
Ossessioni un problema di forma parte II: aspetti terapeutici

Come ho avuto moto di sottolineare e rimarcare in tutte le sezioni precedenti sul disturbo ossessivo compulsivo, quest'ultimo è principalmente una questione di forma del pensiero e non di contenuto.
Le ossessioni non hanno un significato intrinseco o collegamenti profondi a traumi nascosti o dinamiche inconsce da scoprire. Il nodo centrale del problema risiede nel meccanismo mentale che si irrigidisce attorno alla ricerca incessante di certezze, di un controllo assoluto e di risposte definitive che possano mettere, illusoriamente, fine alla rimuginazione costante. (Si veda ossessioni un problema di forma).
Come affrontrare il disturbo?
Ma veniamo all'aspetto pragmatico delle cura: per alleviare questo disturbo, il lavoro terapeutico dovrà concentrarsi su diversi aspetti fondamentali e non sulla ricerca di significati profondi in termini prettamente freudiani.
- Accettazione dell'incertezza: imparare a convivere con il dubbio, senza cercare risposte assolute.
- Interruzione dei circoli viziosi: ridurre i rituali compulsivi e le strategie di controllo.
- Lavoro sull'ansia: sviluppare strategie per tollerare l'ansia senza cedere al bisogno di placarla attraverso dei rituali. (Si veda la trappola dei rituali)
Si tratta, in sintesi, di spostare l’attenzione dal tentativo di "risolvere" i pensieri ossessivi al cambiamento del modo di relazionarsi con essi. Questo permette di spezzare il circolo vizioso del controllo e della ricerca di certezza. (Si veda come risolvere la rimuginazione ossessiva).
L'idea di spostare l'attenzione dal tentativo di "risolvere" i pensieri ossessivi al cambiamento del modo di relazionarsi con essi è centrale in molte strategie terapeutiche di tipo comportamentale cognitivo e strategico breve.
Aspetti terapeutici
Ma approfondiamo gli aspetti terapeutici.
Accettare i pensieri senza giudizio
Un punto cruciale è comprendere che i pensieri ossessivi non sono necessariamente il problema in sé, ma lo diventa il nostro modo di reagire ad essi. Cercare di "risolverli" alimenta il circolo vizioso, perché si tende a dare loro un'importanza e una dignità che altrimenti non avrebbero.
È opportuno osservare i pensieri come eventi mentali transitori, senza etichettarli come “buoni” o “cattivi”, e senza cercare di eliminarli. Come osservare da un finestrino di un treno i pesaggi che passano senza dare giudizi. Bisogna ricordare che essi non sono mai reali. (Si veda i pensieri ossessivi sono reali?)
Lasciare andare il bisogno di certezza
La ricerca di certezze assolute è uno dei cardini del DOC. Tuttavia, vivere significa accettare una certa dose di incertezza. Lo facciamo tutti i giorni quando attraversiamo la strada, andiamo in macchina ecc.
In terapia, spesso si lavora per sviluppare una maggiore tolleranza verso l'ambiguità e l'incertezza. Questo processo richiede anche un graduale esercizio di esposizione alle situazioni temute, accettando che non ci saranno risposte definitive ma che si può comunque vivere senza incontrare tragedie.
Cambiare la relazione con i pensieri
Si lavora per modificare il significato attribuito ai pensieri ossessivi. In altre parole, si insegna che avere un pensiero non significa doverci credere o agire di conseguenza.
Questo spostamento di prospettiva riduce il potere che i pensieri ossessivi esercitano sulla persona. In pratica si imparerà a non dare alcuna dignità alle ossessioni.
Accettazione come pratica attiva
L'accettazione non significa rassegnazione, ma riconoscere che i pensieri ossessivi possono esistere senza che debbano governare la vita.
In sintesi, il cambiamento non avviene cercando di controllare o eliminare i pensieri ossessivi, ma nel modificare il modo in cui si risponde a essi. È un processo che richiede pazienza e supporto, ma è anche ciò che può portare a una significativa riduzione della sofferenza e a una maggiore libertà personale in tempi anche non molto lunghi.
Bisogna ricordare quanto già affermato in tutte le sezioni precedenti. Più si cerca il controllo più lo si perde, più si rifiuta il pensiero e più esso verrà a bussarci alle porte della nostra mente!
Approfondimenti bibliografici
- Ingannare l'ansia, di Armando De Vincentiis