Vaccino hiv.

Vaccino HIV: perché ancora non esiste?

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Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo

Quando si parla di HIV una delle domande che ancora oggi qualcuno si pone è: ma perché siamo stati in grado di sviluppare il vaccino contro il Covid in così breve tempo, mentre per l'HIV non ci siamo ancora riusciti?

Tutto dipende dalla differenza che c'è tra questi due virus, dall'impatto che hanno avuto sulla sanità pubblica e dalla loro velocità di diffusione: diamo una risposta mettendo a confronto HIV e Sars-Cov-2.

HIV: quali sono le caratteristiche del virus?

L'HIV è un virus appartenente alla famiglia retrovirus caratterizzato dalla penetrazione del genoma virale ed integrazione nella cellula ospite. Si tratta di un virus che attacca il sistema immunitario con un'inversione del rapporto linfocitario CD4/CD8, causando nell’organismo l’incapacità di risposta a svariate malattie ed infezioni di natura batterica, fungina, virale.

L'HIV muta molto rapidamente e non permette alle cellule deputate al riconoscimento di eliminarlo poiché, grazie alle mutazioni, il virus non è mai identico e sfugge ai controlli delle cellule immunitarie.

Perché abbiamo un vaccino contro il Covid e non per l'HIV?

HIV e Coronavirus sono entrambi virus a RNA e, come tutti i virus a RNA, possiedono un enzima di replicazione non preciso con una variabilità che genera uno sciame di virus quasi uguali, ma con piccole variazioni fra loro. Tuttavia, la variabilità genetica del Covid è da 10 a 100 volte inferiore rispetto a quella riscontrata nel virus HIV.

Questo permette, come nel caso del virus Sars-Cov-2, la creazione di vaccini efficaci, poiché il virus non è così sfuggente da eludere la risposta immunitaria come, invece, avviene per il virus HIV. 

È questo un fattore fondamentale che differenzia profondamente i due tipi di virus: l'HIV è un virus sfuggente.

Velocità di diffusione dei virus

Nel caso del Coronavirus ci troviamo di fronte ad un virus ad alta e rapida diffusione con drammatiche conseguenze sulla popolazione e forte impatto sulle strutture ospedaliere, reparti di terapia intensiva.

Il mondo tutto si è trovato di fronte ad una pandemia a cui si è dovuto rispondere con:

  • interventi rapidi di istituzione di nuovi reparti di isolamento e strutture specificamente dedicate di emergenza;
  • ricerca scientifica che portasse alla formulazione di vaccino specifico e conseguente massiccia campagna vaccinale della popolazione.

Nel caso del virus HIV ci troviamo di fronte ad un virus a lenta diffusione che, soprattutto in Africa, si è potuto diffondere maggiormente per mancata prevenzione nei rapporti sessuali, nel mancato utilizzo di profilattici. Riguardo il vaccino abbiamo già detto della difficoltà a crearne uno specifico per HIV per la sua marcatissima capacità di mutazione ed integrazione nel genoma cellulare.

Il virus HIV tende ad integrarsi nel genoma e, proprio per questo, permane nell’organismo impedendo una guarigione totale con scomparsa del virus, salvo rarissimi casi e, conseguentemente, possiamo parlare di cronicizzazione della malattia virale che deve essere tenuta sotto controllo con specifiche terapie.

Tempi di realizzazione del vaccino

È bene sottolineare che il vaccino specifico per Covid non è stato formulato e prodotto in fretta saltando fasi obbligatorie della sperimentazione scientifica, come i tanti detrattori no vax vorrebbero far credere, né si tratta come gli stessi detrattori sostengono di un siero sperimentale, ma, al contrario, tutto è stato fatto nel pieno rispetto di tutte le fasi di sperimentazione scientifica.

La differenza sui tempi l’ha fatta una enorme quantità di fondi destinati alla creazione del vaccino e la massiccia presenza di personale dedicato unicamente a questo.

Vaccino HIV: cosa dicono gli studi?

Sono stati fassi molti progressi in campo infettivologico per quanto riguarda l'HIV, ma soprattutto in campo terapeutico con nuovi farmaci specifici che hanno permesso ai malati di AIDS di condurre una vita normale al pari del resto della popolazione. Diverso il discorso per un vaccino poiché, come detto in precedenza, le difficoltà derivano dall’estrema mutevolezza del virus.

Le difficoltà dello studio Mosaico

Riporto a questo proposito quello che è stato l’ultimo studio per la preparazione di un eventuale vaccino contro HIV, ma che si è, purtroppo, rivelato non efficace.

Lo studio del 2023, portato avanti dalla casa farmaceutica Johnson&Johnson sembrava promettere bene nelle fasi iniziali di sperimentazione, nell’indurre la produzione di anticorpi anti HIV, ma era importante capire se questi erano efficaci nel contrastare il virus HIV.

Erano stati arruolati per questa ricerca numerosi soggetti in Nord America e Sud America, maggiormente a rischio di contrarre il virus (omosessuali e transgender). Venne dato al progetto il nome Mosaico, appunto perché legato alla composizione del vaccino che utilizzava numerose componenti antigeniche del virus con l’obiettivo di indurre la più ampia risposta immunitaria nei confronti dei diversi sottotipi virali.

Veniva iniettato quattro volte in un anno utilizzando come vettore specifico un comune virus del raffreddore per veicolare gli immunogeni specifici di HIV.

Purtroppo la sperimentazione non ebbe esito positivo poiché il vaccino, pur non avendo problemi di sicurezza, non ha fornito protezione contro il virus, avendo, sostanzialmente lo stesso numero di infezioni da HIV tra chi aveva ricevuto il vaccino ed il gruppo placebo.

La difficoltà risiede in una mutevolezza del virus che rende difficilissimo elaborare un vaccino. Voglio citare, a questo proposito, che la proteina virale Gp 120 del virus HIV che entra nella cellula ospite, ha una variabilità di molto maggiore a quella della proteina Spike di Sars Cov 2, che ha permesso, quest’ultima, la creazione di vaccini efficaci per COVID.

Comunque la ricerca non si ferma ed oggi si lavora a vaccini di tipo mRNA, già utilizzata efficacemente nei confronti di Sars Cov 2.

Per approfondire:HIV in Italia: casi stabili, ma diagnosi tardive

Cura e prevenzione dell'HIV: qual è la situazione attuale?

Oggi l'infezione, a differenza degli anni 80/90 può contare su farmaci molto efficaci per controllarla e permettere al soggetto affetto di condurre una vita normale con aspettative di vita pressoché equivalenti a quelle della popolazione normale.

Le attuali terapie tengono sotto controllo l’infezione, non portano a guarigione ma “cronicizzano” la malattia. Si tenga anche conto che un tempo le terapie consistevano in molti farmaci da prendersi giornalmente, anche 25 compresse al giorno, ma oggi con gli attuali farmaci specifici si è ridotta drasticamente la posologia arrivando a circa una compressa al giorno.

La drammatica realtà di 20 30 anni fa, con mortalità altissima, è per fortuna superata, anche se pone il problema del sottovalutare l’infezione, non adottando tutte quelle precauzioni nei rapporti sessuali molto importanti.

In conclusione, ad oggi, il pilastro fondamentale nella lotta al virus HIV è la terapia farmacologica che si avvale anche di un nuovo strumento la profilassi pre esposizione (PrEP).

Si tratta di somministrare dei farmaci antiretrovirali a soggetti negativi all’HIV, ma con un alto rischio di contrarre il virus per numero elevato di partners, soggetti con recente diagnosi di malattie sessualmente trasmesse, coppie con un partner con viremia rilevabile. Questi farmaci si sono dimostrati molto efficaci nel ridurre fino intorno all’80% il numero di nuove infezioni. Il tutto, però, all’interno di una strategia di counseling che veda l’utilizzo del profilattico di grande importanza nella prevenzione.

Domande frequenti sul vaccino HIV

Esiste il vaccino contro l’HIV?

No, attualmente il vaccino preventivo per l'HIV non esiste. 

Perché è difficile sviluppare un vaccino contro l'HIV?

L’HIV è un virus estremamente sfuggente: muta rapidamente, si integra nel DNA delle cellule umane e riesce a eludere quasi tutte le risposte immunitarie naturali. A differenza del Sars-CoV-2, contro cui il corpo produce anticorpi efficaci, l’HIV resiste ai meccanismi immunitari su cui si basano i vaccini tradizionali.

Quali altri fattori frenano lo sviluppo del vaccino HIV?

Sicuramente fattori economici e sociali. L’HIV colpisce soprattutto paesi poveri e popolazioni stigmatizzate, riducendo l’urgenza percepita e gli investimenti. Il Covid-19, invece, ha colpito rapidamente i paesi più ricchi, mettendo in crisi i sistemi sanitari e generando una risposta globale immediata.

Perché il vaccino contro il Covid-19 è arrivato così velocemente?

Il vaccino contro il Covid-19 è stato sviluppato rapidamente grazie a uno sforzo scientifico, economico e organizzativo senza precedenti, che ha accelerato le fasi di sperimentazione clinica. Inoltre, il virus Sars-CoV-2 è biologicamente meno complesso dell’HIV ed è più facilmente riconoscibile dal sistema immunitario, rendendo più semplice individuare un bersaglio vaccinale efficace.

Data pubblicazione: 15 dicembre 2025

Autore

abaraldi
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso UNIVERSITA' ROMA .
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 30398.

Specialista con pluriennale esperienza in ematologia, medicina preventiva e microbiologia, dirigente medico presso Azienda S. Camillo Forlanini. Autore di oltre 10 pubblicazioni scientifiche e relatore in circa 100 congressi nazionali e internazionali. Docente universitario in Medicina Preventiva e Parassitologia. Iscritto alla Società Ematologica Italiana, con master in Dietologia clinica e abilitazione come medico competente secondo D.Lgs 81/08.

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