Gnatologia e bite
Gentile gnatologo, ho 35 anni, da quando ne avevo 17 la mia bocca si occlude male. Prescisamente, dopo aver dormito la notte, svegliandomi la mia mandibola dal lato destro fa uno scatto. Con il passare del tempo addirittura non riesco ad aprire del tutto la bocca. I numerosi dentisti a cui mi sono rivolto, sulla base della sola ortopantomografia frontale e inserendo le loro dita nelle mie orecchie, facendomi aprire e chiudere la bocca, mi hanno detto che devo convivere per sempre con un bite notturno in resina, quello ad incastro, da fissarsi sull'arcata superiore, il quale, durante la notte mi porta in avanti l'arcata inferiore, ponendo l'occlusione in posizione neutra. La causa? Mi dicono che, poiché chiudo la bocca serrando i denti con forza, durante il sonno, nel corso del tempo la cartilagine al lato destro della mandibola, si è calata, è scesa, lasciando privo di copertura l'osso mandibolare sul lato destro. Altro isolato dentista sostiene invece che i miei canini non sono scesi a sufficienza e i problemi derivano da ciò e che il bite pertanto non va tenuto a vita, ma, piuttosto, bisognerebbe allungare i canini con del materiale tecnico. Altri ancora concordano che il bite non vada usato a vita ma ritengono che la causa siano i denti del giudizio di sotto, non usciti, incastrati sotto la gengiva dai settimi (i denti del giudizio superiori invecei non sono mai nemmeno scesi)
So che dalla vostra postazione non potete fare molto, ma mi chiedo se sia possibile individuare la causa del mio problema solo con gli esami sopra menzionati o piuttosto occorra una ortopantomografia "laterale", proprio per confermare la tesi della cartilagine scomparsa dal lato destro della mandibola.
Inoltre mi chiedo se sia vero che ci sono casi in cui il bite vada usato a vita.
So che dalla vostra postazione non potete fare molto, ma mi chiedo se sia possibile individuare la causa del mio problema solo con gli esami sopra menzionati o piuttosto occorra una ortopantomografia "laterale", proprio per confermare la tesi della cartilagine scomparsa dal lato destro della mandibola.
Inoltre mi chiedo se sia vero che ci sono casi in cui il bite vada usato a vita.
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Gentile Paziente, bisogna anzitutto capire quale sia il piano di trattamento complessivo che viene proposto, in ragione anche delle personali visioni del dentista in campo gnatologico, delle possibilità tecniche di realizzarlo e delle possibilità del paziente di accettarlo.
Per quel che mi riguarda (ma ci possono essere diverse opinioni) una prima fase con il bite, che personalmente faccio portare per tutte le 24 ore pasti esclusi per almeno 4 mesi, serve ad individuare il cambiamento della postura mandibolare necessario a risolvere i problemi che il paziente presenta, che non sono solo di dolore ma anche di vertigine, di respirazione, di sonno ecc. (veda eventualmente l'intera problematica visitando il mio sito internet).
Il bite costituisce solo una terapia iniziale di una disfunzione cranio-mandibolare , una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia. E' del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi, il paziente può essere esattamente come quando ha cominciato: successivamente si dovrà provvedere ad una riabilitazione ortodontica, protesica o mista che confermi il risultato ottenuto con il bite, oppure proseguire, come compromesso, con il bite o con altro dispositivo intraorale a vita.
Raramente i denti del giudizio hanno un ruolo importante nell’insorgenza dei problemi gnatologici, anche se tutto è possibile. La loro estrazione può essere comunque di per sè spesso indicata, ma raramente porta a miglioramenti nelle disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Cordiali saluti ed auguri.
Per quel che mi riguarda (ma ci possono essere diverse opinioni) una prima fase con il bite, che personalmente faccio portare per tutte le 24 ore pasti esclusi per almeno 4 mesi, serve ad individuare il cambiamento della postura mandibolare necessario a risolvere i problemi che il paziente presenta, che non sono solo di dolore ma anche di vertigine, di respirazione, di sonno ecc. (veda eventualmente l'intera problematica visitando il mio sito internet).
Il bite costituisce solo una terapia iniziale di una disfunzione cranio-mandibolare , una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia. E' del tutto evidente che, rimosso il bite , di giorno se prescritto per la sola notte, come anche rimosso definitivamente dopo mesi, il paziente può essere esattamente come quando ha cominciato: successivamente si dovrà provvedere ad una riabilitazione ortodontica, protesica o mista che confermi il risultato ottenuto con il bite, oppure proseguire, come compromesso, con il bite o con altro dispositivo intraorale a vita.
Raramente i denti del giudizio hanno un ruolo importante nell’insorgenza dei problemi gnatologici, anche se tutto è possibile. La loro estrazione può essere comunque di per sè spesso indicata, ma raramente porta a miglioramenti nelle disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
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Ex utente
Grazie della esaustiva e pronta risposta Dottore.
1) Mi chiedo solo se la tesi sostenuta maggiormente dai dentisti che mi hanno visitato, ossia quella per cui la causa della disfunzione mandibolare vada individuata nel venir meno della cartilagine nel disco mandibolare, possa essere dimostrata tramite una specifica risonanza, magari inerente il lato del cranio piuttosto che sulla base della sola ortopantomografia frontale.
2) Inoltre mi chiedo, ove confermata questa causa, se sia prospettabile, in generale, al fine di guarire, un intervento chirurgico o la somministrazionedi corticosteroidi. Cioè desidero sapere se si tratta di rimedi usualmente praticati e consigliati.
3) Desidero infine sapere se il bite a incastro portato a vita (il quale non mi dà alcun problema pur portandolo da più di un decennio) possa indebolire nel corso del tempo, la radice dei denti dell'arcata superiore su cui si incastra.
1) Mi chiedo solo se la tesi sostenuta maggiormente dai dentisti che mi hanno visitato, ossia quella per cui la causa della disfunzione mandibolare vada individuata nel venir meno della cartilagine nel disco mandibolare, possa essere dimostrata tramite una specifica risonanza, magari inerente il lato del cranio piuttosto che sulla base della sola ortopantomografia frontale.
2) Inoltre mi chiedo, ove confermata questa causa, se sia prospettabile, in generale, al fine di guarire, un intervento chirurgico o la somministrazionedi corticosteroidi. Cioè desidero sapere se si tratta di rimedi usualmente praticati e consigliati.
3) Desidero infine sapere se il bite a incastro portato a vita (il quale non mi dà alcun problema pur portandolo da più di un decennio) possa indebolire nel corso del tempo, la radice dei denti dell'arcata superiore su cui si incastra.
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" per cui la causa della disfunzione mandibolare vada individuata nel venir meno della cartilagine nel disco mandibolare...."
L'importante sarebbe capire il motivo del "venir meno". Ho poca considerazione dei trattamenti medici, e ancora meno di quelli chirurgici.
Il vero problema è che il bite deve essere adeguatamente conformato in modo da arrestare il processo degenerativo del disco, che solitamente è legato ad una disfunzione dell'ATM: è a curare questa che è rivolto il bite.
Cordiali saluti ed auguri.
L'importante sarebbe capire il motivo del "venir meno". Ho poca considerazione dei trattamenti medici, e ancora meno di quelli chirurgici.
Il vero problema è che il bite deve essere adeguatamente conformato in modo da arrestare il processo degenerativo del disco, che solitamente è legato ad una disfunzione dell'ATM: è a curare questa che è rivolto il bite.
Cordiali saluti ed auguri.
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Ex utente
Grazie della risposta Dottore. Mi è stato detto dal dentista che mi fece il bite, che la causa del venir meno della cartilagine dipende dal fatto che durante il sonno chiudo la bocca e digrigno i denti con forza eccessiva, per molto tempo. Io non ho prova di questo e nemmeno che la cartilagine sia scesa in maniera irreversibile. Per questo mi chiedevo se ci sono esami per accertarlo (tipo risonanza laterale)
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L’approccio gnatologico è, in prima battuta, essenzialmente clinico: dipende cioè dagli occhi e dalle mani dello gnatologo. Approfondimenti diagnostici possono essere disposti dal curante , se il caso lo richiede: personalmente lo faccio molto raramente, e solo in casi molto gravi. Nella maggior parte dei casi le indagini radiografiche e le TAC non sono nemmeno indicate, e la Risonanza Magnetica, anche positiva, il più delle volte non aggiunge nulla a quanto uno gnatologo esperto può ricavare da un attento esame clinico. Se negativa non esclude un problema disfunzionale, che le immagini non possono evidenziare
La cosa importante é che il dentista-gnatologo sia veramente esperto in problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM),: non tutti i dentisti amano coltivare questa sottospecialità.
La cosa importante é che il dentista-gnatologo sia veramente esperto in problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM),: non tutti i dentisti amano coltivare questa sottospecialità.
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Non sono necessari ulteriori esami.
E anche se la cartilagine si è assottigliata?
Non cambia nulla: non si può riparare.
Non cambia nulla nella terapia: far funzionare meglio la bocca per rallentare i processi degenerativi e combattere il bruxismo e i suoi effetti.
Lo faccio con un bite da portare esclusivamente di notte, a vita.
E anche se la cartilagine si è assottigliata?
Non cambia nulla: non si può riparare.
Non cambia nulla nella terapia: far funzionare meglio la bocca per rallentare i processi degenerativi e combattere il bruxismo e i suoi effetti.
Lo faccio con un bite da portare esclusivamente di notte, a vita.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
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Ex utente
Grazie delle risposte dottori, ho capito che devo portare il bite a vita. Poiché il bite va disincastrato, con una certa forza, dall'arcata superiore, al mattino, mi chiedevo se questa continua azione posssa determinare con il tempo un indebolimento della radice dei denti dell'arcata superiore
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 13/08/2019.
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