Frattura comminuta radio distale

Buonasera dottori, vorrei cortesemente avere qualche parere circa la situazione che mi affligge da tempo. Ho 35 anni ed ho riportato verso la fine di Ottobre 2018 una frattura dell'epifisi distale del radio sx, classificata come articolare, scomposta, pluriframmentaria e comminuta (definita anche da scoppio). Insomma un bel danno...Sono stato operato il 2 Novembre 2018 con intervento di orif con placca e successivamente ho subito un secondo intervento in artroscopia il 9 Gennaio 2019 per fare un bilancio articolare e per rimuovere una delle viti che era migrata in articolazione. L'esame artroscopico ha evidenziato lesioni condrali di quarto grado della porzione articolare del radio e di secondo grado del semilunare, più un interessamento dell'articolazione ulno - carpale e relativa ulna plus da accorciamento del radio. In totale sono stato immobilizzato quasi 3 mesi (tra gesso e tutore) e da fine Gennaio ho iniziato la fisioterapia (che sto proseguendo tuttora) con discreti risultati. Vorrei sapere cosa potrei fare per migliorare la situazione e se ciò sia possibile. Premetto che ho avuto vari pareri che vanno dall'eseguire un artrodesi a una rigenerazione cartilaginea al continuare con la riabilitazione. Ad oggi i disturbi maggiori che ho sono : rigidità articolare, dolore e scrosci e clic durante i movimenti. Sono molto preoccupato per il futuro di questa mano e soprattutto la prospettiva di dover perdere totalmente la funzione del polso (artrodesi) mi terrorizza! Poi alla mia età...chiunque vorrà darmi un parere sappia che sarà cosa gradita. Mi scuso per la lungaggine ma è stata opportuna per descrivere al meglio la situazione. Grazie.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

la cosa essenziale in questa fase è recuperare più possibile il movimento del polso, facendo un intenso programma quotidiano di kinesi attiva e passiva.

Recuperato quanto più è possibile, proverei a rigenerare le cartilagini con le cellule staminali per via infiltrativa locale.

L'artrodesi, a mio parere, va considerata come "ultima spiaggia", essendo un trattamento definitivo e irreversibile.

Buona serata.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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Gent.mo Dott Leccese,
La ringrazio per la sua risposta chiara e precisa. Avrei qualche altra domanda da farle : considerando che ho iniziato la fisioterapia da tre mesi, quanto tempo è necessario a grandi linee prima di poter tirare le somme sul recupero effettivo? Per il plus ulnare si potrebbe fare un intervento per risolverlo? Premetto che il clic che avverto dalla supinazione alla pronazione non avviene sempre e non è doloroso. Secondo lei è il caso di ripetere una nuova atroscopia per una controdiagnosi? Sto assumendo etoricoxib da circa un mese, posso continuare questa terapia per alleviare il dolore o non è consigliabile un uso prolungato ?

Cordiali saluti.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Un uso prolungato di questi farmaci può avere effetti collaterali, per cui passerei a farmaci più adatti a terapie prolungate.

I tempi sono estremamente variabili: dipendono dal danno anatomico e da come e quanto si fanno gli esercizi.

Farei meno possibile nuovi approcci chirurgici, specie in questa fase, perchè rischia di fare passi indietro con la riabilitazione (traumatizzerei meno possibile questo polso, già fin troppo traumatizzato).
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Buonasera Dott Leccese,
Sono d'accordo con lei per quanto riguarda l'evitare ulteriori traumatismi chirurgici a breve termine...la mia era una perplessità dettata dal fatto di poter creare,con il movimento,altri danni cartilaginei tra il radio / ulna / semilunare.
La kinesi la sto effettuando molto spesso, sia in maniera passiva che attiva (prediligendo quest'ultima). Più che altro è l'effetto "molla" che mi crea maggiori problemi, dal momento che dopo aver raggiunto un determinato range di movimento, il polso sembra avere una memoria e tenta di ritornare alla precedente posizione. La rigenerazione cartilaginea con le staminali mira a riprodurre fibrocartilagine o cartilagine ialina? Trattandosi di una lesione osteocondrale non è previsto l'utilizzo di scaffold, per mimare entrambi i tessuti? Per farmaci adatti a terapie prolungate a cosa si riferisce, se possibile? Antinfiammatori naturali?
La ringrazio per l'attenzione che vorrà darmi.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Deve insistere più sulla passiva, per vincere le rigidità articolari.

Raggiunto il punto di massimo dolore (in flessione o in estensione), deve fermarsi in quella posizione e mantenerla per alcuni minuti. Appena il dolore è cessato o sopportabile, spinge un altro pò, il dolore risale e lei si ferma nuovamente alcuni minuti e così via.

In seguito, l'unica soluzione concreta per riparare il danno cartilagineo, a mio parere, è quella di rigenerare il tessuto attraverso le cellule staminali ematiche (CD-34+) associate con i fattori di crescita delle piastrine (CGF), una metodica in media molto efficace, senza rischi, praticamente indolore, che richiede circa 30 minuti dal momento del prelievo di sangue dal braccio e l'infiltrazione. Oltre tutto, è estremamente economica, essendo il costo paragonabile (a volte inferiore) rispetto a una comune infiltrazione di acido ialuronico.
Noi la stiamo utilizzando in tutte le patologie artrosiche da circa 2 anni (si tratta di una metodica nuovissima) per la notevole azione rigenerativa sulle cartilagini danneggiate, da cui, poi, si ottiene anche il miglioramento dei sintomi.

Deve però informarsi se nella sua zona c'è qualcuno che utilizza questa medodica innovativa (che non è il cosiddetto PRP, cioè il concentrato piastrinico).

Altre metodiche che utilizzano le cellule staminali sono molto più costose e soprattutto più invasive (prelievo dal tessuto adiposo addominale o dal midollo osseo della cresta iliaca).
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Buonasera Dottore,
Va benissimo, vorrà dire che insistero' di più con la kinesi passiva per cercare di sbloccare la rigidità. Posso forzare senza timore quindi? Non ci sono rischi di causare danni? La metodica di rigenerazione cartilaginea di cui mi ha parlato è molto interessante devo dire. Quindi se si dovesse ottenere il risultato sperato, con una produzione di un tessuto rigenerato, si dovrebbe anche escludere una degenerazione artrosica dell'articolazione? Glielo chiedo perché sono un po' confuso a riguardo, dal momento che ho ricevuto pareri nettamente diversi che vanno da : " lei l'artrosi la ha già" a " vorrà dire che visto che non fa il muratore e non si tratta di un articolazione da carico avrà l'artrosi a 60 anni o più " oppure " l'evoluzione è troppo soggettiva e non si possono fare previsioni" ecc ecc. La ringrazio sentitamente per la disponibilità.
Cordiali saluti.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Purtroppo, in questo tipo di fratture una certa artrosi secondaria (post-trumatica) è in genere inevitabile (bisognerebbe conoscere dettagli a me non noti).

In ogni caso, ho avuto ottimi risultati in termini funzionali anche su pazienti con artrosi di polso già conclamata (l'artrosi ovviamente resta, ma la funzionalità e il dolore possono migliorare molto).
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Buonasera Dottore,
Capisco perfettamente cosa intende dire, però non trattandosi di un articolazione da carico l'evoluzione dell'artrosi dovrebbe essere più lenta, giusto? Dall'ultima lastra di controllo fatta una settimana fa non si segnalano processi artrosici (al momento) per cui pensa che la rigidità che ho sia più dovuta al trauma/immobilizzazione? Infine un ultima domanda, questi rumori, clic ecc che avverto nei movimenti, secondo lei possono essere causati dalla condropatia, quindi da un contatto diretto tra le ossa? Perché alcuni mi hanno detto che potrebbe essere causata dalla placca in titanio (o meglio dai tendini,legamenti e muscoli che muovendosi su di essa causano questi rumori) grazie.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Certamente, molto lenta (anni).

La rigidità attuale non ha nulla a che spartire con l'artrosi, ma è legata al recente trauma + intervento + immobilizzazione.

Tutto è possibile....come le dicevo, mi mancano elementi sufficienti per una valutazione completa.
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Buonasera Dott Leccese,
Il fatto di sapere che la rigidità attuale non riguarda un artrosi imminente mi consola non poco...considerando che sono ancora abbastanza giovane (35 anni) e tenendo conto della ricerca medica che progredisce ogni giorno di più, spero di riuscire nel tempo, a tenere sotto controllo nel miglior modo possibile questa condizione. Rileggendo il referto dell'artroscopia fatta mesi fa,li si parla di lesioni condrali di IV grado del radio (non è specificato se riguardano la faccetta del semilunare, dello scafoide o di entrambe). Volevo chiederle : se si tratta di lesioni condrali, la patologia riguarda solo la cartilagine? O si tratta di lesioni osteocondrali? Perché da ciò che ho letto a riguardo, a un IV grado della scala di Outerbridge corrisponde un erosione completa, quindi osso + cartilagine. Glielo chiedo perché ci sono pareri contrastanti a riguardo : chi dice che è una condizione migliore se l'osso subcondrale risulta preservato, e chi invece sostiene che un suo interessamento ( e conseguente sanguinamento) porterebbe alla formazione di tessuto di fibrocartilagineo a "riparazione" del danno. Gradirei una sua opinione. La ringrazio.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Ha solo due alternative:

lubrificazione articolare (acidi ialuronici) o rigenerazione cartilaginea (cellule staminali).

Personalmente opterei per la seconda soluzione.
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Buonasera Dr Leccese,
La ringrazio per la sua spiegazione circa le possibili soluzioni al mio problema.
Volevo chiederle qualche altra informazione :
1) per quanto riguarda la routine di esercizi, possono bastare due sedute (la mattina e il pomeriggio) da mezz'ora ciascuna? O è necessario più tempo?
2) mi è stato suggerito per migliorare/recuperare la funzionalità articolare di assumere del collagene idrolizzato (10/15 gr al giorno). Questo da un mio amico affetto da condropatia rotulea, che ha riscontrato ottimi benefici sul dolore e sulla funzionalità (dopo svariati mesi di uso).Secondo lei può essere utile? O non ci sono fondamenti a riguardo? Grazie.

Cordiali saluti
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Potrebbe essere sufficiente, ma dipende dalla rigidità del suo polso.

Può essere utile.
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Buonasera Dott Leccese,
Considerando che ho una rigidità di una certa entità, di quanto eventualmente potrei aumentare il tempo di esercizio? Per quanto riguarda la forza necessaria a contrastare la ridotta mobilità, ho una certa ansia nel mettere una notevole pressione al polso, però ho notato che altrimenti non ottengo nessun risultato!
In estensione ho recuperato abbastanza mentre il problema maggiore è in flessione. Le risulta che quest'ultimo movimento sia più difficile da recuperare? Va bene allora proverò ad assumere il collagene.

Cordiali saluti
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Non ci sono limiti: più dura meglio è. La forza è necessaria.
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Buonasera Dott Leccese,
va bene allora continuerò l'iter di esercizi giornalieri cercando di sbloccare il più possibile questa rigidità...per ora la ringrazio sentitamente per la sua disponibilità e cortesia.
La terrò aggiornato sui futuri sviluppi della situazione.

Cordiali saluti
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Di nulla.