HIV in Italia: casi stabili, diagnosi tardive e prevenzione necessaria
A pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’AIDS (1° dicembre), l’Istituto Superiore di Sanità diffonde i nuovi dati sull’HIV in Italia. Nel 2024 le diagnosi restano stabili, ma cresce la quota di persone che scopre l’infezione in fase avanzata [1]. Le terapie long acting e la PrEP (profilassi pre-esposizione) offrono strumenti efficaci per prevenzione e controllo, ma servono più test, informazione e accesso ai trattamenti per centrare gli obiettivi UNAIDS 2030 [2].
Indice
I nuovi dati sull’HIV e AIDS in Italia
Secondo il Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel 2024 sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di infezione da HIV, un numero stabile rispetto al 2023 (2.507).
L’incidenza nazionale è di 4 casi ogni 100.000 residenti, al di sotto della media dell’Europa occidentale (5,9/100.000).

Come avviene la trasmissione del virus?
La trasmissione dell’HIV in Italia avviene ancora principalmente attraverso i rapporti sessuali non protetti, sia eterosessuali che omosessuali.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2024 quasi la metà dei nuovi casi sono avvenuti a causa della trasmissione per via eterosessuale, mentre la quota legata ai rapporti tra maschi (MSM, men who have sex with men) rappresenta poco più del 40%. Una percentuale minore, ma comunque significativa, riguarda le persone che fanno uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva, dove il rischio è legato alla condivisione di aghi o strumenti contaminati.
Le province di Roma, Firenze e Milano sono quelle che registrano l’incidenza più elevata, confermando il ruolo dei grandi centri urbani come aree a maggiore circolazione del virus. In totale, si stima che in Italia vivano circa 150.000 persone con infezione da HIV, con un intervallo compreso tra 130.000 e 170.000 casi.
| Modalità di trasmissione | Percentuale o valore | Note esplicative |
|---|---|---|
| Trasmissione eterosessuale | 46,0% (27,9% uomini – 18,1% donne) | Quasi la metà dei nuovi casi; indica diffusione anche nella popolazione generale |
| Maschi che fanno sesso con maschi (MSM) | 41,6% | Incidenza stabile ma ancora elevata rispetto ad altri gruppi |
| Uso di sostanze stupefacenti (via iniettiva) | 3,8% | Rischio legato alla condivisione di aghi e siringhe |
| Province più colpite | Roma, Firenze, Milano | Maggiore concentrazione dei casi nelle aree metropolitane |
| Persone che vivono con HIV in Italia | Circa 150.000 (stima tra 130.000 e 170.000) | Prevalenza pari a circa 0,3% della popolazione residente |
Nuove diagnosi di AIDS in calo
Nel 2024 il Registro Nazionale AIDS ha registrato 450 nuovi casi, in calo rispetto ai 613 del 2023.
L’incidenza è pari a 0,8 casi ogni 100.000 residenti con questi dettagli:
- 83,6% delle persone ha scoperto di essere HIV positiva nei 6 mesi precedenti la diagnosi di AIDS;
- il numero di decessi resta stabile negli ultimi anni (493 nel 2022);
- le persone che convivono con una diagnosi di AIDS nel 2022 sono 24.790.
Per approfondire:10 regole per evitare l'HIV
Diagnosi tardive: un problema ancora aperto
Il dato più preoccupante riguarda la diagnosi tardiva: due terzi degli eterosessuali e oltre metà degli MSM scoprono l’HIV quando il sistema immunitario è già compromesso.
Nel 2024:
- Il 40,3% delle persone è stato diagnosticato con CD4 <200 cellule/μL.
- Il 59,9% con CD4 <350 cellule/μL.
- Diagnosi tardiva in 66,5% dei maschi eterosessuali, 61% delle donne eterosessuali, 53,2% degli MSM.
Guarda il video: Quando fare il test dell'HIV?
Perché si arriva tardi alla diagnosi?
La non conoscenza dell'infezione da HIV e dell'eventuale malattia dell'AIDS sono la causa principale delle diagnosi tardive, che si traduce in:
- mancanza di informazione e test di screening.
- scarsa percezione del rischio tra gli eterosessuali.
- accesso limitato ai servizi di testing gratuiti.
L’ISS invita a incrementare la cultura della prevenzione e del test, soprattutto tra i giovani e nelle fasce più vulnerabili.
Per approfondire:HIV: come funziona il test rapido sulla saliva?
PrEP: la prevenzione che funziona
La Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) è uno degli strumenti più efficaci per prevenire l’infezione da HIV.
Oggi è disponibile in due modalità:
- Orale, da assumere quotidianamente o “on demand”.
- Long acting, in forma iniettabile ogni 2 mesi (in studio e già in uso in alcuni Paesi).
Quali sono i benefici della PrEP?
È necessario ampliare l’accesso alla PrEP, anche fuori dagli ambulatori specialistici, e includere la versione iniettabile. La PrEP infatti permette di ottenere:
- elevata efficacia preventiva nelle persone ad alto rischio;
- migliore aderenza e tollerabilità nelle versioni long acting;
- potenziale per ampliare la protezione anche nei giovani e nelle donne.
Per approfondire:Tutto su HIV e AIDS
Terapie long acting: efficacia e vantaggi
Le nuove terapie antiretrovirali long acting stanno cambiando la gestione dell’HIV.
Oggi oltre il 95% dei pazienti in terapia raggiunge la soppressione virale, trasformando l’infezione in una condizione cronica non trasmissibile (U=U: Undetectable = Untransmittable).
Vantaggi dei trattamenti long acting
Le terapie iniettabili a lunga durata sono una soluzione innovativa e meno stigmatizzante, utile per chi fatica con la terapia giornaliera.
- Somministrazione ogni 2 mesi tramite iniezione.
- Migliore aderenza terapeutica rispetto alla terapia orale quotidiana.
- Meno stigma e maggiore qualità di vita.
- Riduzione del rischio di nuove infezioni.
Quali prospettive per il futuro?
L’Italia resta lontana dagli obiettivi UNAIDS 2030, che prevedono:
- 95% delle persone HIV positive diagnosticate.
- 95% di queste in terapia.
- 95% con soppressione virale.
Per raggiungerli servono:
- Più test rapidi e gratuiti.
- Campagne di sensibilizzazione sui rischi e sull’importanza della diagnosi precoce.
- Educazione sessuale e prevenzione nelle scuole.
- Maggiore accesso alla PrEP e alle terapie long acting su tutto il territorio nazionale.
Fonti
- Istituto Superiore di Sanità - Hiv: stabili le nuove diagnosi, ma ancora troppo tardive
- Comunicato Stampa SIMIT - Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali