Protesi d anca e lavoro
Buonasera,
Sono una signora di 54 anni, da 9 mesi operata di protesi d'anca totale sx.
Sono un operatore socio sanitario, lavoro in una casa di riposo a servizio pubblico, con piena idoneità.
Da circa un mese sono stata chiamata x concorso in una Ulss.
Mi sono vista negare l'idoneità piena ma bensì inidoneità parziale con limitazioni: Evitare la movimentazione manuale dei carichi o pazienti in unità operative a rischio medio-alto.
Per cui non posso essere assunta.
La mia situazione porta necessariamente ad avere queste limitazioni?
Grazie
Sono una signora di 54 anni, da 9 mesi operata di protesi d'anca totale sx.
Sono un operatore socio sanitario, lavoro in una casa di riposo a servizio pubblico, con piena idoneità.
Da circa un mese sono stata chiamata x concorso in una Ulss.
Mi sono vista negare l'idoneità piena ma bensì inidoneità parziale con limitazioni: Evitare la movimentazione manuale dei carichi o pazienti in unità operative a rischio medio-alto.
Per cui non posso essere assunta.
La mia situazione porta necessariamente ad avere queste limitazioni?
Grazie
[#1]
Gentile signora,
il consulto che Lei ha postato in sezione "ortopedia" merita una risposta articolata e multidisciplinare. Pertanto ho spostato il consulto nella sezione "medicina del lavoro", sperando che qualche specialista di questa branca possa darLe il Suo punto di vista. Io Le darò qui il mio punto di vista da chirurgo dell'anca.
Anzitutto ci tengo a dire che non è possibile, dal punto di vista clinico, accorpare tutti i pazienti portatori di protesi d'anca in un unico sottoinsieme funzionale. Esistono pazienti che vanno meglio e pazienti che vanno peggio, e questo è intuitivo.
Per prima cosa bisogna capire che tipo di intervento Lei ha subito. Che via di accesso, che tipo di impianto, la patologia di base, l'invalidità preoperatoria.
Il "paziente ideale", con una patologia in assenza di gravi deformazioni o gravi retrazioni tissutali, che subisce un intervento di protesi d'anca con via d'accesso mini invasiva e a risparmio tissutale, perfettamente posizionata ed ha un decorso privo di complicanze, virtualmente non ha alcuna limitazione (se non quelle dettate dalla prudenza e dal buon senso. Ho ad esempio molti pazienti che con la loro protesi d'anca praticano sci, equitazione, ballo. Ho persino un paio di pazienti che fanno gli istruttori di arti marziali. Questi pazienti, intuitivamente, non avrebbero alcuna controindicazione a svolgere la Sua professione.
E' chiaro che però il Suo caso specifico va analizzato clinicamente per capire se Lei ha in effetti qualche limitazione effettiva o meno. E' importante che Lei si affidi ad un medico del lavoro che sia di indole aperta e moderna, disposto ad analizzare la Sua situazione con attenzione. Se teme che il medico del lavoro possa aver sopravvalutato la Sua inabilità potrebbe essere d'aiuto presentarsi in rivalutazione munita di una dichiarazione dell'ortopedico che Le ha fatto l'intervento.
Cordiali saluti
il consulto che Lei ha postato in sezione "ortopedia" merita una risposta articolata e multidisciplinare. Pertanto ho spostato il consulto nella sezione "medicina del lavoro", sperando che qualche specialista di questa branca possa darLe il Suo punto di vista. Io Le darò qui il mio punto di vista da chirurgo dell'anca.
Anzitutto ci tengo a dire che non è possibile, dal punto di vista clinico, accorpare tutti i pazienti portatori di protesi d'anca in un unico sottoinsieme funzionale. Esistono pazienti che vanno meglio e pazienti che vanno peggio, e questo è intuitivo.
Per prima cosa bisogna capire che tipo di intervento Lei ha subito. Che via di accesso, che tipo di impianto, la patologia di base, l'invalidità preoperatoria.
Il "paziente ideale", con una patologia in assenza di gravi deformazioni o gravi retrazioni tissutali, che subisce un intervento di protesi d'anca con via d'accesso mini invasiva e a risparmio tissutale, perfettamente posizionata ed ha un decorso privo di complicanze, virtualmente non ha alcuna limitazione (se non quelle dettate dalla prudenza e dal buon senso. Ho ad esempio molti pazienti che con la loro protesi d'anca praticano sci, equitazione, ballo. Ho persino un paio di pazienti che fanno gli istruttori di arti marziali. Questi pazienti, intuitivamente, non avrebbero alcuna controindicazione a svolgere la Sua professione.
E' chiaro che però il Suo caso specifico va analizzato clinicamente per capire se Lei ha in effetti qualche limitazione effettiva o meno. E' importante che Lei si affidi ad un medico del lavoro che sia di indole aperta e moderna, disposto ad analizzare la Sua situazione con attenzione. Se teme che il medico del lavoro possa aver sopravvalutato la Sua inabilità potrebbe essere d'aiuto presentarsi in rivalutazione munita di una dichiarazione dell'ortopedico che Le ha fatto l'intervento.
Cordiali saluti
[#2]
Gentile utente,
confermo pienamente quanto affermato dal collega ortopedico. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. L'intervento all'anca non determina necessariamente limitazioni sul lavoro. E' necessario valutare caso per caso se e quali deficit funzionali permanenti abbia determinato la patologia e l'intervento.
Scrivere nel giudizio "Evitare la movimentazione manuale dei carichi o pazienti....." mi sembra fuorviante per chi deve interpretare il giudizio. Evitare cosa significa? Che non lo può fare mai? in tal caso si dovrebbe scrivere escludere. Che lo può fare ma non sempre? In tal caso bisognerebbe quantificare la limitazione.
Io le consiglio, se ancora c'è tempo, di proporre ricorso al giudizio del medico competente ai sensi dell'articolo 41 comma 9 del dlgs. 81/08.
Il ricorso va presentato all'organo di vigilanza della USSL competente per territorio entro trenta giorni da quando lei ha ricevuto il giudizio.
L'organo di vigilanza, dopo gli opportuni accertamenti emetterà un proprio giudizio che potrà confermare, modificare o revocare il giudizio del medico competente.
Cordiali saluti
confermo pienamente quanto affermato dal collega ortopedico. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. L'intervento all'anca non determina necessariamente limitazioni sul lavoro. E' necessario valutare caso per caso se e quali deficit funzionali permanenti abbia determinato la patologia e l'intervento.
Scrivere nel giudizio "Evitare la movimentazione manuale dei carichi o pazienti....." mi sembra fuorviante per chi deve interpretare il giudizio. Evitare cosa significa? Che non lo può fare mai? in tal caso si dovrebbe scrivere escludere. Che lo può fare ma non sempre? In tal caso bisognerebbe quantificare la limitazione.
Io le consiglio, se ancora c'è tempo, di proporre ricorso al giudizio del medico competente ai sensi dell'articolo 41 comma 9 del dlgs. 81/08.
Il ricorso va presentato all'organo di vigilanza della USSL competente per territorio entro trenta giorni da quando lei ha ricevuto il giudizio.
L'organo di vigilanza, dopo gli opportuni accertamenti emetterà un proprio giudizio che potrà confermare, modificare o revocare il giudizio del medico competente.
Cordiali saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 9.8k visite dal 04/03/2020.
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