Il cancro si chiama cancro! Senza giri di parole o sinonimi

salvocatania
Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo

"SCUSATEMI MI ERO ASSENTATA per un po’ di tempo perché HO AVUTO IL CANCRO" Nadia Toffa

BRAVA!

Di questo stiamo discutendo oggi nel blog "Ragazze Fuori di seno“ 

Ha fatto bene Nadia?

Stiamo discutendo delle parole scioccanti di Nadia Toffa al suo rientro ufficiale come una delle conduttrici delle IENE.

Subito dopo essere entrata in studio tra gli applausi e gli abbracci dei colleghi ha detto: "Mi prendo due minuti per raccontarvi questi due mesi, sono molto emozionata, ho qui un foglietto con degli appunti".

E poi subito: "Ho avuto un cancro, mi sono curata. Sono stata operata. I medici mi hanno tolto il 100 per cento del tumore. Ho fatto una chemio e una radio preventive per evitare che rimanesse in giro qualche cellula. Non lo sapeva nessuno e ora ve ne posso parlare.

E ci tiene a rassicurare tutti: "Ora sto benissimo. E rispetto a quello che mi è successo penso non ci sia assolutamente niente di cui vergognarsi, anzi. Ho solo perso qualche chilo, non mi vergogno neanche del fatto che sto indossando una parrucca, questi non sono i miei capelli. Non vi nascondo che ci sono stati momenti difficili. Quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte. Mi è venuta in mente Gabriella, la bambina di Taranto che ha avuto un tumore e ho pensato: se ce la fa uno scricciolo come te, allora ce la posso fare anch'io!".

"E adesso chiedo un aiuto a tutti voi - ha proseguito emozionata - vi chiedo normalità. Continuate a prendermi in giro, a criticarmi. Chi combatte contro il cancro non va trattato come un malato, ma come un guerriero, siamo dei fighi pazzeschi".

E in coda un monito contro chi illude i malati con terapie alternative: "
Le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Non c'è altro che possa curarti".

Il CANCRO, SI CHIAMA CANCRO, se vogliamo una volta per tutte esorcizzare nell'immaginario collettivo questo fantasma che ci perseguita e ci rincorre.
E in prima linea dobbiamo esserci noi con il nostro forum di utenti...
I nostri utenti come li vorremmo chiamare? Tumorati o cancerosi? no di certo!
Li vogliamo chiamare ammalati di cancro, come gli ammalati di polmonite, tendinite, artrite...

Ci sono voluti decenni per far scomparire espressioni come
IL BRUTTO MALE o peggio IL MALE INCURABILE.

Male incurabile

 Cancro e' una parola maledetta, solo sentirla nominare fa venire i brividi lungo la schiena. Perche'?

Dal punto di vista biologico il cancro è una abnorme crescita cellulare, svincolata dai normali meccanismi di controllo dell'organismo, provocata da una danno al DNA in una cellula che, di conseguenza, inizia a comportarsi in modo anomalo e anarchico.

Ma dal punto di vista psicologico e' come un fulmine a clel sereno: nulla e' come prima della diagnosi di cancro perche' e' una patologia che per molto tempo e' stata considerata incurabile, e quindi associata ai concetti di sofferenza e di morte, ma soprattutto di morte lenta. Esorcizzare questa paura e' tutt'altro che facile poiche' il pregiudizio che l'accompagna facciamo fatica a superarlo. Per questa ragione per nominarlo si usano perifrasi o sinonimi al posto del termine tumore, con le parole peggiori di ogni lingua: brutto male, male che non perdona, male incurabile, flagello,

killer silenzioso.

E il mondo dei media non aiuta, sembra preferire le perifrasi al suo nome: male incurabile. Eppure oggi sappiamo che non e' piu' cosi': dati alla mano il cancro e' una malattia dalla quale si puo' guarire.

Il cancro non e' un raffreddore, ma il pessimismo che lo circonda e' ingiustificato perche' nella nostra societa' c'e' persino qualcosa di piu' pericoloso e che miete un numero maggiore di vittime del tumore: le malattie cardiovascolari.

Sono queste le prime cause di morte in Italia, eppure l'impatto emotivo e psicologico di una diagnosi di cancro e' ancora considerato piu' forte rispetto a quello di una patologia che riguardi, per esempio, il cuore e il cervello.

Forse se fossimo piu' informati sullo stato delle cure oncologiche in Italia e su quello che ognuno di noi puo' fare per non ammalarsi, non saremmo cosi' spaventati.

Pensavamo che queste espressioni per definire il cancro che abbiamo descritto fossero scomparse. Invece no, perche' questi modi di dire non sono affatto scomparsi.
Tant'e' che nei giorni scorsi ha fatto notizia la dichiarazione di un personaggio molto importante in tutto il mondo,, Nicole Mendelson, anni 46, vicepresidente di Facebook, che ha annunciato di avere un "male incurabile "...
Espressione quanto mai infelice anche perche' essendo affetta da un Linfoma non Hodgkin, forse non e' stata informata (neanche dai suoi oncologi??) che non sia affatto INCURABILE neanche negli stadi piu' avanzati della malattia.
Non si comprende perche' abbia dichiarato pure che per il momento non intenda curarsi (non poteva tenerselo per se'?)

Ma bonta' sua, allo stesso tempo ha annunciato che aprira' una pagina Facebook riservata ai malati che vogliono condividere l'esperienza.

OTTIMO! Speriamo pero' almeno che in questa pagina cominci a scegliere le parole con piu' attenzione

http://www.repubblica.it/oncologia/news/2018/02/12/news/nadia_toffa_torna_alle_iene_ho_avuto_un_cancro_-188660862/

 

 

Data pubblicazione: 12 febbraio 2018 Ultimo aggiornamento: 17 febbraio 2018

91 commenti

#1
Ex utente
Ex utente

Io non ho un brutto male o un male incurabile ho un cancro perché questo è il suo nome

#2
Utente 478XXX
Utente 478XXX

Anche io ho un cancro, non ho un male incurabile.

#3
Utente 375XXX
Utente 375XXX

Io ho avuto il CANCRO e le mezze verità e i giri di parole per edulcorare la sentenza mi mettevano ancora più ansia.
Brava Nadia
Clara

#4
Utente 137XXX
Utente 137XXX

Alcune parole assumono il significato che si vuole dare loro, come ad esempio "battaglia" contro il cancro non piace a molte ma perché non è forse una lotta contro una malattia che ci può distruggere ? certo non ci sono kalashnikov né spade ma le nostre armi sono la forza, il coraggio, la speranza. Oppure "guerriere", io mi sento una guerriera perché la mia lotta è quotidiana da quando fatico a uscire dal letto per mettermi in piedi a tutte le pastigliette che devo buttar giù se voglio vivere. Non trovo un'altra parola che possa identificare la mia costante lotta contro il cancro perché di questo si tratta, un cancro fermo in agguato che io e i farmaci prescritti egregiamente da chi si è preso cura di me teniamo a debita distanza e sotto controllo. "Vittoria" sul cancro, anche questa parola ha un significato ben preciso e forse andrebbe pesata, però se con la diagnosi nefasta si arriva a toccare il fondo della disperazione e poi con enorme fatica ben sapendo che l'unica chance è la risalita ci si riprende a poco a poco accettando le cure e la nuova situazione .....non è forse una VITTORIA personale di cui andare orgogliose ?
Solo una parola è giusta e non ha sostituto : il CANCRO è inutile girarci attorno è la malattia dalla quale sicuramente si può guarire, ma anche convivere senza abbassare mai la guardia e secondo me è una forma di coraggio anche ammetterlo, non c'è vergogna, non c'è sfortuna, è una situazione tremenda che bisogna affrontare e mostrare la faccia.
Io non ho visto la trasmissione, ma in cuor mio non mi sento di criticare Nadia ....ha fatto una scelta sua personale.
Lori

#5
Utente 421XXX
Utente 421XXX

Quando si parla di cancro.....tocchiamo note così dolenti ed è qualcosa che mette così tanta paura che è giustissimo parlare dell'argomento guidati dal proprio istinto e dalla propria sensibilità perchè è assolutamente personale il modo in cui ci si rapporta ad un tema così delicato. Le sfumature, gli accenti che connotano l'argomento possono essere infiniti. Ben venga allora la libera esposizione del proprio pensiero e le modalità di esposizione del medesimo. L'importante è che non si taccia. Bisogna parlarne, parlarne, sensibilizzare sull'argomento che non è più un tabù come poteva esserlo anni addietro, anche se resistono ancora ambienti e luoghi del nostro Belpaese in cui il cancro è l'innominabile. E per ciò stesso l'innominato.
Patty

#6
Utente 477XXX
Utente 477XXX

Non mi piacciono le parole "brutto male" o peggio ancora "male incurabile" perché mi riportano indietro nel tempo, quando per me, ragazzina, avevano solo il sapore della MORTE. E ricordo che chi le pronunciava lo faceva a bassa voce, quasi fosse una colpa. Negli anni ho anche ripreso mia mamma perché l'accusavo di vivere circondata da persone ignoranti in quanto le amiche "spacciate" sono poi diventate nonne ecc. Io la parola CANCRO la definirei "incidente di percorso" , che ti toglie il sorriso all'inizio, non ti fa dormire e perché no? Ti fa pensare che forse potresti non farcela...ma è solo un pensiero veloce perché dopo pensi solo a reagire e riappropriarti di questa splendida vita. Non so se Nadia abbia fatto bene o male, forse renderelo pubblico è stato il suo modo per esorcizzare la paura. Di sicuro mi è piaciuto il suo messaggio diretto e positivo perche' parlarne rimane sempre l'arma migliore per combatterè il cancro. Linda

#7
Utente 478XXX
Utente 478XXX

Da ammalata di cancro, ho riflettuto sulle parole di Nadia e vorrei dirle 6 volte grazie:
- Grazie per aver voluto chiamare con il suo giusto nome questa malattia curabile.
- Grazie per aver voluto condividere con tante persone questo difficile momento della vita; noi RFS conosciamo benissimo l’importanza della condivisione dell’esperienza di malattia, il tacere alimenta l’angoscia e la paura e non aiuta certo la volontà di non arrendersi.
- Grazie per aver sottolineato che non bisogna vergognarsi di avere un cancro, non è certo una colpa o una punizione inflitta.
- Grazie per aver chiesto a gran voce NORMALITÀ, è proprio quello di cui abbiamo tanto bisogno ma è anche la cosa più difficile da ottenere.
- Grazie per aver ribadito che contro il cancro ci sono solo le terapie indicate dagli oncologi, non le false cure miracolose e prodigiose che possono ingannarci in un momento di grande fragilità.
- Grazie per aver detto: mi sento orgogliosa di sapere cosa prova una persona che combatte contro il cancro.
È vero, si potrebbe discutere, come abbiamo fatto noi RFS, sulle parole usate da Nadia: “guerriera ,“figa” sul fatto che, personaggio famoso, è riuscita a curarsi con intervento, chemio, radio, in tempi rapidi… Ma aldilà di tutte le discussioni, secondo me rimane il messaggio positivo della condivisione, del coraggio, della fiducia, della forza e della speranza, scusate se è poco !!!!!!

#8
Ex utente
Ex utente

E' vero. Al mometo cure alternative alla chemio e radioterapia non esistono. Ma si trattano comunque di cure "pesanti" che, anche se rimuovono tutto il cancro ed impedisconono recidive, non sempre funzionano ed ogni modo lasciano il fisico molto debilitato.
Ora, non sto a demononizzarle a favore di cure alternative, staminali od omeopatice senza prove d'efficacia certe e convalidate.
Tuttavia, ritengo che la Medicina deve trovare cure decisamente più efficaci e meno "velenose", "tossiche" e "nocive" delle due citate.

#9
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

"la Medicina deve trovare cure decisamente più efficaci e meno "velenose", "tossiche" e "nocive" delle due citate."

Verissimo ! Ma nell'attesa che si fa ?

“La chemioterapia uccide piu’ del tumore e comunque non sempre e’ efficace”
Sulla rete soprattutto la chemioterapia soffre di una cattiva reputazione che si porta addietro da anni, da quando cioe’ gli effetti collaterali erano cosi’ debilitanti da spaventare piu’ della malattia stessa. Ancora oggi e’ convinzione diffusa tra la popolazione che SEMPRE “ la chemioterapia faccia vomitare, faccia cadere i capelli, faccia venire la diarrea”.
E per via di queste dicerie che viene considerata pericolosa specie da alternativi interessati a vendere altro sulla rete in particolare. I pazienti oncologici anche a causa di diagnosi raramente precoci 30 anni fa morivano in maggioranza, mentre adesso la chemioterapia dopo chirurgia rimane l’elemento fondamentale nella cura della meta’ dei tumori. Si tratta di un trattamento terapeutico a base di sostanze chimiche, cioe’ di farmaci, capaci di uccidere gli agenti responsabili delle malattie.
Lo scopo di questa terapia e’ quello di impedire o rallentare l moltiplicazione delle cellule tumorali, che vengono raggiunte attraverso i vasi sanguigni. E’ per questa ragione che alcuni organi particolarmente sensibili, come il midollo osseo, la mucosa orale e gastrointestinale, la cute ed i follicoli piliferi, rimangono colpiti, dando luogo agli effetti collaterali.
La chemioterapia ha registrato importanti progressi negli ultimo 10 anni sia per una migliore gestione della sua somministrazione (la minima dose per il miglior trattamento efficace) e degli effetti collaterali che produce.
Colpa anche degli oncologi che dovrebbero ‘ascoltare” di piu’ le paure dei pazienti per poterli tranquillizzare ed informare adeguatamente.
Ma e’ anche ora di sfatare alcune falsita’ che continuano a circolare indisturbate.
Anche perche’ oggi abbiamo a disposizione dei farmaci che permettono di limitare ed in molti casi a far scomparire gli effetti collaterali legati alla chemioterapia. Pensiamo ad esempio agli effetti degli antiemetici : rispetto al passato abbiamo a disposizione importanti antiemetici (anti-vomito) in grado di impedire o limitare il problema del vomito.
Con altri farmaci e’ possibile di gestire bene l’abbassamento dei globuli bianchi (sintomo stanchezza) e ridurre le le mucositi, in particolare le stomatiti e le diarree.
Possiamo parlare rispetto al passato di una chemioterapia piu’ “dolce”.
Uno degli elementi piu’ sensibili alla chemioterapia sono i follicoli piliferi, ed e’ per questo che si perdono capelli e sopraciglia. Questo effetto e’ uno dei piu’ impattanti sulla psiche del paziente, in particolar modo di sesso femminile. Oggi abbiamo a disposizione i cosiddetti caschi refrigeranti , che abbassano la temperatura del cuoio capelluto (vasocostrizione) impedendo o comunque ostacolando l’arrivo del farmaco, l’arrivo del farmaco a livello del bulbo polifero.
Bisogna aggiungere che per fortuna che i tempi, le mode ed i costumi delle italiane sono cambiate: oggi avere i capelli molto corti non e’ piu’ un tabu’ come accadeva mezzo secolo fa.
Siamo noi medici, o dovremmo, a consigliare alle pazienjti, dopo un paio di settimane dal trattamento, di prendere loro stesse la decisione di tagliarsi i capelli a zero per evitare di vederli cadere a ciocchi. Inoltre rispetto al passato oggi le parrucche sono splendide e sono le stesse che diverse star usano quotidianamente.
Una altra notizia falsa molto in voga riguarda la fertilita’ di chi si sottopone alla chemioterapia.
Oggi possiamo conservare e congelare i gameti, oppure mettere a riposo le ovaie al fine di proteggerle. Non e’ vero che chi si sottopone alla chemioterapia della rinunciare al suo desiderio di maternita’ o paternita” (tumore del testicolo).
Nessuno sta dicendo che sottoporsi alla chemioterapia sia una passeggiata.
Ma stiamo parlando di un periodo breve della vita , che puo’ tornare normale alla cessazione della terapia.

#10
Ex utente
Ex utente

Vorrei dire ad Alessandro (dopo l'intervento del Dr. Catania che ha spiegato perfettamente quella che oggi è la nostra unica possibilità) che gli effetti collaterali della chemioterapia non tutte le persone li subiscono allo stesso modo. Le porto ad esempio il mio caso, ho fatto in totale 15 infusioni chemioterapiche tra cui le tanto temute rosse, non è stata una passeggiata
ma le ho fatte tutte consecutivamente senza mai interrompere una seduta, i farmaci antiemetici hanno permesso che non avessi ne nausea ne vomito
Ho avuto come effetti negativi un sapore metallico che disturbava il gusto del cibo, stanchezza e con il Taxolo disturbi alle unghie. I capelli si lì ho persi e non è di certo piacevole ma ricrescono .Questo è successo nel 2013 sono passati 5 anni e sono qui non so se senza chemioterapia avrei potuto scrivere questo commento

#11
Utente 481XXX
Utente 481XXX

Scusate, ma questa Nadia non si era sentita male e inizialmente avevano parlato di cose serie a livello cerebrale??? È stata solo una presa in giro???

#12
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Cose serie " a livello cerebrale" e' l'interpretazione dei media, perche' Nadia prima non aveva mai fatto dichiarazioni sul sul stato di salute

#14
Utente 481XXX
Utente 481XXX

Ok dottore, pero' c'è una cosa che non mi spiego, ossia che lei aveva parlato del fatto che non aveva avuto paura di morire, quindi o all'inizio le è stato diagnosticato un qualcosa di piu' grave ancora, e quindi possibilmente anche le ipotesi che fecero i media all'epoca, o senno' è abbastanza inspiegabile che abbia parlato di cio', di cancro al seno di certo non si muore subito.
Poi non parliamo del fatto che nella trasmissione dove è presente abbiano fatto servizi contro le cure tradizionali. A dir poco vergognosi.

#15
Utente 377XXX
Utente 377XXX

Nel demonizzare la nostra malattia c'è da dire che anche i medici ci mettono del loro soprattutto quando se ne escono con " abbiamo trovato una macchia nel fegato o una macchia al suo polmone !"
Una macchia come in lavanderia ?

Vanessa che ha avuto un CANCRO, così si chiama

#16
Utente 370XXX
Utente 370XXX

Ma poi è persino illogico volere demonizzare solo la nostra malattia quando nella nostra società c'è persino qualcosa che miete un numero maggiore di vittime del cancro : le malattie cardiocircolatorie.

Veronica,
che ha avuto il Cancro e così lo chiamo come hanno fatto Didi e Vanessa.

#17
Utente 370XXX
Utente 370XXX

In realtà l'hanno chiamato cancro tutte quelle che l'hanno avuto ed hanno scritto qui .
Io avevo citato solo Didi e Vanessa e mi scuso con tutte le altre

#18
Utente 391XXX
Utente 391XXX

Effettivamente oltre alla sfortuna di avere avuto il CANCRO anche la beffa e il danno di dover leggere sulla mia malattia "il brutto male, il male incurabile, il male del secolo, il killer silenzioso....."

Non se ne può più !

Claudia che non ha più il cancro !

#19
Utente 275XXX
Utente 275XXX

Anch'io vorrei dire : Brava Nadia! Non e' facile andare in tv e chiamare il CANCRO con il suo nome. In una realta' poi dove devi essere sempre al top. D'altra parte pero' le sue parole sul fatto di essere guerriere e di non essere trattate da ammalate non mi trovano concordi. Se hai un cancro e stai facendo una cura sei ammalata e per questo non puoi pretendere da te stessa di fare cio' che facevi prima come lo facevi prima. Di essere come prima. Nella mia esperienza io non vorrei essere trattata da depressa o da egoista se penso un pochino piu' a me stessa, non vorrei che mi trattassero come se le mie paure fossero immotivate o come una che non capisce.... Non sono una guerriera perche' se parto per la guerra con l'armatura di fragilita' sono persa in partenza e poi dove sarebbe questo nemico? Dove dovrei combatterlo fuori o dentro di me? No non e' una guerra, una battaglia, una lotta, si chiama CANCRO ed e' una malattia.
Francesca

#20
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Pietro,
"Poi non parliamo del fatto che nella trasmissione dove è presente abbiano fatto servizi contro le cure tradizionali. A dir poco vergognosi."

Verissimo che siano state registrate trasmissioni vergognose come quelle a favore delle cellule staminali e poi sappiamo come e' andata a finire con condanne per truffa ai danni dei pazienti.

Ma Nadia non era stata coinvolta ed stata veramente una IENA nei confronti della BRIGLIADORI che vendeva fumo con I pazienti ammalati di cancro

Si riveda.

https://www.iene.mediaset.it/video/consigli-maligni-di-una-showgirl_10386.shtml




#21
Dr.ssa Angela Pileci
Dr.ssa Angela Pileci

"Nella mia esperienza io non vorrei essere trattata da depressa o da egoista se penso un pochino piu' a me stessa, non vorrei che mi trattassero come se le mie paure fossero immotivate o come una che non capisce.... Non sono una guerriera perche' se parto per la guerra con l'armatura di fragilita' sono persa in partenza "


Cara Francesca,

ritengo che questo sia il miglior incoraggiamento per tutti, mantenendo lo sguardo sulle cure e sulla speranza, ma senz'altro -siamo umani e vulnerabili- possiamo talvolta perderci d'animo e mostrare le nostre paure, il dolore, la rabbia.

Ma senza il giudizio altrui.

#22
Ex utente
Ex utente

Velocissimo commento... delusa da tutto questo fare coming out dopo... dopo la diagnosi... dopo la chemioterapia... dopo la radioterapia... etc etc... solo a percorso concluso...
Malissimo perché non fa che confermare che il cancro è ancora un tabù...

#23
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania


Qualcuno di voi sta guardando Quarto Grado ?



Quarto Grado, Sabrina Scampini in tv: "Anchʼio ho avuto un tumore"

La giornalista ha raccontato in diretta lʼultimo anno di calvario tra terapie e capelli persi: "Ho scoperto tutto per caso con un controllo di routine". Nadia Toffa? Non la conosco ma vorrei abbracciarla"
"Con le parole di Nadia Toffa anch'io mi sono sentita una guerriera, non la conosco ma vorrei abbracciarla". Così la giornalista Sabrina Scampini in diretta a Quarto Grado rivela di aver curato nell'ultimo anno un cancro, confessando che a darle coraggio a parlare della sua salute sia stato proprio l'appello lanciato dalla Iena al suo ritorno sul piccolo schermo dopo la malattia. "Due settimane fa ho finito i cicli di chemioterapia, ora sto bene, ho scoperto tutto per caso con un controllo di routine e voglio lanciare un appello a tutte le donne: fate prevenzione". Sui social subito messaggi di solidarietà per la conduttrice. Il primo, quello del collega di studio Carmelo Abate: "In questi mesi ho letto di tutto sotto ogni foto, ora sapete la verità, forza".
I capelli e la cuffia ipotermica - "In questi mesi - ha ricordato la Scampini - in tanti vi siete interessati della mia salute, qualcuno ironizzava sui social, ma le mie condizioni le conoscevano in pochissimi e io non me la sono presa per l'ironia". "Nell'ultimo periodo - ha continuato - ho portato una coda di cavallo che piano piano è diventata sempre meno folta. Ma i capelli erano i miei: durante le terapie ho potuto usare una sperimentale cuffia ipotermica, utilizzabile solo nelle cure di alcuni tumori". E poi l'appello a fare prevenzione: "A tutte le donne, fate esami e controlli anche se in famiglia non avete casi di tumore. Ora che ho raggiunto il traguardo della fine delle terapie, dopo le parole di Nadia Toffa mi sento anche meno sola"


#24
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Elisa
c'e' del vero senza dubbio nella sua osservazione, ma vorrei farle notare che pero' allo shock si reagisce in modo quanto mai variabile.
E l'essenza della natura e' proprio la varianza.
Verissimo quanto osserva Lei, ma non possiamo giudicare dall'esterno le ragioni della riservatezza e io sono un po' piu tollerante perche' quando parliamo di "comng out"... accetto anche il "meglio tardi che mai", tenendo conto che i tempi di elaborazione dello shock siano variabili che non e' facile standardizzare.
In tre giorni 3 famose giornaliste televisive sono uscite dal guscio.
E non casualmente, ma spinte dalle esternazioni di Nadia Toffa.

Per alcuni aspetti umani in ogni caso cio' non puo' che rallegrarci.

#25
Utente 476XXX
Utente 476XXX

Credo che quando si è personaggi pubblici sia anche giusto cercare di proteggere la propria privacy, le proprie energie e difficoltà personali dai media che spesso travisano anche cose.
Come diceva Nadia Toffa, nemmeno a me piacerebbe trovare un parterre di giornalisti incalzanti di domande quando vai all'ospedale per fare le cure. In questo senso capisco perché abbiamo deciso di raccontarsi dopo.la fine delle cure.
Io, che invece non sono famosa, non mi faccio alcun problema a raccontare del mio cancro che sto curando a chi commenta il.mio nuovo taglio di capelli o mi chiede come sto.

#26
Utente 471XXX
Utente 471XXX

È giusto che ognuno reagisca come crede, importante è che si riesca ad uscire dal guscio. Il cancro è una malattia molto seria ma non è ‘la malattia’, ovvero non è l’unica. Non potrei più vivere se pensassi che il cancro è incurabile, avendo perso già mio marito perché ammalatosi di cancro. Non potrei guardare avanti se mi attenessi a quello che scrivono sui giornali o su internet. Ripongo la mia fiducia nei medici, nel mio gruppo di aiuto reciproco (forum rfs). Parlo della mia malattia con chi so che non mi guarda con pietà perché ho bisogno di forza dalle persone che mi stanno vicino e non di depressione. Non mi vergogno della mia malattia e, non importa il modo e non importa il tempo, l’importante è che se ne possa parlare senza inutili mezzi termini!!!

#27
Utente 481XXX
Utente 481XXX

Condivido a pieno che il CANCRO va chiamato con il suo nome.....e che il CANCRO è una malattia e non bisogna avere VERGOGNA....ma tornando alla conduttrice delle IENE un mese prima aveva rilasciato un 'intervista dove affermava di aver avuto un malore e di essere stata in rianimazione non citando per nulla la parola CANCRO o CHEMIO.
In più in quell'intervista affermava: non ho avuto paura mi sono divertita....vi sono sincera io personalmente in preda ad uno stato di torpore per elettroliti calati ho pensato ai miei cari, cercavo di uscire da quella sensazione stranissima ed ho avuto paura su come affrontare il peggio che sarebbe potuto arrivare.
Pertanto ho la sensazione che il suo racconto sia stato confezionato un po' per adattarlo alla comunicazione televisiva.
OBBIETTIVO RAGGIUNTO!
NE PARLANO TUTTI!
Tutto questo mi ricorda un po' la strategia della campagna pubblicitaria OMO che negli anni novanta in Francia riuscì a riportare le vendite del famoso detergente a quantitativi da guiness dei primati...
.

#28
Utente 130XXX
Utente 130XXX

Mi piace questo effetto domino, questa reazione a catena che incoraggia ad uscire allo scoperto, a mettere il naso fuori dalla porta; che ci fa sentire meno sole, perché è un dolore vissuto, condiviso e pertanto compreso; che non ci fa sentire ghettizzate, perché non c'è nulla di cui vergognarsi. Certo ce n'è di strada da fare, perché ancora quando si parla di cancro, in realtà non si 'parla', le parole si sussurrano, ci si avvicina all'orecchio e si bisbiglia l'inanerrabile; ci si finge indifferenti, ma poi si guarda sottecchi.
Detto questo, è sicuramente l'inizio di una svolta e allora apro le finestre e respiro, felice, questa ventata di positività e coraggio.

#29
Utente 431XXX
Utente 431XXX

non credo sia importante dilungarsi sulle motivazioni che hanno spinto Nadia Toffa a fare il suo coming out: lo ha fatto e ciò basta, tanto più che ha dato una mano a quanti vogliono usare le parole giuste e concrete: la malattia cancro risponde al nome di cancro e i cosiddetti eufemismi per definirla gettano nel panico molto di più: vogliamo riflettere sulla definizione "male incurabile"? Mi ricorda la parola ergastolo = fine pena mai!
Di cancro si può guarire ( di cancri ne ho avuti due e sono stata ufficialmente dichiarata guarita) ; ancora una parola sulla Chemio: come è stato già scritto non è una passeggiata ma... non è come spesso leggo sui rotocalchi "devastata dalla chemio" con gli attuali farmaci antiemetici e quant'altro si riesce a sopportare abbastanza bene e bisogna farla sempre pensando ad una nostra alleata che combatte insieme a noi e non ad una nemica.
Maria

#30
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

A mia suocera, persona di scarsa cultura, da sempre terrorizzata dalle malattie e ormai anziana, non abbiamo mai detto che aveva un tumore. L'abbiamo chiamato "ulcera" per giustificare l'asportazione dello stomaco, e abbiamo giustificato tutti i seguenti problemi (calo di peso, inappetenza) con il fatto che le avevano tolto un pezzo di stomaco perché dirle la verità non avrebbe aggiunto nulla (non dovevamo convincerla a fare delle chemioterapie) e le avrebbe solo rovinato i mesi di vita che le restavano. Abbiamo mantenuto la bugia fino all'ultimo, anche se più che una bugia era un'omissione. Quando un giorno mi ha detto preoccupata "Mi sa che ho un brutto male" le ho risposto "Perché? Esistono mali belli?" Ma era un caso particolare.
Piuttosto, approfitto per chiedere il parere di Salvo e anche delle pazienti qui su un punto della "confessione" della Toffa: quando dice "Il medico mi ha detto "Se fossi mia figlia ti farei fare la chemioterapia". In un blog di medici e operatori sanitari vari (psicologi, ostetriche, infermiere...) questo atteggiamento del medico è stato (s)qualificato come "paternalistico", come se avesse estorto il consenso con la sua autorità e non avesse messo la paziente in grado di scegliere. Io (e altri medici, tra cui un oncologo) abbiamo replicato che la frase "se fossi tuo padre/fratello/figlio" a nostro parere dimostrava vicinanza, affetto, empatia e soprattutto il considerare la persona, non solo la malattia. A parte che -ho notato io- probabilmente la frase non è stata calata dall'alto senza spiegare pro e contro della terapia, ma probabilmente è arrivata alla fine di una spiegazione articolata (e forse su sollecitazionie di Nadia stessa, che ha chiesto un consiglio "umano").
Ma c'è stata una discussione furibonda compresa una che diceva: "Doveva spiegarle esattamente le percentuali di guarigione con o senza la terapia adiuvante", che a me sembra aberrante. Quando mio fratello è stato operato la prima volta per un tumore al cervello il neurochirugo mi ha detto: "70% di probabilità di guarigione compelta" e io ero contenta. Quando il medico curante ha detto "Allora significa anche 30% di rischio di recidiva" mi ha dato una mazzata. Eppure erano le stesse cifre!
Voi che ne pensate?

#31
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Pietro,
"Ok dottore, pero' c'è una cosa che non mi spiego, ossia che lei aveva parlato del fatto che non aveva avuto paura di morire, quindi o all'inizio le è stato diagnosticato un qualcosa di piu' grave ancora, e quindi possibilmente anche le ipotesi che fecero i media all'epoca, o senno' è abbastanza inspiegabile che abbia parlato di cio', di cancro al seno di certo non si muore subito."
Veramente Nadia Toffa NON ha detto di aver avuto un cancro al seno, non ha proprio specificato! Inoltre, se avesse avuto un tumore al seno le terapie adiuvanti (chemio + radio) di solito durano almeno 3 mesi. La malattia è esordita con una sincope: se dovessi fare un'ipotesi, penserei a un tumore cerebrale. Comunque SONO FATTI SUOI

https://www.youtube.com/watch?v=nIQGs6TQSbw

#32
Dr. Fernando Bellizzi
Dr. Fernando Bellizzi

Sicuramente le parole del medico hanno peso ed un effetto, ma non possiamo dimenticare c'è comunque un'interpretazione da parte di chi le riceve.
Non entro poi nel merito della memoria e della rielaborazione emotiva delle vicende... :) che si apre l'infinito...

Per quanto riguarda la vicenda di Nadia possiamo solo affermare che quella frase è stata significativa per lei, Nadia, visto che l'ha riportata.
E' più un'informazione su Nadia, che non sul medico. :)

Poi l'intenzione con cui il medico l'ha detta, la sa solo il medico. :)

Stesso discorso per le percentuali e per dove ci portano l'attenzione i commenti delle persone, laddove non sempre l'intenzione del commento sia chiara, ma soprattutto se effettivamente stanno parlando con chi hanno davanti o se stanno facendo delle considerazioni personali a sè stessi. Delle volte le parole dette anche se dirette all'altro, sono comunque rivolte a noi stessi, proprio perchè ognuno filtra la realtà e le informazioni sulla base di sè stesso.

Certo, è difficile, se non impossibile, prevedere la reazione altrui alle nostre parole, dato che non sappiamo mai, con certezza, cosa andranno a stimolare e quali reazioni l'altro manifesterà.

#33
Ex utente
Ex utente

#32
Non so perché ma le sue parole risvegliano in me il ricordo di una bella lezione morale a proposito di coloro che vedono la pagliuzza nell'occhio altrui ,e non vedono la trave nel proprio: perciò per diventare consapevoli dei propri difetti ,il notarli negli altri è un modo appropriato per riuscire a prender confidenza con il proprio intimo "specchio"per migliorarlo e viver meglio nonostante le personali e uniche vicissitudini?

#34
Ex utente
Ex utente

Buona notte :)

#35
Utente 370XXX
Utente 370XXX

Grazie per l'articolo perchè per la prima volta dalla diagnosi anche io il cancro ho cominciato a chiamarlo cancro

Luigia 2 RFS

#36
Ex utente
Ex utente

Questo commento su Nadia Toffa fa pensare
Questo commento su Nadia Toffa fa pensare


Beata te, cara Nadia che vivi su un altro pianeta, un pianeta dove avere il cancro fa sentire fighi". Un durissimo post su Facebook, condiviso quasi 100mila volte, con cui un utente ha voluto rispondere alla Iena che ha parlato della sua malattia in tv, affermando: "Mi hanno tolto il cento per cento di quel cancro, ma ho fatto le terapie preventive perché poteva essere rimasta una cellula malata non ci si deve vergognare, non mi devo vergognare neppure di questa parrucca che indosso. Non trattateci da persone malate, siamo dei guerrieri. Chi combatte contro il cancro è un figo pazzesco".



A risponderle è Catia Brozzi, che premette di essere una fan della Toffa e che ha recentemente perso la madre a causa proprio di un tumore: "Beata te cara Nadia Toffa che in due mesi hai scoperto di avere un tumore, hai fatto l'intervento, chemio e radio, sei già al lavoro e ti dichiari guarita". E ancora: "Sai, qui, nel mondo di noi comuni mortali, ci sono persone che in due mesi non riescono neanche ad avere una diagnosi, dati i tempi biblici delle prenotazioni ospedaliere, magari muoiono ancor prima di sapere di che male soffrissero. Qui ci sono persone che dopo addirittura decine di anni, quando ormai tutte le statistiche di questo (sporco) mondo li davano finalmente per GUARITI hanno ricominciato tutto daccapo".

"Qui, esistono realmente persone fighe, e sai chi sono secondo me? Sono le persone che assistono un malato oncologico. Sono quelli che devono mantenere il sorriso, ogni giorno mentre corrono da un ospedale all'altro in cerca di risposte. Sono quelli che decidono anche di mentire guardando negli occhi la persona amata, ripetendo che andrà tutto bene mentre il loro cuore batte così forte che rischiano di trovarselo fuori dal petto. Le persone fighe continua il durissimo post -, sono quelle che tengono per mano, per una notte intera la persona amata, sapendo bene che quella potrebbe essere l'ultima notte. Le persone fighe, sono quelle che hanno deciso di accompagnare gli ultimi istanti di quella persona, cantando una ninna nanna...magari proprio quella che lei cantava a te da bambina".

"Le persone fighe, sono anche quelle che l'ultima notte restano in disparte, perché sanno bene che il Loro cuore non reggerebbe alla vista dell ultimo respiro. Le persone fighe sono quelle che restano lì per prendersi l'ultimo respiro, nonostante sappiano che quell'ultimo respiro non permetterà più loro, in seguito, di respirare con naturalezza. I malati no, cara Nadia, loro non sono fighi e non credo neanche si sentano fighi. Sono solo PERSONE che vorrebbero essere trattate dai medici come tali e non come semplici casi da inserire nelle loro maledettissime statistiche , sono persone che non vorrebbero perdere la loro dignità, cosa alla quale sono invece condannate dal progredire della malattia. Beata te cara Nadia...che vivi su un altro pianeta, un pianeta dove avere il cancro fa sentire fighi",

#37
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Se avevo scritto
...BRAVA Nadia.........
non basta uno stra-BRAVISSIMA a
Catia Brozzi,

#39
Ex utente
Ex utente

Augurandomi il consenso del Dottor Salvo Catania vorrei indicare il mio parere: In questo Blog si descrivono anche le cure del cancro (soprattutto chemioterapia) la quale ha frequentemente degli effetti collaterali avversi, e allora vorrei porre la seguente domanda agli Utenti del Forum: siete consapevoli che esiste anche questa abbastanza nuova cura del cancro la quale non ha effetti collaterali nocivi ma solo positivi?
Cordiali saluti

Pino Fronzi

http://www.acustica-aia.it/ria/index.php?journal=E-
RIA&page=article&op=view&path%5B%5D=71








#40
Ex utente
Ex utente

HIFU e nanobolle di ossigeno: due differenti approcci per il trattamento del cancro
Chiara Magnetto
INRIM, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, Torino
Abstract

L’utilizzo di ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) ha ottenuto un rapido consenso in ambito clinico come strumento chirurgico non invasivo per l’ablazione di cellule tumorali. L’impiego di tale tecnologia, applicata simultaneamente a nano-bolle riempite di ossigeno (OLN), realizzate e caratterizzate presso l’INRiM e volte a trattare patologie associate all’ipossia (come i tumori), costituiscono un innovativo strumentoterapeutico per la cura del cancro proposto in questo lavoro.

Visto che nel primo link non si legge l'articolo lo invio in copia-incolla.
Buona Domenica

#41
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Certamente Nadia Toffa è stata coraggiosa nel rendere pubblica la diagnosi e chiamando la malattia con il proprio noime, ovvero CANCRO.
Certamente può aiutare psicologicamente iniziare a usare il termine cancro con la stessa disinvoltura con cui si parla di polmonite o di cardiopatie, ma non è così perché rimuovere paure che una malattia può generare è spesso molto difficile.
Nadia dichiarando in TV di aver avuto il cancro, a me è sembrata più che coraggiosa, scaramantica e comunque molto riservata.
Infatti non ci ha informati né della sede corporea né del tipo istologico di cancro.
Non mi permetto di avanzare alcuna ipotesi, ma la brava giornalista si è sentita improvvisamente male, perdendo conoscenza ed è stata trasportata d'urgenza in elicottero a Milano.
E' pertanto suggestivo ritenere che il cancro fosse nel cervello, ma non sappiamo se è stata operata o se il tipo istologico ne ha sconsigliato l'asportazione.
Quindi Nadia è stata reticente e quindi annunciare il suo male in modo del tutto generico è stata, si, una forma di coraggio, ma di coraggio limitato.

Certo è giusto informare l'opinione pubblica che di cancro si può guarire (e si guarisce), ma è anche doveroso dire che non di tutte le forme tumorali (devo usare il termine cancerogene?) se ne conosce la terapia.

Infine per quanto riguarda l'uso di altre terminologie invece del termine CANCRO , non vedo perché debba essere criticato, quando dire <ho un tumore alla mammella, ho un tumore al polmone> definisce bene la malattia e comunque aiuta psicologicamente chi ne è vittima.
Del resto si dice <oncologia> e non <cancerologia>. Vogliamo cambiare?

#42
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

No non vogliamo cambiare, cancro o tumore hanno lo stesso significato.
Mi riferivo piu' che ai sinonimi alle perifrasi 9es "il male che non perdona, il brutto male ecc ecc)

#43
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Sig. Pino Fonzi.......ci risiamo ??!!!!

Le ho permesso, mentre tutti la bannano come se fosse un untore, di scrivere la sua opinione in tutti i miei blog e l'ha fatto almeno una ventina di volte.
Il problema e' COME SEMPRE che non riesco a farle comprendere che Lei e' perennemente FUORI TEMA (Off Topic) come una gran cassa in una orchestra di violini.
Qui non stiamo parlando della CURA del cancro, ma se dire o non di avere un cancro e come chiamare il cancro.

#44
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Sull'uso di perifrasi sono senz'altro d'accordo.
Invece l'uso del termine "cancro" che evoca l'immagine di un animale, di una bestia non certo di bell'aspetto, sicuramente ha un impatto emotivo maggiore del termine "tumore" che non evoca brutte immagini e, comunque psicologicamente ed emotivamente è più accettato.

Un altro esempio, gli istituti che si dedicano alla ricerca e alla cura si chiamano tutti "Istituto dei Tumori" e non Istituti del Cancro (almeno in Italia)

#47
Utente 477XXX
Utente 477XXX

A parte il grandissimo I.R.C.C. di Candiolo, Istituto per la ricerca e la cura del cancro. Comunque devo dire che a me la parola cancro faceva paura da morire. Solo adesso ho capito che qualcuno usa la parola tumore perchè l'impatto è meno forte. Io a volte dico cancro, a volte tumore maligno ma non c'è un motivo per cui dico una o l'altra parola. O forse devo ancora scoprirlo. Linda

#48
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

A parte che si chiama Istituto Oncologico Candiolo (vedi Locandina), mi sembra che sul termine si stia facendo una questione di "lana caprina".
Il termine TUMORE è anche più corretto da usare in quanto si può distinguere in benigno e maligno, mentre con il termine CANCRO si identifica solo la neoplasia maligna. Non esiste infatti la distinzione tra cancro maligno e cancro benigno
Ora, visto che i progressi nelle cure oncologiche, portano, per alcune forme, anche a guarigione definitiva e per altre a prognosi più favorevole rispetto solo a 10-.20 anni fa, perché, visto che nell'immaginario collettivo la parola Cancro evoca drammatici scenari, non bisogna usare il più rassicurante termine TUMORE?

Non credo che chi sia affetto da tumore maligno, quindi cancro, sia meno disposto a curarsi se il suo male è definito tumore

#49
Utente 477XXX
Utente 477XXX

E' vero dottor Migliaccio, lei ha proprio ragione. Infatti ho detto che a me faceva tanta paura la parola cancro perché nella mia non conoscenza dire tumore o cancro era la stessa cosa. Nel tempo ho capito che il tumore si differenziava da maligno a benigno. Preferivo quando ero "ignorante" perché ahimè...voleva dire che non mi riguardava da vicino. E penso che chi usa una o l'altra parola non sbagli comunque, nel senso che debba usare quella che la fa stare meglio emotivamente. Adesso che ho riletto il suo commento ho riflettuto sul fatto che forse la parola cancro la uso sul Blog e con le amiche mentre con donne di una certa età (mia mamma ecc) mi viene più facile dire tumore in quanto nelle mie memorie si è sempre chiamato così. Sa che non conoscevo il nome I.O.C.? L'ho sempre chiamato I.R.C.C. perché quando cercavo un oncologo ho trovato questa sigla. Grazie per le info e buona giornata Linda

#50
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Concordo col collega Migliaccio.
Io preferisco parlare di "tumore" o addirittura di "malattia" o di "masse" o "problema" con i pazienti che incontro per la prima volta e di cui non so quanto e come sono stati informati. Lascio che siano loro a dare il nome alla loro malattia. Comunque meglio in generale tumore, che può esserre benigno o maligno. Soprattutto alla diagnosi, quando già avere una malattia è uno shock e arrivare alla gravità per gradi può aiutare a "digerire" meglio la diagnosi.

#51
Ex utente
Ex utente

Ogni persona che pensa teme più l'essere compreso che l'essere frainteso.Per quest'ultima forse soffre la sua vanità ,ma per la prima il suo cuore.

A tal proposito ,l'OMS nel lontano 2015 l’Organizzazione mondiale della sanità, invitò scienziati, autorità nazionali e media a seguire le best practices, disponibili sul sito web dell’Oms, per la denominazione delle nuove malattie infettive umane. "E questo al fine - si legge sul sito dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) - di ridurre al minimo inutili effetti negativi sulle persone, le economie e le nazioni".

Insomma, il 'politically correct' conquista anche i nomi delle malattie. "Negli ultimi anni sono emerse diverse nuove malattie infettive umane. L'uso di nomi come 'influenza suina' e 'sindrome respiratoria medio-orientale' ha avuto l'effetto negativo e involontario di stigmatizzare alcune comunità o settori economici", ha infatti spiegato Keiji Fukuda, vice direttore generale per la sicurezza sanitaria dell’Oms. "Può sembrare un problema banale, ma i nomi delle malattie riguardano veramente coloro che ne sono affetti. Ci sono stati casi in cui nomi di malattie hanno provocato ripercussioni contro i membri di particolari comunità religiose o etniche, creato ostacoli ingiustificati per i viaggi e il commercio, scatenato inutili massacri di specie animali. Ciò -assicura - può avere gravi conseguenze per la vita e i mezzi di sussistenza delle persone".

Spesso le malattie vengono denominate da persone al di fuori della comunità scientifica – si legge nella nota dell’Oms – e, una volta che i nomi delle malattie si sono affermati nel linguaggio comune attraverso Internet e social media, è difficile cambiarli. Anche quando si tratta di nomi inappropriati. È dunque importante che chi si trovi a dare notizie su una malattia recentemente identificata utilizzi un nome scientificamente valido e socialmente accettabile.

Le indicazioni - precisano gli esperti - si applicano alle nuove infezioni, alle sindromi e alle malattie non ancora riconosciute o segnalate, che hanno un potenziale impatto sulla salute pubblica e per cui non esiste ancora un nome nel linguaggio comune. Non si applicano, invece, a nomi di malattie già stabiliti, e prevedono che nella scelta si prediligano termini descrittivi generici sulla base dei sintomi che la malattia causa (ad esempio: malattie respiratorie, sindrome neurologica, etc) e termini descrittivi più specifici quando sono disponibili informazioni attendibili su come essa si manifesta, chi colpisce, la sua gravità o stagionalità (ad esempio: progressiva, giovanile, grave, invernale). Se è noto l’agente patogeno che causa la malattia, è consigliabile che faccia parte del suo nome (ad esempio: coronavirus, virus influenzale, salmonella).

Ci sono, invece, termini da evitare: le aree geografiche (ad esempio: influenza spagnola, sindrome respiratoria medio-orientale, febbre della Rift Valley, etc), i nomi di persone (ad esempio: malattia di Creutzfeldt-Jakob, malattia di Chagas), specie di animali o di cibo (ecco l'influenza suina, ma anche l'influenza aviaria, il vaiolo delle scimmie), riferimenti culturali, alle popolazioni, alle industrie o alle professioni (ad esempio, la malattia del legionario) e aggettivi che possono causare eccessivo timore (per esempio: sconosciuta, fatale, epidemica).

L'Oms ha sviluppato le best practices per la denominazione delle nuove malattie infettive umane in stretta collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la Salute Animale (Oie) e l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (Fao), con gli esperti della Classificazione Internazionale delle Malattie (Icd).

Le nuove best practices forniscono dunque una soluzione provvisoria, per "colmare il divario esistente tra il momento in cui si identifica una nuova malattia e quello in cui viene ad essa assegnato un nome definitivo dall’Icd, e si applicano soltanto ai nomi delle malattie nell'uso comune, senza sovrapporsi al lavoro degli organismi internazionali responsabili della tassonomia scientifica e della nomenclatura dei microrganismi". L'obiettivo, a quanto par di capire, è mettere fine al moltiplicarsi di nomi - e titoloni sui media - imprecisi e 'a doppio taglio'.

Buona giornata :)

#52
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Gli italiani chiamavano la sifilide "mal francese" e i francesi "male napoletano"! La Spagnola era satta in realtà imporatta dagli USA, e ha mietuto vittime tra i soldati in trincea durante la I guerra mondiale, ma non se ne parlava nelle nazioni in guerra per non demoralizzare la popolazione. La Spagna non era in guerra e non censurò le notizie sull'epidemia. Qundi sembrava che fosse il paese più colpito!

#53
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

E' un tema molto complesso che difficilmente si puo' sintetizzare in poche battute.
E' evidente che quando si devono comunicare delle brutte notizie si debba procedere per gradi, ma ad un certo punto irrompe il termine CANCRO , tanto piu' che ormai le pazienti arrivano gia' alla visita con in tasca un referto di "carcinoma infiltrante" .
Giocare con I termini favorisce solo il meccanismo della rimozione .Ci sono studi che mostrano che il 10 % dei pazienti che hanno a che fare con medici non chiari con I termini che escono dallo studio -con in mano il referto di carcinoma infiltrante- ponendo come ultima domanda " ma allora dottore mi assicura che sia BENIGNO ? (sic e risic !!)
Tutto cio' a causa della evidente incapacita' comunicativa di chi dovrebbe condurre la relazione.
Ci potremmo scrivere tanti volumi su questo trema complesso.
Me la cavo sinteticamente con la magistrale lezione di Umberto Veronesi
" Occorre essere pessimisti, cinici e spietati con la DIAGNOSI e
empatici ed ottimisti sulla PROGNOSI "

Cio' vuol dire che il cancro si chiama cancro nel porre la diagnosi e poi le capacita' comunicative del medico fanno il resto che poi e' quello che interessa sapere di piu' dal paziente. Sopravvivero', guariro' ??
Non gli interessa come si chiama il suo persecutore.

La lezione di Umberto Veronesi trova conferma in tutte le tecniche di comunicazione oncologica che deve seguire una spietata regola di base
poco nota e maltrattata dalla maggioranza dei medici :
UNA IPERASSICURAZIONE COMPENSATORIA ( molti se la cavano con l'orribile "non si preoccupi signora !") e' una opzione molto pericolosa perche' fuorviante in una situazione in continua evoluzione.

Puo' andare bene se la paziente guarisce, ma se non dovesse rispondere alle terapie quel "non si preoccupi signora" costituirebbe un macigno poco rimediabile nel prosieguo della relazione medico-paziente.

#54
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Perfettamente d'accordo ad evitare le "iperassicurazioni compensatorie". Ma la "spietatezza" di Veronesi con la frase: <Signora Lei ha il tumore della mammella che è maligno> non cambia, anzi, a mio parere, fa da premessa "empatica ed ottimistica" alla PROGNOSI "empatica ed ottimistica".

Alla domanda se la neoplasia definita nel referto<tumore infiltrante> è benigna, il medico risponde rassicurando la paziente, è il medico che è sbagliato non la parola meno aggressiva (anche) psicologicamente di tumore.
In definitiva, come in ogni rapporto medico/paziente, è importante che il medico, nel momento in cui affronta il problema, colga quegli aspetti della personalità del paziente, l'emotività, i vissuti ecc. e riesca, in base a questa spesso frettolosa anamnesi, a dosare ottimismo ed empatia.

#55
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

E sono d'accordo anche col dott. Catania!
Diciamo che io sono in una posizione particolare: mi capita di vedere delle pazienti di cui so già sia la diagnosi che il programma terapeutico (chirurgia e/o chemioterapia) perché sono nella cartella interna che ho in visione, o che posso vedere a computer, ma che magari non sono ancora passate dall'oncologo per la visita conclusiva in cui verranno informate. Quindi DEVO stare sul vago (già qualche volta, se dico "Facciamo questo controllo pre-chemioterapia" si spaventano e dicono "Come? Devo fare la chemio? Non basta la chirurgia / la terapia ormonale?"). Quindi preferisco restare un po' sul vago e lasciare che sia UNA SOLA PERSONA (l'oncologo) ad affrontare il discorso e a rispondere a eventuali domande.
Peraltro, la diagnosi deve essere precisa -ovviamente- e non equivoca. Ma in certi casi (penso ai miei suoceri, persone molto semplici, con familiari morti di tumore) se non è indispensabile per convincere il/la paziente a fare gli interventi suggeriti, perché infierire con parole che possono generare eccessiva paura (e magari attivare una reazione di sconforto per cui addirittura rifiutano la cura perché la diagnosi di cancro corrisponde -nel loro immaginario- a una condanna a morte)? Cominci con il "nodulo" che va asportato per vedere chiaramente che cos'è. Poi continui con le cure che servono a evitare che si ri-formi. Se riesci a farti seguire con fiducia nel percorso terapeutico, perché instillare ansie in più?
Mio suocero aveva un carcinoma con metastasi laterocervicali: quando l'ho visto e toccato ho capito subito di cosa si trattava. Ma siamo andati per gradi: ho detto che erano "linfonodi ingrossati" da far vedere a uno specialista e l'ho portato dall'otorino che gli ha detto che era una cosa da non lasciare lì; prima gli abbiamo proposto una radioterapia giustificandola col fatto che FORSE si sarebbe potuto evitare l'intervento (sapevamo già che la terapia era solo neoadiuvante e l'intervento comunque da fare, ma se lo avessimo detto subito sarebbe stato scoraggiato dal sopportare i pesanti effetti collaterali delal RT). Poi, fatto anche l'intervento lo abbiamo lasciato in pace con l'illusione che fosse guarito (anche se mi avevano detto che con quel tipo di tumore l'attesa di vita era di 5 anni al massimo) e lui era tranquillo. Fino al giorno in cui è venuta la disgraziata vedova di suo fratello (morto di tumore all'esofago qualche anno prima) che ha detto "Eh, sì! Anche a Giovanni avevano detto che tutto andava bene dopo l'operazione, e 6 mesi dopo era morto!". I miei suoceri sono andati nel panico, mia suocera piangeva tutto il giorno e lui stava seduto sulla sedia a guardare il nulla. Ho DOVUTO insistere che erano due malattie diverse, che non c'entrava niente, che LUI era guarito. Anche se sapevo che avrebbe avuto i giorni contati. Ma almeno i 3-4 anni successivi li ha vissuti tranquillo, godendosi i nipotini, fiducioso, ed è stato male solo l'ultimo mese prima di morire (come previsto, 4 anni e 1/2 dopo la diagnosi). Idem, come ho detto sopra, più tardi con mia suocera. Avevano tumori per cui le possibilità di terapia erano limitate, erano anziani, psicologicamente fragilissimi. Che vantaggio avremmo avuto a dire loro la verità nuda e cruda? Per mettersi a filosofare poi sul fatto che di cancro di può anche guarire? Certo, se mio suocero non avesse voluto fare la radioterapia, o mia suocera operarsi, avremmo dovuto essere meno reticenti. Ma non mi pento di aver regalato loro un'illusione che gli ha permesso di vivere serenamente il tempo che avevano, e che comunque non avremmo potuto allungare.
Storia del tutto diversa invece quella -tragica- della coppia di oncologi (marito e moglie) in cui alla moglie è stato asportato un nodulo mammario mentre era al settimo-ottavo mese di gravidanza; e il marito ha gestito la cosa ritirando il referto (carcinoma), non dicendo NULLA alla moglie fin dopo il parto, quando ormai lei era piena di metastasi.
Se io avessi un tumore lo vorrei sapere, almeno per organizzarmi la vita, e così credo chiunque abbia famiglia, soprattutto figli piccoli, e i pazienti giovani in generale. Ma io sono io.

#57
Specialista deceduto
Dr. Giovanni Migliaccio

Una ulteriore considerazione.
La parola CANCRO è utilizzata per definire sempre qualcosa di terribile di inaccettabile. Pensiamo al Mafia (cancro sociale), Corruzione (cancro della politica), Droga (cancro che devasta i giovani) ecc.
Seppur queste forme "cancerogene" sono più difficili da curare, da estirpare che il cancro inteso come tumore, penso che associare il termine cancro a una malattia che accade senza colpa, con le altre definizioni che sono invece una precisa volontà di delinquere, non rende merito alla scienza che combatte la malattia.

#58
Ex utente
Ex utente

"il termine cancro a una malattia che accade senza colpa, con le altre definizioni che sono invece una precisa volontà di delinquere, non rende merito alla scienza che combatte la malattia"



Questa considerazione agisce come la lente convergente nella camera oscura : concentra tutto producendo così un'immagine più bella dell'originale .

#59
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Chiara io ho una esperienza del tutto differente.
Ho scritto il primo libro (forse al mondo) di Medicina Narrativa
https://www.medicitalia.it/libri/oncologia-medica/118-il-carcinoma-mammario-dalla-parte-della-paziente.html
raccogliendo le esperienze di pazienti, un una era di grande OMERTA', cui nessuno aveva detto di avere un tumore, sia perche' il cancro era qualcosa di cui ci si doveva vergognare sia perche' la maggioranza dei pazienti morivano e si temeva quindi che alla sentenza molti potessero portare a termine intenti suicidari.

In pratica nella mia vita non ho mai conosciuto un paziente che non SAPESSE veramente, accanto a molti che facevano finta di non sapere per paura di avere tragiche conferme.

Nell'era moderna si e' aggiunto il problema opposto : l'eccesso di informazioni con tutto quello che cio' comporta e che ho riassunto in un altro libro recente

https://www.medicitalia.it/libri/oncologia-medica/147-la-comunicazione-medico-paziente-dalla-omerta-alla-infobesita.html

#61
Utente 376XXX
Utente 376XXX

E' sempre meglio dire la verità perchè alla fine riusciamo a scoprirla da sole e questo ci devasta ancora di più

Mara

#62
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Dire la verita' per fortuna non e' piu' in discussione.
Si discute su "come dirla"

#63
Utente 375XXX
Utente 375XXX

" "il termine cancro a una malattia che accade senza colpa"

Verissimo ! Ma nonostante cio'...ci fanno sentire in colpa !

#64
Utente 391XXX
Utente 391XXX

Toffa, Samprini, Bignardi non ne parlano piu ?

#67
Utente 492XXX
Utente 492XXX

Gentile dottore, mia mamma ha subito una quadrectomia in seguito alla scoperta di un carcinoma duttale invasivo G1 ( linfonodo sentinella negativo) stiamo aspettando l'esito dell'istologico e la mia paura è che ci siano metastasi ossee, mia mamma ha 77 anni e soffre parecchio di dolori ossei.
So che non è un mago, ma quante probabilità ci sono che questo tumore non abbia formato metastasi? Sono passati 18 giorni dall'intervento e l'ospedale mi ha chiamata per prenotare un' eco addome superiore, la visita radioterapica e la visita dall'oncologo il 6 di giugno.la ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti

#69
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Personalmente ho sofferto di un carcinoma embrionario del testicolo nel 2003, curato con orchifunicolectomia e 3 cicli di chemioterapia PEB. Ai tempi, vivendo in una cittadina di piccole dimensioni, dove ci si conosce praticamente tutti, alcuni parlavano del caso di un ragazzo "gravemente ammalato" e con un "brutto male" e altrettanti di una situazione quasi fatalmente compromessa. Oggi ho due piccoli meravigliosi, la mia più grande rivincita, oltre alla sopravvivenza, su una patologia che mi aveva colpito proprio a livello di organi riproduttivi. Lo "sdoganamento" del tumore non è ancora avvenuto e forse mai avverrà, la maggior parte delle persone che non l'hanno vissuto in prima persona (anche se con casi in famiglia) ne parla con paura e ritrosia e non lo chiama mai per nome, cercando di utilizzare perifrasi o sinonimi più o meno fantasiosi. Credo che il meccanismo di genesi del cancro, intendo la riproduzione incontrollata delle cellule, sia alla base del timore di nominarlo per quello che è, facendo leva su una delle paure più recondite dell'essere umano, ovvero quella di non poter "controllare" ciò che accade all'interno del proprio corpo, unita alla diffusa ignoranza delle attuali tecniche di cura che, per molti tipi istologici, oggi portano alla guarigione. C'è molto da lavorare al proposito e uno sforzo deve secondo me essere fatto anche da noi (ex) malati oncologici nel far comprendere che (nella grande maggioranza dei casi) c'è vita (e che vita!) oltre il cancro.
Cordiali Saluti

#70
Utente 380XXX
Utente 380XXX

Legittima opinione di chi ha pagato sulla sua pelle.
La tendenza però sarebbe quella di incoraggiare ad uscire dal guscio perché secondo alcuni questo avrebbe un effetto terapeutico sulla malattia stessa.

#71
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

6 luglio 2018 - Nadia Toffa torna a pubblicare sul suo profilo Instagram e lo fa per rassicurare i tanti fan sulle sue condizioni di salute.

La giornalista delle Iene sta lottando da mesi contro il cancro. Dopo giorni di silenzio (l’ultimo messaggio era dello scorso 26 giugno) che hanno messo in apprensione i tanti follower, Nadia finalmente ha postato due foto: un fiore di loto e un selfie dove torna a sorridere e sembra avere tanta energia per combattere il tumore che l’ha colpita.

Nadia sta sempre meglio, le cure stanno facendo il loro effetto, scrive in risposta ai moltissimi che le chiedono come si sente. Dunque, la chemioterapia si sta dimostrando efficace. A dispetto dell’inutile polemica sollevata da Eleonora Brigliadori che poco tempo fa ha attaccato l’inviata delle Iene con messaggi inquietanti.

L’affetto di chi l’ha sempre seguita in televisione si riversa ora sui social (il suo profilo Instagram ha raggiunto un milione di follower). Toccanti i messaggi di forza e incoraggiamento dei suoi sostenitori:

[i]Ciao Nadia vedo che ti stai riprendendo alla grande continua così mai abbassare la guardia e lottare per vincere sempre perché anche se a noi non appare il nostro nemico ” la Malattia non aspetta altro ciao.

[/i]

[i]Felice, davvero felice che tu ti senta meglio, @nadiatoffa : tanta energia positiva per te.
[/i]

[i]Continua ad essere forte cosi come ci hai abituati a vederti. Trai forza dell’affetto di tutti coloro che ti vogliono bene

[/i]Altri cercano invece nel suo coraggio, un sostegno:
[i]Sono solo 6 giorni che ho scoperto di avere anch io questo mostro… E devastante al sol pensiero …. Ma lotterò finché non vincerò io
[/i]

#72
Ex utente
Ex utente

Brava Nadia
Continua così vedrai che presto ne sarai fuori
Le cure sono nostre amiche non dobbiamo averne timore perché solo con le terapie che la Medicina Ufficiale ci offre abbiamo i mezzi per riprenderci la nostra vita

#73
Utente 324XXX
Utente 324XXX

Sono perfettamente d'accordo sul definire il cancro col suo nome. Comprendo comunque che in passato si preferisse utilizzare termini diversi, perché quella parola portava con sè un presagio nefasto. Ma per curare un male bisogna riconoscerlo in quanto tale onde agire di conseguenza, diversamente aspettarsi un esito positivo può non essere realistico. Attualmente, confortati dal successo delle terapie sempre più innovative, anche quella parola assume un peso diverso.

#74
Utente 212XXX
Utente 212XXX

RICORDATEVI QUESTO.
non serve aspettare una medicina miracolosa che sconfigga il cancro, questa non è la strada giusta.
l'unica arma per sconfiggere il cancro, è fare in modo che la malattia non si manifesti, bisogna fare prevenzione primaria nel cancro,
il cancro non avviene per caso, piu del 50%dei casi , il cancro arriva per uno stile di vita scorretto, l'alimentazione è quindi estremamente fondamentale, l'altro 15-20% dipende dal nostro dna e ed il restante 20-30% da fattori ambientali.
l'unica arma per combattere questa malattia , a mio avviso è una grande campagna informativa su una sana e corretta alimentazione, che dovra guidarci per tutta la vita. la cosiddetta dieta mediterranea , tanto decantata, è causa di molti tumori, si assumono troppi carboidrati, una dieta basata su almeno il 60% di carboidrati, non è una dieta sana.......e poi il vero male della medicina di oggi è che si cerca di curare i sintomi di ogni singola malattia, senza preoccuparsi della vera causa della malattia stessa, se hai un problema , prendi questa medicina, anche se spesso tale medicina non risolve il problema ,ma semplicemente cerca di curare il sintomo.
questo accade perche tutta la medicina ufficiale , fa capo alle case farmaceutiche , le quali non si preoccupano di scoprire le vere cause delle malattie, ma a loro interessano vendere solo farmaci, farmaci che non risolvono il problema, anzi spesso lo cronicizzano.
tale fenomeno è sotto gli occhi di tutti, ma la scienza ufficiale fa finta di non vedere.
la medicina ha intrapreso una strada pericolosa, tutta la ricerca è in mano alle case farmaceutiche, vi è quindi un enorme conflitto di interesse........
alle case farmaceutiche , non interessa sconfiggere le malattie, ma il loro scopo è solo curare, curare curare, con le varie medicine, e purtroppo tutta la classe medica o quasi, è al servizio della terza industria piu importante del pianeta. per concludere dico che non c'è assolutamente la volonta di sconfiggere il cancro, ci sono troppi interessi economici dietro a questa malattia, basta solo dire che un ciclo di chemio terapia costa allo stato italiano dai 5,000 ai 10,00 €, mi dispiace dirlo ma se questa malattia fa ancora paura , e a tutt'oggi ci sono solo nel nostro paese circa 380 000 nuovi casi ogni anno. ( piu di mille pazienti colpiti ogni giorno) la medicina ufficiale non è indenne a responsabilità, al momento l'unica strada a mio avviso percorribile è quella della prevenzione, dunque l'arma per combattere il cancro a mio avviso è dentro di noi, parte da una sana informazione alimentare, senza pregiudizi , senza interessi economici, ma questa dovrebbe partire dalla classe scientifica medica, invece assistiamo ancora , sopratutto nelle televisioni ufficiali come rai , mediaset, ecc. ad una informazione scorretta e parziale.

#75
Utente 324XXX
Utente 324XXX

Per la sana alimentazione, volendo fare una prevenzione davvero efficace in tal senso, sono dell'opinione che se ne dovrebbe tener conto nella programmazione scolastica, mettendone le basi già dalla scuola primaria.

#79
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Utente 212005 ,
Non se ne può più dei complottisti che parlano a vanvera del cancro che non viene per caso, della dieta e dell'attività fisica, degli enormi guadagni delle case farmaceutiche...
E' sicuro che la dieta mediterranea e l'attività fisica e uno stile di vita sano possono ridurre di molto la comparsa di un tumore, ma non bastano ad soli. Ho conosciuto pazienti giovani, sportivi, non fumatori, vegetariani o quasi, con tumore del colon o tumori otorinolangoiatrici. Non fumatori con tumori del polmone dovuti a una mutazione genetica; e per fortuna che ci sono le case farmaceutiche che producono farmaci costosi come il crizotinib, il Loratinib ecc. ecc. che in questi pazienti prolungano la sopravvivenza di qualche anno!
E i tumori pediatrici da dove vengono?
E tanti tumori della mammella in donne giovani che hanno allattato e fatto tutto quello che dovevano fare per la prevenzione?

Ma i farmaci più utilizzati nella routine nella maggior parte dei pazienti sono altri, e non sono tutti molto costosi

L'Adriamicina è il farmaco più prescritto in assoluto, e costa circa 2 euro/mg; nel tumore della mammella si usano circa 240 mg/m2 per il ciclo completo di 4 somministrazioni (cioè, 360-480 euro a seconda dellla taglia). Nei linfomi si usano in tutto 300 mg/mq (cioè 450-600 euro in totale)
Il Metothrexate 10 euro a fiala
L'Aromasin 43.50 euro al mese
Giusto qualche esempio.
E le farmacie ospedaliere fanno le gare di acquisto, ottenendo sconti dal 30% al 50%.
Lo stato spende molto di più per le statine!

#81
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Purtroppo il commento dell' utente 212005 si inserisce alla perfezione nella dilagante non-cultura complottista figlia di internet e dei suoi falsi profeti...ciò che inquieta ed imbarazza è che ci siano molte persone che si schierano contro conquiste epocali e fondamentali della medicina mettendo in discussione le terapie anticancro o, questione sempre più scottante, l'utilità dei vaccini. Parlo da (ex) malato oncologico causa carcinoma embrionario del testicolo e ritengo di avere guadagnato sul campo il diritto di invitare tutti coloro che purtroppo incappano nel tumore a curarsi scrupolosamente con la radio e la chemioterapia seguendo i protocolli medici scientificamente approvati e rifuggendo dall'ormai dilagante follia delle cure alternative.

#82
Utente 324XXX
Utente 324XXX

Io diffido delle terapie alternative, e, se si tratta di fare il punto sui costi, quelle alternative gravano unicamente sul paziente mentre quelle tradizionali sono dispensate dal SSN. Se qualcuno vuol parlare di speculazione da parte delle case farmaceutiche, forse che in quelle alternative sarebbe esente? Non mi addentro sugli altri aspetti, che sono i più importanti in termini di esiti e monitoraggi nel tempo, e con terapie sempre più mirate e meno devastanti rispetto al passato. La scienza non si ferma e solo su quella possiamo realmente fare affidamento.

#83
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Mi piacerebbe che l'Utente 212005 ( 04.08.2018 )
e l'Utente 362665 ( il 24.09.2018) argomentassero le loro posizioni nel mio Blog Ragazze Fuori di Seno, in un forum di discussione tra chi l'esperienza del cancro l'ha vissuta o la sta vivendo in prima persona, come rilevato dall'utente 362665.

Presentatevi con un nome ( di fantasia ) ripostando quanto avete scritto qui nell'ultima pagina del blog che si va aggiornando continuamente per via dei tanti commenti

https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-2693.html

Grazie per il contributo

#85
Utente 362XXX
Utente 362XXX

Con molto piacere dott. Catania ma volevo capire se sia in corso una discussione specifica sull'argomento o se il link di cui sopra si riferisca genericamente alla prima pagina del suo blog. Buon pomeriggio

#86
Utente 516XXX
Utente 516XXX

02-01-19 22:27
Consulto
mi chiamo cristina, ho 55 anni.
in seguito a pet totale si è avuto positività ai linfonodi per cui sospetto linfoma
per diagnosi definitiva mi è stato asportato linfonodo inguinale per esame autoptico
oggi mi è stato comunicato che la biopsia ha dato esito di benignita'.
a questo punto non so più che pensare...posso ancora dar credito alla struttura ospedaliera che mi segue? io continuo a star male ma una diagnosi dopo un mese e mezzo ancora non c' e'
ringrazio

#87
Utente 331XXX
Utente 331XXX

Ho paura di avere un cancro ho fatto la mmografia in un quadrante del seno c'è un area di distorsione di 1,5 cm devo effettuare una CESM

#88
Utente 275XXX
Utente 275XXX

Annafiore.. Ciao. Dovresti ripostare a tua domanda sul blog delle ragazze fuori di seno.
Ora aggiungo link

#90
Dr. Salvo Catania
Dr. Salvo Catania

Se desidera un approfondimento dovrebbe ripostare sull’ultima pagina di questo blog dopo la registrazione. Ecco il link
https://www.medicitalia.it/spazioutenti/forum-rfs-100/come-si-calcola-il-rischio-reale-per-il-tumore-al-seno-44-26941.html

La pagina si aggiorna continuamente per l’arrivo di altri commenti. Se guarda in fondo alla pagina ,e se ha fatto il login, si apre una finestra dove potra’ postare il copia incolla.
Ripeta tra i dati eta’ ed esito di visite o esami strumentali e se ha una familiarita’ per tumore al seno ed ovaio.
OBBLIGATORIO PRESENTARSI CON UN NOME ANCHE DI FANTASIA.

#91
Utente 653XXX
Utente 653XXX

Salve siamo preoccupati x mia mamma giorno 18 ha fatto tac con contrasto di controllo Xk 7 anni fa ha avuto un adenocarcinoma. Nel momento in cui le stato innietato il contrasto si è sentita male ha avuto un forte dolore al fianco destro e addome è dal referto è risultato una macchia al fegato e dovrà fare l ecografia all addome x vedere meglio. Siamo molto preoccupati secondo lei cosa può essere questa macchia. La ringrazio anticipatamente x la risposta

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