente da questo disturbo, che necessita ancora di essere compreso a fondo, ma è attuabile un percorso mirato al costante miglioramento delle condizioni del malato per garantirgli una qualità di vita il più possibile soddisfacente.

Data pubblicazione: 27 febbraio 2012 Ultimo aggiornamento: 24 marzo 2021

Autore

v.martiadis
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2000 presso Università di Napoli SUN.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Napoli tesserino n° 39851.

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Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.

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