Avere un figlio senza un partner

Egregi Dottori,
mi rivolgo a voi perchè ad oggi nessun dottore da me contattato è stato in grado di aiutarmi. Sono una giovane donna di 28 anni e vorrei avere un figlio. Il fidanzato con cui ero insieme da 10 anni, ha messo incinta un'altra ragazza e hanno poi deciso a mia insaputa di abortire, dicendomi che tale gesto era stato fatto "per amor mio". Il mio ex-fidanzato dopo poco ha nuovamente messo incinta la solita ragazza, ad oggi stanno appurando chi sia il padre, ma come potrete immaginare questo non è più affar mio. Questa premessa per farvi capire il quadro di riferimento della mia storia e alcune delle motivazioni che spingono la mia scelta. Ad oggi non me la sento di instaurare una nuova relazione, ma non voglio rinunciare ad avere un figlio. Sono pronta a tirare su questo bambino anche da sola ma non voglio essere per lui una mamma "vecchia" e quindi vorrei rimanere incinta nei giro dei prossimi 2/3 anni. Quello che vi chiedo è quindi se ci sono ad oggi in Toscana o anche altrove strutture che consentono una procreazione assistita per persone single e che non presentano particolari patologie fisiche ma solo la necessità di un supporto nella procreazione (e quindi di un donatore di seme). Vi prego di non considerare la mia richiesta folle. Non è semplicemente lo sfizio di una donna sola che vuole un figlio per riempire la sua vita; ma la mia decisione nasce da una lunga riflessione e si basa anche sull'assunto che spesso ci sono figli che nascono all'interno di coppie che non li vogliono e non li amano, mentre nel mio caso l'amore, anche se da parte di un solo genitore, sarà l'unico elemento che non mancherà. Ho valutato anche l'aspetto economico e vi assicuro che con il mio attuale lavoro sarò perfettamente in grado di soddisfare tutte le necessità materiali e non di un bambino. Vi prego di non cestinare la mia richiesta. In fondo vi sto chiedendo solo delle informazioni. Vi ringrazio di cuore e mi scuso per il lungo messaggio. Saluti, Francesca
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Cara Signora,
forse lei ha vissuto all'esterno in questi ultimi 5 anni . In questo caso le comunico che in Italia , su tutto il territorio della nostra Repubblica, non ai "single" come è il suo caso molto particolare, ma anche alle coppie "regolarmente sposate" o "conviventi" che non hanno altre possibilità di avere un figlio a causa di una sterilità incurabile , è vietato il ricorso all'uso di gameti (spermatozoi, ovociti) da donatore. Il divieto sta all'interno di una legge discutibile ed ideologica ,la 40 , emanata già nel 2004 e che è stata pure oggetto di un referundum per abolirla che però non ha raggiunto il quorum. Detto questo mi sembra che la sua attuale e particolare situazione meriti una saggia e pacata pausa di riflessione. Lei ha solo 28 anni ed ha ancora aperta una sua "naturale" finestra riproduttiva che potrebbe darle la possibilità di incontrare un nuovo "principe azzurro".
Auguri ed un cordiale saluto.

Giovanni Beretta.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Attivo dal 2007 al 2007
Ex utente
Gentile Dott. Beretta,
la ringrazio per la sua celere risposta e mi scuso molto per la mia ignoranza (in effetti ho vissuto all'estero per un periodo ma questo non mi giustifica). Avevo sentito parlare della legge 40 ma non ne conoscevo i particolari. Tuttavia, mi scusi, ma non capisco quale sia mai la funzione delle banche del seme ad oggi in Italia, se non ne viene consentito l'utilizzo al fine di avere un figlio anche a chi ha problemi di sterilità. Concordo con lei sul fatto che la mia particolare situazione richieda una "pausa" e un aiuto (sono in cura presso un psicologo). Ma francamente non credo più nel "principe azzurro", anche se sono la prima ad ammettere che la vita nasconde sempre "sorprese" impreviste. La ringrazio comunque moltissimo per il suo aiuto.
Un cordiale saluto
Francesca
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Cara Francesca ,
le banche del liquido seminale oggi servono quasi esclusivamente per le persone che a causa di un problema medico grave od oncologico , prima di un trattamento medico demolitivo chirurgico, radioterapeutico o chemioterapeutico , vogliono crioconservare i propri gameti. Altra funzione è quella presnte in alcune tecniche di riproduzione assistita dove procede in prima battuta al recupero dei gameti , alla loro crioconservazione e poi ad un loro eventuale successivo utilizzo. Ad esempio una ICSI , cioè l'iniezione diretta degli spermatozoi nel citoplasma di un ovocita, può prevedere questa tappa.
Ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta.
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Dr.ssa Elisabetta Chelo Ginecologo, Patologo della riproduzione 1.9k 52 26
Cara Francesca,
credo che nessuno debba giudicare ,in una materia così intima e personale, le scelte degli altri; quindi non è con questo atteggiamento che le suggerisco di riflettere. Io credo che una donna sola ( come succede comunque in tanti matrimoni ) possa farsi carico e allevare serenamente un bambino; certo è che condividere quest'esperienza solleva da tanta fatica e responsabilità. La figura paterna o un'altra figura maschile che ne faccia le veci sono importanti per lo sviluppo di un bambino nelle varie fasi della crescita; certo molti bambini e ragazzi crescono senza padre e molti di loro superano bene questa assenza. Ma lei è veramente sicura di questa scelta? Se lo è, molte nazioni europee non richiedono che vi sia una coppia per accedere alle banche del seme e potra facilmente trovare informazioni sulla rete. Rifletta bene su questa scelta: non decide solo per sè ,ma anche per un'altra persona a cui dovrà in futuro rendere conto.

Dott.ssa Elisabetta Chelo
Ginecologa specializzata in Patologia dell riproduzione umana
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Cara Francesca
sono perfettamente d'accordo con la Collega Chelo che mi ha preceduto.
Mi inserisco solo per portarLe una mia personale esperienza professionale che ha riguardato un caso come il Suo.
Una mia paziente decise, anni fa (prima della legge 40) di sottoporsi ad un programma di FIVET per avere un figlio "da sola", in seguito ad una grande delusione amorosa, rivolgendosi ad un Istituto privato, contro il mio personale parere e contro la volontà della sua famiglia.
Ha avuto il figlio tanto atteso, dopo vari tentativi.
La sorte, purtroppo, ha voluto che all'età di cinque anni questo bambino sia rimasto orfano, in quanto la madre è morta per una forma acuta di leucemia irrefrenabile.
La famiglia della donna, a malincuore, si è fatta carico delle esigenze del bambino, ma, dalle molte informazioni in mio possesso, sembra che questo piccolo non sia particolarmente felice, sballotato senza posa tra due zii ed una nonna, proprio perchè frutto di una maternità non completamente condivisa.
So benissimo che non esistono "casi uguali" in Medicina come nella vita, ma credo che ognuno di essi debba offrire uno...spunto di riflessione che serva a maturare ed a scegliere in maniera consapevole.
Le auguro le cose più belle, indipendetemente da quella che sarà la Sua decisione.
Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli