Tromboflebite e ripresa dell'attività sportiva
Sono una donna di 31 anni, non fumo, non bevo (aldilà della birra la sera ogni tanto) e faccio attività sportiva amatoriale in particolare il ciclismo (dalle 6 alle 10 ore di attività a settimana con molte salite).
A seguito di una caduta, in cui mi hanno messo tre punti al ginocchio, mi è stata diagnostica una trombosi venosa alla vena surale alla gamba sinistra.
(il termine usato dal diagnosta è stato "cenni di una tromboflebite")
Il medico di base mi ha subito prescritto il Clexane 4000, dopo 20 giorni al controllo il trombo era completamente disciolto e c'era una completa rivascolarizzazione della gamba.
Il medico ha cosi deciso di sospendere il Clexane (ho fatto in totale 24 giorni), prescritto il Venoruton 2 volte al giorno e una visita dall'angiologo.
Per una serie di motivi di cattiva gestione dei centralini di prenotazione, sono riuscita ad avere una visita a 10 giorni dalla sospensione del Clexane.
L'angiologo mi ha confermato che il trombo si è disciolto e c'è una completa rivascolarizzazione.
Mi ha segnato tutte le analisi del caso, vista la giovane età e per verificare eventuali predisposizioni, e mi ha caldamente consigliato di riprendere gli anticoagulanti per i prossimi mesi.
Il medico base mi ha prescritto di nuovo il Clexane 4000 per altri due mesi.
Io nel frattempo ho riconciato a camminare tranquillamente, gradualmente sono arrivata a fare 6 km in un'ora ed ogni giorno va sempre meglio.
La mia domanda è trasversale a tutto questo:
con il Clexane 4000 è troppo pericoloso riprendere l'attività sulla bici da corsa?
in sostituzione posso fare spinning/cyclette a casa? (ho la bici apposta).
Valutando con il mio medico, potrei avere una dose più bassa di anticoagulanti e riprendere prima l'attività in bicicletta?
in alternativa, posso valutare di arrivare gradualmente a praticare un po' di corsa (a piedi) come attività più "sicura" in questi lunghi mesi?
Il caldo estivo è controproducente?
Il gambaletto, l'angiologo mi ha consigliato una calza per il ciclismo, dovrei usarla anche per camminare/correre oppure posso farne a meno?
A seguito di una caduta, in cui mi hanno messo tre punti al ginocchio, mi è stata diagnostica una trombosi venosa alla vena surale alla gamba sinistra.
(il termine usato dal diagnosta è stato "cenni di una tromboflebite")
Il medico di base mi ha subito prescritto il Clexane 4000, dopo 20 giorni al controllo il trombo era completamente disciolto e c'era una completa rivascolarizzazione della gamba.
Il medico ha cosi deciso di sospendere il Clexane (ho fatto in totale 24 giorni), prescritto il Venoruton 2 volte al giorno e una visita dall'angiologo.
Per una serie di motivi di cattiva gestione dei centralini di prenotazione, sono riuscita ad avere una visita a 10 giorni dalla sospensione del Clexane.
L'angiologo mi ha confermato che il trombo si è disciolto e c'è una completa rivascolarizzazione.
Mi ha segnato tutte le analisi del caso, vista la giovane età e per verificare eventuali predisposizioni, e mi ha caldamente consigliato di riprendere gli anticoagulanti per i prossimi mesi.
Il medico base mi ha prescritto di nuovo il Clexane 4000 per altri due mesi.
Io nel frattempo ho riconciato a camminare tranquillamente, gradualmente sono arrivata a fare 6 km in un'ora ed ogni giorno va sempre meglio.
La mia domanda è trasversale a tutto questo:
con il Clexane 4000 è troppo pericoloso riprendere l'attività sulla bici da corsa?
in sostituzione posso fare spinning/cyclette a casa? (ho la bici apposta).
Valutando con il mio medico, potrei avere una dose più bassa di anticoagulanti e riprendere prima l'attività in bicicletta?
in alternativa, posso valutare di arrivare gradualmente a praticare un po' di corsa (a piedi) come attività più "sicura" in questi lunghi mesi?
Il caldo estivo è controproducente?
Il gambaletto, l'angiologo mi ha consigliato una calza per il ciclismo, dovrei usarla anche per camminare/correre oppure posso farne a meno?
[#1]
Gentile utente, riprendere lo sport del ciclismo per i prossimi mesi non lo consiglio. L'anticoagulante che sta prendendo creerebbe problemi nel caso di un trauma, una caduta che, nel ciclimo è sempre dietro l'angolo. In ogni caso, anche diminuendo la dose, l'effetto resterebbe tale. Termini la cura e con molta gradualità riprenda l'attività sportiva cominciando da quanto di meno traumatico esiste. Si tenga sotto controllo con l'angiologo; per quanto riguarda il gambaletto in bici, bisognerebbe vedere gambe ed esami. Il caldo estivo è sempre controproducente per la vasodilatazione necessaria per raffreddare il corpo. Ma lei, ovviamente, non fa attività sportiva nelle ore calde.... vero?
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Dr. Gianpaolo Sardo
specialista in Medicina dello Sport - Catania
www.studiomedicostaff.it
[#2]
Utente
L'anno scorso uscivo a mezzogiorno durante la pausa pranzo, quest'anno, con una tvp l'avvero escluso a priori ma chiedevo giusto per conferma. :)
Purtroppo ho sentito diversi ciclisti che hanno ricominciato l'attività sportiva anche con gli anticoagulanti orali, mi sembrava strano, ma dalla sua risposta mi conferma che non è sicuro.
Mi preme chiedere conferma per questi due mesi di terapia, faccio un lavoro sedentario da casa quindi il massimo della mobilità è dalla scrivania al bagno.
Se non praticassi sport praticamente potrei passare settimane senza uscire da casa.
Per questo vorrei aggiungere un altro paio di domande.
nei limiti di una ripresa molto graduale chiedo:
camminare o correre va bene?
Lo chiedo per la dinamica della muscolatura del polpaccio quanto può influire sulle vene profonde.
Idem per la cyclette/spinning, attività che non mi azzarderei a praticare domani ma verso la fine della cura, dato che cadere da una bici da spinning è decisamente difficile, è possibile ricominciare con delle sedute come diciamo in gergo noi "giusto per far girare le gambe"?
O il movimento in bicicletta influirebbe negativamente sulle vene profonde?
Grazie mille.
Purtroppo ho sentito diversi ciclisti che hanno ricominciato l'attività sportiva anche con gli anticoagulanti orali, mi sembrava strano, ma dalla sua risposta mi conferma che non è sicuro.
Mi preme chiedere conferma per questi due mesi di terapia, faccio un lavoro sedentario da casa quindi il massimo della mobilità è dalla scrivania al bagno.
Se non praticassi sport praticamente potrei passare settimane senza uscire da casa.
Per questo vorrei aggiungere un altro paio di domande.
nei limiti di una ripresa molto graduale chiedo:
camminare o correre va bene?
Lo chiedo per la dinamica della muscolatura del polpaccio quanto può influire sulle vene profonde.
Idem per la cyclette/spinning, attività che non mi azzarderei a praticare domani ma verso la fine della cura, dato che cadere da una bici da spinning è decisamente difficile, è possibile ricominciare con delle sedute come diciamo in gergo noi "giusto per far girare le gambe"?
O il movimento in bicicletta influirebbe negativamente sulle vene profonde?
Grazie mille.
[#3]
Gentile utente, "la dinamica muscolare del polpaccio" così come la definisce agisce positivamente sul circolo venoso degli arti inferiori. La muscolatura degli arti funge da "spremitore" delle vene e quindi con effetto positivo sul ritorno venoso. Per lo sportivo la muscolatura rappresenta una calza elastica naturale; Giusto per fare girare le gambe si può fare anche uno spinning non eccessivamente impegnativo. Ovviamente cautela sempre.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 20.8k visite dal 30/05/2018.
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