Screening oncologici.

Screening oncologici: oltre 50 mila diagnosi mancate nel 2023 per scarsa adesione

Cosa sono gli screening oncologici gratuiti?

Nel nostro Paese, ogni anno milioni di persone ricevono l’invito a sottoporsi a screening oncologici gratuiti. Questi controlli permettono di individuare precocemente i tumori e iniziare subito le cure, aumentando notevolmente le probabilità di guarigione. Eppure, nel 2023, più della metà degli italiani ha ignorato questi inviti, soprattutto nelle Regioni del Sud Italia.

Un grave problema di salute pubblica, come sottolineato dalla Fondazione GIMBE: si stima che lo scorso anno siano stati mancati oltre 50.000 diagnosi tra tumori e lesioni pre-cancerose, semplicemente perché in tanti non hanno aderito a un semplice controllo gratuito [1].

A chi sono rivolti?

Gli screening oncologici organizzati fanno parte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè delle prestazioni sanitarie che ogni cittadino ha diritto a ricevere gratuitamente. Sono tre i principali programmi:

Questi test vengono offerti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e, in caso di esito positivo, attivano un percorso immediato per approfondimenti e cure.

I numeri del 2023: pochi inviti e ancora meno adesioni

Secondo il Report dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), nel 2023 sono stati invitati quasi 16 milioni di italiani, ma solo 6,9 milioni hanno aderito, con forti diseguaglianze tra Nord e Sud [2].

Vediamo nel dettaglio i numeri dei tre screening.

Screening mammografico

Solo una donna su due aderisce ai programmi per la diagnosi precoce del tumore alla mammella, ecco i dati:

  • popolazione target invitata: 4.017.757 donne (93,6%).
  • adesione media nazionale: 49,3%.
  • differenze regionali: si va dall’82,5% nella Provincia di Trento all’8,1% in Calabria.

La mammografia permette di identificare precocemente carcinomi invasivi anche di piccolissime dimensioni, ma oltre 2 milioni di donne non vi si sono sottoposte, con la conseguente mancata identificazione di 10.884 tumori alla mammella, di cui 2.381 già in fase invasiva.

Screening cervicale

Sono ancora tante le rinunce che si registrano per lo screening del tumore al collo dell'utero (o cervice uterina):

  • Donne invitate: 3.982.378.
  • Estensione totale: 111% (recuperi post-pandemia).
  • Adesione media: 46,9%.
  • Differenze regionali: dal 78% di Trento al 17% della Calabria.

L’HPV test e il Pap-test permettono di intercettare precocemente le lesioni pre-cancerose della cervice uterina. Tuttavia, quasi 1,8 milioni di donne non hanno partecipato nel 2023, con la conseguente perdita della diagnosi di circa 10.273 lesioni CIN2+.

Sottolinea il Dr. Fabio Martinelli che abbiamo l'opportunità di ridurre il rischio di infezione da HPV con il vaccino e di controllare e identificare precocemente le lesioni grazie ai programmi di screening.

Il Pap test viene utilizzato al di sotto dei trent'anni come strategia di screening, mentre l'HPV test trova indicazione nelle donne oltre i trent'anni, dove è considerato il test primario di screening per la maggiore sensibilità nell'identificazione della patologia virale.

Screening colon-rettale

Il più trascurato però è lo screening per l'individuazione del tumore del colon retto:

  • Persone invitate: 7.945.956 (94,3%).
  • Adesione media: 32,5%.
  • Differenze regionali: dal 62% del Veneto al 4,4% della Calabria.

Questo test, basato sulla ricerca di sangue occulto nelle feci, è fondamentale per individuare tumori e adenomi del colon-retto. Nel 2023, oltre 5,5 milioni di italiani hanno ignorato l’invito, con la conseguente mancata identificazione di 5.223 tumori e 24.692 adenomi avanzati.

Ricorda il Dr. Andrea Favara in merito alle possibilità di guarigione:

È particolarmente importante sottoporsi ai programmi di screening perché sono l'arma più efficace per fare una diagnosi precoce e permettere una guarigione nel maggior numero dei casi. Le possibilità di guarigione dal tumore del colon retto, infatti, dipendono dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi.

Screening oncologici: le differenze territoriali

Il dato più allarmante è il divario territoriale. Le Regioni del Mezzogiorno mostrano sistematicamente i tassi di adesione più bassi, non solo per mancanza di sensibilizzazione, ma spesso per carenze organizzative: inviti che non arrivano, centri poco accessibili, scarso supporto alla cittadinanza.

Calabria, Sicilia, Sardegna sono le Regioni con i tassi più bassi in tutti e tre gli screening. Un problema non solo sanitario, ma anche sociale e culturale, che richiede un forte intervento delle istituzioni.

Per approfondire:L'importanza degli screening per le diagnosi precoci

Perché aderire agli screening di prevenzione?

Più precoce è la diagnosi, più alte sono le probabilità di guarigione.

Gli screening permettono:

  • diagnosi in fase iniziale, spesso asintomatica;
  • trattamenti meno invasivi e più efficaci;
  • migliore qualità della vita;
  • riduzione dei decessi;
  • minori costi per il SSN.

Gli screening sono sicuri, gratuiti e facili da fare. Ecco perché è importante rispondere agli inviti e, se non si riceve nulla, rivolgersi alla propria ASL di riferimento o chiedere informazioni al proprio medico. 

Cosa blocca gli italiani?

Molti dichiarano di sottoporsi a controlli “spontanei” a pagamento. Ma questi non hanno standard di qualità, né percorsi diagnostici garantiti, né monitoraggio statistico.

Queste le cause più probabili della mancanza di adesione ai programmi di screening:

  • spesso mancano informazioni chiare e aggiornate;
  • gli inviti non arrivano o vengono ignorati;
  • c’è scarsa fiducia nei servizi pubblici;
  • i controlli vengono vissuti con ansia.

Come ricordato dal Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, servono strategie di comunicazione più efficaci, campagne informative capillari e coinvolgimento attivo dei cittadini. Siamo ancora lontani dagli obiettivi stabiliti nel 2022 dal Consiglio Europeo che intendono garantire entro il 2025 la copertura degli screening oncologici di almeno il 90% della popolazione in target.

Il sistema sanitario deve garantire inviti puntuali e chiari, un accesso semplice agli esami e percorsi rapidi per i casi positivi.

Data pubblicazione: 20 maggio 2025

Autore

redazione
Redazione Scientifica Medicitalia

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