E' ancora attuale il levonorgestrel nella contraccezione d'emergenza?

A distanza di circa 15 anni dalla introduzione della prima pillola contraccettiva d'emergenza a base di levonorgestrel, che è rimasto per anni lo standard indiscusso per tale metodica, la ricerca farmacologica è riuscita ad aprontare un nuovo preparato, a base di Ulipristal acetato (noto come EllaOne).

Perchè riprendere questo tema?

Per i numerosi consulti che giungono su questo sito sull'uso inappropriato della contraccezione di emergenza (CE) e sull'uso del levonorgestrel (norlevo) considerato ancora il gold standard della CE per via orale.

La CE è quella seconda possibilità, in termini puramente contraccettivi che possiamo fornire alla donna per evitare una gravidanza non desiderata, come nel caso di dimenticanza nell'assunzione della pillola, nell'applicazione del cerotto, rottura del preservativo.

Nel caso della della CE l'evento da prevenire è soprattutto il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza (IVG). L'azione specifica della CE per via orale è l'interferenza con i processi dell'ovulazione.

Ma i preparati farmacologici agiscono tutti nella stessa maniera?
A quanto pare no!

Il LNG (levonorgestrel), infatti è in grado di riuscire a spostare l'ovulazione solo fino a che il follicolo ovulatorio non sia maggiore di 17mm e la curva dell'LH non abbia ancora cominciato a innalzarsi.

Vediamo come si comporta l'UPA (ulipristal acetato): questo farmaco ha dimostrato di riuscire a spostare il fenomeno ovulatorio anche a dimensioni follicolari già mature (dimensioni >/= 18 mm) ma soprattutto di poter agire nella maggior parte dei casi (78%) quando la salita dell'LH è già in corso, cioè a ridosso del fenomeno ovulatorio.

In sintesi UPA mantiene la capacità di interferire con l'ovulazione quando il LNG non è più in grado di agire.

Non parliamo di pillola abortiva, ma di contraccezione di emergenza, se in atto una gravidanza l'uso sarebbe inutile! 

Quando dalle nostre pazienti ci viene richiesto un supporto con CE, dobbiamo fornire loro un metodo che abbia la maggior efficacia per ridurre il rischio a cui stanno andando incontro. In Italia, attraverso le due società scientifiche che si occupano di contraccezione, si ritiene che il preparato a base di UPA debba essere considerato quale metodo di prima scelta.

Prevenire il ricorso alla IVG dovrebbe essere un desiderio impellente per ogni medico, è tempo di perseguirlo correttamente in "scienza e coscienza".

 

Fonte:

WHO Guidelines; Contraception 2010.

Data pubblicazione: 22 febbraio 2020

Autore

blasinicola
Dr. Nicola Blasi Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso Università di BARI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bari tesserino n° 4485.

Specialista con oltre 40 anni di esperienza in ostetricia e ginecologia, con particolare competenza in colposcopia, patologia cervico-vaginale e vulvare. Responsabile di ambulatori universitari e clinici, docente universitario e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Esperto in tecniche chirurgiche avanzate e protocolli innovativi per l’aborto farmacologico e la prevenzione oncologica femminile. Socio attivo di società scientifiche nazionali.

Iscriviti alla newsletter

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Ultimi consulti su Aborto

Guarda anche aborto 

Contenuti correlati