Cure palliative stipsi.

La stipsi nelle cure palliative

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Dr. Bruno Nicora Anestesista, Palliativista, Neurofisiopatologo

La stipsi è un problema trasversale che interessa i pazienti in carico alle cure palliative, ma anche i soggetti che non sono all'interno di un qualsiasi percorso diagnostico terapeutico.

Cos'è la stipsi?

La stipsi è la difficoltà ad evacuare, dovuta a cause di diversa natura, che porta ad avere 2/3 evacuazioni alla settimana causando dolore, inappetenza vomito e nausea. Sopra i 55 mmhg di pressione nell’ampolla rettale si evoca un riflesso di svuotamento: fenomeno di cui ne assumiamo un parziale controllo dai 3 anni in su, fino a un eventuale compromissione patologica. Ma avere questo stimolo e non riuscire in maniera autonoma a eliminare le feci provoca un vero e proprio sconvolgimento della quotidianità in chi ne è colpito.

Le cause della stipsi

Oltre alla predisposizione costituzionale, la principale causa di stipsi nella popolazione è l'alimentazione.

Nei pazienti in carico ai servizi di cure palliative questo problema assume dimensioni ancora più grandi, essendo correlata all’assunzione di dosi importanti di oppioidi. La terapia oppioide tende ad “addormentare” anche le cellule muscolari della parete intestinale deputata ai movimenti peristaltici che permettono una corretta formazione e progressione del materiale enterico.

Alla sintomatologia gastroenterica si associa un aumento della pressione endoaddominale che si ripercuote nel distretto toracico, invalidando una corretta dinamica respiratoria. Le cure palliative si occupano della stipsi in prima battuta promuovendo uno stile alimentare ricco di fibre.

La stipsi refrattaria a una dieta ricca di scorie viene trattata con lassativi osmotici: molecole che non vengono assorbite ma che richiamano grandi quantità di liquidi incrementando il volume fecale e evocando in modo efficace i riflessi peristaltici. Se la stipsi da oppioidi risulta refrattaria ai precedenti trattamenti si ricorre a molecole che spiazzano solo a livello intestinale il principio farmacologico permettendo un “risveglio” della motilità intestinale e con essa un netto miglioramento della qualità di vita del paziente.

Stipsi nel paziente terminale: cosa fare?

Cosa succede nel paziente terminale che soffre di stipsi? Come riconoscere il problema e come eseguire la valutazione clinica? Quali metodi seguire per stimolare l’evacuazione? Ne parliamo nel video.

Data pubblicazione: 29 gennaio 2022 Ultimo aggiornamento: 12 dicembre 2022

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