Ricaduta cisti pilonidale: cosa fare?

Salve, avrei bisogno di un consulto su un’operazione di cisti pilonidale effettuata ad Aprile 2024.
Vengo operato per la rimozione di una cisti pilonidale, mi vengono messi i punti di sutura e la ferita si chiude normalmente nell’arco di un mese e mezzo senza particolari problemi.
Dopo circa un anno, nell’aprile 2025 ricomincio ad avvertire gonfiori e fastidi nella zona fino a quando nel giugno dello stesso anno la zona della cisti esplode rilasciando una sorta di pus bianco e facendo restare un piccolo buchino.
Questo piccolo buco da allora e fino ad oggi ciclicamente anche ogni settimana si chiude, si rigonfia e rilascia il pus.
Lavorando sulle navi ed essendo imbarcato la prima volta che si é presentato il problema non ho potuto fare nulla se non tenermelo ed aspettare di sbarcare per avere un consulto medico.
Inizialmente rientrato a casa essendo il chirurgo che mi aveva operato in ferie prendo un altro consulto il quale mi dice visitandomi di applicare la pasta di Hoffman.
Nonostante l’applicazione il problema non sparisce e così decido dopo un po di visitare direttamente il chirurgo che mi aveva operato.
Dopo una prima visita ed anche premendo direttamente l’area ha escluso che si possa trattare di una ricaduta ed ha deciso di utilizzare la matita al nitrato d’argento, spiegandomi che il problema fosse dovuto al fatto che la pelle in superficie cicatrizzava prima rispetto a quella in profondità e questo creava questo cosiddetto siero, così chiamato da lui.
Così inizi questa terapia dove ogni settimana per un totale di tre sedute mi applicava questa matita e nel frattempo ogni giorno a casa mi ha detto di curare e disinfettare la zona con il mercurio cromo.
All’ultima visita dopo non aver avuto nessun problema nelle tre settimane di terapia mi visita e mi dice che essendo la zona chiusa non era necessario applicare più la matita ma solo che la pelle nella zona era molto debole e sottile, poiché essendo una zona delicata e sempre in movimento quella del coccige la ferita non si chiudeva mai perfettamente.
Dopo aver fatto l’ultima visita martedì, il venerdì ho avvertito di nuovo fastidio e la sera quando sono andato a controllare ho trovato di nuovo un po’ di questo pus Bianco nella zona, che ho pulito ed applicato mercurio cromo, come mi ha detto di fare lui se doveva verificarsi di nuovo.
In questi giorni il buco si era richiuso ma oggi avverto di nuovo fastidio nella zona con il pus che probabilmente nei prossimi giorni riuscirà creando un altro piccolo buco.
Purtroppo lavorando lontano da casa in mezzo al mare per diversi mesi vorrei che il problema non mi creasse situazioni anche più gravi che non potrei gestire vista l’assenza di medici o strutture.
Volevo chiedere a voi un consiglio su cosa potesse essere e come dovrei comportarmi.
Grazie del tempo concessomi e scusate se mi sono dilungato troppo.
Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 11.6k 357
La situazione descritta sembra indicare una fistola persistente o ricorrente nella zona dell'intervento di cisti pilonidale.
- Diagnosi: Nonostante il chirurgo abbia escluso una ricaduta, la formazione ciclica di pus attraverso un piccolo foro suggerisce una fistola, ovvero una comunicazione anomala tra la zona operata (probabilmente il sacco pilonidale o un suo residuo) e la superficie cutanea. Il "siero" menzionato potrebbe essere proprio il materiale che fuoriesce attraverso la fistola.
- Cause: Le fistole post-operatorie possono verificarsi a causa di una guarigione incompleta, infezione o persistenza del tessuto fistoloso. La ciclicità descritta è tipica di una fistola che si apre e si chiude, trattenendo e poi rilasciando materiale.
- Trattamento:

- Conservativo: L'applicazione di mercurio cromo (che è un disinfettante e astringente) e la cura locale possono temporaneamente controllare la secrezione e prevenire infezioni superficiali, ma non risolvono il problema sottostante della fistola.
- Definitivo: La soluzione definitiva per una fistola persistente è solitamente chirurgica. Le opzioni includono:

- Esplorazione e escissione: Una nuova operazione per esplorare la zona, rimuovere eventuali residui di tessuto fistoloso e chiudere la fistola.
- Tecniche di fistolizzazione: (ad esempio, fistulotomia o fistulectomia) per aprire o rimuovere il dotto fistoloso.
- Tecniche di riparazione: (ad esempio, flap locali o a distanza) per chiudere il difetto.


- Consigli:

- Evitare auto-trattamenti aggressivi: L'uso prolungato di mercurio cromo potrebbe causare irritazione o danni alla pelle.
- Consulto specialistico: Data la persistenza del problema e la sua natura ciclica, è fondamentale consultare un chirurgo specializzato in chirurgia del canale anale o coloprottologia. Spieghi chiaramente la sua situazione lavorativa e la necessità di una soluzione duratura.
- Considerare opzioni chirurgiche: Discuta con il chirurgo le opzioni chirurgiche disponibili per chiudere definitivamente la fistola, valutando i pro e i contro di ciascuna in base alla sua specifica situazione.
Saluti

Dr. Sergio Sforza
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Utente
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Grazie anzitutto per la pronta risposta Dott. Sforza. La domanda che mi sorge spontanea a questo punto è perché escludere a priori che possa trattarsi di una ricaduta o quanto meno che ci fosse la necessità di una nuova operazione. Anche durante l’ultima visita pochi giorni fa mi é stato detto in caso di ricomparsa di applicare il mercurio cromo nella zona e che il problema fosse la pelle debole e sottile nella zona della cicatrice. Vorrei sapere poi se questa situazione rischia di diventare pericolosa se non trattata immediatamente o se posso effettuare un contratto di lavoro che dura circa 4 mesi anche trattando autonomamente la zona disinfettandola e mantenendola pulita anche se dovessero ripresentarsi diverse volte questi episodi durante il periodo e posticipare un’eventuale operazione al mio rientro a casa.
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 11.6k 357
Se si tratta di 4 mesi, medicandola la situazione dovrebbe rimanere sotto controllo, ma se è realmente una recidiva e l’intervento quindi diventa necessario non tardi a farlo perché potrebbe diventare una fistola più complessa e l’intervento diverrebbe più invasivo.
Saluti

Dr. Sergio Sforza
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