1) la diagnosi di tiroidite di hashimoto è compatibile con questo quadro clinico

Egr. Professori

Vi scrivo per sottoporvi alcune domande riguardanti la tiroidite di Hashimoto, malattia che è stata diagnoticata a mia moglie in questi giorni.
Gli esami del sangue di qualche giorno fa danno i seguenti valori:

FT3 = 3.17 pg/ml
FT4 = 0.80 ng/dl
TSH = 7.86 uU/ml (Nel 2005 era 6.5838)

Ac-Anti-tireoglobulina = 31.5 [I.U./ml]
Ac-Anti-tireoperossidasi> 1000 [I.U./ml]

In base a questi esami, il nostro medico di base ha prescritto una ecografia della tiroide con il seguente referto:

"Tiroide in sede. Aumentate le dimensioni del globo DX (diametro A-P di 2 cm) nella norma quelle del SX (diametro A-P di 1.6 cm).Diffusamente disomogenea ed a tratti grossolana la struttura del parenchima con aspetti di ipervascolarizzazione al controllo color-doppler compatibile con la tiroidite.
Al polo inferiore del lobo di SX è inoltre evidente formazione espansiva nodulare
ipoecogena ovalare a limiti netti ed omogenea con aspetti di vascolarizzazione prevalentemente peri-nodale al controllo color-doppler compatibile maggiormente con nodo di tipo benigno del diametro massimo di 1.5 cm.
Sempre a SX, posteriormente e caudalmente al polo tiroideo inferiore è presente formazione nodulare ipoecogena riferibile con para-tiroide ingrandita del diamentro di 9mm.
Non linfonodi ingranditi in sede latero-cervicale."

Mia moglie ha 40 anni e la terapia consigliata è con l'Eutirox, primo dosaggio 50 gamma da verificare con i prossimi esami. Se è possibile vorremo sapere se:

1) La diagnosi di tiroidite di Hashimoto è compatibile con questo quadro clinico (premetto che nel 2003 mia moglie ha partorito ed allattato; nella fase di allattamento, per circa 7 mesi è dimunuita di peso di circa 15 Kg con una alimentazione particolarmente ricca e poi, terminato l'allattamento è aumentata di circa 10/12 Kg pur mantenendo una dieta ipocalorica) ?

2) Esistono terapie alternative all'Eutirox che possano riequilibrare la funzionalità tiroidea e curino il processo autoimmune (e quali strutture sanitarie) ?

3) Quali sono gli sviluppi della tiroidite di Hashimoto, ovvero c'è da attendersi una perdita di funzionalità della tiroide e quindi un aumento dei dosaggi dell'Eutirox ?

4) Ci sono patologie collegate alla tiroidite ?

5) Quale è, secondo voi, la qualità della vita, considerando la terapia con l'Eutirox, dovendo assumerlo continuamente, quali cambiamenti dobbiamo attenderci ?

Vi ringraziamo fin d'ora per l'attenzione prestataci ed attendiamo le vostre indicazioni.

Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Sergio Di Martino Endocrinologo, Diabetologo 5k 156 33
La diagnosi e' quella di troidite di Hashimoto, la terapia e' di tipo sostitutivo con tiroxina e assunta a dosaggi congrui non da' alcun effetto collaterale. I dosaggi vanno adeguati a quella che sara l'evoluzione della patologia, generalmente ad evoluzione cronica.
E' possibile l'associazione con altre patologie autoimmuni, che possono andare da quelle cutanee a quelle reumatologiche a forme di malassorbimento e anche al coinvolgimento di altre ghiandole endocrine. Come sottolineato anche in recentissimi lavori e' stata riscontrata una non rara associazione anche con patologie mammarie benigne e maligne. Per tale motivo andrebbe effettuato uno screening ampio anche per queste altre patologie. La presenza di noduli consiglia inoltre l'esecuzione di un agoaspirato sotto guida ecografica.

Dr. Sergio Di Martino
Specialista in Endocrinologia

[#2]
dopo
Attivo dal 2006 al 2006
Ex utente
Egr. Professori

scusate se ritorno su alcune domande che ho già fatto ma i test clinici che mia moglie ha fatto sono sufficienti per diagnosticare la tiroidite di Hashimoto. Inoltre esistono delle terapie alternative a quella di tipo sostitutivo con tiroxina (su che strutture sanitarie possiamo trovarle).
Grazie dell'attenzione e della pazienza.
[#3]
Dr. Alessandro Pilo Endocrinologo 42
Caro utente14275
La diagnosi di tiroidite di Hashimoto si pone in base alla positività degli autoanticorpi antitireoperossidasi (TPOAb. Questa patologia autoimmune può evere differenti fasi cliniche, ma nella stragrande maggioranza dei casi evolve verso l'ipotiroidismo. Questa è una evoluzione lenta ma progressiva, per cui la posologia della L-tiroxina va gradatamente adeguata al progressivo ridursi della funzionalità tiroidea. A tutt'oggi non siamo grado di "curare" in senso stretto la patologia interrompendo il processo di autoagressione alla tiroide, ma possiamo solo "sostitutire" la quota mancante di ormone tiroideo. Se per patologie collegate alla tiroide Lei intende patologie che possano derivare direttamente dalla presenza degli autoanticorpi antitiroide la risposta è no. C'è da dire però che un soggetto che è già affetto da una patologia autoimmune è più suscettibile, rispetto ai soggetti sani, nei confronti di altre patologie autoimmuni. Concordo pienamente poi con il Dr Di Martno sulla necessità di sotoporsi ad Agobiopsia sui noduli tiroidei.