Entesopatia calcifica inserzionale prossimale degli adduttori

Salve,
scrivo per ricevere un consulto sulla mia situazione.
Sono una ragazza di 29 anni, ho sempre praticato molto sport nella mia vita per cui ho un fisico abbastanza allenato.
Da circa 8 anni faccio yoga, il che mi porta a lavorare con il mio corpo attraverso allungamenti muscolari (anche molto forti) di ogni tipo.
Nel maggio del 2013, a seguito di un esercizio di allungamento dei muscoli delle gambe effettuato male (probabilmente con un non apposito pre-riscaldamento), ho accusato un dolore all’interno della gamba sinistra tutte le volte che provavo ad allungare esternamente (ad aprire verso l’esterno la gamba). Il dolore, nello specifico, si concentrava più verso la zona dell’inguine.
Questo dolore non è stato da me curato in nessun modo, e di conseguenza si è protratto nei successivi mesi, accusando con il tempo anche un risentimento nella parte retrostante il ginocchio ogni qualvolta io provassi ad allungare sia frontalmente che lateralmente la gamba.
Nel settembre 2013 ho finalmente deciso, sotto consiglio della mia fisioterapista, di effettuare un’ecografia, dalla quale è emersa una “Entesopatia calcifica inserzionale prossimale degli adduttori” della gamba sinistra. Vi erano state riscontrate alcune micro calcificazioni, oltre ovviamente all’infiammazione della zona (pubalgia).
Con questa ecografia mi sono rivolta ad un centro riabilitativo, il cui fisiatra mi ha prescritto una ciclo di terapia di 10 giorni che prevedeva crioterapia in combo con Laser Co2.
Successivamente a questo ciclo ho rifatto l’ecografia dalla quale è emerso che le piccole calcificazioni erano andate via, ma ve ne era rimasta soltanto una di circa 5mm.
A fronte di questo il fisiatra mi ha dato un mese di tempo di pausa nel quale mi ha consigliato di camminare molto e di usare la bicicletta motivando questa scelta con il fatto che voleva vedere se la calcificazione si sarebbe assorbita da sola.
Dopo questo mese ho rifatto l’ecografia dalla quale è emerso che la calcificazione effettivamente si era ridotta a 3mm.
A questo punto mi ha prescritto un altro ciclo (di 10 sedute) della stessa terapia precedente (Crioterapia + laser Co2).
Terminato questo ciclo non ho effettuato più nessun’altro trattamento e nessun’altra ecografia.
Sempre lo stesso fisiatra mi ha tassativamente vietato di effettuare qualsiasi sport…e quindi qualsiasi movimento brusco della gamba che preveda l’allungamento o anche solo l’apertura della gamba verso l’esterno per non far infiammare di nuovo la zona trattata, pur mantenendo però il consiglio di camminare molto.
Sono passati quindi quasi due mesi dalla fine del mio ultimo ciclo di terapia e ancora mi consiglia di stare ferma.
La mie domande sono queste:
1- è giusto non sottoporre il tendine (e il muscolo) a nessun tipo di allungamento per così tanto tempo dalla fine dei trattamenti? È vero che la parte si può infiammare di nuovo..ma non rischio così di “atrofizzare” il muscolo? Prima o poi dovrò riprendere un minimo di allenamento.
2- Inoltre … ammetto che ogni tanto ho provato ad aprire leggermente la gamba verso l’esterno … e ho avvertito oltre alla rigidità anche dolore. Questo dolore da cosa può esser dovuto..dal tendine che si è accorciato molto oppure da altro?
3- dopo il secondo e ultimo ciclo di terapia non ho rifatto l’ecografia. E’ opportuno rifarla per verificare se effettivamente quel minimo di calcificazione rimasta è andata via?
Spero di essere stata esaustiva.
Attendo risposta,
Grazie in anticipo
Marialessia
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Non avendo ricevuto risposte in questa area potrebbe ripostare in area ORTOPEDIA anche perché alcuni ortopedici sono specialisti in Medicina dello sport

Tanti saluti

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com