Il 28 aprile Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro
Dal 2003 l'Organizzazione mondiale del lavoro delle Nazioni Unite promuove una giornata informativa per il lavoro dignitoso, sano e sicuro.
L'argomento è scottante, tre persone al giorno in Italia vanno incontro ad incidenti mortali sul luogo di lavoro, spesso per banalità.
Disattenzione, fretta, disinformazione, disorganizzazione, eccesso di confidenza sottovalutazione del pericolo ne sono la causa.
A che punto siamo in Italia ce lo dicono i dati raccolti da Inail e Osservatorio Indipendente di Bologna.
In questi mesi del 2018 c'è stato un aumento delle morti sul lavoro rispetto agli stessi mesi dell'anno scorso.
Il mondo si interroga sui problemi e sulle possibili soluzioni e gli eventi organizzati si possono leggere su http://28april.org/
Pensare che la causa sia sempre esterna, non sempre è vero e uno studio
pubblicato sulla rivista medica britannica The Lancet ha lanciato un allarme da non sottovalutare.
Nelle persone che lavorano più di 55 ore alla settimana, il rischio di ictus aumenterebbe del 33% rispetto a quelli che lavorano da 35 a 40 ore alla settimana, e il rischio di malattie coronariche aumenterebbe del 13 per cento.
Anche il diabete tipo 2 (soprattutto nei lavoratori a basso reddito), le morti premature aumenterebbero insieme alle probabilità di sviluppare depressione (che raddoppiano).
L'incertezza del lavoro, la paura di dover competere in futuro con le intelligenze artificiali che sostituiranno l’uomo, ci rendendono fragili e spaventati.
All'improvviso ci si può sentire obsoleti e sottoposti ad una pressione continua dalla quale liberarsi non è semplice, che nuoce gravemente al nostro fisico ed alla nostra mente. Stanchi, demotivati, frustrati, nessuna voglia di alzarsi dal letto, apatici durante il giorno potrebbero essere segnali di Burnout, lo stress diventa cioè patologia.
Se le aspettative non corrispondono ai risultati può derivare un senso di frustrazione e di inutilità, che può portare anche all'apatia e all'indifferenza verso il proprio lavoro e verso gli altri. Tutto questo si può misurare attraverso:
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test psicometrici "somministrati" da psicologi come il SMBM (Shirom Melamed Burnout Measure).
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Attraverso la varianza della frequenza cardiaca usata da molti specialisti e il cui uso è stato proposto anche in gnatologia (William Maixner et Al. bibliografia allegata) e consente di misurare lo stress ed il dolore. Questa rilevazione può essere fatta anche da un pulsossimetro che "dialoga" con il pc ed è uno stumento dal costo assai ridotto che dovrebbe essere più utilizzato. Per coloro che volessero approfondire le parole da cercare sono "stress measure AND heart rate variability".
Ricordo che un controllo dello stress è possibile anche attraverso particolari tipi di stimolazione vagale https://www.medicitalia.it/news/gnatologia-clinica/5425-a-bocca-aperta-per-aumentare-l-ossido-nitrico-la-molecola-delle-meraviglie.html
https://www.washingtonpost.com/news/on-leadership/wp/2015/08/24/working-more-than-55-hours-a-week-is-bad-for-you-in-many-ways/?noredirect=on https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/mar/22/back-pain-drugs-scans-fixes-treatment-lancet
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0920121116300766 https://www.washingtonpost.com/news/on-leadership/wp/2015/08/24/working-more-than-55-hours-a-week-is-bad-for-you-in-many-ways/?noredirect=on&utm_term=.a17931a9930a
William Maixner et Al. Potential Autonomic Risk Factors for Chronic TMD: Descriptive Data and Empirically Identified Domains from the OPPERA Case-Control Study. J Pain. 2011 Nov; 12(11 Suppl): T75–T91.