Genesi ed evoluzione della fuga venosa

Gentili dottori, ho letto per mio conto diverse pubblicazioni sulla fuga venosa, patologia la cui esistenza stessa è quantomai discussa, anche fra i medici di Medicitalia.it E' in discussione la sua esistenza, la sua diagnosi, i mezzi diagnostici per farlo e la sua cura. L' unico punto certo, fra i professionisti che ne sostengono l' esistenza credo sia l' incurabilità. La mia domanda è ora rivolta esclusivamente ai Signori dottori che ne riconoscono l'esistenza (l' ottimo dottor Pozza fra questi): chiedo se questa patologia sia degenerativa e se l' uso del Sildenafil nella misura di 50mg ad assunzione possa, nel tempo, causare un ulteriore e più rapido sfiancamento delle vene e della strutture del pene già originariamente malate perchè priva dei componenti che ne danno elasticità. Cordialità.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
caro lettore

sulla "fuga venosa o meglio Disfunzione Veno Occlusiva Cavernosa si è discusso e si discute molto
in pratica il sangue che arriva ai corpi cavernosi dovrebbe aumentare dopo stimolazione sessuale per una rapida vasodilatazione arteriosa.
Il sangue che arriva nei corpi cavernosi (sempre), viene fatto uscire dal sistema venoso che attraversa la albuginea cavernosa da alcune vene. Quando la quantità di sangue arterioso aumenta dilata i corpi cavernosi e i fori delle membrane albuginee attraverso cui passano le vene si chiudono e determinano la rigidità (come una camera d'aria..)
in molti soggetti con patologie venose (emorroidi, varicocele, vene varicose...) questa chiusura avviene meno bene e di conseguenza il pene non diventa mai rigido e capace di mantenere la rigidità senza stimoli fisici.
problema abbastanza complesso e di non facile soluzione
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Gentile lettore,
la vera fuga venosa, o "disfunzione del meccanismo veno-occlusivo", a parte rari casi post-traumatici e forse rarissimi casi congeniti, consiste in una alterazione della struttura dei corpi cavernosi con perdita della loro elasticità, tale da impedire un efficace intrappolamento del sangue entro i corpi cavernosi in fase di erezione. Questa condizione è più frequente in particolare in fasi avanzate di condizioni dismetaboliche (diabete, obesità, iperglicemia, eccetera). Per venire alla sua domanda la terapia con inibitori di PDE5 (tra cui il sildenafil) non è assolutamente pericolosa/dannosa in questa condizione, né ne accelera la evoluzione. Al contrario parrebbe vi possa essere un minimo effetto positivo nell'assunzione cronica, a lungo termine di questi prodotti, ma quest'ultimo aspetto e' dibattuto,

Dott. Edoardo Pescatori
Specialista in Urologia - Andrologo
www.andrologiapescatori.it

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile dott. Pescatori, una domanda: tale patologia, indipendentemente dall uso dei fosfo inibitori, che tipo di andamento ha nei pazienti : è degenerativa? Evidentemente il mio timore è quello che pure il sildenafil che sto usando nel tempo si riveli inefficace..
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Nel suo caso innanzitutto andrebbe fatta una diagnosi circostanziata per capire quale è il suo problema e se si tratta effettivamente di distinzione veno-occlusiva o di altro. E da cosa sia eventualmente dovuta. Solo dopo ciò si può rispondere alle sue domande. Le raccomando pertanto una valutazione andrologica diretta presso il suo Andrologo di fiducia.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Dottor Pescatori, Buongiorno, ho fatto in passato eco color doppler da cui è emersa fuga venosa (testosterone bassino ma tale da non determinare problemi secondo l andrologo..) : l' andrologo mi ha spiegato che non c'è cura se non le solite pastiglie: ho provato il Cialis senza alcun effetto ho provato il sildenafil e per adesso funziona. Venendo alla mia domanda, chiedo scusa forse essa non è formulata chiaramente: io chiedevo semplicemente se tale malattia da un punto di vista clinico/statistico ( anche sulla base dei casi da Lei osservati ) risulta più o meno stabile negli anni oppure ha un andamento irrimediabilmente degenerativo.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 465 2
caro lettore
a 45 anni farei qualche indagine in più ( Rigiscan o nuovo esame ecocolordoppler a dosaggi significativi)
le soluzioni potrebbero essere rappresentate dai farmaci 5PDEi , dalle PGE1 Intracavernose, o dalla chirurgia protesica (sempre ottimale soluzione)
cari saluti
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Una "vera" fuga venosa (il virgolettato è d'obbligo, perché senza una preliminare corretta diagnosi non si va da nessuna parte) è espressione di problematiche dismetaboliche-cardiovascolari, che per loro natura tendono ad essere progressive nel tempo. Conseguentemente una "vera" disfunzione venoocclusiva tende ad essere anch'essa lentamente progressiva nel tempo.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile dottor Pescatori, ho tralasciato di indicare il mio testosterone totale: 5.05 ng/ml. Non ho mai fatto terapia sostitutiva di testosterone: potrebbe essa indurre giovamento nell erezione?
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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo 4.8k 111 12
Direi di no, perché tale valore è nella norma.
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