Sostituzione della vena cava: meglio protesi o trapianto da donatore?

Buonasera. Negli scorsi scorsi mio cognato è stato sottoposto ad un intervento per l'asportazione di una massa tumorale che aveva infiltrato una porzione della vena cava inferiore. Il professore che si è occupato dell'intervento aveva preannunciato l'utilizzo di una protesi artificiale per sostituire il tratto danneggiato, mentre, ad intervento ultimato, abbiamo saputo che l'équipe ha preferito optare per un vero e proprio trapianto da donatore, così da scongiurare - a detta dei chirurghi - buona parte dei rischi (rigetto e trombosi) legati a questo tipo di operazione.
La mia domanda è: davvero un trapianto da donatore risulta più sicuro per il ricevente rispetto ad una ricostruzione (o sostituzione) con protesi artificiale? E, se sì, da quale punto di vista lo sarebbe?
Un'altra domanda: se il paziente, come in questo caso, è in giovane età e di costituzione sana, e l'intervento si è svolto senza alcuna complicazione, è ragionevole sperare in una completa ripresa entro tempi relativamente brevi?
Grazie di cuore.
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Attivo dal 2018 al 2022
Chirurgo vascolare
Buonasera,
la scelta di un graft da cadavere nell'ambito vascolare ha sicuramente il vantaggio di essere meno suscettibile alle infezioni rispetto al materiale protesico (che routinariamente si usa soprattutto nella chirurgia arteriosa) e pertanto la scelta dei chirurghi è stata ineccepibile. Altri fattori possono essere presi in considerazione a vantaggio del trapianto da donatore, ossia la migliore emostasi (coagulazione del sangue) a fine intervento nelle zone di sutura e il miglior risultato anatomico. Ovviamente questi trapianti vanno usati in casi selezionati come questo mentre per il resto le protesi sintetiche sono ottime per l'uso routinario.
In merito alla ripresa in tempi brevi è difficile esprimersi, certo l'età giovane e le buone condizioni sono fattori positivi ma va valutato il caso specifico come sicuramente hanno fatto i colleghi curanti.
Spero di esserle stato d'aiuto.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
La ringrazio per la delucidazione e mi permetto di porle un'altra domanda.
Il decorso post-operatorio procede positivamente, i medici si dicono abbastanza soddisfatti, nonostante una certa debolezza, l'unico problema è che dieci giorni dopo l'intervento mio cognato manifesta ancora difficoltà ad alimentarsi regolarmente, nel senso che da quando è stato rimosso il sondino naso gastrico, fatica molto ad assumere cibo solido ma soprattutto liquidi, la cui ingestione tende a provocargli emesi, con la conseguenza che tutto ciò acuisce gli inevitabile dolori post-operatori. Mi domandavo se questo può in qualche modo avere legami col trapianto, o se si tratta invece di una fisiologica, e spero non particolarmente preoccupante, manifestazione legata alle terapie post-operatorie e al fatto che da oltre una settimana mio cognato non ha assunto cibo.
Grazie fin da ora.
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Attivo dal 2018 al 2022
Chirurgo vascolare
Purtroppo mi è difficile rispondere in quanto vanno valutati diversi parametri clinici e strumentali per poter inquadrare il problema. Credo sia opportuno consultare i medici curanti per avere delle risposte.
Cordiali saluti e auguri per suo cognato.