Fuoriuscita di liquido dal taglio
Buona sera,
vorrei sentire il parere di un chirurgo in riferimento all'intervento effettuato su mia madre (72 anni - 90Kg.) ormai da 20 gg. Si è trattato della rimozione di un laparocele piuttosto grosso in zona addominale (dovuto a 2 tagli cesarei verticali avvenuti 40/50 anni fa) e alla rimozione di utero ed ovaie in quanto nella Tac eseguita prima dell'intervento si è scoperta la presenza di una massa di cui, ad oggi, non abbiamo risposte in merito alla sua natura.
Il problema che si presenta ora è che da una decina di giorni è comparsa una fuoriuscita di liquido giallognolo nella parte più bassa del taglio e giorno dopo giorno la cosa peggiora, tanto da dover rimuovere le garze e sostituirle 2/3 volte al giorno.
Questo liquido è inodore ma quando si accumula e poi esce brucia moltissimo.
I medici che hanno medicato la ferita 4 giorni fa dicono che è normale e hanno tolto un punto in modo che il liquido possa uscire meglio e quindi sfogarsi di più. Ad oggi non hanno ancora tolto gli altri punti, ma quello che mi preoccupa è questo liquido che esce, e vorrei avere il vostro parere al riguardo.
Aggiungo che non ha febbre.
Ringrazio fin d'ora chi potrà darmi risposta.
Cordiali saluti.
vorrei sentire il parere di un chirurgo in riferimento all'intervento effettuato su mia madre (72 anni - 90Kg.) ormai da 20 gg. Si è trattato della rimozione di un laparocele piuttosto grosso in zona addominale (dovuto a 2 tagli cesarei verticali avvenuti 40/50 anni fa) e alla rimozione di utero ed ovaie in quanto nella Tac eseguita prima dell'intervento si è scoperta la presenza di una massa di cui, ad oggi, non abbiamo risposte in merito alla sua natura.
Il problema che si presenta ora è che da una decina di giorni è comparsa una fuoriuscita di liquido giallognolo nella parte più bassa del taglio e giorno dopo giorno la cosa peggiora, tanto da dover rimuovere le garze e sostituirle 2/3 volte al giorno.
Questo liquido è inodore ma quando si accumula e poi esce brucia moltissimo.
I medici che hanno medicato la ferita 4 giorni fa dicono che è normale e hanno tolto un punto in modo che il liquido possa uscire meglio e quindi sfogarsi di più. Ad oggi non hanno ancora tolto gli altri punti, ma quello che mi preoccupa è questo liquido che esce, e vorrei avere il vostro parere al riguardo.
Aggiungo che non ha febbre.
Ringrazio fin d'ora chi potrà darmi risposta.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile signora la cosa più probabile è che si tratti di una fuoriuscita di siero se il liquido è giallo e trasparente. In tal caso non è assolutamente una cosa preoccupante e nel breve periodo diminuirà fino a scomparire. Il fatto che non abbia febbre fa proprio pensare ad una ipotesi di quel genere.
Dr. Roberto Rossi
[#2]
Se la riparazione del laparocele è stata effettuata con il posizionamento di una mesh(rete),probabilmente si tratta di un sieroma.Altrimenti è semplice lipolisi(distruzione di cellule adipose).Una medicazione compressiva potrebbe essere utile in entrambi i casi.
Saluti
Saluti
Dr. Lucio Pennetti
Specialista chirurgia generale
Specialista chirurgia vascolare
Chirurgia videolaparoscopica
[#4]
Utente
Buonasera,
oggi abbiamo avuto la risposta dell'esame istologico relativo all'intervento di cui sopra.
La risposta dice così:
Neoformazione totalmente necrotica che, per l'alternarsi di aree solide e cistiche (carcinoma sieroso G3 a verosimile origine peritoneale). Questo è quanto descritto ad un primo esame il giorno stesso dell'intervento.
C'è una successiva risposta datata due giorni dopo la cui diagnosi riporta la seguente descrizione:
Nodulo fibro-calcifico.
Cervicite cronica ghiandolare cistica con focale metaplasia piatta. Endometrio atrofico. Polipo endometriale ghiandolare cistico. Leiomiomi. Corpi lutei atresici delle ovaia. Salpingi indenni.
Carcinoma sieroso G3. L'assenza di neoplasia a livello uterino, ovarico e tubarico rendono il peritoneo la sede di origine più probabile della neoplasia.
Il chirurgo che ci ha consegnato le risposte consiglia a completamento dell'intervento eseguito un incontro con l'oncologo per ciclo di chemioterapia anche se in questo momento mia madre è da ritenersi "pulita".
Voi cosa ne pensate? Non sarebbe meglio procedere con i controlli periodici per tenere sotto controllo la cosa senza avvelenare con chemioterapie che io, nella mia ignoranza, non capisco cosa dovrebbero colpire dal momento che non ci sono più tracce di formazioni maligne?
Grazie a chi può rispondermi.
oggi abbiamo avuto la risposta dell'esame istologico relativo all'intervento di cui sopra.
La risposta dice così:
Neoformazione totalmente necrotica che, per l'alternarsi di aree solide e cistiche (carcinoma sieroso G3 a verosimile origine peritoneale). Questo è quanto descritto ad un primo esame il giorno stesso dell'intervento.
C'è una successiva risposta datata due giorni dopo la cui diagnosi riporta la seguente descrizione:
Nodulo fibro-calcifico.
Cervicite cronica ghiandolare cistica con focale metaplasia piatta. Endometrio atrofico. Polipo endometriale ghiandolare cistico. Leiomiomi. Corpi lutei atresici delle ovaia. Salpingi indenni.
Carcinoma sieroso G3. L'assenza di neoplasia a livello uterino, ovarico e tubarico rendono il peritoneo la sede di origine più probabile della neoplasia.
Il chirurgo che ci ha consegnato le risposte consiglia a completamento dell'intervento eseguito un incontro con l'oncologo per ciclo di chemioterapia anche se in questo momento mia madre è da ritenersi "pulita".
Voi cosa ne pensate? Non sarebbe meglio procedere con i controlli periodici per tenere sotto controllo la cosa senza avvelenare con chemioterapie che io, nella mia ignoranza, non capisco cosa dovrebbero colpire dal momento che non ci sono più tracce di formazioni maligne?
Grazie a chi può rispondermi.
[#5]
Gentile utente,la valutazione postoperatoria date parte dell'oncologo è la cosa più corretta.Il collega in base alla risposta istologica,stabilirà il protocollo da seguire anche in rapporto alle condizioni cliniche generali della paziente.Per quanto riguarda la sua domanda a proposito del bersaglio della chemioterapia,deve pensare che nonostante la radicalità dell'intervento chirurgico,potrebbero esistere cellule neoplastiche(invisibili) nel circolo ematico o linfatico su cui la chemio puo agire.Purtroppo in chirurgia oncologica si può parlare di radicalità chirurgica ma non biologica e pertanto la rimozione,anche se completa,potrebbe non essere sufficiente se non associata a terapia adiuvante postoperatoria.
Saluti ed auguri.
Saluti ed auguri.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 77.5k visite dal 27/12/2011.
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