Miti da sfatare: insulino-resistenza e sovrappeso
L’insulino-resistenza è una condizione molto comune, ma ancora oggi poco compresa: si parla di “insulina alta” come se fosse un’entità autonoma, responsabile di tutti i fallimenti dietetici, dell’aumento di peso e della stanchezza cronica. Ma è davvero così?

Indice
Introduzione
“Dottore, ho l’insulina alta, per questo ingrasso” oppure “sono iperinsulinemica, faccio la dieta e non dimagrisco”.
Quando la visita medica inizia così è meglio mettersi comodi perché molto probabilmente ci vorrà del tempo. Affermazioni di questo genere – che certamente fanno seguito ad un problema vissuto con grande difficoltà dalla persona – sono infatti figlie di convinzioni inveterate da tempo e pertanto difficili da smontare. Si tratta di un classico caso in cui l’effetto viene confuso con la causa.
Che cos'è l'insulina?
Ricordiamo prima di tutto che l’insulina è il principale ormone regolatore del metabolismo energetico nel nostro organismo: vale a dire che l’insulina è responsabile di come utilizziamo i macronutrienti assunti con l’alimentazione, se dobbiamo cioè usarli per produrre energia o dobbiamo in qualche modo “conservarli”.
Cosa significa insulino-resistenza?
La definizione stessa insulino-resistenza sta ad indicare una condizione in cui l’insulina prodotta dal pancreas non riesce a funzionare correttamente (i tessuti periferici sono cioè diventati “resistenti” all’insulina), per cui il pancreas stesso deve rilasciarne nel sangue una quantità maggiore per superare questa “resistenza”.
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Quali sono le cause?
Ciò accade per diverse ragioni, la più frequente delle quali è proprio l’accumulo di grasso per eccesso di introito calorico, ma possono esserci anche alterazioni genetiche a causare l’insulino-resistenza, in questi casi spesso senza problemi di peso ma con problemi di altro tipo quali disturbi del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi.
Dunque non è vero che ingrassiamo perché siamo insulino-resistenti; piuttosto il contrario, aumentando di peso i nostri organi e tessuti rispondono meno al segnale promosso dall’insulina, mentre dimagrendo anche la nostra insulina nel sangue si ridurrà in misura più o meno proporzionale.
Per approfondire:Insulino-resistenza e ovaio policistico: quale relazione
Come diagnosticare l'insulino resistenza?
A questo punto ci si può anche domandare: come si fa diagnosi e, soprattutto, come si misura l’insulino-resistenza?
La risposta è però piuttosto complessa, innanzitutto perché non ci sono metodiche standardizzate nella pratica clinica (cioè facili da eseguire e il cui esito sia davvero in grado di indirizzare la decisione del medico). Possiamo dire che a volte basta la visita specialistica e l’anamnesi per fare diagnosi di insulino-resistenza, mentre test più impegnativi quali la curva da carico orale di glucosio (o addirittura il “clamp euglicemico iperinsulinemico” che usiamo in ricerca clinica) sono da riservare a casi selezionati.
Ma, a prescindere da queste speculazioni, il messaggio più importante per il paziente è uno solo: la medicina più efficace per ridurre l’insulino-resistenza è cambiare le proprie abitudini di vita, in termini di alimentazione equilibrata e disponibilità a fare esercizio fisico; in questo campo i farmaci hanno un ruolo secondario, e solo in casi selezionati che sta allo specialista individuare.