Clostridium difficile paura di recidive

Buonasera, mia mamma di 76 anni e' stata ricoverata circa 40 giorni fa' per edema polmonare acuto-
Risolto l' edema, curata la bronchite con antibiotico, sottoposta a coronografia senza necessita' di interventi in quanto cuore e arterie risultavano in buone condizioni( mia madre ha gia' due stent da precedente ricovero x insufficienza coronarica ) . In cardiologia decidono di dimetterla dopo 18 giorni di ospedaluzzazione, anche se negli ultimi 3 giorni le sue condizioni erano in peggioramento. La dimettono e non segnalano null di patologico, ma mia madre non sta' affatto bene, a casa contattiamo il medico di base, esame feci immediato e scopriamo che ha contratto il Clostridium difficile ( positivo anche alla tossina 027 ipervirulenta) . Le condizioni di mia madre sono pessime, non si alza dal letto, non mangia, la obblighiamo a bere per scongiurare il peggio...dopo una settimana di antibiotico mirato finalmente migliora, si alza dal letto, mangia, riesce a muoversi per casa ma si affatica subito. Ora la cura antibiotica e' terminata da qualche giorno, ma mia madre e' ancora affaticata, ci chiediamo se potra' riprendere la vita di prima, uscire, guidare, fare la spesa...o se questo mese tra ospedale, flebo, antibiotici e allettamento l' hanno troppo segnata fisicamente. La grinta e la voglia di fare ci sono, ma purtroppo il fisico fa' fatica... Inoltre temiamo una ricaduta ( 25%di possibilita') del clostridium, in quel caso non sapremmo come comportarci, un' altra ospedalizzazione sarebbe catastrofica... Grazie in anticipo per i consigli che vorrete darci, buona serata!
[#1]
Dr. Giovanni Aisa Geriatra 107 10
Lo stato attuale della paziente può essere giustificato dagli eventi clinici dell'ultimo periodo,soprattutto se abbiano provocato alterazioni metaboliche ed idroelettolitiche,peraltro non note.
Un ulteriore miglioramento può essere ottenuto solo con il conseguimento ed il mantenimento di un equilibrio ottimale,raggiungibile con la correzione di eventuali alterazioni e comunque con adeguato apporto idrico e alimentare,anche con l'integrazione di preparati specifici se necessario;è molto importante anche lo svolgimento di attività fisica di intensità gradualmente crescente in rapporto alle possibilità del soggetto possibilmente sotto controllo fisioterapico. E' naturalmente opportuno infine effettuare periodicamente la ricerca del clostridium nelle feci.

Dr. Giovanni Aisa