Prostatite, epidimite, clamidia.

Salve a tutti,
mi è stata diagnosticata qualche settimana fa una prostatovescicolite con epidimite lato sx probabilmente causata dalla clamidia alla quale sono risultato positivo. Mi è stata prescritta la seguente cura: roxitromicina (1 al giorno x 7), levofloxacina (1 al giorno x 14), diclofenac (1 ogni 2 giorni x 14). Soltanto quest'ultimo mi ha provocato alcuni problemi tali da costringermi a sospenderne l'assunzione. Essendo prossimo al termine di questo ciclo di cura ho notato notevoli miglioramenti, in particolare riguardo i fastidi al testicolo. Permane solo un lievissimo bruciore subito dopo la minzione (raro) e l'assenza della tipica erezione mattutina con relativo calo (non scomparsa) di desiderio sessuale. Sulla base di tutto ciò mi permangono alcuni dubbi che vorrei esporre:
1) Solitamente si legge che la clamidia viene sconfitta con una cura di 15 gg.. Questo vale anche qualora essa sia stata tenuta incubata asintomaticamente per lungo tempo? E se non è così, va bene continuare con la stessa tipologia antibiotica o è preferibile cambiare, e per quanto tempo?
2) Quando si dice che la clamidia può portare se non curata tempisticamente alla sterilità, si intende esclusivamente una impossibilità di avere figli o una vera e propria impotenza sessuale?
3) E' consigliabile effettuare il test da clamidia periodicamente finchè non risulta definitivamente debellato? E qual'è il test migliore?
4) Il calo del desiderio può in questa fase essere contrastato da terapia a base di testosterone o è preferibile attendere una fase successiva?
5) Esistono dati riguardo alla completa guarigione per tale diagnosi?

Vi ringrazio anticipatamente per le cortesi risposte.
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Dr. Pierluigi Izzo Andrologo, Sessuologo 28.9k 642 1
Caro Utente,non so dove abbia letto che un'infezione di clamidi si debelli in 15 giorni...in quanto non esiste uno standard di riferimento
esportabile per tutti i Pazienti.Di conseguenza,anche la terapia varie nei modi e nei tempi,a seconda dei casi.Una infezione da clamidia non porta,necessariamente,ad una infertilità né,tantomeno,ad una disfunzione erettile.Lo specialista deciderà sui tempi dei controlli batteriologici che vedono nel PCR la metodica più attendibile.Il calo del desiderio ed il disagio sessuale,vanno diagnosticati da un esperto andrologo che stabilirà la terapia idonea.La guarigione è l'obiettivo primo del medico e tale patologia non sfugge alla...regola.Infine,le erezioni spontanee non hanno alcuna rilevanza clinica nel Suo,come nella massima parte dei Pazienti che riferiscono un disagio sessuale.Mi domando se sia seguito da un andrologo dedicato.Cordialità.

Dr. Pierluigi Izzo
www.studiomedicoizzo.it
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