Bartolinite

Gentili Dottori,
sono una ragazza che da tempo soffre di bartolinite. Sono stata mesi fa dal ginecologo che mi fece fare un Pap-Test, tutto negativo e che visitandomi mi diagnosticò la bartolinite e che mi prescrisse per questo gyno-canesten per curare una possibile infezione e fare impacchi di acido borico ogni tanto.Devo dire che usando questo medicinale sono riuscita a sgonfiare subito le due ghiandole e soprattutto stando molto attenta agli indumenti e all'igiene così quando ogni tanto causa stress, caldo, indumenti un pò più stretti si gonfiavano di nuovo utilizando questa crema ho sempre risolto tutto. Purtroppo però come tutti i medicinali penso che non possa "abusare" di questa crema, quindi l ho usata circa tre volte in 4, 5 mesi ma adesso sorge un problema:io riesco a conviverci bene per ora con questo problemino però ogni volta che ho un rapporto soprattutto la ghiandola sinistra si gonfia di tantissimo mandando in aria tutti i miei sacrifici e le mie attenzioni. Come posso fare?di certo non posso ogni volta dopo un rapporto usare per sei giorni quella crema, non fa di certo bene. E purtroppo la mia gine mi ha detto che la bartolinite non si può combattere, posso semplicemnte fare degli impacchi di acido borico o altrimenti inciderla appena si forma l'ascesso. Ma è giusto tutto questo?Io non voglio temere un rapporto sessuale ma andando avanti mi ci sto allontanando pian piano dalla mia vita sessuale a causa di ciò.Grazie a chi vorrà aiutarmi
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
La Bartolinite cronico-recidivante è una infiammazione che colpisce a più riprese il dotto della ghiandola del Bartholin, precedentemente dilatato a causa di una ostruzione del suo lume, dovuta, per lo più, a residui di muco, detriti cellulari e sebo.

In questi casi, l'intestardirsi ad eseguire terapie mediche ripetute non fa che comportare la formazione di esiti aderenziali sempre più vasti e tenaci della ghiandola col connettivo lasso che la ricopre e l'accoglie nella sua propria "borsa", situata nel terzo inferiore del grande labbro omolaterale.

Ciò comporta due conseguenze pratiche:
a) la formazione di una sorta di "capsula" intorno alla ghiandola col suo dotto dilatato che rende sempre più difficoltoso e ridotto il buon esito di terapie locali

b) la maggiore difficoltà nella rimozione per intero della ghiandola in caso di intervento chirurgico.

Perciò, l'unico consiglio che può darsi in questo caso è quello di richiedere espressamente, se le condizioni locali lo consentono, non un intervento di incisione e drenaggio (marsupializzazione) che lascia in sede la ghiandola ed il suo dotto, pronti ad infiammarsi nuovamente col tempo, ma un intervento ablativo (Bartolinectomia totale) che risolve definitivamente e con ottimi esiti a distanza il problema.



Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli