News comunicati staff.

Salvo Catania intervistato dal Corsera sull'e-consulting e citato da repubblica.it

Un altro iscritto storico di Medicitalia.it è stato il protagonista di una intervista molto interessante sul fenomeno dei consulti online, un argomento che ultimamente sta venendo spesso alla ribalta sulle colonne dei giornali ed i servizi in TV.

Molti ancora i luoghi comuni, i timori e la confusione sul tema dei consulti online, e in questo caso dobbiamo fare un plauso a Mario Pappagallo - caporedattore e giornalista scientifico del Corriere della Sera - per aver contribuito a chiarire meglio gli aspetti dell'e-consulting intervistando uno dei medici più esperti in questo campo: il dr. Salvo Catania, con oltre 15000 consulti all'attivo è l'iscritto più attivo di sempre su Medicitalia.it: https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-odontoiatri-psicologi-piu-connessi/

L'intervista, dal titolo I medici che visitano in rete: «Via mail c' è più confidenza» - Gli italiani che cercano su Internet risposte sulla propria salute sono circa venti milioni è uscita sul Corriere del 28/07/2012 ed è reperibile qui in un file pdf.

Aggiungiamo anche quanto riportato da Daniela Condorelli sulla pagina di D che segnala la diffusione del consulto online tra la popolazione internet e riporta l'attenzione su quanto emerso dallo studio sul consulto online.

I nostri complimenti a Salvo Catania per il successo personale!

 
Data pubblicazione: 30 luglio 2012 Ultimo aggiornamento: 19 agosto 2012

Autore

staff
Staff Medicitalia.it

Iscriviti alla newsletter

136 commenti

Stai visualizzando solo gli ultimi 100 commenti, se vuoi leggerli tutti clicca qui
#37
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Dopo il mio ultimo post di Marzo ho casualmente assistito ad una sua recente intervista televisiva sulla comunicazione "non convenzionale", oggetto di un intero corso da lei tenuto ed al quale non sono riuscito ad iscrivermi in tempo (abito in Lombardia) perchè non c'erano più posti disponibili. Mi sono chiari i temi che ha trattato nell'intervista ad eccezione della premessa cui ha fatto cenno e che non ha più approfondito perchè forse distratto dalle altre domande poste dall'interlocutore giornalista. In particolare mi sembrava che ce l'avesse con Ippocrate, attribuendogli il "peccato originale" che avrebbe generato lo scarso livello di empatia della classe medica e inoltre mi ha colpito l'affermazione "il Training del medico in fatto di comunicazione è tema contraddittorio e scivoloso, tant'è che viene definito TRAINING dell'INCERTEZZA" (lei ha usato un termine inglese).

#38
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Le posso improvvisare solo un “abstract” (^__^) perché mi chiede di riassumere un tema che meriterebbe tanti passaggi, ma che spero risulti sufficiente a spiegare almeno perché si parla di comunicazione non convenzionale.

Perché
• È frutto di una esperienza sul campo di oltre 35 anni “dalla parte del paziente “ e non del medico o dello psicologo. E quando parlo di pazienti mi riferisco anche a medici prestigiosi che si sono ammalati di cancro ed hanno contribuito a delineare modalità di comunicazione con la loro esperienza di paziente.

• A partire da queste esperienze di “comunicazione diseguale” si riescono persino a standardizzare le tecniche di comunicazione.

• Confermo che ci si debba muovere su un terreno contraddittorio e scivoloso perché l’educazione del medico e dell’operatore sanitario in generale passa attraverso un interminabile apprendistato per fronteggiare l’incertezza ( Training for uncertainty = lett. Formazione per l’incertezza).

Incertezza perché infatti da noi medici si pretende

• Di dare certe certezze e contemporaneamente non poter dire spesso che qualcosa è certo.

• Essere comprensibili ma guai a banalizzare

• Infondere fiducia appoggiandosi spesso ad ipotesi incerte e malferme

• Essere empatici senza lasciarsi coinvolgere emotivamente.

‘Ma in fondo se riflettiamo bene, un completo , profondo ed efficace livello di comunicazione bidirezionale tra operatore sanitario e paziente non fa parte della tradizione medica sin dai più tempi più lontani
In altre parole stiamo parlando di un rapporto nato male sin dall’inizio.

Nella medicina primitiva le cause delle malattie erano ritenute sovrannaturali ed il rapporto pertanto era un rapporto magico e la terapia dunque una sorta di mediazione tra gli influssi negativi ed i soggetti colpiti da tali influssi.

Solo con la medicina greca, l’eziologia delle malattie ha cominciato ad essere posta in relazione a fattori fisici o comportamentali, e il medico è diventato una autorità ed un maestro di vita.
E qui che possiamo tirare in ballo Ippocrate con il quale io ce l’avrei, come ha scritto nel suo post.
Ce l’ho, senza condizionale, e questa è una tappa fondamentale della storia della Medicina, perché il canone ippocratico tramandato ha caratterizzato tutta l’etica medica occidentale per quasi 2500 anni sino ai nostri giorni e secondo il quale per il medico aveva prevalenza assoluta di procurare un beneficio terapeutico ( principio di beneficità) al paziente rispetto al diritto del paziente stesso ad un certo grado di autodeterminazione.
Coerentemente all’assunto che esistesse una identificazione assoluta tra salute, bellezza e moralità, che ritroviamo esattamente anche nell’era moderna , il malato veniva considerato non solo brutto, ma sminuito dalla capacità di potersi prendere cura di sé stesso.
Esattamente quello che vediamo replicato nella nostra cultura. Per farsene una idea basterebbe assistere ad una sola puntata del Grande Fratello.

Di male in peggio sono andate le cose nel XX secolo con la fondazione della scienza moderna come metodo di ricerca: paradossalmente il ruolo del medico-sciamano-tecnocrate si è fortemente ristrutturato intorno al suo carisma (che tutt’ora viene chiamato "stile"), quale unico depositario della scienza e unico dispensatore della guarigione.
Dinnanzi allo sciamano onnipotente si fa presto ad immaginare quanto passivo sia diventato via via il ruolo del paziente.

#39
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Tra le sue interviste mi ha molto stupito una sua risposta in un sito femminile sulla Prevenzione del Tumore del seno dove lei si mostrava molto scettico sui risultati di un sondaggio che presentava le donne invece ad un livello di consapevolezza accettabile. Trattandosi di una intervista non recente e che io ho letto casualmente volevo chiederle se avesse cambiato opinione nel frattempo anche in considerazione della sua esperienza su Medicitalia.

#40
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Non so a quale mia intervista si riferisca. Su un sondaggio online sulla Prevenzione e sul tema cui fa cenno ne ho concessa una sola.

http://www.pianetadonna.it/salute/malattie/donne-in-rete-prevenzione-tumore-al-seno.html

No, non ho affatto cambiato idea. Resto della idea che un sondaggio online del genere abbia scarso significato per le nostre conoscenze perchè si autoseleziona un campione, che per il solo fatto che frequenta un forum o comunque lo segue in rete vuol dire che è già più colto ed informato sul tema specifico.

#41
Foto profilo Ex utente
Ex utente

In un precedente mio commento sullo straordinario dialogo che ha provocato[su https://www.medicitalia.it/blog/senologia/44-come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno.html ] tra giovani donne affette da tumore aggressivo e con bambini piccoli, avevo pensato ad una nuova formula di Open Source,principalmente per la perdita dell'anonimato, ma via via lo stesso esperimento mi sembra che rappresenti allo stesso tempo una formula innovativa della Medicina Narrativa. Cosa ne pensa ?

#42
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Forse avrei dovuto postare in quel blog del link allegato, ma non me la sentivo di interferire con le straordinarie "esternazioni" delle nostre combattive ragazze. E poi forse avrei condotto tutti fuori tema.

#43
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Perchè parla di formula INNOVATIVA della Medicina Narrativa ?

a) La Medicina Narrativa viene presentata come una formula nuova, ma ha origini lontane nel secolo scorso.
b)In tal senso in questa discussione la chiamavamo pure con la dizione di "Comunicazione non convenzionale", ma ci riferiamo sempre allo stesso concetto : con medicina narrativa intendiamo quella forma espressiva attraverso cui le preoccupazioni concernenti la salute si strutturano e vengono veicolate da pazienti, parenti e amici, nonchè dallo staff medico, nelle conversazioni, nelle presentazioni e nei report dei casi specifici.

La medicina narrativa ha assunto la dignità di scienza anche se parte da un racconto individuale di una esperienza, quella del paziente, dalla scoperta della malattia alla cura, alla guarigione. Tali testimonianze assumono un rilievo scientifico per standardizzare le strategie comunicative, perchè consentono di andare oltre alla soggettività della storia del singolo per diventare una ricerca oggettiva.

#44
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Dottore concordo con Lei che il problema della Prevenzione e della consapevolezza delle donne sia sovrastimato perchè io stessa pur appartenendo ad una famiglia ad alto rischio non riesco a coinvolgere neanche le mie sorelle. Ma forse ciò è dovuto anche ai messaggi terroristici che ci arrivano attraverso i media e molti preferiscono rimuovere del tutto il problema piuttosto che affrontarlo.

#45
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>perchè io stessa pur appartenendo ad una famiglia ad alto rischio non riesco a coinvolgere neanche le mie sorelle>>. Non certo per scarsa consapevolezza del rischio, ma per altre ragioni. E qui mi riallaccio agli esempi della Medicina Narrativa. Negli anni 80-90 ho pubblicato un volume "Carcinoma mammario dalla parte della paziente" raccogliendo migliaia di esperienze di cancro raccontate dalle stesse pazienti. Le reazioni in fatto di consapevolezza sono spesso paradossali. Sono di negazione e rifiuto proprio quelle che appartengono a famiglie colpite duramente dalla malattia.

Gliene riporto una di queste (ma sono tante), di Elisabetta :
>> Per me l'idea della malattia era quella della morte. Infatti prima che io scoprissi di avere un cancro , sono morte sette persone della mia famiglia. Io ne ho assistite tre : nonna, papà e mamma, tutti e tre morti male.Una settima persona operata da una forma molto aggressiva e alla quale avevano dato poco tempo da vivere vive ancora dopo 40 anni. Il tributo pagato dalla mia famiglia è stato così pesante che pensavo, anzi ero certa, di essere diventata IMMUNE da questa malattia: a me non sarebbe mai accaduto !. Elisabetta>>

#46
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Essendo stato anticipato il servizio da Medicitalia ho letto con interesse lo speciale sulla Stampa pubblicato ieri. Mi ha molto colpito l'affermazione "il virtuale corregge il reale". Essendo anche Lei coinvolto nello Speciale potrebbe aggiungere qualche dettaglio in più ?

#47
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Sì è vero, grazie per avermi fatto vedere anche questo aspetto. Appartengo ad una di queste famiglie devastate dal cancro e non ci avevo mai pensato. Grazie

#48
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Mi dispiace , ma essendo non collegato da quasi 5 giorni (sono rientrato a mezzanotte a Milano) non ho ancora letto lo Speciale sulla Stampa.
Appena avrò un attimo di tempo lo farò e Le risponderò nei dettagli. Tuttavia già sono in grado di darle una risposta nel senso che concordo pienamente con il virgolettato da Lei allegato. Anzi non solo su questo aspetto ho raccolto dati ma li ho presentati quest’anno più volte nei Master rivolti agli oncologi.
Quindi non mi coglie impreparato (^__^).

Questo è l’esempio più eclatante (citato da Repubblica) e che da solo può illustrare quanto ci sia poco da meravigliarsi su un aspetto inaspettato sino a poco tempo fa
https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/255545-lettera-per-il-dott-catania.html

ma ce ne sono ormai diversi casi che sto raccogliendo .

Questo è l’ultimo esempio….di OGGI …. (ho risposto venti minuti fa)

https://www.medicitalia.it/consulti/senologia/350751-nodulo-mammario.html

#51
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Dottore, ma perchè secondo lei questo aspetto della comunicazione online salvo poche eccezioni (Corriere e Stampa) sia minimizzato o addirittura ignorato dai media ?

#52
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Dottore, ma perchè secondo lei questo aspetto della comunicazione online salvo poche eccezioni (Corriere e Stampa) sia minimizzato o addirittura ignorato dai media ?

#53
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Ben volentieri la smentisco categoricamente (^__^), perché se consideriamo come esempio anche solo il sottoscritto, potrà verificare che negli ultimi 8 mesi sia stato coinvolto in interviste su questo tema specifico (+ articolo Stampa) ben 4 volte ed a giorni sarà pubblicata una quinta intervista.

http://www.senosalvo.com/consulting.htm

Ora se consideriamo che le testate coinvolte siano il Corriere della Sera e Repubblica e Focus.it, la rivista cartacea e online dell’Istituto di Informatica e Telematica del Centro Nazionale Ricerche (CNR), dire che il tema sia stato minimizzato o addirittura oscurato…mi sembra molto riduttivo. Non Le pare ?

#54
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Riguardo alla comunicazione online ho verificato e ne ho avuto conferma parlando con amiche e conoscenti che i medici soprattutto quelli di base siano molto infastiditi quando ci lasciamo scappare di avere avuto delle informazioni tramite Internet. Questo a ragione secondo lei oppure si tratta di un tentitavo di difesa della casta come unica ereditaria della scienza e della guarigione ?

#55
Foto profilo Ex utente
Ex utente

50. Utente 278503 il 16/05/2013 ha scritto:
Riguardo alla comunicazione online ho verificato e ne ho avuto conferma parlando con amiche e conoscenti che i medici soprattutto quelli di base siano molto infastiditi quando ci lasciamo scappare di avere avuto delle informazioni tramite Internet. Questo a ragione secondo lei oppure si tratta di un tentitavo di difesa della casta come unica ereditaria della scienza e della guarigione ?

#56
Foto profilo Utente 277XXX
Utente 277XXX

Effettivamente anche io vengo colpevolizzata immediatamente dal mio curante che mi interrompe bruscamente se solo mi azzardo a dire "dottore ho letto su Internet che.." come se avessi citato i "versetti satanici". E meno male che mi sono ben guardata dal riferire che avevo richiesto dei consulti virtuali !!

#57
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

No, non si tratta di un tentativo di difesa della casta dei medici, ma senz'altro confermo la vostra sensazione che esista un discreto pre-giudizio da parte di molti medici verso il consulto-online e i rischi derivanti dall'uso di Internet in generale nella ricerca di informazioni sulla salute.
Questa sensazione l'ho verificata personalmente perchè ho avuto occasione di presentare delle relazioni a convegni di medici e di farmacisti. Anche questi ultimi vedono con molte riserve lo strumento virtuale sui problemi della salute. In queste occasioni era evidente che ...mi aspettassero al varco !
In realtà non esiste letteratura convincente, ma solo un passaparola (anche mediatico) che cementa queste leggende metropolitane ed alcuni sondaggi le cui modalità di rilevamento non sono esenti da critiche e comunque si deve osservare che si tratta pur sempre di semplici sondaggi, non studi, che hanno solo un valore conoscitivo (*)

Se vogliamo essere precisi esiste un solo studio al mondo sino a questo momento su questo tema ed è stato condotto proprio da e su Medicitalia.

https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html

(*) In un sondaggio della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmig) ben il 35% dei medici ritiene che i pazienti siano già informati al momento della visita per avere consultato la rete precedentemente.

#64
Foto profilo Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Eppur si muove!
L'interesse per il consulto online e problemi collegati, come la correzione dell'errore medico, lentamente si fa strada.
Oggi ho avuto comunicazione che al 98° Congresso Nazionale della SIOT che si terrà a Genova il 26-29 ottobre hanno accettato il mio abstract "La correzione online dell'errore medico... " come Comunicazione Orale, quando l'hanno scorso il mio primo abstract sul tema generale del "consulto online" era stato accettato solo come Poster...

--> In riferimento al 98° Congresso Nazionale SIOT ed a nome del Comitato Scientifico, siamo lieti di informarla che il Suo abstract No 846( Internet ID:33429) dal titolo LA CORREZIONE ONLINE DELL'ERRORE MEDICO: PROBLEMI ETICI E DEONTOLOGICI è stato selezionato per la presentazione orale e sarà inserito nella sessione parallela COMUNICAZIONI ORALI MISCELLANEA C30 prevista per il 28/10/2013 dalle ore 16:00 alle ore 17:00

#66
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Caro Antonio,
>>L'interesse per il consulto online e problemi collegati, come la correzione dell'errore medico, lentamente si fa strada.>>

Sai quanto sia interessato a questo tema e pertanto ritengo che la tua iniziativa sia molto importante per contribuire ad alfabetizzare la classe medica che spesso valuta lo strumento solo nelle sue potenzialità smisurate ma nello stesso tempo resta paralizzata dall’enfasi ingiustificata sui rischi teorici dello strumento stesso . E poi ce n'è una altra ragione che spiegherò più avanti con più dovizia di malignità

Fatta questa premessa e ribadendo che chiunque produca dati su questo tema apporta un contributo da elogiare alla conoscenza delle sue principali applicazioni.

Io però vorrei fare un discorso più generale sull’>> ’interesse per il consulto online e problemi collegati>>

1) Credo di avere ormai una discreta esperienza sull’interesse reale avendo esposto diverse relazioni negli ultimi due anni dopo la pubblicazione del mio studio. Relazioni non solo in Italia a Convegni, ma anche a Corsi e Master o lezioni alla Scuola di Specializzazione di oncologia.

2) Come esempio ti riporto il titolo a me assegnato (e richiesto nel senso non scelto da me) ad un Master che si sta svolgendo di cinque giornate (la mia relazione il 14 giugno) di formazione rivolto a PSICOLOGI e PSICOTERAPEUTI (per dimostrare che l’interesse non riguarda solo i medici) :
NUOVE VIE DEL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE NELL’ERA DEL WEB.

3) A mio avviso scarsissimo è l’interesse riguardo alla INFORMAZIONE : del resto dove sarebbe la novità apportata da Internet ? E’ lo strumento di informazione più moderno, ma i problemi ad essa connessi sono sovrapponibili a tutti gli altri strumenti di informazione meno recenti: il cartaceo e la televisione.
Per questo io attribuisco minore interesse agli “errori di informazione” che sono correlati al grado di competenza qualsiasi sia lo strumento utilizzato per trasferirla.

4) Quella che è innovativa e interessantissima è la possibilità di COMUNICARE , sfatando molti luoghi comuni che rappresentano Internet per quello che non è o per lo meno “non lo è più” estendendo queste considerazioni non solo al consulto online ma anche del marketing avendo introdotto Internet soprattutto un netto aumento del potere del consumatore (Empower).

Resta aperta la domanda se sia stata l’evoluzione della tecnologia a rendere più forte il consumatore (aspetto difficile da far digerire alla categoria dei medici paternalisti) o sia stato il consumatore empowered a favorire lo sviluppo di una tecnologia più consona alle proprie esigenze.

In Italia con ritardo abbiamo compreso, non del tutto, la rivoluzionaria potenzialità di Internet a sovvertire assunti sociali consolidati nei secoli. Basti pensare alla rivoluzione provocata non da Grillo,…ma dal blog di Grillo.

Tuttora esiste (meglio dire resiste) una correlazione tra la resistenza al web dimostrata da certi settori (sanitario in primis) e la tendenza a mantenere aree di privilegio da cui il cittadino è tagliato fuori. Pensiamo come sia difficile da noi , rispetto ai paesi anglosassoni, contattare una persona che occupa un posto chiave, in qualsiasi campo. Questo succede non perché quelle persone siano sempre in riunione, come ci raccontano le segretarie al telefono, ma perché nella mentalità italiana UNA PERSONA DISPONIBILE E’ UNA PERSONA CHE CONTA POCO.

#67
Foto profilo Ex utente
Ex utente

D'accordo sul valore prioritario della comunicazione rispetto alla informazione, anche se la velocità di trasmissione dell'informazione rende lo strumento più avanzato rispetto al cartaceo ed alla televisione, ma non comprendo bene su quale base Lei affermi che nella cultura italica UNA PERSONA DISPONIBILE E’ UNA PERSONA CHE CONTA POCO. A me pare che i pazienti non la pensino così e sanno apprezzare la disponibilità come valore aggiunto.

#68
Foto profilo Ex utente
Ex utente

D'accordo sul valore prioritario della comunicazione rispetto alla informazione, anche se la velocità di trasmissione dell'informazione rende lo strumento più avanzato rispetto al cartaceo ed alla televisione, ma non comprendo bene su quale base Lei affermi che nella cultura italica UNA PERSONA DISPONIBILE E’ UNA PERSONA CHE CONTA POCO. A me pare che i pazienti non la pensino così e sanno apprezzare la disponibilità come valore aggiunto.

#69
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Fino a qualche anno fa, negli Stati Uniti, qualsiasi giovane e ambizioso regista con un progetto di film nel cassetto poteva contattare Spielberg e raccontargli personalmente le proprie idee. Proviamo a farlo in Italia ? Nel nostro sistema ci vuole la cosiddetta "conoscenza" che faccia da mediatore tra l'Illustre Sconosciuto e la Signora Persona Importante. Ora la grande innovazione di Internet è che sia un mezzo democratico che elimina ogni mediazione. Vogliamo fare un parallelo con la religione?
Non è casuale che le riforme protestanti siano attecchite nella cultura anglosassone, perchè i fedeli possero comunicare direttamente con Dio bypassando i preti e la struttura ecclesiastica. La Chiesa cattolica trova tutto ciò inammissibile al pari di quella cultura di casta che si oppone a Internet perchè la mediazione è la base del potere, se vogliamo anche politico.
Quello che scrivo non deriva da stud ad hoc, ma riguarda stati di fatto indiscutibili. Ma se vogliamo parlare di dati allora Le potrò allegare quelli che si evincono dal mio studio

https://www.medicitalia.it/salute/senologia/6-consulti-online-in-senologia.html

>>Questo stato di cose si proietta e interferisce nel rapporto utente-consulente online perché c’è una certa diffidenza, non sempre ben celata, nella fase di approccio, che ben si evidenzia quando l’utente mostra grande meraviglia nel vedere una sua richiesta evasa sulla rete entro le 24 ore o talvolta quasi in diretta.
*“Non è possibile…un medico mi ha risposto immediatamente”
*“Non ci posso credere…lo fa gratuitamente!
*“Perché”?
*“Continua a rispondermi????”

>>

#71
Foto profilo Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Io credo che entrambi gli aspetti, informazione e comunicazione, meritino la stessa attenzione e cura.
L' informazione, apparentemente scontata, proprio perche' in eccesso in Rete, e'diventata rara e preziosa in termini di qualita'. Per saperla riconoscere occorre, pero', un notevole background culturale che molti cittadini, nativi digitali per primi, non possiedono.
Anche se con laurea e specializzazione. In questo senso MI e' insieme un vaso di Pandora di criticita' e, al contempo, una Cornucopia di grandi professionalita'...
Diventa dunque difficile da parte degli utenti trovare nel Web informazioni intrinsecamente utili. Dove per utili intendo, nel campo del counselling sulla salute, quel straordinario equilibrio tra contenuti (risposte personali) ad usum del singolo utente e contenuti (messaggi universali) ad usum di tutta la platea dei lettori.
Nel primo caso, il singolo utente, la comunicazione e'il valore aggiunto che permette, come dice la parola, "mettere in comune" tra medico e quel singolo utente un' informazione fruibile per quell' utente specifico con quelle determinate caratteristiche umane e caratteriali che dalle sue righe trapelano. In questo caso e'premiante la comunicazione del medico verso quel singolo utente.
Nel secondo caso, la platea, e'l' informazione in se', che scaturisce dal miracoloso incontrarsi e riconoscersi tra due sconosciuti nel Web, medico/utente, e dal loro reciproco comunicare, ad assumere una sua valenza specifica ed autonoma. E'cosi' che informazioni come la tipologia di secrezione dal seno, descritta mirabilmente dal dr. Salvo Catania nei suoi consulti e nei suoi articoli online, assume un valore in se' come informazione "universale" e, in un certo senso, di "formazione alla salute"di migliaia di donne lettrici del Web. Indipendentemente dalla comunicazione "tagliata su misura" della prima donna utente che pose la questione (e di altre successive), ma di fatto e per forza non avvenuta tra tutte le migliaia di lettrici e il dr. Catania, l' informazione "passa" in forza e grazie alla qualita'del messaggio (fondato su rigorosissime basi scientifiche, straordinaria esperienza chirurgica personale e spiegato rigorosamente con terminologia non specialistica) a fare la differenza.

La mia impressione e'che da una parte gli stakeholders del settore svalutino entrambi i contesti. Negano un'informazione di qualita', perche'maleducati dall'uso perverso dei media tradizionali (carta stampata/tv) dove nessuna attenzione viene posta alla qualita'dei contenuti. In latitanza degli educatori: famiglia, scuola e Istituzioni.
Contestualmente, dall'altra parte, gli attori/stakeholders della Salute non hanno nessun interesse a comunicare per un micidiale mix di ignoranza, arroganza e paura di spiegare agli utenti (nel Web) o ai pazienti (nel reale) vantaggi e limiti delle soluzioni proposte ai loro problemi. Evitando di fornire loro gli strumenti per verificare e confrontare le diverse ipotesi e proposte. Si chiama educazione permanente alla Salute, che sarebbe in Italia un diritto costituzionale, purtroppo costantemente disatteso.

Questo micidiale combinato disposto tra informazione negata e comunicazione apparente rende, a mio parere, l'utente ben poco cittadino "empowered", con potere contrattuale e dunque autonomo e quindi libero, quanto piuttosto molto "powerless", dunque senza potere contrattuale e dunque dipendente e schiavo. Come in Italia moltissimi cittadini lo sono gia'dalla televisione e dei media video nel web.

#73
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Verissimo, ma non solo, come il termine comunicazione potrebbe lasciare intendere. Anche qui su questo sito, anche se parliamo di salute, si assiste a quel fenomeno ormai protagonista che caratterizza la determinazione dell'Homo (o della donna) 2.0 con la determinazione di acquisire una sorta di leadership nella relazione con i contenuti. . Il consumatore anche di contenuti sulla salute ( anche noi vendiamo contenuti...anche se gratis)tende sempre meno a subire, rispetto al passato, passivamente ciò che gli viene proposto. Quando è interessato a qualcosa si informa attivamente usando tutti gli spazi sociali ed i canali messi a disposizione dalla tecnologia : dai siti alle newsletter, dai blog ai forum tematici.

In ogni caso, mentre appare il sito o lo spazio sociale come focalizzatore, in realtà è sempre lui che prende l'iniziativa. Che decide se cliccare o no su un banner, se affidare o no ai form che le aziende gli propongono, se proseguire o no nella navigazione di un certo sito, se tornarci o abbandonarlo definitivamente.

Prendere in mano il mouse è diventato un modo come un altro di prendere in mano la propria vita e di darle la direzione che si vuole.

L'altro aspetto fondamentale di cui non si può non tener conto nei nuovi modelli di comunicazione è la FRAMMENTAZIONE DEI MERCATI.

Se sino al ventesimo secolo anche sull'informazione sulla salute, la produzione di contenuti si basava su una decina di mercati fatti da milioni di persone , oggi, viceversa, ci muoviamo tra milioni di micromercati fatti da poche decine di persone al massimo.

In sostanza, il mass market a cui ervamo abituati fino a pochi anni fa si sta trasformando persino nel reale : oggi , per fare un esempio banalissimo ma comprensibile, sempre meno le persone che al bar chiedono una Coca-Cola mentre sono sempre di più quelle che chiedono una Coca Light o una coca Zero o una Diet Coke e non perchè la Coca è stata fulminata sulla strada del filantropismo o dalle ricerche di mercato come accadeva una volta, ma proprio per coprire il più possibile il ventaglio della frammentazione del mercato.

Internet ha reso il marketing di gran lunga più complesso. Non vale più il bombardamento di spot come faceva la televisione. Ora i pubblicitari sono costretti ad offrire almeno una delle cosiddette E .
*ENTERTAINMENT
*ENGAGEMENT
*EDUCATION
*EXCHANGE of VALUE

Le basi per creare anche nel campo della salute un marketing capace di creare INTRATTENIMENTO e COINVOLGIMENTO.

Viene ormai universalmente citata dal club internazionale dei creativi internettiani ad esempio una delle tante idee geniali che seppur semplicissime hanno coinvolto milioni di navigatori in tempi brevissimi.

Una di queste tra le più semplici : Uniqulo, giovane brand giapponese di abbigliamento ha lanciato il suo marchio gratuitamente in tutto il mondo con un colpo di genio. Ha messo a disposizione di tutti i blogger (*), che condividono questo banner customizzabile chiamato Uniqlok, che ci mostra l'ora in una insolita ambientazione coreografica e musicale. Il banner è un orologio che invece di dire che ore sono, le danzano : sarà banale ma le ore che danzano sono già state viste da 110 milioni di visitatori unici.






(attualmente ce l'hanno oltre 30.000 blogger.

E mi fa quasi rabbia perchè l'idea del banner di qualità più avanzato dell'Honcode, ormai quanto mai obsoleto, io ce l'avevo avuta già nell'ottobre del 2008. Ma (fiat voluntas...) ormai abbandonata. Il giapponese Uniqlo anni dopo è diventato miliardario

https://www.medicitalia.it/spaziopro/spaziomed/239251/nuova-scommessa-circuito-medicitalia-una-grande-opportunita-per-tutti-gli-iscritti?show=439961#a439961

(^__________^)

#74
Foto profilo Utente 277XXX
Utente 277XXX

Non condivido tanto ottimismo con l'avvento di Internet per motissime ragioni, pur escludendo quelle estreme (Cyberbullismo, cyberstalkerismo...). Ha rivoluzionato in tutti i sensi soprattutto quelli sociali. Siamo passati dal concetto di Agorà di Pericle alla Seattle di Bill Gates che pur se duttile ed accogliente ( con il pretesto della democrazia virtuale) nello stesso tempo è infida, morbosa, aggressiva e sfuggente.

#76
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Effettivamente il senso dell’agorà del cittadino ateniese con (e non per colpa del) l’avvento di Internet ha subito una inquietante rivoluzione involutiva.

Effettivamente l’agorà rappresentava il punto di riferimento in tutto il Mediterraneo dove sono nati l’urbanistica, i templi e le arene , gli anfiteatri, i musei , le biblioteche , le università, la grammatica e la retorica, il monoteismo e il monachesimo, la riflessione sulla vita, sulla umana felicità e sulla morte.

Ad Atene come a Sparta l’agorà rappresentava il cuore della polis, dove convivevano il pubblico ed il privato, feriale e festivo, laico e religioso, denuncia ma anche gossip (non si chiamava così), prestigio e invidia, lutto e gaudio. Ma la cosa più importante è che nell’agorà all’aperto della piazza ogni cittadino era un uomo libero, vedeva ed era visto, controllava ed era controllato, contribuiva alla democrazia ed alla creazione della collettività pur restando sempre individuo.

Oggi tutto è cambiato e non soltanto per l’avvento di Internet che può essere considerata una piazza virtuale (infatti chiamata piazza telematica).

Le piazze oggi sono espansioni di vie di attraversamento. E persino le stazioni, gli aeroporti, i supermercati, sono piazze sfumate, inadatte alla dialettica e alla creatività e le televisioni sono media a una sola via, adatti a informare e manipolare, non ad interagire creativamente.
Viviamo le guerre attraverso la Cnn, la benedizione papale attraverso il teleschemo e la partita di calcio trasmessa in diretta.
L’agorà è una piazza reale la nostra rischia di diventare una vita virtuale.
Possiamo senz’altro paragonare un sito ad una piazza, Internet ad una rete stradale, la televendita ad uno shopping, lo zapping ad una passeggiata, ma il nostro corpo fatto di carne, continua ad esigere contatti fisici, sapori , odori, sguardi e gesti.

In tal senso certamente aveva di più l’uomo di Pericle rispetto a quello di Bill Gates.

#77
Foto profilo Ex utente
Ex utente

La sua conclusione quindi è che Internet abbia peggiorato la qualità della vita in generale ?

#78
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Se Internet ha peggiorato la qualità della vita in senso globale non lo so, ma è molto probabile. Tuttavia non si può rispondere con un sì o un no. Come volere rispondere alla domanda "vuoi più bene alla mamma o al papà ?"

Certamente Internet ha velocizzato le conoscenze, la disciplina dell'attenzione, la scoperta delle bufale, la partecipazione, la collaborazione e l'intelligenza a misura della Rete.

Forse però ha peggiorato la qualità delle relazioni e si è dimostrato una delusione perchè non in grado di risolvere i problemi della educazione, della politica e della democrazia (la cosiddetta democrazia liquida) in modo particolare, come qualche politico nuovo voleva farci credere (Grillo).

Dopo anni di entusiastiche celebrazioni sullo strumento virtuale, proprio in questi ultimi mesi è stata prodotta tanta letteratura sui ripensamenti critici, su come Internet ha modificato in peggio la nostra vita e sulle esagerazioni di una certa mitologia del digitale.
Interessantissimo, uscito in questi giorni un saggio di Gianni Riotta "Il Web ci rende liberi ?"
Interessantissimo il passaggio in cui riprende una sua intervista del 2010 al compianto Carlo Maria Martini a Milano, riportando il pensiero del cardinale che si aspettava grandi risposte sul nuovo modo di comunicare virtuale.

Ci sono altri libri e saggi molto recenti sul "Web-digiuno", sperimentato da giornalisti che hanno voluto provare per periodi variabili da 1 mese ad un anno a condurre una vita priva di qualsiasi ausilio tecnologico (via il telefonino, il computer ecc).

Si tratta di racconti (l'ultimo che ho letto di Paul Miller "The Verge), ultima frontiera a metà tra giornalismo d'inchiesta ed indagine sociologica. La logica di questi esperimenti antropologici ha dimostrato quanto si sospettava: allontanando la tecnologia e la rete in particolare si rischia di vivere isolati in un mondo a parte, differente da quello dei nostri simili.

#79
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

E’ peggiorata la qualità della vita con Internet ? PROBABILMENTE SI’ !

Proprio in questi giorni c’è un vero tsunami su vari blog , messi in rilievo quasi in contemporanea da articoli del New York Times, addirittura da una copertina della rivista Cristian Science Modern ed una raffica di commenti su The Atlantic e Wall Street Journal.

Vengono addirittura riportate come malattie nuove quelle legate all'uso smodato dello strumento digitale . Ad esempio la NOMOPHOBIA (paura di non avere segnale) ed altre precedute dall’acronimo FOMO , che raggruppa sottopatologie con i soggetti terrorizzati di perdersi una mail, un messaggio Facebook o su Twitter ecc.

Mentre la scienza ci avverte che a causa del fatto che “possiamo stare insieme non più guardandosi negli occhi, ma guardando il telefonino” abbiamo abbassato la capacità di accendere l’empatia (abbiamo bisogno guardandoci negli occhi di 60/70 secondi), utilizzando dei dispositivi digitali, ad appena 30/40 secondi.

Ciò viene considerato non positivamente, tanto che sono nati negli Stati Uniti corsi per insegnare ai manager a riprendere a fissare negli occhi i propri interlocutori. Ed alcune aziende hanno promosso bonus ed incentivi per i propri dipendenti che abbandonano il loro cubicolo digitale per incontrare i colleghi. Cioè una vera inversione di rotta quando c’eravamo abituati ai manager che mal vedevano le pause pranzo e le miniagorà tra i propri dipendenti dinnanzi alla macchinetta del caffè.

Il guaio principale deriva dal fatto che uno studio rivela che gli adolescenti ricevono (per tale ragione io non ce l’ho per staccare NETTAMENTE nelle pause lavorative) quasi 100 messaggini al giorno e tutti noi gettiamo lo sguardo sul nostro (IO NON CE L’HO ! e spero di resistere anche se comodo) smartphone almeno 150-200 volte al giorno in modo compulsivo. Un GRAVE problema che peggiora lo stile di vita perchè non resta praticamente alcuna pausa tra svago e lavoro. Tutti i giovedì a Milano mi muovo tra i miei studi con la Metropolitana ed ho modo di osservare da vicino questo campionario di zombi gravemente dipendenti, che ha contagiato persino gli extracomunitari.
P.S.
In fondo dobbiamo riconoscere che noi italiani abbiamo avuto un carismatico profeta in tempi non sospetti perchè la dichiarazione venne rilasciata quando i telefonini rappresentavano ancora solo uno status symbol ": daranno non più, libertà, ma sicuramente più schiavitù"

Per tale ragione ormai da anni non apro neanche le mail che mi sollecitano a richieste di amicizia su Facebook, Twitter, Linkedin ecc..

Sulla metropolitana sento i discorsi " Io ho 150 amici e tu ?"

Vogliamo chiedere a questi ragazzi se hanno provato in momenti di difficoltà a chiedere ad uno dei 150 un prestito di 50 euro ?

Questo rappresenta anche uno storico assassinio della amicizia, che invece è una cosa molto seria.

Ecco perchè più cresce il numero ILLUSORIO degli amici più si moltiplica il senso di solitudine e si aprono praterie alle malattie legate alla febbre da connessione.

Sulla rete, ATTENZIONE AI FIGLI, ci sono tantissime persone per bene e per scopi leciti, ma SULLA RETE, senza recinti, i PEGGIORI RAZZISTI, OMOFOBI, RAZZISTI E STALKER NEL DNA...CI SONO TUTTI !!



Non si tratta di un fenomeno nuovo perché ben si raccorda ad un libro pubblicato ben due anni fa ed accolto con i sorrisini di compatimento e che da poco è diventato di culto per i fautori della vita "unplugged".
Si intitola The Winter of Our Disconnect, l'inverno della nostra disconnessione, e l’aveva scritto Susan Maushart. Su Amazon sta vivendo una seconda giovinezza.
È la storia di una mamma «che dormiva con l'iPhone sotto il cuscino» che decide di tornare all'antico e spegnere i gadget dei suoi tre figli.
«All'inizio fu un incubo, loro non mi ascoltarono neanche, troppo presi dai giochi elettronici o altro.
Poi, piano piano, scoprimmo piaceri che avevamo perduto», racconta lei. E adesso sono sempre di più i genitori che seguono l'esempio. George ci prova in vacanza, in spicchi limitati di tempo: niente cellulari a tavola, niente nelle camere da letto. E anche per lui è come riaprire gli occhi: «Quando sei l'unico non connesso ti accorgi di quello che succede attorno a te.
C'era gente che si portava il tablet anche nella sauna ». E il mercato del divertimento si adegua. La catena di hotel Marriott è la prima grande società che offre pacchetti "Internet free" ai propri clienti. Ci sono zone dove non c'è il wifi ed è vietato l'uso dei gadget tecnologici. Oasi di pace nate dopo che un sondaggio ha rivelato che ben l'85% delle persone è infastidito dall'invasione tecnologica e che il 31% ha pensato almeno una volta, dopo l'ennesima comunicazione di lavoro, di gettare il proprio telefonino in acqua. E le cronache raccontano di un bagnino di un piccolo resort in Florida applaudito con una standing ovation dai clienti a bordo piscina dopo che aveva invitato un signore a spegnere il cellulare perché in quella zona era vietato.
Aumentano i corsi e i manuali che insegnano le regole base per disintossicarsi. Alcune al confine tra il pratico e il ridicolo: dimenticarsi il carica batterie quando si parte. Altre più realistiche, come decidere che alcune stanze della casa sono denuclearizzate, oppure che ci sono fasce orarie in cui la tecnologia riposa nei cassetti. Si spiega alla gente come staccare i vari "alert" o disattivare Twitter, Facebook, e-mail e sms lasciando invece in funzione la possibilità di ricevere chiamate per le emergenze:
«Tanto le telefonate sono così in disuso che nessuno vi disturberà».
E siccome Internet tutto crea, tutto distrugge e tutto ricrea sono sempre di più le applicazioni che aiutano chi vuole prendersi una pausa. I blog dal titolo The art of disconnecting in un apparente paradosso sono i più cliccati. E su Internet un'agenzia immobiliare con un forte senso dell'umorismo mette in vendita case «in zone dove il telefonino prende poco e male».
Aumentano i corsi e i manuali che insegnano le regole base per disintossicarsi. Alcune al confine tra il pratico e il ridicolo: dimenticarsi il carica batterie quando si parte. Altre più realistiche, come decidere che alcune stanze della casa sono denuclearizzate, oppure che ci sono fasce orarie in cui la tecnologia riposa nei cassetti. Si spiega alla gente come staccare i vari "alert" o disattivare Twitter, Facebook, e-mail e sms lasciando invece in funzione la possibilità di ricevere chiamate per le emergenze: «Tanto le telefonate sono così in disuso che nessuno vi disturberà».
E siccome Internet tutto crea, tutto distrugge e tutto ricrea sono sempre di più le applicazioni che aiutano chi vuole prendersi una pausa. I blog dal titolo The art of disconnecting in un apparente paradosso sono i più cliccati. E su Internet un'agenzia immobiliare con un forte senso dell'umorismo mette in vendita case «in zone dove il telefonino prende poco e male».

#80
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

>>In fondo dobbiamo riconoscere che noi italiani abbiamo avuto un carismatico profeta in tempi non sospetti perchè la dichiarazione venne rilasciata quando i telefonini rappresentavano ancora solo uno status symbol ": daranno non più, libertà, ma sicuramente più schiavitù">>

Ho dimenticato di scrivere che si tratta di UMBERTO ECO

#81
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

A proposito dei figli...per quelli che hanno la fortuna di averceli piccolissimi e non ancora contagiati dalla "febbre della connessione" leggetevi l'ultimo mio commento (Internet mal usato PEGGIORA la qualità della vita ^ ) su

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/2385-salvo-catania-intervistato-dal-corsera-sull-e-consulting-e-citato-da-repubblica-it.html

Mery....non mi sono dimenticato e appena torniamo in tema Le allegherò la prova del perchè la sua vita non si gioca tutto sulla "efficacia della chemioterapia".

Si tratta di uno studio pilota che si sta eseguendo a New York su un gruppo di volontarie per dimostrare che non occorrerebbero terapie di alcun genere nel cancro perchè il vero problema è che IL NOSTRO ORGANISMO NON RICONOSCE LE CELLULE TUMORALI ed il nostro sistema immunitario viene ingannato.

Per il momento anticipo solo che l'essere fuori di melone, come piacerebbe dire a Francesca, aiuta molto a risvegliare il sistema immunitario. Avere stanato Lei, Lori, Annarita ecc ecc (lo dico piano se no mi arrestano) contribuisce a svegliare il sistema immunitario.

Questo spiega le guarigioni impossibili anche per malattie a prognosi infausta o nella fase metastatica.

Le evasioni ...extradomiciliari di Lori sono altrettanto importanti delle terapie convenzionali in corso. Le terapie tutte hanno azione sinergica ed adiuvante (si aiutano l'una con l'altra).

#82
Foto profilo Dr. Antonio Valassina
Dr. Antonio Valassina

Parigi, 8 giugno 2013

Dal vostro corrispondente a Parigi per il congresso internazionale Doctors 2.0 dedicato alla Web-medicina
:)

Vi scrivo da Parigi dalla Cite' Universitaire. E' la bellissima sede storica dell'Universita' di Parigi ospitata in palazzi del '700 in mezzo al verde! Servizi semplici, efficienti e puliti.
Giornata comunque interessante e, prima notizia…, sono riuscito a porre l'accento sul problema del consulto online!
:)

Andando con ordine (il programma, se siete proprio curiosi, lo trovate qui:http://www.doctors20.com/agenda/day-1-agenda-doctors-2-0-you/)

Premessa.
Per problemi di trasporti non sono riuscito ad arrivare alle 11, ora di inizio Congresso, ma alle 12.30, ora d'inizio del lunch!
:)

Si inizia quindi alle 13.30 con questa sessione
Salle DAVID WEILL : “ePatients, Le Cancer, la Thyroïde, une vue multi-pays”

-Kathi Apostolidis
-Beate Bartes – modératrice
-Liza Bernstein
-Catherine Cerisey


NB: ho scelto questa sessione perche' tutte queste 4 donne sono "e-patient" e sono state invitate in quanto tali!
Ero curioso di sentire il loro punto di vista.

Qui i fatti.

1^ donna e.patient
Kati Apostoloditis
"Sono una donna che e’ stata operata di di k seno. Anni fa, in Grecia, diversi chirurghi mi proposero una mastectomia radicale.
Ero all’ambasciata di Olanda, una delle pochissime allora con una connessione Internet, ho iniziato delle ricerche su Internet
Ho visto la quadrantectomia!
L’ho proposta ai miei medici che la rifiutarono. Ho rintracciato quel chirurgo (USA) su internet, gli ho chiesto tante informazioni... e poi sono riuscita a fare la quadrantectomia
E’ stata la mia prima esperienza con il cancro e con Internet.
Ho telefonato agli ospedali USA per avere le indicazioni sugli ospedali che facevano questa tecnica, ma mi dicevano che non potevano fare pubblicita’...
Da allora mi sono impegnata con le organizzazioni dei pazienti.
Noi non dobbiamo andare cosi lontano, ma dobbiamo avere tutte le informazioni che ci servono.
PAUSA
Ci sono pazienti in sala? (10% alzano la mano)
Ci sono medici in sala? (40% alzano la mano)
C’e’ l’industria? (idem come sopra: 40%)
Bene sono contenta perche' tutte queste componenti sono interessate, ma forse pochi i pazienti. Bisogna lavorare insieme."

2^ e.paziente: "ho avuto un tumore della tiroide: ho sofferto molto il problema della comunicazione. L’intervento e’ andato bene, ma essere dimessa dicendo 2 parole ad una persona che ha perso la sua tiroide e’ un po' poco."

3^ e.patient: "partecipo al sito www.apres mon cancer du sein.fr blog creato dopo il 2009 e poi anche su FB dove c’e’ una grande comunicazione su tema.
Sono entrata nella SECS /comunita' europea cancro seno "(nota mia come redattore: non sono riuscito a trovare questo sito, nella fretta di scrivere ho capito probabilmente male)

-> "Il PROBLEMA del paziente non e’ la singola molecola, ma CONVIVERE con (diagnosi) e terapie devastanti. E poi qui non e’ vero che non ci sono molti malati in quanto ci sono potenziali malati: tutti voi! Dunque riguarda tutti.

->Il SAPERE medico deve essere complementare al sapere del paziente.

- >Noi facciamo un grande servizio di VOLGARIZZAZIONE del sapere. Resta il problema che i medici parlano da una parte i pazienti dall’altra: non va bene."

4^ e.patient
"Ho avuto la fortuna di cadere con una ottima oncologa che mi ha aperto la porta ad un mondo di conoscenza su Internet che in parte gia’ conoscevo.
Mi ha spiegato passo-passo tutto quello che dovevo fare..
Dopo la mia vicenda ho iniziato ha darmi da fare per aiutare le altre donne che erano magari troppo giovani o anziane o isolate.
Ho cominciato a porre delle questioni a grandi oncologi via Twitter e ho avuto esperienze di risposta diretta incredibile. Mi serve il social web per verificare le parole e la credibilita’ di qualcuno.
Seguo anche 'Brest cancer social media' fondato da 2 donne con tumore del seno e ogni sera si discute per 2 ore e mezza ogni lunedi’ sera di tutto quello che riguarda questa condizione."

DISCUSSIONE
Apostoliditis/ "Conoscete la Societa' di partecipazione in medicina? La Society for partecipatory medicine esiste negli USA: non e’ uno sforzo per contestare i medici ma per lavorare insieme.
In Grecia gli oncologi non presentano mai ai pazienti tutte le possibilita’ terapeutiche, ma solo quella che loro considerano valida utlizzando le indicazioni che conoscono e che ritengono di dover adottare, senza tenere in conto di tutto quello che i pazienti gia’ sanno e di come si sentono di fronte a quella ipotesi unica.
In Grecia si trattano i pazienti come numero e non come persone con il LORO NOME."

DIBATTITO con il pubblico

1) Silenzio in sala
2) Chiedo di parlare e vado al sodo:
a) non solo esiste il problema del quadro giuridico, ma soprattutto quello etico e culturale del consulto online. Noi NON possiamo fare diagnosi e suggerire terapie (NB: mentre dico queste parole tutte e quattro scuotono la testa);
b) abbiamo bisogno di regole nuove;
c) sicuramente il web consente di fornire da una parte informazioni corrette e dall'altra comunicazione corretta: se lo si vuole;
(NB: a questa frase si illuminano tutte quattro e fanno SI con la testa).
d) dobbiamo riscrivere un nuovo giuramento medico di Ippocrate 2.0 e abbiamo bisogno di tutti per poterlo fare.

3) Nessuna di loro risponde a queste mie note, capisco che non si sono mai sentite fare osservazioni su questi punti.
Riprendono a parlare su alcuni dei temi toccati prima.

3^ e.patient. -> "Il nostro RUOLO di e.patients e’ quello di educare gli altri pazienti.
Avete mai sentito parlare di “decisione partecipata” del paziente? Sta diventando uno standard nelle comunita' di "e.patients" piu' avanzate. Io credo che si debbano fornire le informazioni giuste e complete. I medici offrano le informazioni in modo corrette in modo che il paziente possa dire si’ o no."

Domanda di un medico dalla sala: le istituzioni collaborano con gli e-patients?
Risposta/ "In Grecia il governo non accetta interlocutori se non ONG, il che significa avere un organizzazione con sede, ecc che richiede soldi . Quindi, il governo di fatto ci esclude.
Ho proposto allora di unire le 39 organizzazioni sul territorio + i 20 gruppi su Internet per fare un gruppo consolidato.

--------------------------------------------------------------------

Questi i fatti.
Nota: nei "fatti" descritti sopra ho gia' inserito una sorta di mio commento con lettere MAIUSCOLE che ho segnalato con le frecce.

In questa interessante sessione mi sembra di rilevare i seguenti aspetti
A)
Queste "e.patients" sono leader di gruppi molto estesi sul Web e sempre piu' organizzati.

B)
E' evidente che sono gruppi anche numerosi, ma anche isolati, in parte perche' lo vogliono, ma molto perche' i medici hanno paura a interagire con loro (soprattutto i francesi). Le Istituzioni poi ne hanno un terrore totale.
Il risultato drammatico che ne deriva e' che questi gruppi diventano sempre piu' autoreferenziali e ne deriva una pericolosa devianza culturale che emerge da queste frasi che ritengo molto pericolose
1. -> "Il sapere medico deve essere complementare al sapere del paziente."
2. -> -> "Il nostro ruolo di e.patients e’ quello di educare gli altri pazienti."

In riferimento al punto 1. e' facile sostenere che e' la prova provata di quello che si legge sul Web:
'per certi versi la posizione di potere del medico sul paziente non solo si e' azzerata, ma in certi casi addirittura "la nuova filosofia" di alcuni gruppi in Rete tende a mettere il paziente sopra il medico"
(non sono parole mie, ma di Autori che studiano da anni questi fenomeni...citati nel dibattito).

Per quanto attiene al punto 2. anche qui bisogna stare molto attenti a lasciare isolate queste persone.
Il pretendere di “educare da soli altri cittadini su Salute e Malattia” senza rapporti con medici e istituzioni sanitarie (disposti a collaborare senza pregiudizi) rischia di creare anche questo tipo di devianze. Ma qui la colpa e' solo nostra!
In altre discussioni qui su MI ho sempre ricordato come Scuola, Famiglia e Istituzioni (Medicina dell'ospedale e del territorio/ Universita') hanno totalmente omesso di esercitare il loro dovere di educazione partecipata e permanente della popolazione.
Non mi soffermo perche' di questo abbiamo gia' parlato in altri 3D.

C) -> "Il PROBLEMA del paziente non e’ la singola molecola, ma CONVIVERE con (diagnosi) e terapie devastanti. "
Emerge anche in loro quello che il dr. Catania aveva segnalato molto bene per primo su questo sito e cioe' il conflitto della Comunicazione mancata e della mancata partecipazione del medico al dramma della paziente INDIPENDENTEMENTE dalla qualita' dell'INFORMAZIONE.
Su questo punto sono rimasto molto, ma molto colpito dalla proprieta' di linguaggio di queste donne e dalla precisione con cui hanno utilizzato sempre i termini "Informazione" e "Comunicazione" senza sbagliare mai!
Mi sono fischiate le orecchie per tutte le volte che il dr. Catania ci ha rimproverato: io per primo, all'inizio, pensavo che fosse una sua fissazione semantica.
:)
Solo dopo diversi mesi di letture di quanto scriveva ho cominciato a comprendere che cosa volesse dire e ho prestato molto piu' attenzione alla "Semeiotica" del linguaggio nel rapporto medico-utente e, devo dire, anche medico-paziente nel reale. Salvo aveva ed ha ragione.

Comunque...
In giro per il mondo ci sono pazienti che hanno capito molto bene tutto questo e pretendono ascolto e considerazione su questi due versanti, senza distinzioni o sconti di nessun tipo.

D) - >"Noi facciamo un grande servizio di VOLGARIZZAZIONE del sapere"
Anche qui e' evidente che hanno ragione. Chi dovrebbe farlo non lo fa. Lo fa MI, uno dei suoi punti di forza, come ho sostenuto in altre discussioni, ma resta il fatto che queste "e.patients" hanno colto perfettamente nel segno anche questa volta. Manca totalmente un’ Informazione CON una Comunicazione adeguata alle esigenze dei cittadini. E, dunque, il linguaggio.

E)
L’ ultima mia osservazione su questo 'gruppo di lavoro del pomeriggio, e' che di fronte ai miei rilievi tutte le 4 "e-patients" si sono trovate spiazzate.
Alla fine sono andato a salutarle e ringraziarle, la signora greca in particolare, e li' ho avuto la conferma del mio sospetto: confondono il ruolo del medico nel reale da quello nel virtuale.
Quando le ho ripetuto che nel reale il rapporto e' "privato"(spiegando l'etimologia che significa "segreto"), teoricamente alla pari, e che quello su Internet e' pubblico (cioe' non segreto) e per di piu' obliquo (anonimato rigoroso dell'Utente, massima trasparenza del medico), di fatto non alla pari = tanti utenti contro uno solo, non mi ha risposto. Ha sbuffato e ha solo chiesto di leggere il lavoro di Salvo, di cui le ho parlato, che dovremo mandarle.
Stop, fine dei suoi commenti.

Insomma ho notato che sono in un certo senso "scappate" da un confronto/incontro forse perche' di solito si trovano a combattere posizioni ostili. La mia non solo non lo era, ma al contempo non si esimeva, pero', di sollevare problemi che comunque esistono nel rapporto online e che loro probabilmente intuiscono come motivati e seri.

Ora mi scuserete, ma degli altri due gruppi di lavoro vi scrivero' nei prossimi giorni perche' sono veramente stanco. Un saluto dalla Francia a tutte le partecipanti e i partecipanti a questo bellissimo blog .

Dr.Antonio Valassina

Nota a margine :diversi interventi di queste donne e di alcuni partecipanti in Rete con Twitter hanno tenuto a sottolineare piu' volte che preferiscono essere chiamate/ i-patient (interactive – patient/ pazienti che interagiscono con i medici sia nel reale che nel virtuale) piuttosto che e-patient (consumatore passivo di informazioni sulla Salute da parte di utenti che utilizzano mezzi di comunicazione elettronici).

#83
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Poco da aggiungere sul reportage che hai allegato anche perchè forse occorrebbe qualche volume per commentare punto per punto e ti ringrazio per avere esteso a noi queste conoscenze che non mi stupiscono affatto.

Piuttosto vorrei invece riprendere quella che tu hai incluso nella
"nota a margine" e che invece a mio parere è una bella sintesi dello stato dell'arte sulla Comunicazione virtuale chiamata non Convenzionale e non certo perchè la si intenda come alternativa a quella Convenzionale.

Proprio così I-PATIENT interattivo, non perchè "partecipa" come consumatore , ma ha un ruolo attivo nel senso che ha lo stesso ruolo del medico, poichè NESSUNO HA UN RUOLO nella discussione, come stiamo sperimentando su

https://www.medicitalia.it/blog/senologia/44-come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno.html

I-PATIENT , al punto che esistono siti che vanno assumendo sempre maggiore importanza per dar voce paritaria , tra cui proprio

www.ipatient.com

dove ha trovato voce uno dei temi più clamorosi e discussi della medicina : il TOO MUCH MEDICINE, condiviso anche dal British Medical Journal come campagna di allarme sui sovratrattamenti diagnostici (PSA, mammografie ecc) e terapeutici.

http://ipatient.com/healthcares-question-of-the-decade/

Grazie per la condivisione di tali contenuti

#84
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Antonio,
mentre sono in attesa di entrare in sala operatoria mi sono riletto tutto. Mi hanno colpito soprattutto alcune "note a margine" come l'espressione usata dalla e-patient greca (meglio i-patient !)

>>d) dobbiamo riscrivere un nuovo giuramento medico di Ippocrate 2.0 e abbiamo bisogno di tutti per poterlo fare.>>

Questo è il punto di partenza. Quanto vedi a Parigi l'ho organizzato a Milano, introdotto da Umberto Veronesi, esattamente 20 anni fa, con un Convegno "DALLA PARTE DELLA PAZIENTE" dove si alternavano nelle relazioni medici con i pazienti. L'esperimento ebbe molto successo. Ma tutto finì lì perchè la nostra cultura ippocratica nel senso peggiore del termine tende ad escludere i pazienti da ogni percorso clinico, dando rilievo solo al principio ippocratico della BENEFICITA' e relegando a "nota a margine" quello della autodeterminazione,che è imploso grazie ad Internet.

Grazie ad INTERNET Ormai i pazienti vanno per la loro strada, giustamente perchè ci hanno aspettato per 2500 anni !

Sai bene che io organizzo Corsi di ben 18 ore consecutive, costretto a dare un titolo di COMUNICAZIONE NON CONVENZIONALE perchè quella convenzionale si è dimostrata inadeguata e serve solo a lustrare "lo stile ippocratico del medico" che attende invano, come chiede INVANO l'e-patient greca, di essere rivisitato.

Dopo 2500 anni, forse sarebbe il caso di farci un pensierino !

#85
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

Avevo letto il suo studio del 2011 e mi sembrava che fosse entusiasta sulle innovazioni tecnologiche apportate da Internet.
Perchè ora a distanza di due anni tanti ripensamenti ?

#86
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Ero entusiasta, e lo resto ancora, di tutte quelle applicazioni che rappresentano un reale progresso nel migliorare la qualità delle relazioni e della vita in generale.

Come vede non c'è alcun ripensamento, ma solo una maggiore consapevolezza che l'avanzamento della tecnologia non sempre equivalga a progresso del genere umano.

#87
Foto profilo Utente 277XXX
Utente 277XXX

Non Le sembra che ci sia una evidente contraddizione su alcune sue conclusioni riguardo alla "febbre della connessione"? Leggendola sembra che più ci si connette alla rete e più si rischia la solitudine, oltre alla dipendenza. La rete invece è una fabbrica di relazioni che non riusciremmo mai ad avere nella vita reale.

#88
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

No non mi sembra affatto che ci sia una contraddizione nelle mie considerazioni. Lei forse ce la vede , ma semplicemente perché parliamo di due facce diverse della relazione.

Allora sono io a porle una domanda. Avere 200 followers su Twitter e 200 amici su Facebook sarebbe una garanzia per non sentirsi soli ?
Lei sottolinea un aspetto quantitativo della relazione virtuale, mentre io resto fedele a quello qualitativo della stessa.

Del resto gran parte delle tecnologie della comunicazione a partire dal telefono sono state introdotte come sostituti INFERIORI di una attività altrimenti impossibile. In questo senso ci ha facilitato la vita in fatto di velocità e risparmio di tempo ma ha reso più superficiali le relazioni.

Così il telefono è un sostituto INFERIORE : non possiamo incontrarci a quattrocchi e allora c’è il telefono, che non può essere paragonato di certo ad un incontro vis a vis. Ci consente, anche quando non stiamo in casa (vecchia segreteria telefonica) di mantenerci in contatto.

La comunicazione online è nata come sostituto inferiore della comunicazione telefonica. E’ vero che sia più facile avere relazioni, ma l’aspetto negativo (può essere un vantaggio) è che ci si può mettere in contatto velocemente senza il pericolo, se lo si desidera, di lasciarsi coinvolgere, tant’è che lo strumento è ideale per comunicare le notizie più difficili.

Non è una evoluzione, ma una regressione nella sfera delle relazioni preferire per comodità i sostituti inferiori della comunicazione. E’ più pratico e più facile fare una telefonata o scrivere una mail o un SMS che darsi la pena di incontrare qualcuno. Da qui è nato Il “COSI’ CONNESSI, COSI’ DISTANTI”

Il problema principale è che quello che sembra (e sotto l’aspetto pratico lo è) un grande vantaggio alla lunga presenta un conto molto salato : se ci educhiamo a preferire (attenzione ai figli! ) i sostituti inferiori,con il passare del tempo anche noi finiamo diventare sostituti inferiori con un depauperamento della capacità di provare ed esprimere sensazioni.

Ciò non significa assolutamente essere “contro la tecnologia”, ma è una questione di equilibrio dalla quale dipende la qualità della nostra vita di relazione.

#89
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Sono il collega oncologo intervenuto sul tema dell'Open Source in Aprile Maggio. Lei mi aveva invitato all'incontro di Novembre a Milano e che ci saremmo messi d'accordo dopo l'estate. Posso invirle una mail?

#90
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Sono il collega oncologo intervenuto sul tema dell'Open Source in Aprile Maggio. Lei mi aveva invitato all'incontro di Novembre a Milano e che ci saremmo messi d'accordo dopo l'estate. Posso inviarle una mail?

#91
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Confermo l'invito e quindi anche ad utilizzare la mia mail per i dettagli. Il giorno è il 21 Novembre, ma ne sapremo di più a settembre.

#92
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Apprendo con somma "preoccupazione" (^___^) da Repubblica e dal sito Web.medicine, che quest'ultimo portale sia il primo (sic!!) per le consulenze mediche online in Italia e che si propone nel giro di 3 anni (l'ottimismo non difetta) di diventare il portale leader in Europa in questo settore.

Ora, la "società srl" Web Medicine è una società di capitali costituita in data 13.06.2013 , iscritta al competente Registro Imprese di Vicenza con il numero REA VI-137844.

Si occupa dello sviluppo, offerta e VENDITA (sic e risic !!) di servizi per la consulenza online in ambito biologico, chimico, genetico anche attraverso siti web di proprietà o gestiti da terzi.

La notizia non merita tanta urgenza da essere trattata con considerazioni a caldo. Ma su questo tema mi pare ovvio che io abbia mooooooolte cose da dire!

Questo pomeriggio recandomi nelle redazioni dei maggiori quotidiani milanesi ho cercato di avere maggiori informazioni e quindi mi riservo di intervenire quando avrò le idee più chiare.

#93
Foto profilo  Staff Medicitalia.it
Staff Medicitalia.it

Caro Salvo,
ho trovato lusinghiero che siamo stati citati da Repubblica come i primi a fare il consulto online, allo stesso tempo non ho compreso l'accostamento con un sito nato da pochi giorni a meno che non ci siano alcune nuove norme ministeriali o degli ordini (cui sembra accennare il pezzo) in prossima uscita... se avrai maggiori informazioni aggiornaci che l'argomento potrebbe essere interessante.

#94
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Semplicissimo come sospettavo. Repubblica dal punto di vista giornalistico ha fatto un lavoro deontologicamente correttissimo.
[E quindi le battute pregiudiziali sulla testata che ho letto da parte di alcuni colleghi sono superficiali e fuori luogo. ]

Qualcuno si è proposto (in corso di verifica il tipo di "pressione)
letteralmente (e questo non trovo del tutto corretto) :
*Webmedicine è il primo portale in Italia per le consulenze mediche online. Scopri quanto sia facile ottenere il consiglio di un esperto eccellente, nella comodità e riservatezza di casa tua.

>>>*Webmedicine consente di selezionare, prenotare ed usufruire di consulenze mediche in varie specialità, tra cui genetica, psicologia, nutrizione, andrologia, gastroenterologia, e molto altro ancora.

*Le consulenze offerte da Webmedicine vengono erogate da professionisti accuratamente scelti e costantemente valutati dal nostro Comitato Scientifico.>>

Il giornalista di Repubblica che ha ricevuto questa "proposta" correttamente (magari tutti i giornalisti verificassero le informazioni che arrivano in redazione)ha voluto verificare l'informazione sul "primo portale" ed è arrivato a Medicitalia,tant'è che ha inviato una mail allo staff di MI. L'inesattezza su "assoldati" fa parte delle cose normali che si verificano quando non si conoscono i dettagli di una organigramma. Ma mi sembra veramente veniale perché quel che conta è che Repubblica abbia tenuto in gran conto il nostro sito.
Pretendere una rettifica mi sembra una idea anche questa fuori luogo.

La proposta è arrivata a tappeto contemporaneamente sul tavolo di diverse redazioni milanesi.

Tutto qui !

#95
Foto profilo Utente 309XXX
Utente 309XXX

Ho letto casualmente l'articolo di Repubblica. Ci sono rimasta un pò male perchè mi sarei aspettata una evoluzione tecnologica da parte di questo sito. In fondo c'è di più solo l'associazione al consulto di una webcam. Lo chiedo a lei, ma anche allo staff di Medicitalia.

#96
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

"c'è di più solo solo l'associazione al consulto di una webcam "???? No, c'è di più, e non ritengo sia da considerare una evoluzione, che il servizio sia a PAGAMENTO :-))

#97
Foto profilo  Staff Medicitalia.it
Staff Medicitalia.it

@Salvo Catania:
grazie per le precisazioni, in effetti l'impressione leggendo l'articolo era quello di un qualcosa che somigliava molto ad un comunicato stampa.
Concordo sulla rettifica, infatti lo staff non ha mai pensato sia necessaria alcuna rettifica: ci mettiamo a disposizione per il futuro su eventuali approfondimenti in tema di informazione sanitaria e sui consulti online, magari la prossima volta riusciremo a comunicare anche i dati salienti di medicitalia.it.


Per rispondere agli utenti 309703 e 278256, dico che il sito in questione è veramente troppo recente per poter esprimere giudizi; sicuramente non trovo molte affinità con il nostro servizio dei consulti online, e quello della webcam mi pare una "non novità" visto che è presente da tempo anche su siti di singoli professionisti.

Inoltre pone molti altri problemi che si scontrerebbero con l'adeguamento alle nostre Linee Guida per il controllo della qualità dell'informazione sanitaria.

E infatti mi pare che il modello proposto da quel sito non sia quello della informazione+comunicazione in un consulto online, ma quello di una sorta di servizio di teleconsulto a pagamento.

#98
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

@ staff Medicitalia

Rettifica ? Questo dimostra, per coloro che la sollecitano, che si ha scarsa dimestichezza con quanto accade in una redazione di una grande testata giornalistica. E non sto a precisare se giusto o sbagliato. Basti pensare che negli ultimi 15 giorni su Repubblica ci sono state solo 2 rettifiche e una di queste è di oggi di Giuliano Amato riguardo alla famosa intercettazione che lo riguarda negli anni di Tangentopoli. Quindi parliamo di eventi epocali della storia della Prima Repubblica e non perché Amato sia stato nominato da Napolitano giudice Costituzionale o perché sia stato Presidente del Consiglio per ben due volte.
Se le testate giornalistiche dovessero pubblicare tutte le richieste di rettifiche un terzo del giornali cartacei sarebbero occupati da questi contenziosi.

#Utente 309703 >> mi sarei aspettata una evoluzione tecnologica da parte di questo sito>>
L'utilizzo della webcam non è una evoluzione tecnologica. E' un accessorio aggiuntivo alla comunicazione digitale, facilmente applicabile da qualsiasi webmaster dilettante tra le funzioni di un sito.
L'esperienza su Medicitalia e di Medicitalia ha dimostrato che l'associazione di una Webcam al consulto online(ma sarebbe un discorso lungo) non è un valore aggiunto...tutt'altro, perché rischierebbe di riproporre tutti gli aspetti negativi, in senso motivazionale, dei consulti reali. Nel consulto online senza webcam il consulente risponde solo quando è motivato e libero da altri impegni. La webcam impone una griglia di appuntamenti da rispettare. Ma ripeto sono tante le ragioni a favore del consulto senza webcam che sarebbe lungo elencare.

#99
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

#Utente 278256
>>c'è di più solo solo l'associazione al consulto di una webcam "???? No, c'è di più, e non ritengo sia da considerare una evoluzione, che il servizio sia a PAGAMENTO :-)) >>

Questo è l'aspetto più "sconcertante".

Così sconcertante che alcuni utenti meravigliandosi che esistano medici che dedicano ore del loro scarso tempo disponibile, se ne escono con una perfida conclusione "ma allora lo fanno per avere visibilità".

E allora che male c'è ?

Occorre precisare che i consulenti di Medicitalia accedono al sito tramite una iscrizione gratuita e altrettanto gratuitamente rispondono alle richieste di consulto.

Ci si chiede quali possano essere le motivazioni a spingere un medico, anche affermato, a mettere a disposizione una significativa parte del proprio tempo a favore di anonimi pazienti-utenti senza un significativo ritorno di visibilità, che viene attenuato da rigorose norme interne al sito e da un efficiente sistema di automoderazione.

Poiché mi mettono in grande sospetto gli operatori sanitari che ci tengono ad etichettarsi "operatori per missione", nello stesso tempo
mi viene facile invitare gli utenti a non demonizzare la legittima, spesso inconsapevole, ricerca di una visibilità che è insita nella natura di tutte le specie.

L'esibizionismo è patologia, il sano "narcisismo", si fa per dire, è il sale della evoluzione di tutta la natura e vale per tutte le specie. Gli animali si riproducono utilizzando le piume (pavoni, uccelli) per avere la visibilità agli occhi delle femmine.
Teresa di Calcutta, S.Ignazio di Loyola fondando l'ordine dei gesuiti, Papa Francesco , Mandela, e l'elenco sarebbe lungo, hanno realizzato i loro progetti religiosi o sociali investendo in ricerca di...visibilità. Il progresso nasce dalla esigenza di essere visibili.

La visibilità è una merce di scambio che genera le più grandi motivazioni umanitarie.....il denaro i più bassi istinti.

Quindi smettiamola di dare una valenza negativa al medico che inconsapevolmente investe in visibilità in cambio di impegno ed onestà professionale.

Forse questo è il segreto di Medicitalia se paragonato a piattaforme con perseguono obiettivi di lucro.

#100
Foto profilo Utente 277XXX
Utente 277XXX

Grazie per avere voluto approfondire questo aspetto che mi ha fatto riflettere su alcuni pregiudizi molto diffusi. Effettivamente anche io dinnanzi ad un medico affermato che presta la sua opera gratuitamente mi metto in grande sospetto. Concordo che senza alcuna ambizione( che si traduce in visibilità) si arresterebbe ogni progresso in tutti i settori della nostra vita. Convincente senz'altro che sia più nobile una gratuità in cambio della visibilità, piuttosto che perseguire scopi esclusivamente lucrativi.

#101
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Complimenti per il coraggio ! Ci vuole infattiun bel fegato a volere sdoganare un pregiudizio così diffuso, tra l'altro con disarmante e convincente semplicità. Sono il collega che ha discusso più volte con lei sull'Open Source. Del resto, a pensarci bene, sarebbe come voler colpevolizzare a scuola il primo della classe che si ammazza di studio per accrescere la propria visibilità, che quindi va considerata legittima e strameritata.

#102
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

No, non ci vuole né fegato, né coraggio (^___^) : ho fatto le stesse considerazioni che ha fatto lei. Non coraggiose, ma semplicemente di buon senso.

#103
Foto profilo Dr.ssa Vincenza De Falco
Dr.ssa Vincenza De Falco

Ciao Salvo,

voglio comunicarti la mia riconoscenza per quello che hai scritto nel blog:

“L'esibizionismo è patologia, il sano "narcisismo", si fa per dire, è il sale della evoluzione di tutta la natura e vale per tutte le specie. Gli animali si riproducono utilizzando le piume (pavoni, uccelli) per avere la visibilità agli occhi delle femmine.

Teresa di Calcutta, S.Ignazio di Loyola fondando l'ordine dei gesuiti, Papa Francesco , Mandela, e l'elenco sarebbe lungo, hanno realizzato i loro progetti religiosi o sociali investendo in ricerca di...visibilità. Il progresso nasce dalla esigenza di essere visibili.

La visibilità è una merce di scambio che genera le più grandi motivazioni umanitarie.....il denaro i più bassi istinti.

Quindi smettiamola di dare una valenza negativa al medico che inconsapevolmente investe in visibilità in cambio di impegno ed onestà professionale.”

Quello che hai scritto, è veramente importante, mi ha ridato entusiasmo.

Dopo aver letto quello che pensano alcuni utenti sul fatto che noi si starebbe qui SOLO per la visibilità, ci sono rimasta male e cominciavo a pensare di cancellarmi dal sito……

Grazie:-)

#104
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Grazie a te. Ma quando scrivo >>La visibilità è una merce di scambio che genera le più grandi motivazioni umanitarie>> non escludo che queste motivazioni possano essere coltivate anche mantenendo un basso profilo e in assoluto anonimato.

Ma certamente le motivazioni, quelle visibili, che generano esempi positivi da imitare, che creano un contagio sociale, sono quelle più utili per la specie.
Ciò vale ancora di più se il contagio si diffonde sulla rete, tant'è che per questa si parla di "contagio virale", per rendere l'idea degli effetti a distanza.

#105
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

Bellissimo questo concetto del contagio virale dei buoni esempi da imitare. L'ha citato anche Lei, ma se Papa Francesco predica accompagnato da GRANDE VISIBILITA', non ci trovo assolutamente nulla di male se lo fa anche il medico.

#106
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Bellissima invece la sua osservazione. Io considero (sono stato educato dai gesuiti : scuola media e ginnasio) e considero Papa Francesco un Santo Narciso, connotazione quanto mai positiva. Ma mi fa effetto il fatto che la sua prima battaglia in Vaticano e stata proprio contro il "narcisismo teologico",

http://www.linkiesta.it/nuova-chiesa

quello malato "autoreferenziale" della Chiesa, che è altra cosa rispetto al suo SANO narcisismo che lo porta in mezzo alla gente sconvolgendo tutti i programmi previsti dai suoi burosauri addetti al cerimoniale al punto da recarsi a Lampedusa con un viaggio assolutamente non programmato se non all'ultimo momento.

#107
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

Mi fa sorridere vedere incensare Papa Francesco perchè Santo Narciso. Ma sono d'accordo : magari avessimo un Santo Politico narciso come Papa Francesco in trasparenza, onestà e senso della giustizia umana e divina !

#108
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

In questo triste momento in cui la politica sta dando di sé un triste spettacolo è sin troppo facile essere d'accordo con Lei.

#109
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

Dr.ssa De Falco, anche se effettivamente è forte il pregiudizio che i medici rispondano ai consulti per rendersi visibili, poi per noi pazienti-utenti è facile dai contenuti che esprimono verificare le loro motivazioni.
Non si scoraggi perchè le buone intenzioni alla fine vengono premiate con gli interessi. :_))

#110
Foto profilo Dr.ssa Vincenza De Falco
Dr.ssa Vincenza De Falco

Carissima signora,(utente 278256)
la ringrazio per l’affettuoso incoraggiamento e voglio tranquillizzarla in quanto non ho nessuna intenzione di “scioperare”o di cancellarmi dal sito…:-)

La frase che ho scritto nel commento 103, riflette lo stato d’animo di tutti noi medici qualora ci troviamo di fronte, tanto per fare un esempio, a delle affermazioni di questo tipo, (e questo vale anche per tutte le situazioni di analoga generalizzazione negativa della categoria medica nella vita reale), legga in questo blog:

https://www.medicitalia.it/blog/andrologia/3665-perche-i-medici-si-arrabbiano-quando-il-paziente-ribatte-ho-letto-su-internet.html

in particolare nel commento 56:

<<E dei medici che sono qui vogliamo parlarne? Lo fanno per dare aiuto al prossimo, oppure per farsi solo pubblicità a costo zero?<<

Come in tutte le cose della vita non è corretto generalizzare, offendere, includere tutti nella stessa casella e facendo di tutta l’erba un fascio.

Lei ha perfettamente ragione quando scrive:

<<anche se effettivamente è forte il pregiudizio che i medici rispondano ai consulti per rendersi visibili, poi per noi pazienti-utenti è facile dai contenuti che esprimono verificare le loro motivazioni.>>

E’ l’opera che esprime ciascun singolo medico nella quotidianità della sua professione, o in questo caso, su questo sito attraverso le risposte ai consulti, attraverso i blog, gli articoli che fa la differenza…

E si comprende, come Lei giustamente ha fatto notare, CHI POTREBBE avere una motivazione volta SOLO ad acquisire la “visibilità” (l’esibizionismo che è “patologia” di cui ci ha parlato il nostro dott.Salvo) e CHI invece sta qui, non solo per rendersi visibile, ma ANCHE per cercare di colmare eventuali lacune attraverso informazioni, per offrire laddove se ne ravvede la necessità e l’opportunità, un supporto e dedicare un’attenzione al paziente, che purtroppo, a volte, da come voi stessi riferite, mancano nei rapporti medico-paziente nella vita reale (empatia.

Bisogna quindi saper riconoscere Il SANO NARCISIMO che può esserci in ognuno di noi, che in quanto SANO è utile non solo per se stessi ma anche per gli altri, abbandonando i pregiudizi e quelli che sono ormai diventati “luoghi comuni” sulla categoria medica.

Un affettuoso saluto e grazie per le sue parole :-)

#111
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Quando poi il riconoscimento del SANO narcisismo arriva dall'utente-paziente....che si vuole di più (^__^)

#112
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

E' utile incoraggiare gli anziani a tenersi aggiornati su Internet per tenerli impegnati quotidianamente e per combattere la solitudine ?

#113
Foto profilo Utente 278XXX
Utente 278XXX

Glielo chiedo pensando alla mia mamma di 80 anni ed al suo medico curante che la scoraggia adducendo a pretesto (ma mia mamma è lucidissima) che sia nocivo voler tenere il passo dei media per ragioni prettamente neurologiche legate all'età.

#114
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Non ho parole ! Essere tagliati fuori da Internet è già una vera e propria povertà, di cui sono spesso vittime gli anziani, ma non certo per il calo di efficienza cerebrale legato all'invecchiamento, ma soprattutto perché le nuove tecnologie non sono elder friendly, nel senso che sono programmate per un mercato più giovane, e soprattutto a causa di pregiudizi sbagliatissimi come quelli del medico curante della sua mamma.

Che si tratti di pregiudizi l'hanno dimostrato numerosi blogger ultranovantenni che non si vergognano di dichiararsi Internet-dipendenti.
Il caso più famoso è quello di Maria Lopez che all'età di 95 anni moderava uno dei blog più gettonati della Spagna, sino alla sua morte (non certo provocata da Internet) all'età di 97 anni

http://www.lanotizia.ch/attualita/spagna-a-97-anni-e-morta-la-nonna-blogger/910

E' chiaro che per i nativi digitali il virtuale fa parte del reale, come una unica esperienza di vita.
Non è così per i non nativi digitali che quindi nella fase di apprendistato e noviziato delle nuove tecnologie possono incontrare molte difficoltà, ma solo in rari casi da mettere in relazione anche alla disabilità da invecchiamento.

Le ragioni principali che possono spiegare questo divario digitale generazionale sono varie :
* è chiaro che eventuali malattie e lo stesso invecchiamento compromettono parte delle abilità acquisite e rendono più lenta l'acquisizione di nuove.
* ci sono poi le difficoltà economiche più frequenti in tarda età
* le barriere più difficili da abbattere riguardano le false convinzioni secondo cui gli anziani, ancora di più se donne, non sarebbero capaci di imparare e usare le nuove tecnologie.
Se poi ci si mettono, come nel caso della sua mamma, anche i medici curanti i risultati sono veramente scoraggianti

*diversi lavori ed esperimenti sul campo dimostrano invece che interventi adeguati sono in grado di migliorare velocemente questo divario generazionale, a condizione, e diversamente dall'esempio del medico curante della sua mamma, che sia elevato il livello di fiducia che l'anziano sente intorno a sé. Non è un caso che molti blogger anziani siano stati addestrati per gioco dai nipotini anche molto piccoli.
In altre parole stiamo parlando non di patologia da invecchiamento, ma di un problema caratteriale, psicologico e sociale.

#115
Foto profilo Dr.ssa Chiara Lestuzzi
Dr.ssa Chiara Lestuzzi

Quando mia zia ottantenne è rimasta vedova dopo più di 60 anni di matrimonio (tra l'altro essendosi trasferita col marito in Svizzera a 18 anni e lì rimasta), i figli pensavano che sarebbe morta anche lei entro pochi mesi.
Invece, le hanno comprato un computer e insegnato a usare Internet.
Così adesso -a 85 anni- si tiene in contatto via Skype con la sorella (più vecchia) che vive in Italia, con la nipote e le pronipotine che vivono negli USA, si è abbonata on-line al giornale locale di Udine così si aggiorna su quello che succede. E telefona a mia cugina (che è tornata a vivere in Friuli) per segnalarle mostre ed eventi che si svolgono da noi.
Per dire: ho saputo da lei che ero stata citata sul giornale con i ringraziamenti dei genitori di una ragazzina morta di tumore che avevo seguito!

#116
Foto profilo Utente 277XXX
Utente 277XXX

Ormai credo che quasi tutti noi abbiamo in famiglia anziani che sentono la necessità di stare al passo con le nuove tecnologie. Confinare le loro potenzialità al solo televisore è una forma di discriminazione (digital divide) strisciante di cui purtroppo nessuno se ne vuole occupare almeno nella società italiana.

#117
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Infatti quella degli anziani è la forma più discriminante del Digital divide, forse ancora di più di quella economica.

#118
Foto profilo Ex utente
Ex utente

In questa discussione eravamo d'accordo che avrei richiesto in questo periodo una conferma per partecipare all'incontro virtuale-reale del 21 ottobre a Milano. Sono il collega oncologo che qui ha commentato sull'Open Source. Posso inviare una mail ?

#119
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Non ci sono problemi: mi mandi pure una conferma per mail e potrà leggere nel blog in cui ne discutiamo il programma che a breve spero di poter pubblicare.

#120
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Anche se non ho potuto partecipare al suo evento per le ragioni che ho dettagliato tramite mail, la pregherei di continuare ad informarci su questo sito su altre eventuali analoghe.

#121
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Su altre eventuali manifestazioni analoghe intende anche i corsi di formazione ECM sulla comunicazione virtuale-reale per medici ?

#122
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Sì mi riferivo proprio a quelli

#123
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Li pubblicizzerò senz'altro e grazie per l'attenzione.

#124
Foto profilo Ex utente
Ex utente

Grazie a lei per la disponibilità

#125
Foto profilo Utente 326XXX
Utente 326XXX

Da utente operata di tumore sull'articolo del Corriere della Sera di sabato ho subito riconosciuto l'apprezzabile vostro lavoro (ragazzefuoridiseno) che tanto ci dà conforto.

#126
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Grazie a Lei per l'apprezzamento da tutte le Ragazze Fuori di Seno.

#129
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Io ho la risposta ! Ma mi piacerebbe prima di esprimerla, conoscere il suo pensiero . Secondo Lei dovrei considerarlo un complimento ?

#130
Foto profilo Utente 371XXX
Utente 371XXX

Essendo nota la sua professionalità come chirurgo oncologo il "lapsus" a mio avviso dovrebbe essere letto come un gran bel complimento.

#131
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Sul piano professionale può sembrare, il "lapsus", non certo esaltante, ma nelle intenzioni lo considero anche io un bel complimento. Grazie

#132
Foto profilo Dr.ssa Angela Pileci
Dr.ssa Angela Pileci

Certamente il tema del consulto on line interessa anche gli psicologi. Sarebbe interessante uno studio anche nella area psicologia. Comunque complimenti Antonio e Salvo per i vostri progetti.

#133
Foto profilo Utente 370XXX
Utente 370XXX

Si sarebbe interessante !

#134
Foto profilo Utente 371XXX
Utente 371XXX

Ho visto altre sue interviste sul Corriere e recentemente come maratoneta-oncologo. Complimenti !

#135
Foto profilo Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Si e' stata una manifestazione, a Ravenna, veramente simpatica.

#136
Foto profilo Utente 375XXX
Utente 375XXX

Dove posso trovare l'articolo del corriere sul dr. Catania maratoneta_oncologo ?

Per aggiungere il tuo commento esegui il login

Non hai un account? Registrati ora gratuitamente!