Long Covid: pubblicate dall’ISS le buone pratiche per gestire i pazienti
L’Istituto Superiore di Sanità ha avviato un progetto per condividere le buone pratiche di gestione dei casi di Long Covid. A tre anni dall’inizio della pandemia, infatti, è ormai accertata la presenza di pazienti reduci dall’infezione da Covid-19 che continuano a manifestare una sintomatologia subacuta e cronica riconducibile a quello che è stato chiamato “long Covid” e che, secondo le stime, rappresentano circa un quarto dei soggetti affetti da Covid.
Per questo motivo si è ritenuto necessario fornire delle raccomandazioni affinché i casi di Long Covid vengano seguiti in modo uniforme e standardizzato su tutto il territorio nazionale. Il progetto, finanziato dal Ministero della Salute, è stato denominato Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione COVID-19 (Long-COVID), è rivolto ai professionisti sanitari e definisce le indicazioni “di buona pratica” da mettere in atto nell’organizzazione dell’assistenza ai pazienti affetti da Long Covid.
Che cos’è il Long Covid?
Secondo quanto indicato in un precedente documento dell’ISS pubblicato nel 2021 [1], le fasi che seguono la malattia acuta da SARS-CoV-2 sono:
- La malattia Covid-19 sintomatica persistente con sintomi tra le 4 e le 12 settimane;
- La malattia post-Covid-19 con sintomi che hanno iniziato a manifestarsi con l’infezione da Covid-19 e persistono oltre le 12 settimane.
Il Long Covid comprende entrambe queste condizioni: è caratterizzato quindi da segni e sintomi che proseguono dopo 4 settimane dall’infezione acuta.
Guarda il video: 5 domande sul Long Covid
Quali sono i sintomi del Long Covid?
I principali sintomi del Long Covid sono di vario tipo e possono coincidere con altre patologie, ma in generale l’Istituto Superiore di Sanità indica i seguenti:
- astenia persistente,
- anoressia,
- debolezza muscolare,
- febbre recidivante,
- dolori diffusi,
- mialgie e artralgie,
- peggioramento della qualità della vita.
Pazienti con Long-Covid: le indicazioni dell’ISS
Cosa dicono le buone pratiche?
Il documento pubblicato dall’ISS prevede, fra le varie procedure da seguire, l’individuazione dei pazienti che devono essere sottoposti agli accertamenti per la diagnosi di Long Covid (sia adulti che bambini), il medico che se ne deve occupare e gli esami da eseguire per le diverse fasi di valutazione della condizione.
Nello specifico la valutazione dei pazienti affetti da Long Covid deve avere un approccio multidimensionale che tenga in considerazione:
- la storia della malattia da Covid (natura, gravità, tempistica d’insorgenza dei sintomi),
- patologie pre-esistenti e relative terapie in atto,
- valutazione dei sintomi specifici,
- valutazione dell’impatto dei sintomi sulle attività della persona (lavoro/istruzione), l’indipendenza, lo stato funzionale, lo stile di vita,
- valutazione dell’impatto psicologico,
- valutazione dell’impatto sugli aspetti nutrizionali, in particolare per gli anziani,
- valutazione di nuovi sintomi cognitivi.
Quali sono i sintomi da valutare?
- astenia,
- sintomi respiratori (tosse e dispnea),
- palpitazioni e tachicardia,
- dolore toracico,
- cefalea,
- disturbi gastro-intestinali,
- deficit cognitivi (brain fog),
- ansia e depressione,
- disturbi del sonno,
- disturbi del cavo orale,
- dolore diffuso.
Infine, la metodologia di lavoro del documento contiene le indicazioni su come gestire il paziente e su come organizzare il servizio Long Covid [2].
Per approfondire:Le conseguenze del Covid-19
Fonte
- Rapporto ISS COVID-19 n. 15/2021 - Indicazioni ad interim sui principi di gestione del Long-COVID
- Istituto Superiore di Sanità - Buone pratiche cliniche per la gestione e presa in carico delle persone con Long-Covid