Coma vegetativo

Buongiorno
vi scrivo per avere delle informazioni riguardo un problema relativo a mia madre, di 67 anni, che dal 26 maggio 2008 si trova in stato di coma conseguente ad un trauma cranico. E' infatti inciampata e caduta, urtando la testa. Poichè era in cura con il Cumadin, si è prodotta un'emorragia e un ematoma subdurale. E' stata quindi operata d'urgenza, ma è rimasta in stato di coma.
Attualmente ha aperto gli occhi, ma non c'è ripresa della coscienza. Mi dicono che ha subito un danno ai talami, a causa della pressione esercitata dall'ematoma, e alla parte destra del cervello, per l'effetto del versamento di sangue.
Ultimamente ho saputo della possibilità di un intervento ai talami che potrebbe aiutare il risveglio, potreste darmi qualche informazione in merito?
Grazie.
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Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 116
Gentile Utente,
scusandomi per il ritardo nella risposta le suggerirei di riformularla direttamente ai Colleghi Neurochirurghi che forse potranno essere più precisi vista la particolarità dell'intervento.

La consulenza è prestata a titolo puramente
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Dott. Stelio ALVINO

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Utente
Utente
Grazie comumque per la risposta. Mi scuso anch'io per il ritardo. Ho cercato di informarmi altrove, ma sembra che chi mi ha parlato di tale intervento, non essendo del settore, abbia fatto un po' di confusione. Le modalità descritte ricordano infatti il drenaggio del liquor cerebrale.
Nel frattempo le condizioni di mia madre sono rimaste stabili, è in coma vegetativo con apertura e movimenti degli occhi e anche di braccia e mani. Tra poco verrà trasferita in un centro di lunga degenza. Non ci hanno dato molte speranze, ma chissà..
Noi tutti ci chiediamo cosa sia in grado di percepire della realtà esterna. Personalmente ho l'impressione che abbia degli sprazzi di coscienza. A volte sembra rispondere ai comandi (come ad esempio muovere un dito) altre volte no. I medici dicono che manca l'attività corticale. Mi chiedo come si rilevi tale attività. Con l'elettroencefalogramma, o dalle eventuali risposte ai comandi?
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Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 116
La risposta al comando è una prova "pratica" di funzioni cerebrali superiori a sede corticale; può essere fatto anche un esame elettroencefalografico per valutare l'entità del danno corticale valutando le onde "patologiche" evidenziate.
Tuttavia dalla mia esperienza noto come si tenda molto spesso a sopravvalutare questo esame aspettandosi chissa quali risposte.
Probabilmente il suo valore sta forse nel fatto di effettuarlo periodicamente per valutare con un raffronto un eventuale peggioramento, una stabilità o un miglioramento nel tempo della attività elettrica corticale anche se questo non coincide con il reale stato clinico del soggetto.
cari saluti
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Utente
Utente
La risposta al comando è quindi l'unica prova certa di ripresa della coscienza, cioè del "risveglio"?
Mia madre ha da poco iniziato un trattamento a base di levodopa. Potrà favorire la ripresa della coscienza?
Grazie ancora della sua disponibilità.
Cordiali saluti
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Dr. Stelio Alvino Anestesista 2.3k 116
Beh! è un dato che sua Madre percepisce uno stimolo e in un certo qual modo risponde a un comando, ha una relazione con l'esterno. E' un dato ma non una certezza che possa risvegliarsi. Ritengo però che vi possano essere le basi per ipotizzare la possibilià di iniziare una neuroriabilitazione quotidiana in un centro specializzato, sempre che nel frattempo si sia svezzata dal ventilatore artificiale con cannula tracheostomica e la sua alimentazione fatta attraverso PEG.
Sono passati molti giorni dalla sua iniziale mail, ha altri dati (miglioramenti, risultati di esami neurologici e strumentali) da comunicare?
L'aspetto