Depressione post-ictus e aumento della mortalità

s.pozzi
Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta

Lo stato psicologico del paziente influenza sia il rischio di essere colpito da eventi cardiovascolari (ictus e infarto), sia il suo recupero quando è sopravvissuto a tali eventi. 
Lo dimostrano un serie di studi che correlano depressione e infarto e depressione e ictus, evidenziando il ruolo dei Disturbi dell’Umore nella genesi e nella determinazione della prognosi del paziente colpito da infarto o ictus.


L’American Academy of Neurology ha presentato i risultati di una vasta ricerca condotta per 21 anni su un campione di 10.551 americani, stimando l’impatto della depressione post-ictus sul recupero del paziente: i dati mostrano che i soggetti che avevano sviluppato una forma depressiva dopo l’ictus (post-stroke depression) avevano probabilità decisamente più alte rispetto agli altri di morire e, in particolare, di morire per un secondo ictus.
Il paziente sopravvissuto all’ictus avrebbe infatti la probabilità di morire per le conseguenze dell’ictus 3 volte in più se soffre anche di depressione e di morire per un secondo ictus 4 volte in più degli altri.

Lo stato depressivo influenza il recupero perché non consente al soggetto di attivare tutte le proprie risorse allo scopo di superare per quanto possibile le conseguenze dell’ictus: il senso di disperazione, la convinzione di essere ormai spacciato e le aspettative per il futuro concentrate unicamente sul fatto che la propria vita non sarà mai più quella di prima portano il paziente depresso a non impegnarsi nel recupero e, così facendo, ad ostacolarlo. 

Il problema della depressione post-ictus è tutt’altro che secondario, da momento che tale disturbo insorge entro 6-12 mesi dall’evento ictale nel 33% dei pazienti.
I relatori della ricerca statunitense raccomandano questo:

la nostra ricerca sottolinea l’importanza di effettuare uno screening per diagnosticare la depressione  e di curarla nelle persone che sono state colpite da ictus. Considerando quanto è frequente la depressione dopo un ictus, e quali sono le possibili conseguenze della depressione, è fondamentale individuarla e curarla.”

La valutazione diagnostica può essere complessa ed è influenzata dalla preparazione dell’operatore, che può non cogliere del tutto la presenza di un Disturbo dell’Umore scambiandone i sintomi per le conseguenze dell’ictus stesso.
Una ricerca ha dimostrato che, in ambito ospedaliero, solo lo specialista in psichiatria e il paziente stesso sono in grado di diagnosticare la depressione, mentre gli altri medici e operatori del team riabilitativo non la individuano: l’esame al quale sono stati sottoposti 15 pazienti ha rivelato che il tasso di diagnosi di depressione era del 68% se la valutazione era condotta dallo psichiatra, del 50% su autovalutazione del paziente e dello 0% su giudizio degli altri medici e operatori.
Questo significa che medici e operatori non formati in maniera specifica non sono in grado di diagnosticare la depressione e scambiano i sintomi depressivi per le conseguenze dell’ictus.

Altre ricerche dello stesso tipo hanno dimostrato la non preparazione dei medici non formati dal punto di vista psicologico/psichiatrico nell’individuare i sintomi di depressione e la tendenza a scambiarli per segni correlati alla patologia, ad esempio in ambito oncologico.

In conclusione, è importante che pazienti e familiari abbiano presente qual è l’impatto della depressione sulla vita di un sopravvissuto all’ictus e che richiedano una valutazione diagnostica, quando questa non è proposta dai curanti, affinchè si possa individuare la presenza di depressione e il paziente acceda a un percorso di psicoterapia che gli consentirà di migliorare la qualità della vita e di incrementare le possibilità di recupero.

Fonti:

“Depressed stroke survivors may face triple the risk of death”

“Depressione e ictus: un rapporto molto pericoloso” 

“Depressive symptoms and history of depression predict rehabilitation efficiency in stroke patients”

“The prevalence and symptom rates of depression after traumatic brain injury: a comprehensive examination" 

“The Italian multicenter observational study on post–stroke depression (DESTRO)”

“Complicanze psico-cognitive dell’ictus” da SPREAD – Stroke Prevention and Educational Awareness Diffusion. Ictus cerebrale: Linee guida italiane

“Detection of depression in the stroke patient"

“Oncologists' recognition of depression in their patients with cancer”

“Clinical Indicators of Depression among Ambulatory Cancer Patients Undergoing Chemotherapy” 

“Comorbid Depression in Adult Oncology”

Data pubblicazione: 17 gennaio 2014

Autore

s.pozzi
Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta

Laureato in Psicologia nel 2003 presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia tesserino n° 8667.

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1 commenti

#1
Dr. Francesco Mori
Dr. Francesco Mori

Salve dr Pozzi,
trovo molto interessante il suo articolo che spiega ancora una volta le forti correlazioni tra processi psicologici e fisiologici.
Vorrei comunque aggiungere un fattore, come dire, "relazionale", ovvero le potenti implicazioni che il contesto familiare ha nella genesi di un problema depressivo in pazienti post infartuati e post ictus.
Infatti sovente la persona tende a dipendere fortemente dagli altri membri della famiglia, i quali per "proteggere" il paziente finisco con il fare per lui anche quelle attività che può ancora svolgere, incrementando il senso di inutilità e quindi rinforzando la depressione.
Sarebbe a mio avviso opportuna una serie di colloqui non solo diagnostici ma anche di sostegno a tutto il sistema familiare.

Grazie per l'ospitalità

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