Donazione sangue dopo rapporto protetto o quasi
Buongiorno,
sono una donatrice del sangue.
Con il mio nuovo ragazzo ho avuto un rapporto completo protetto con preservativo.
L'unica parte del rapporto non protetta è stato il rapporto orale.
Sono sospesa dalla donazione?
Posso donare lo stesso ma devo comunicarlo al dottore?
è da considerarsi rapporto non protetto?
Grazie
sono una donatrice del sangue.
Con il mio nuovo ragazzo ho avuto un rapporto completo protetto con preservativo.
L'unica parte del rapporto non protetta è stato il rapporto orale.
Sono sospesa dalla donazione?
Posso donare lo stesso ma devo comunicarlo al dottore?
è da considerarsi rapporto non protetto?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
ai fini della donazione di sangue, il rapporto sessuale de Lei descritto deve essere preso in considerazione nella sua interezza, dall'inizio alla fine.
Se una parte del contatto è avvenuto senza protezione, il rapporto purtroppo è da considerare teoricamente a rischio.
Per entrare nello specifico, la dicitura "rapporto sessuale", e conseguentemente anche quella di "rapporto non protetto", è comprensivo di TUTTE le componenti, quindi anche le componenti non penetrative (contatto orale, petting, masturbazione o altre pratiche).
Il Suo caso è meritevole di ulteriore attenzione poichè, se in teoria è sconsigliato donare in una situazione come la Sua, il suo partner potrebbe però essere negativo alle analisi infettivologiche (perchè magari controllato ematochimicamente per la medicina del lavoro o magari perchè donatore egli stesso) permettendo, quindi, la donazione.
Da quel pò che Lei ha scritto, stando a quelli che sono i protocolli richiesti nei reparti trasfusionali, la risposta alla Sua domanda è negativa. Attualmente non può donare.
Tuttavia, per valutare la situazione reale, parli prima col Suo partner (che dovrebbe essere al corrente della propria situazione personale riguardo malattie infettive) e, successivamente, ne parli col medico presente, nel reparto trasfusionale, prima della donazione.
Un saluto,
Livio Bottiglieri
ai fini della donazione di sangue, il rapporto sessuale de Lei descritto deve essere preso in considerazione nella sua interezza, dall'inizio alla fine.
Se una parte del contatto è avvenuto senza protezione, il rapporto purtroppo è da considerare teoricamente a rischio.
Per entrare nello specifico, la dicitura "rapporto sessuale", e conseguentemente anche quella di "rapporto non protetto", è comprensivo di TUTTE le componenti, quindi anche le componenti non penetrative (contatto orale, petting, masturbazione o altre pratiche).
Il Suo caso è meritevole di ulteriore attenzione poichè, se in teoria è sconsigliato donare in una situazione come la Sua, il suo partner potrebbe però essere negativo alle analisi infettivologiche (perchè magari controllato ematochimicamente per la medicina del lavoro o magari perchè donatore egli stesso) permettendo, quindi, la donazione.
Da quel pò che Lei ha scritto, stando a quelli che sono i protocolli richiesti nei reparti trasfusionali, la risposta alla Sua domanda è negativa. Attualmente non può donare.
Tuttavia, per valutare la situazione reale, parli prima col Suo partner (che dovrebbe essere al corrente della propria situazione personale riguardo malattie infettive) e, successivamente, ne parli col medico presente, nel reparto trasfusionale, prima della donazione.
Un saluto,
Livio Bottiglieri
Livio Bottiglieri, M.D., Post-Grad.,
Medico Chirurgo, Specialista in Patologia Clinica
www.medicinaedoctor.net
[#2]
Utente
Buongiorno,
ad oggi non ho ancora risolto questo problema, non mi sono più recata a donare.
Ho continuato ad avere rapporti protetti ad esclusione di quelli orali.
Vorrei fare presente che il mio partner non ha mai avuto, in precedenza, rapporti non protetti.
Non penso quindi che sia portatore di malattie.
Non saprei come parlarne al medico del centro trasfusionale, il quale mi direbbe sicuramente che non posso donare lo stesso.
Non c'è un lasso di tempo oltre il quale, avendo sempre lo stesso partner, è scongiurata l'ipotesi di contagio e posso donare?
ad oggi non ho ancora risolto questo problema, non mi sono più recata a donare.
Ho continuato ad avere rapporti protetti ad esclusione di quelli orali.
Vorrei fare presente che il mio partner non ha mai avuto, in precedenza, rapporti non protetti.
Non penso quindi che sia portatore di malattie.
Non saprei come parlarne al medico del centro trasfusionale, il quale mi direbbe sicuramente che non posso donare lo stesso.
Non c'è un lasso di tempo oltre il quale, avendo sempre lo stesso partner, è scongiurata l'ipotesi di contagio e posso donare?
[#3]
Gentile Utente,
il tempo da attendere, prima di poter dedurre che non ci sono patologie in atto, è il tempo di incubazione delle malattie stesse (ogni patologia ha il suo) moltiplicato per due.
Questo è spiegabile perché, in linea teorica, una patologia per svilupparsi nel primo partner potrebbe impiegare quel periodo. Successivamente, per potersi manifestare nel secondo partner è necessario lo stesso periodo.
Per fare un esempio pratico: una epatite C può necessitare fino a 6 mesi (periodo di incubazione) per manifestarsi nel primo partner. Dopo il contatto sessuale, potrebbero volerci altri 6 mesi perché il secondo partner sviluppi anch'egli la patologia. Nel totale arriviamo già ad un anno (appunto, il tempo di incubazione moltiplicato due volte). Purtroppo questo calcolo rimane teorico poiché non è detto che il contagio fra un partner e l'altro avvenga immediatamente. Per cui, a quell'anno di tempo, bisogna aggiungere un tempo indefinito necessario perché avvenga la trasmissione.
Come vede, definire un lasso di tempo è difficile; in più, esso è ulteriormente variabile poiché i centri donazione effettuano analisi per patologie "a rischio" (presenza di HTLV etc) in base alla Sua storia da donatrice (e alla eventuale valutazione sierologica, se esiste, del partner).
Posso dirLe che, in generale, si attendono 4 mesi dall'ultimo rapporto potenzialmente rischioso quindi il lasso minimo di tempo potrebbe essere considerato quello.
Proprio per queste particolarità, Le consigliavo di parlarne con il medico presente al momento della donazione.
Vada con fiducia, vedrà che il Collega non La liquiderà frettolosamente come Lei crede.
Un augurio,
Livio Bottiglieri
il tempo da attendere, prima di poter dedurre che non ci sono patologie in atto, è il tempo di incubazione delle malattie stesse (ogni patologia ha il suo) moltiplicato per due.
Questo è spiegabile perché, in linea teorica, una patologia per svilupparsi nel primo partner potrebbe impiegare quel periodo. Successivamente, per potersi manifestare nel secondo partner è necessario lo stesso periodo.
Per fare un esempio pratico: una epatite C può necessitare fino a 6 mesi (periodo di incubazione) per manifestarsi nel primo partner. Dopo il contatto sessuale, potrebbero volerci altri 6 mesi perché il secondo partner sviluppi anch'egli la patologia. Nel totale arriviamo già ad un anno (appunto, il tempo di incubazione moltiplicato due volte). Purtroppo questo calcolo rimane teorico poiché non è detto che il contagio fra un partner e l'altro avvenga immediatamente. Per cui, a quell'anno di tempo, bisogna aggiungere un tempo indefinito necessario perché avvenga la trasmissione.
Come vede, definire un lasso di tempo è difficile; in più, esso è ulteriormente variabile poiché i centri donazione effettuano analisi per patologie "a rischio" (presenza di HTLV etc) in base alla Sua storia da donatrice (e alla eventuale valutazione sierologica, se esiste, del partner).
Posso dirLe che, in generale, si attendono 4 mesi dall'ultimo rapporto potenzialmente rischioso quindi il lasso minimo di tempo potrebbe essere considerato quello.
Proprio per queste particolarità, Le consigliavo di parlarne con il medico presente al momento della donazione.
Vada con fiducia, vedrà che il Collega non La liquiderà frettolosamente come Lei crede.
Un augurio,
Livio Bottiglieri
[#4]
Utente
Grazie per la spiegazione, ma io sto continuando la relazione con il mio patrner avendo sempre rapporti protetti ad esclusione di quelli orali.
Siamo però una coppia stabile e lui in passato non ha mai avuto rapporti non protetti.
Da quanto ho capito, anche spiegando tutto ciò al medico, non mi farebbe comunque donare, anche se si tratta del mio unico partner fisso.
Ho capito male?
Grazie
Siamo però una coppia stabile e lui in passato non ha mai avuto rapporti non protetti.
Da quanto ho capito, anche spiegando tutto ciò al medico, non mi farebbe comunque donare, anche se si tratta del mio unico partner fisso.
Ho capito male?
Grazie
[#5]
Salve!
Prima di tutto, una precisazione. I fattori di rischio per malattie virali non rientrano SOLO nella sfera sessuale per cui, anche se il Suo Compagno non ha avuto rapporti occasionali nei mesi addietro, sarebbero da escludere, teoricamente, altre cause di contagio (tatuaggi, per esempio).
Detto questo, c'è da precisare che, se il partner rimane fisso e se non ci sono sospetti di patologia infettiva, si consigliano 4 mesi di astinenza dalle donazioni.
Mi permetto un consiglio: donare è un atto generoso ed umanitario, poichè chiunque potrebbe aver bisogno, come noi a nostra volta. E' elogiabile che ci sia una Sua volontà in tal senso per cui Le consiglierei di non attendere oltre. Deduco che Lei, donatrice da tempo, stia aspettando prima di tornare a donare poichè c'e' una situazione che Le causa incertezza sul da farsi.
Non sia titubante, il personale sanitario esiste in reparto proprio per questo!
Un augurio,
Livio Bottiglieri
Prima di tutto, una precisazione. I fattori di rischio per malattie virali non rientrano SOLO nella sfera sessuale per cui, anche se il Suo Compagno non ha avuto rapporti occasionali nei mesi addietro, sarebbero da escludere, teoricamente, altre cause di contagio (tatuaggi, per esempio).
Detto questo, c'è da precisare che, se il partner rimane fisso e se non ci sono sospetti di patologia infettiva, si consigliano 4 mesi di astinenza dalle donazioni.
Mi permetto un consiglio: donare è un atto generoso ed umanitario, poichè chiunque potrebbe aver bisogno, come noi a nostra volta. E' elogiabile che ci sia una Sua volontà in tal senso per cui Le consiglierei di non attendere oltre. Deduco che Lei, donatrice da tempo, stia aspettando prima di tornare a donare poichè c'e' una situazione che Le causa incertezza sul da farsi.
Non sia titubante, il personale sanitario esiste in reparto proprio per questo!
Un augurio,
Livio Bottiglieri
[#6]
Utente
Non penso ci siano sospetti di patologia infettiva, so che lui in passato ha avuto solo rapporti protetti, sempre a esclusione di quelli orali che però credo siano meno "pericolosi".
Non saprei come porre la questione al medico del centro, così come al mio partner con il quale non ne ho mai parlato.
Pensa che dopo 4 mesi di rapporti con il partner fisso posso tornare a donare senza farlo presente al centro trasfusionale oppure no?
Non saprei come porre la questione al medico del centro, così come al mio partner con il quale non ne ho mai parlato.
Pensa che dopo 4 mesi di rapporti con il partner fisso posso tornare a donare senza farlo presente al centro trasfusionale oppure no?
[#7]
Gentilissima,
il rapporto orale non protetto, rende il rapporto intero a rischio.
Teoricamente Lei dice bene: il contatto di tipo orale è scientificamente ritenuto a basso rischio, se confrontato con gli altri tipi di contatto sessuale.
Tuttavia, l'incidenza di malattie infettive virali trasmesse tramite sesso orale rimane sostanzialmente uguale a quello delle altre tipologie. Il perchè è facilmente spiegabile: poichè è ritenuto comunemente ciò che Lei afferma, quel tipo di contatto viene effettuato molto frequentemente.
Se un evento a basso rischio viene ripetuto 100 volte in più di uno ad alto rischio....le due frequenze saranno uguali!
E' un pò come affermare che è raro prendere una scossa toccando l'interruttore della luce con le mani bagnate....ma ripetendo l'azione cento volte di seguito.....rimane raro ugualmente?
Le raccomanderei prudenza, quindi, nel considerare questo atto meno "pericoloso" degli altri.
Specificato questo, Le consiglierei di non tacere questi particolari col medico poichè, nella generosità dell'atto della donazione, è prevista la massima onestà.
Prima della donazione, si usa somministrare un questionario; le domande del questionario, benchè leggermente diverse da regione a regione, recitano (queste sono trascritte dalla regione Toscana, specificatamente Avis di Livorno, giusto a titolo esemplificativo):
Dall'ultima donazione, e comunque negli ultimi quattro mesi, ha cambiato partner ?
Dall'ultima donazione, e comunque negli ultimi quattro mesi, ha avuto rapporti eterosessuali, omosessuali, bisessuali (rapporti genitali, orali, anali)?
Ovviamente, Lei può decidere di rispondere come meglio ritiene...ma il tralasciare questo particolare, fà parte dello spirito col quale si dona?
Sono sicuro che sceglierà, nella Sua onestà e bontà di donatrice, la risposta corretta.
Un saluto!
Livio Bottiglieri
il rapporto orale non protetto, rende il rapporto intero a rischio.
Teoricamente Lei dice bene: il contatto di tipo orale è scientificamente ritenuto a basso rischio, se confrontato con gli altri tipi di contatto sessuale.
Tuttavia, l'incidenza di malattie infettive virali trasmesse tramite sesso orale rimane sostanzialmente uguale a quello delle altre tipologie. Il perchè è facilmente spiegabile: poichè è ritenuto comunemente ciò che Lei afferma, quel tipo di contatto viene effettuato molto frequentemente.
Se un evento a basso rischio viene ripetuto 100 volte in più di uno ad alto rischio....le due frequenze saranno uguali!
E' un pò come affermare che è raro prendere una scossa toccando l'interruttore della luce con le mani bagnate....ma ripetendo l'azione cento volte di seguito.....rimane raro ugualmente?
Le raccomanderei prudenza, quindi, nel considerare questo atto meno "pericoloso" degli altri.
Specificato questo, Le consiglierei di non tacere questi particolari col medico poichè, nella generosità dell'atto della donazione, è prevista la massima onestà.
Prima della donazione, si usa somministrare un questionario; le domande del questionario, benchè leggermente diverse da regione a regione, recitano (queste sono trascritte dalla regione Toscana, specificatamente Avis di Livorno, giusto a titolo esemplificativo):
Dall'ultima donazione, e comunque negli ultimi quattro mesi, ha cambiato partner ?
Dall'ultima donazione, e comunque negli ultimi quattro mesi, ha avuto rapporti eterosessuali, omosessuali, bisessuali (rapporti genitali, orali, anali)?
Ovviamente, Lei può decidere di rispondere come meglio ritiene...ma il tralasciare questo particolare, fà parte dello spirito col quale si dona?
Sono sicuro che sceglierà, nella Sua onestà e bontà di donatrice, la risposta corretta.
Un saluto!
Livio Bottiglieri
[#8]
Utente
Buongiorno,
alla fine ho donato settimana scorsa perchè la sierologia era a posto e il partner è stabile e fisso.
Ho una questione però: mi hanno fatta donare anche se ho dichiarato che avevo avuto una lievissima tosse fino a 3 giorni prima ( e la stessa era durata 3 o 4 giorni e davvero lieve, con espulsione di catarro non giallo una volta sola ) e avevo preso lo sciroppino per la tosse.
Il mio dubbio è che, nei 3 giorni successivi alla donazione, non ho più avuto neanche una volta un colpo di tosse ma due tre volte il catarro (quest'ultimo sempre bianco, poco "spesso", non di quelli pesanti e gialli di quando si sta male insomma).
devo riferirlo ai dottori della donazione?
oppure no visto che mi hanno fatto donare l stesso?
se sì è troppo tardi avvisarli 8 giorni dopo la donazione? o hanno già usato il mio sangue?(perchè sarà il primo giorno che saranno disponibili, come da calendario, per le donazioni).
Grazie mi faccia sapere
alla fine ho donato settimana scorsa perchè la sierologia era a posto e il partner è stabile e fisso.
Ho una questione però: mi hanno fatta donare anche se ho dichiarato che avevo avuto una lievissima tosse fino a 3 giorni prima ( e la stessa era durata 3 o 4 giorni e davvero lieve, con espulsione di catarro non giallo una volta sola ) e avevo preso lo sciroppino per la tosse.
Il mio dubbio è che, nei 3 giorni successivi alla donazione, non ho più avuto neanche una volta un colpo di tosse ma due tre volte il catarro (quest'ultimo sempre bianco, poco "spesso", non di quelli pesanti e gialli di quando si sta male insomma).
devo riferirlo ai dottori della donazione?
oppure no visto che mi hanno fatto donare l stesso?
se sì è troppo tardi avvisarli 8 giorni dopo la donazione? o hanno già usato il mio sangue?(perchè sarà il primo giorno che saranno disponibili, come da calendario, per le donazioni).
Grazie mi faccia sapere
[#9]
Gentile Utente,
non è necessario che Lei avvisi i colleghi. Può stare tranquilla.
Per ammettere un contagio tramite trasfusione, è necessario che siano soddisfatti alcuni punti.
1) un eventuale micro-organismo deve poter circolare liberamente nel sangue del donatore.
Non tutti i virus e batteri possono essere trasmessi via sangue poichè non in grado di dare consistenti viremie/batteriemie.
Non tutti i micro-organismi, in breve, sopravvivono nel sangue; conseguentemente, il micro-organismo che Le ha causato sintomi, con stragrande possibilità, potrebbe non essere presente nel Suo sangue.
2) il batterio o virus, qualora presente, deve essere in grado di sopravvivere alle basse e prolungate temperature di stoccaggio del sangue ed agli altri processi di inattivazione dei patogeni. Questo è il punto più importante, per la trasmissione di malattie.
3) Lei dimostrava, anche alcuni giorni dopo la donazione, le ipotetiche CONSEGUENZE di una infezione (appunto il catarro) che non indica necessariamente una infezione in atto. Il catarro (anche detto "espettorato") ha diverse caratteristiche e può non contenere micro-organismi infettivi. Non è detto che, al momento della donazione, Lei fosse infettiva.
4) l'espettorato, quando non accompagnato da tosse (come Lei racconta negli ultimi giorni) ha probabile origine faringea (per cui, localmente limitata).
5) Lei avrà svolto sicuramente un emocromo prima della donazione. L'emocromo, se fosse in atto una infezione, avrebbe manifestato dei segni che non sarebbero sfuggiti ai Colleghi.
In poche parole, stia pure tranquillissima.
Un saluto,
Livio Bottiglieri
non è necessario che Lei avvisi i colleghi. Può stare tranquilla.
Per ammettere un contagio tramite trasfusione, è necessario che siano soddisfatti alcuni punti.
1) un eventuale micro-organismo deve poter circolare liberamente nel sangue del donatore.
Non tutti i virus e batteri possono essere trasmessi via sangue poichè non in grado di dare consistenti viremie/batteriemie.
Non tutti i micro-organismi, in breve, sopravvivono nel sangue; conseguentemente, il micro-organismo che Le ha causato sintomi, con stragrande possibilità, potrebbe non essere presente nel Suo sangue.
2) il batterio o virus, qualora presente, deve essere in grado di sopravvivere alle basse e prolungate temperature di stoccaggio del sangue ed agli altri processi di inattivazione dei patogeni. Questo è il punto più importante, per la trasmissione di malattie.
3) Lei dimostrava, anche alcuni giorni dopo la donazione, le ipotetiche CONSEGUENZE di una infezione (appunto il catarro) che non indica necessariamente una infezione in atto. Il catarro (anche detto "espettorato") ha diverse caratteristiche e può non contenere micro-organismi infettivi. Non è detto che, al momento della donazione, Lei fosse infettiva.
4) l'espettorato, quando non accompagnato da tosse (come Lei racconta negli ultimi giorni) ha probabile origine faringea (per cui, localmente limitata).
5) Lei avrà svolto sicuramente un emocromo prima della donazione. L'emocromo, se fosse in atto una infezione, avrebbe manifestato dei segni che non sarebbero sfuggiti ai Colleghi.
In poche parole, stia pure tranquillissima.
Un saluto,
Livio Bottiglieri
[#10]
Utente
Ho donato giovedì e i colpi di tosse erano finiti lunedì. Nei giorni dopo la donazione ho avuto solo catarro e non tosse (se non un colpetto per espellerlo). Però non mi hanno fatto l'emocromo perché mi avevano fatto gli esami del sangue il mese precedente di controllo in quanto non donavo da più di 1 anno. Non avviso quindi? Grazie della spiegazione
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 35.5k visite dal 16/06/2016.
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