Neoformazione vegetante a contorni policiclici

Buongiorno, ieri mia suocera si è sottoposta a rettoscopia e a tac con contrasto (torace,pelvi e addome superiore) dopo mesi alterni di prutiro e rettorragia.
Rettoscopia: ampolla rettale con presenza di neoformazione vegentante a contorni policiclici che viene biopsiata; in corso di definizione istologica.
TAC: esame eseguito con tecnica volumetrica multistrato prima e durante infusione di mdc per vai e.v. In considerazione dei reperti rilevati è stato ritenuto opportuno estendere l'indagine anche al torace. Torace: in corrispondenza del segmento anteriore del lobo superiore sx si rilevano strie di addensamento parenchimale connesse ai foglietti pleurici marginocostali ed alle strutture vascolari dell'ilo,in parte con aspetto retraente che potrebbero essere riferite in prima ipotesi ad esiti. Si consiglia correlazione con i dati clinico-anamnestici ed esami precedenti. Non sono evidenti alterazioni tomodensitometriche di tipo focale a carico del parenchima polmonare. Non segni di versamento pleurico. Qualche elemento linfonodale con dimensioni max di poco superiori al cm in sede sottocarenale ed ilare dx. Aumento volumetrico delle camere cardiache. Si segnala grossolana nodularità di pertinenza tiroidea che presenta dm trasverso max di ca 46 mm dislocata nel mediastino antero-superiore e che determina lieve compressione sulla parete anteriore della trachea. Addome-pelvi: grossolano ispessimento delle pareti del retto con presenza di tessuto che mostra discreto enhancement in fase contrastografica aggettante endolume specie in sede postero-laterale sx. Coesiste aspetto ispessito e disomogeneo del tessuto adiposo perirettale nel contesto del quale si rilevano alcune strie ipodense e multipli elementi linfonodali con aspetto globoso, aumentati di volume,anche in sede presacrale. Non sono presenti alterazioni tomodensitometriche di tipo focale a carico di organi parenchimatosi dell'addome superiore.Si segnala omogeneo ispessimento con aspetto iperplasico del surrene sx. Qualche linfonodo con dm trasverso max intorno al cm in sede intercavoaortica e paraortica sx. Qualche altro piccolo elemento linfonodale è apprezzabile nel contesto del ventaglio mesenteriale. Non si rilevano raccolte fluide libere o saccate in cavità addominale.
Non sono ancora in possesso di esame istologico, ma si pensa possa essere un adenocarcinoma rettale.
Gli specialisti hanno parlato di tumore esteso. Cosa significa e da cosa lo si deduce, visto che nei referti non sono riportate le dimensioni nè tantomeno la posizione esatta? Qualora lo fosse, implicherebbe la non operabilità, un aumento delle difficoltà legate all'intervento o un'incerta efficacia delle cure?
L'oncologo ha consigliato un immediato consulto con radioterapista per programmare un ciclo chemio-radoterapico e successivo intervento, ma vorrei essere certo che sia la strada giusta da percorrere...
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
E' stata effettuata una consulenza chirurgica?
Il primo dato essenziale è comunque la diagnosi istologica.

Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it

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dopo
Utente
Utente
Non ancora ma siamo in attesa del risultato. Abbiamo comunque parlato con il gastroenterologo che ha effettuato la rettoscopia e l'oncologo. Entrambi hanno consigliato la radioterapia preoperatoria dal momento che sembra sia localizzato a ca 4-5 cm dall'ano e la posizione non è congeniale per l'intervento. Potrebbe spiegarmi come mai?
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Per ridurre le dimensioni del tumore e, quindi, il rischio di colostomia permanente, è utile la radioterapia (come anche la chemioterapia neoadiuvante) così da rendere l'intervento più efficace e meno demolitivo.
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dopo
Utente
Utente
Il risultato dell'esame istologico è il seguente:
Adenocarcinoma moderatamente differenziato.
SNOMED: T-59300 M-81403

Abbiamo preso un appuntamento con il chirurgo per capire cosa è più utile e conveniente fare in questi casi, dalla terapia pre-operatoria all'intervento e così via...

Esiste una probabilità che il problema si risolva con l'operazione e la terapia adiuvante?



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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Se "problema risolto" intende la guarigione
questa non è preventivabile
e subiudice nei 5 anni successivi all'intervento.