Dito a scatto dopo distorsione
Buongiorno,
sono una ragazza di 26 anni, nel mese di giugno 2017 il dito mignolo della mano dx è rimasto schiacciato tra un tavolo e il muro, è gonfiato ed è comparso l'ematoma poco dopo il trauma. Mi sono recata in pronto soccorso dove mi hanno ingessato il IV e il V dito insieme, per 18 giorni, con la diagnosi:
"Deformazione V dito mano dx in distorsione IFP non deficit V/N periferici ne tendinei", al momento dell'ingessatura mi fu detto che forse poteva essersi lesionata la guaina del tendine e che quando avrei tolto il gesso di sarebbe capito.
Quando ho tolto il gesso, non riuscivo più di tanto a muovere il dito perché avevo ancora dolore, l'ortopedico ha messo con un cerotto le 2 dita in sindattilia dicendomi di tenerle cosi per una 10ina di giorni.
La situazione è andata a migliorare, avevo ripreso a muovere il dito, circa 2 settimane dopo avverto dolore nel palmo della mano, che peggiora se a contatto con acqua fredda o banalmente se c'è freddo. Ho notato che il mignolo se provo a piegarlo, partendo dalla massima estensione, si piega con una sorta di "scatto". Mi sono recata da un chirurgo della mano, perché lavorando molto al computer (dopo un'intera giornata) avvertivo molto fastidio, e mi ha prescritto l'ecografia dinamica e di tenere le dita in sindattilia (si attenua il dolore in quel caso ma non sparisce). Durante questa visita, non so se possa essere rilevante, ho scoperto di avere i legamenti delle dita iperlassi.
Finalmente, a gennaio sono riuscita ad effettuare l'eco dinamica, il cui referto è il seguente: "A livello della bendelletta laterale, in corrispondenza dell'articolazione IFP, si visualizza un'immagine iperecogena, lineare, millimetrica, riferibile a calcificazione in esiti traumatici. Il tendine flessore, a livello del palmo, presenta ecostruttura ipoecogena, disuniforme per tendinopatia". Il chirurgo della mano suggerisce di eseguire anche i raggi dove però non viene riscontrata la calcificazione suddetta.
Il chirurgo della mano, allora, mi ha prescritto per la tendinite: 1 cp e mezza per 2 giorni di deltacortene da 25mg, dal terzo giorno 1 sola cp, ma non vedendo miglioramenti e soffrendo di gastrite ha ritenuto opportuno farmi sospendere il deltacortene (dopo 4 giorni).
Mi ha quindi suggerito di acquistare "un tutore per deformità secondaria collo di cigno dito mignolo" e di iniziare la fisioterapia perché potrebbe esserci uno squilibrio tra i tendini flessori ed estensori (cosi mi pare di aver capito). Mi ha detto che non è sicura che la causa del dolore dipenda dalla calcificazione che non permette il movimento libero del dito, per cui operare per toglierla potrebbe non essere risolutivo e che la calcificazione potrebbe essere una conseguenza dell'ematoma che si era formato.
Avete qualche suggerimento? Concordate con il vostro collega?
Vi ringrazio in anticipo
Cordiali saluti
sono una ragazza di 26 anni, nel mese di giugno 2017 il dito mignolo della mano dx è rimasto schiacciato tra un tavolo e il muro, è gonfiato ed è comparso l'ematoma poco dopo il trauma. Mi sono recata in pronto soccorso dove mi hanno ingessato il IV e il V dito insieme, per 18 giorni, con la diagnosi:
"Deformazione V dito mano dx in distorsione IFP non deficit V/N periferici ne tendinei", al momento dell'ingessatura mi fu detto che forse poteva essersi lesionata la guaina del tendine e che quando avrei tolto il gesso di sarebbe capito.
Quando ho tolto il gesso, non riuscivo più di tanto a muovere il dito perché avevo ancora dolore, l'ortopedico ha messo con un cerotto le 2 dita in sindattilia dicendomi di tenerle cosi per una 10ina di giorni.
La situazione è andata a migliorare, avevo ripreso a muovere il dito, circa 2 settimane dopo avverto dolore nel palmo della mano, che peggiora se a contatto con acqua fredda o banalmente se c'è freddo. Ho notato che il mignolo se provo a piegarlo, partendo dalla massima estensione, si piega con una sorta di "scatto". Mi sono recata da un chirurgo della mano, perché lavorando molto al computer (dopo un'intera giornata) avvertivo molto fastidio, e mi ha prescritto l'ecografia dinamica e di tenere le dita in sindattilia (si attenua il dolore in quel caso ma non sparisce). Durante questa visita, non so se possa essere rilevante, ho scoperto di avere i legamenti delle dita iperlassi.
Finalmente, a gennaio sono riuscita ad effettuare l'eco dinamica, il cui referto è il seguente: "A livello della bendelletta laterale, in corrispondenza dell'articolazione IFP, si visualizza un'immagine iperecogena, lineare, millimetrica, riferibile a calcificazione in esiti traumatici. Il tendine flessore, a livello del palmo, presenta ecostruttura ipoecogena, disuniforme per tendinopatia". Il chirurgo della mano suggerisce di eseguire anche i raggi dove però non viene riscontrata la calcificazione suddetta.
Il chirurgo della mano, allora, mi ha prescritto per la tendinite: 1 cp e mezza per 2 giorni di deltacortene da 25mg, dal terzo giorno 1 sola cp, ma non vedendo miglioramenti e soffrendo di gastrite ha ritenuto opportuno farmi sospendere il deltacortene (dopo 4 giorni).
Mi ha quindi suggerito di acquistare "un tutore per deformità secondaria collo di cigno dito mignolo" e di iniziare la fisioterapia perché potrebbe esserci uno squilibrio tra i tendini flessori ed estensori (cosi mi pare di aver capito). Mi ha detto che non è sicura che la causa del dolore dipenda dalla calcificazione che non permette il movimento libero del dito, per cui operare per toglierla potrebbe non essere risolutivo e che la calcificazione potrebbe essere una conseguenza dell'ematoma che si era formato.
Avete qualche suggerimento? Concordate con il vostro collega?
Vi ringrazio in anticipo
Cordiali saluti
[#1]
Il dito a collo di cigno, patologia complessa, può essere causata da diverse cause. Le consiglio eseguire quanto suggerito dal collega che ha consultato a Milano perchè ha un dato che noi non abbiamo....il quadro reale e prenda il tutore che le ha consigliato che dovrà usare costantemente per un bel periodo.
Dr. Giuseppe INTERNULLO
www.chirurgiadellamanocatania.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta. Ho già acquistato il tutore (che sto usando) e sto attendendo di essere contattata dalla fisioterapista.
Quindi, mi conferma, sia possibile che uno squilibrio tra tendine flessore ed estensore (non mi è chiarissimo il significato) possa causare il dolore che avverto nella mano e nel dito? Ero in dubbio se sentire un altro parere oppure provare intanto con la fisioterapia + tutore per capire se migliora qualcosa.
La ringrazio!
Quindi, mi conferma, sia possibile che uno squilibrio tra tendine flessore ed estensore (non mi è chiarissimo il significato) possa causare il dolore che avverto nella mano e nel dito? Ero in dubbio se sentire un altro parere oppure provare intanto con la fisioterapia + tutore per capire se migliora qualcosa.
La ringrazio!
[#3]
No, non è lo squilibrio a causare il dolore; in genere (le dò una risposta basata sulla statistica, non sulla esatta conoscenza della sua specifica situazione) la causa del dolore è da attribuire a un coinvolgimento (parziale lacerazione) della capsula articolare che è immediatamente al di sotto del tendine lesionato (parliamo della capsula dorsale dell'articolazione interfalangea prossimale - IFP).
Tale lesione, che esita poi in cicatrice, provoca in toto o in gran parte i disturbi lamentati dal paziente.
La deformità, invece, è di esclusiva responsabilità della lesione del tendine centrale e allo scivolamento verso il lato flessorio (palmare) delle due bandellette laterali (è una anatomia piuttosto complessa; ci sono i legamenti retinacolari che anche danno il loro contributo negativo).
Buona domenica.
Tale lesione, che esita poi in cicatrice, provoca in toto o in gran parte i disturbi lamentati dal paziente.
La deformità, invece, è di esclusiva responsabilità della lesione del tendine centrale e allo scivolamento verso il lato flessorio (palmare) delle due bandellette laterali (è una anatomia piuttosto complessa; ci sono i legamenti retinacolari che anche danno il loro contributo negativo).
Buona domenica.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#4]
Utente
La ringrazio molto per la sua risposta e spiegazione.
La lesione, che esita poi in cicatrice, come va trattata solitamente? La calcificazione riscontrata nell'ecografia potrebbe essere la cicatrice di cui parla? Ovviamente comprendo che senza una visita sono tutte supposizioni e che devo affidarmi al medico, tuttavia sono abbastanza preoccupata di non stare seguendo l'iter corretto... sono ormai diversi mesi che mi porto dietro questo problema e lavorando tutto il giorno al computer avverto sempre di più dolore...
Ho iniziato la fisioterapia qualche giorno fa (ultrasuoni + qualche esercizio per rinforzare la parte terminale del tendine - mi scusi la terminologia poco esatta) e mi è stato applicato il kinesio taping per la tendinite) e mi è stato detto che il fisioterapista si sarebbe informato se fosse possibile rimuovere la calcificazione con le onde d'urto.
La ringrazio in anticipo per il suo aiuto.
La lesione, che esita poi in cicatrice, come va trattata solitamente? La calcificazione riscontrata nell'ecografia potrebbe essere la cicatrice di cui parla? Ovviamente comprendo che senza una visita sono tutte supposizioni e che devo affidarmi al medico, tuttavia sono abbastanza preoccupata di non stare seguendo l'iter corretto... sono ormai diversi mesi che mi porto dietro questo problema e lavorando tutto il giorno al computer avverto sempre di più dolore...
Ho iniziato la fisioterapia qualche giorno fa (ultrasuoni + qualche esercizio per rinforzare la parte terminale del tendine - mi scusi la terminologia poco esatta) e mi è stato applicato il kinesio taping per la tendinite) e mi è stato detto che il fisioterapista si sarebbe informato se fosse possibile rimuovere la calcificazione con le onde d'urto.
La ringrazio in anticipo per il suo aiuto.
[#5]
Per ora, deve preoccuparsi solo di evitare la rigidità articolare, che impedirebbe qualunque eventuale ipotesi chirurgica futura.
Scongiurata la rigidità, si farà poi un bilancio e si valuterà, in base ai suoi disturbi soggettivi e all'entità della deformità residua, se vale o no la pena di procedere.
Scongiurata la rigidità, si farà poi un bilancio e si valuterà, in base ai suoi disturbi soggettivi e all'entità della deformità residua, se vale o no la pena di procedere.
[#7]
Purtroppo, a distanza, non posso dirle di più....se ha dei dubbi, consulti un secondo specialista:
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 3.1k visite dal 18/01/2018.
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