Doc falsi ricordi.

Disturbo Ossessivo: se hai un dubbio non è mai avvenuto!

a.devincentiis
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta

Nei soggetti affetti da DOC (disturbo ossessivo compulsivo) accade spesso di avere dubbi su azioni compiute in passato e negli ultimi tempi. Azioni che, ovviamente, il soggetto considera riprovevoli, immorali o illecite. Da qui nascono continue ricerche nella propria memoria o, addirittura, indagini tra amici e conoscenti alla ricerca di indizi che possano confermare o meno l'atto illecito compiuto. Che si tratti di un furto, di un bacio rubato a una persona o, addirittura, di un rapporto sessuale completo.

E se lo avessi fatto senza ricordarlo?

La memoria del soggetto spinge verso questi paradossi, con domande del tipo: E se avessi baciato quella persona senza accorgermene? Oppure, se avessi avuto un rapporto con quell'estraneo e poi l'avessi dimenticato? Il dubbio e la difficoltà nel ricordare l'evento vengono interpretati dal cervello del soggetto con DOC come una possibile prova dell'evento accaduto, gettandolo quindi in continue rimuginazioni, angoscia e, soprattutto, sensi di colpa per la possibilità che la cosa possa essere davvero accaduta.

Per approfondire:Rimuginio: quando si vive male perché si pensa troppo

Gli eventi quotidiani non si dimenticano

Ma proviamo a riflettere. Avete mai avuto il dubbio di aver partecipato a un evento, anche dopo anni, come un matrimonio o una conferenza? Avete mai avuto il dubbio su ciò che avete mangiato il giorno prima o di aver incontrato un amico e preso un caffè insieme? Oppure, avete mai messo in discussione un evento come un tamponamento o un litigio per strada con un estraneo?

Probabilmente no. Certe azioni realmente compiute rimangono nella nostra testa come delle certezze. Al massimo possiamo modificarne dei dettagli, come il colore della camicia della persona incontrata oppure i termini che ha utilizzato nella frase che ci ha detto, ma non l'evento. Se esso è realmente accaduto, lo ricordiamo fin dal momento in cui si è verificato.

Appare ovvio, se non scontato, che la stessa esperienza riguarderebbe anche un atto da noi commesso ma ritenuto illecito, al punto da crearci angoscia o sensi di colpa. Il dubbio sul suo accadimento è, con elevata probabilità, la prova stessa che non sia mai avvenuto. Si tratta soltanto di una riflessione che il nostro DOC ha trasformato in un falso ricordo.

È come se ci dicessimo: Quella cosa è immorale, non è consona alla mia personalità, e non farei mai una cosa del genere. Anzi, non vorrei proprio trovarmi nelle condizioni di farla. Ma poi (il DOC entra in azione) questa frase comincia a trasformarsi in un’affermazione patologica e disfunzionale: Anzi, spero proprio di non aver mai fatto qualcosa del genere. Anzi, non vorrei averla fatta. Anzi, e se l’ho commessa?

È solo DOC!

La trappola è scattata! Ecco cosa accade quando rimuginiamo su qualcosa di brutto che crediamo di aver commesso: una serie di trasformazioni semantiche che raggiungono il culmine con il dubbio finale sulla nostra riflessione iniziale. Ma, come già accennato, è solo il lavoro cognitivo del nostro DOC. Per difendersi, dobbiamo assumere una regola aurea: Se ho il dubbio che sia avvenuto, in realtà NON è mai avvenuto.

È improbabile che un evento venga subito dimenticato, a meno che non ci si trovi di fronte a problematiche di tipo neurologico. Il soggetto con disturbo ossessivo può davvero tranquillizzarsi.

Il dubbio alimentato dal DOC è solo una distorsione della realtà, una reinterpretazione che poggia esclusivamente sulla nostra paura dell'evento stesso. Una paura dettata da una visione moralistica della situazione, dal timore di tradire o deludere qualcuno, oppure di tradire i propri principi. Un timore così elevato da generare una sorta di stato alterato della coscienza, al punto da farci credere in qualcosa che non è mai avvenuto.

Il nostro cervello non è una macchina perfetta come spesso si sente dire in certi slogan. È, invece, un organo complesso che tenta di rendere coerenti le esperienze, ma che risulta straordinariamente influenzabile dalle ansie, dai timori, e persino dalle convinzioni di carattere morale e culturale.

Data pubblicazione: 01 maggio 2025

1 commenti

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!

Contenuti correlati