Terrorizzata dall'hiv
Salve, so di aver già postato diversi messaggi relativamente alla mia paura di aver contratto l'hiv, ma ogni volta che tento di convincermi che non posso averlo contratto, ecco che sbuca qualche informazione che mi convince del contrario.
Cercherò di esporre la mia esperienza, confrontandola con alcune informazioni che ho trovato qua e là su internet.
Spero che qualcuno possa aiutarmi a fare chiarezza.
A metà febbraio 2007, in un locale, ho baciato una persona che non era delle più affidabili, e che non conoscevo bene. Ho poi saputo che fa uso di cocaina. Inutile dire che mi sono pentita amaramente di quello che ho fatto, ma solo a distanza di qualche mese.
Verso l'inizio di marzo ho fatto un'altra cavolata: ero nello stesso locale, sono caduta dalle scale provocandomi una piccola escoriazione, con la fuoriuscita di poco sangue, sulla gamba sinistra. Indossavo i collant, ma non ho potuto disinfettare la ferita fino al mattino dopo. Perchè? Perchè dopo essere uscita dal locale sono andata (con altre persone ovviamente) a un after a casa di un altro individuo poco affidabile (anche questo fa uso di droghe pesanti, e per di più ha una condotta a dir poco libertina). Stupidamente, ho bevuto dalla stessa bottiglia di questa persona, ma non c'è stato nessun altro rapporto di alcun tipo, nè un bacio. Ho solo utilizzato il suo bagno, senza però appoggiarmi sull'asse del water.
Intorno al 20 marzo riscontro casualmente un linfonodo gonfio sul lato destro del collo, più o meno sotto l'orecchio. Mi faccio prendere dal panico, senza però riuscire a dare una spiegazione all'evento: dunque penso subito a una neoplasia, e il giorno seguente corro all'ospedale presso cui sono stata in cura 7 anni fa per un tumore, dove vengo sottoposta ad una visita con palpazione dei linfonodi su tutto il corpo, ad un'ecografia al collo (che rileva la presenza di linfonodi reattivi), ad un rx torace (esito negativo) e ad analisi del sangue molto approfondite (non comprendenti però purtroppo il test hiv) dalle quali emergono:
-emocromo nella norma
-valori degli ormoni tiroidei nella norma
-ldh, pcr e ves nella norma
-negatività al test per il cytomegalovirus e al toxotest
-positività al test per l'Epstein-Barr virus (igm=91 U/ml, igg assenti)
ossia: sembra che si tratti di mononucleosi.
Sollevata da questa notizia, non pensavo affatto che possa trattarsi di altro. Ho presentato soltanto i seguenti sintomi:
-inizialmente solo gonfiore di un paio di linfonodi sul collo, peraltro poco visibili, ma più che altro palpabili;
-circa una settimana dopo la visita, inizio a sentirmi più stanca e a percepire un po' di dolore nell'area della milza (conseguenza più o meno normale della mononucleosi, se non sbaglio).
Non manifesto altri sintomi, quali febbre, mal di gola o altro, e il recupero è piuttosto rapido: dopo 4-5 giorni a casa, mi sento già meno stanca e posso tornare a scuola, con l'esonero dalle lezioni di ed. fisica per un mese.
Il 12 maggio, però, vengo colpita da un intenso mal di testa per diverse ore, che non accenna a diminuire nemmeno dopo l'assunzione di un analgesico. Provo la febbre, e scopro che la mia temperatura corporea è di 37,5° e nel corso dei due giorni seguenti arriva anche a 39,3°, per poi regredire più o meno spontaneamente, forse anche grazie alla tachipirina.
Il medico di famiglia mi ha detto che se non si fossero ripresentati episodi febbrili potevo stare tranquilla. E in effetti da allora non se ne sono più presentati.
Però io non riesco a spiegarmi questa febbre, apparentemente immotivata, e troppo distante da quelli che dovrebbero essere stati i sintomi della mononucleosi.
Come se non bastasse, a giugno ho effettuato uno stage di due settimane in un laboratorio di biotecnologie, in cui si analizzava il virus dell'hiv. Forse questo ha contribuito a rendere manifesta la mia paura, prima latente.
Circa due mesi fa, in vacanza, ho rifatto le analisi del sangue, tra cui il monotest, ed effettivamente risulta che si sono costituite le igg, mentre le igm sono assenti. Le transaminasi erano nella norma, l'emocromo nella norma. Viene effettuato però un esame a cui non ero mai stata sottoposta, ovvero quello dell'ipercromia, i cui valori di anormalità sono segnalati con +, ++, oppure +++. Accanto al mio risultato c'era un +, ma un medico e un biologo mi hanno rassicurata dicendomi che, in assenza di altri valori dell'emocromo preoccupanti, quella leggera anomalia si poteva ritenere irrilevante o frutto di un'apparecchiatura forse troppo sensibile al contenuto di emoglobina nei globuli rossi.
Tuttavia, da qualche mese a questa parte, non riesco a darmi pace, e sono pressochè convinta di aver contratto l'hiv, forse anche a causa di alcune notizie che ho letto su internet.
Infatti, nonostante molti sostengano che la saliva non è un veicolo di contagio, ho letto che alcuni medici sostengono il contrario. Lo stesso vale per il bacio "alla francese", che secondo i più sarebbe rischioso solo nel caso in cui entrambi i partner avessero ferite sanguinanti all'interno della bocca, ma che secondo altri non è da escludere totalmente dai metodi di contagio.
Inoltre, ho letto che i sintomi dell'infezione acuta da hiv si manifestano generalmente 2-4 settimane dopo il contagio, e che spesso sono simili a quelli della mononucleosi.
Ora, io vorrei capire se i sintomi da me presentati e scomparsi in breve tempo, ovvero il gonfiore di pochi linfonodi sul collo, la possibile splenomegalia (dato il leggero dolore alla milza), e il senso di spossatezza siano riconducibili SOLO alla mononucleosi. Quello che mi insospettisce maggiormente è quell'episodio febbrile a distanza di un mese e mezzo dalle prime analisi del sangue, e dunque difficilmente riconducibile alla mononucleosi.
So che per togliermi ogni dubbio dovrei soltanto fare il test hiv, ma non riesco a trovare il coraggio. E' come se, stupidamente, volessi rimandare il più possibile la potenzialmente terribile notizia.
Mi scuso per la lunghezza del messaggio e per la ripetitività delle mie richieste, ma penso ci sia molta confusione riguardo ai sintomi dell'infezione da hiv, ai tempi in cui si manifestano e perdurano, e soprattutto, mi è sembrato di notare che ci siano pareri discordanti riguardo ai metodi di contagio.
Desidererei ricevere chiarimenti a tal proposito. Ho già consultato vari post (su questo sito) e altro materiale relativo a hiv e aids, ma non sono riuscita a chiarirmi del tutto le idee.
Grazie di cuore a chiunque vorrà rispondere.
Cercherò di esporre la mia esperienza, confrontandola con alcune informazioni che ho trovato qua e là su internet.
Spero che qualcuno possa aiutarmi a fare chiarezza.
A metà febbraio 2007, in un locale, ho baciato una persona che non era delle più affidabili, e che non conoscevo bene. Ho poi saputo che fa uso di cocaina. Inutile dire che mi sono pentita amaramente di quello che ho fatto, ma solo a distanza di qualche mese.
Verso l'inizio di marzo ho fatto un'altra cavolata: ero nello stesso locale, sono caduta dalle scale provocandomi una piccola escoriazione, con la fuoriuscita di poco sangue, sulla gamba sinistra. Indossavo i collant, ma non ho potuto disinfettare la ferita fino al mattino dopo. Perchè? Perchè dopo essere uscita dal locale sono andata (con altre persone ovviamente) a un after a casa di un altro individuo poco affidabile (anche questo fa uso di droghe pesanti, e per di più ha una condotta a dir poco libertina). Stupidamente, ho bevuto dalla stessa bottiglia di questa persona, ma non c'è stato nessun altro rapporto di alcun tipo, nè un bacio. Ho solo utilizzato il suo bagno, senza però appoggiarmi sull'asse del water.
Intorno al 20 marzo riscontro casualmente un linfonodo gonfio sul lato destro del collo, più o meno sotto l'orecchio. Mi faccio prendere dal panico, senza però riuscire a dare una spiegazione all'evento: dunque penso subito a una neoplasia, e il giorno seguente corro all'ospedale presso cui sono stata in cura 7 anni fa per un tumore, dove vengo sottoposta ad una visita con palpazione dei linfonodi su tutto il corpo, ad un'ecografia al collo (che rileva la presenza di linfonodi reattivi), ad un rx torace (esito negativo) e ad analisi del sangue molto approfondite (non comprendenti però purtroppo il test hiv) dalle quali emergono:
-emocromo nella norma
-valori degli ormoni tiroidei nella norma
-ldh, pcr e ves nella norma
-negatività al test per il cytomegalovirus e al toxotest
-positività al test per l'Epstein-Barr virus (igm=91 U/ml, igg assenti)
ossia: sembra che si tratti di mononucleosi.
Sollevata da questa notizia, non pensavo affatto che possa trattarsi di altro. Ho presentato soltanto i seguenti sintomi:
-inizialmente solo gonfiore di un paio di linfonodi sul collo, peraltro poco visibili, ma più che altro palpabili;
-circa una settimana dopo la visita, inizio a sentirmi più stanca e a percepire un po' di dolore nell'area della milza (conseguenza più o meno normale della mononucleosi, se non sbaglio).
Non manifesto altri sintomi, quali febbre, mal di gola o altro, e il recupero è piuttosto rapido: dopo 4-5 giorni a casa, mi sento già meno stanca e posso tornare a scuola, con l'esonero dalle lezioni di ed. fisica per un mese.
Il 12 maggio, però, vengo colpita da un intenso mal di testa per diverse ore, che non accenna a diminuire nemmeno dopo l'assunzione di un analgesico. Provo la febbre, e scopro che la mia temperatura corporea è di 37,5° e nel corso dei due giorni seguenti arriva anche a 39,3°, per poi regredire più o meno spontaneamente, forse anche grazie alla tachipirina.
Il medico di famiglia mi ha detto che se non si fossero ripresentati episodi febbrili potevo stare tranquilla. E in effetti da allora non se ne sono più presentati.
Però io non riesco a spiegarmi questa febbre, apparentemente immotivata, e troppo distante da quelli che dovrebbero essere stati i sintomi della mononucleosi.
Come se non bastasse, a giugno ho effettuato uno stage di due settimane in un laboratorio di biotecnologie, in cui si analizzava il virus dell'hiv. Forse questo ha contribuito a rendere manifesta la mia paura, prima latente.
Circa due mesi fa, in vacanza, ho rifatto le analisi del sangue, tra cui il monotest, ed effettivamente risulta che si sono costituite le igg, mentre le igm sono assenti. Le transaminasi erano nella norma, l'emocromo nella norma. Viene effettuato però un esame a cui non ero mai stata sottoposta, ovvero quello dell'ipercromia, i cui valori di anormalità sono segnalati con +, ++, oppure +++. Accanto al mio risultato c'era un +, ma un medico e un biologo mi hanno rassicurata dicendomi che, in assenza di altri valori dell'emocromo preoccupanti, quella leggera anomalia si poteva ritenere irrilevante o frutto di un'apparecchiatura forse troppo sensibile al contenuto di emoglobina nei globuli rossi.
Tuttavia, da qualche mese a questa parte, non riesco a darmi pace, e sono pressochè convinta di aver contratto l'hiv, forse anche a causa di alcune notizie che ho letto su internet.
Infatti, nonostante molti sostengano che la saliva non è un veicolo di contagio, ho letto che alcuni medici sostengono il contrario. Lo stesso vale per il bacio "alla francese", che secondo i più sarebbe rischioso solo nel caso in cui entrambi i partner avessero ferite sanguinanti all'interno della bocca, ma che secondo altri non è da escludere totalmente dai metodi di contagio.
Inoltre, ho letto che i sintomi dell'infezione acuta da hiv si manifestano generalmente 2-4 settimane dopo il contagio, e che spesso sono simili a quelli della mononucleosi.
Ora, io vorrei capire se i sintomi da me presentati e scomparsi in breve tempo, ovvero il gonfiore di pochi linfonodi sul collo, la possibile splenomegalia (dato il leggero dolore alla milza), e il senso di spossatezza siano riconducibili SOLO alla mononucleosi. Quello che mi insospettisce maggiormente è quell'episodio febbrile a distanza di un mese e mezzo dalle prime analisi del sangue, e dunque difficilmente riconducibile alla mononucleosi.
So che per togliermi ogni dubbio dovrei soltanto fare il test hiv, ma non riesco a trovare il coraggio. E' come se, stupidamente, volessi rimandare il più possibile la potenzialmente terribile notizia.
Mi scuso per la lunghezza del messaggio e per la ripetitività delle mie richieste, ma penso ci sia molta confusione riguardo ai sintomi dell'infezione da hiv, ai tempi in cui si manifestano e perdurano, e soprattutto, mi è sembrato di notare che ci siano pareri discordanti riguardo ai metodi di contagio.
Desidererei ricevere chiarimenti a tal proposito. Ho già consultato vari post (su questo sito) e altro materiale relativo a hiv e aids, ma non sono riuscita a chiarirmi del tutto le idee.
Grazie di cuore a chiunque vorrà rispondere.
[#2]
Anestesista, Infettivologo
Credo che il suo disagio psicologico meriti un sostegno dei colleghi specialisti in materia. Lei è molto giovane ed ha tutto il diritto di una vita piena di gioia e serenità . Dal punto di vista infettivologico non vi è nessun rischio con le modalità descritte. Cerchi di stare serena. Segua il consiglio. Conosco perfettamente le pubblicazioni di cui parla; se ci ha detto tutto stia serena.
Marcello Masala MD
Marcello Masala MD
[#3]
Ex utente
La ringrazio infinitamente, dottor Masala.
Io sto effettuando delle sedute con una psicoterapeuta, ma la "terapia" vera e propria inizierà tra un po'.
Nel racconto della mia esperienza penso di non aver omesso nulla, se non che tra maggio e giugno ho presentato quella che è stata considerata una sintomatologia ansiosa (anche perchè in parte scaturita da un attacco di ansia che ho avuto una notte), ossia lieve parestesia alla mano e al piede sx e, a tratti, lievi fitte addominali soprattutto nel basso ventre a sinistra, senza però presentare problemi intestinali.
La psicoterapeuta e altri medici hanno ritenuto che questi piccoli disturbi fossero collegati alla mia ansia, che in quel periodo era davvero elevatissima. In effetti, all'inizio di luglio, questi disturbi sono scomparsi.
Però quello che continua a preoccuparmi è quell'inspiegabile febbre. O è possibile che fosse ancora uno "strascico" della mononucleosi?
Grazie infinite.
Io sto effettuando delle sedute con una psicoterapeuta, ma la "terapia" vera e propria inizierà tra un po'.
Nel racconto della mia esperienza penso di non aver omesso nulla, se non che tra maggio e giugno ho presentato quella che è stata considerata una sintomatologia ansiosa (anche perchè in parte scaturita da un attacco di ansia che ho avuto una notte), ossia lieve parestesia alla mano e al piede sx e, a tratti, lievi fitte addominali soprattutto nel basso ventre a sinistra, senza però presentare problemi intestinali.
La psicoterapeuta e altri medici hanno ritenuto che questi piccoli disturbi fossero collegati alla mia ansia, che in quel periodo era davvero elevatissima. In effetti, all'inizio di luglio, questi disturbi sono scomparsi.
Però quello che continua a preoccuparmi è quell'inspiegabile febbre. O è possibile che fosse ancora uno "strascico" della mononucleosi?
Grazie infinite.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.5k visite dal 05/09/2007.
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