Parere analisi

Buonasera,ho appena ritirato il risultati di analisi effettuate come controllo generico annuale e in attesa di mostrarle al mio curante che è in ferie approfitto della vostra cortesia per chiedere un parere.
Es.emocromocitometrico
WBC 4.85
RBC 4.53
HB 13.4
Ht 39.0
mcv 86.1
MCH 29.6
RDW-CV 13.1
PLT 252
MPV 10.7

VES 17 TSH 1.27 FERRITINA 42 GLUCOSIO 0.73 UREA 0.24 CREATININA 0.6 SODIO 140 POTASSIO 4.2 CLORURO 102 CALCIO 9.2 AST 17 ALT 13 GAMMA-GT 8 FOSFATASI ALCALINA 39 BILIRUBINA TOT.0.56 BILIRUBINA DIR.0.22 TRIGLICERIDI 94 COLESTEROLO TOT.155 COL.HDL 38 COL.LDL 98
ACIDO URICO 3.4 PROTEINE TOTALI 6.8
PROTIDOGRAMMA:
ALBUMINA 59.7 ALFA1 6.6 ALFA2 10.8 BETA GLOB.7.9 GAMMA GLOB.15 RAPPORTO ALBUMINA/GLOBULUNE 1.48.
Chiedo un parere generale su questi valori e in particolare su gamma-gt,fosfatasi alcalina,colesterolo e beta globuline che sono leggermente al di sotto del limite inferiore riportato dal laboratorio,e bilirubina diretta che è 0.22 mentre la soglia superiore è o.20.
Grazie a chiunque vorràò darmi un parere;concludo specificando che sono una donna di 44 anni
[#1]
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Vanno tutti molto bene.

Per i parametri che la preoccupano, in realta' piu' sono bassi e meglio e'.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie!sono particolarmente contenta che mi abbia risposto lei dott.Bianchi,avendo avuto varie volte modo di osservare la chiarezza con cui risponde.Buon lavoro e buon proseguimento di estate.
[#3]
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Signora noto solo adesso che nella sua storia clinica c'e' un vecchio quesito di quest' inverno, riferito a me. In passato ho seguito il sito a sprazzi, quel messaggio mi e' completamente sfuggito - anche se ricordo una discussione su un argomento simile, dovrei andare a rivedere con chi.

Per adesso mi scuso per quella mancata risposta.


[#4]
dopo
Utente
Utente
E' vero,mi ero rivolta a lei ma avevo notato che in quel periodo solo saltuariamente era presente.Proprio in questi giorni sto riflettendo se sia il caso o meno di ritentare una donazione,dato che è trascorso quasi un anno dall'ultima volta,ma ho paura che la mia speranza di vedere cessata la crossreattività venga di nuovo delusa.Mi farebbe molto piacere conoscere se nella sua esperienza ci sono casi in cui il problema si è risolto.
Grazie tante ancora per il tempo che mi sta dedicando
[#5]
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Allergologo, Biochimico clinico, Medico di laboratorio
Ho finalmente recuperato la discussione intercorsa tempo addietro con altra paziente sul medesimo problema della crossreattivita' e gliela giro pari pari, anche se lei l'aveva sicuramente gia' letta.

Il tono del testo e' un po' pedagogico-naif, ma la parte che la interessa e' in fondo e cioe':

1) una volta che c'e' una crossreattivita' anticorpale, questa tendenzialmente permane a tempo indefinito, allo stesso modo che permane per es. l'immunita' anti morbillo o anti rosolia. In realta' gli anticorpi, se non intervengono reinfezioni, gradualmente possono anche declinare, ma difficilmente spariranno e quindi ogni volta il test verra' POSITIVO e ogni volta richiedera' l'approfondimento diagnostico con test di conferma.

2) il fatto che il paziente sia gia' noto come falso positivo non esime mai dall'approfondimento perche', concettualmente, a un certo punto alla positivita' falsa potrebbe sovrapporsi una infezione vera.

In fondo al testo rispondo alle sue domande "cosa succede veramente" e "perche' non si fa subito il test di conferma".

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Per capire la storia del falsi positivi e non farsi paranoie occorre un minimo di cultura biologica su come e' fatto l'HIV e come facciamo noi a beccarlo.

L' HIV non e' mica una automobile che ha scitto sul cofano in chiaro marca e modello. Il virus dell'HIV e' una struttura biologica submicroscopica con un certo guscio e un certo contenuto, che a loro volta sono composti di migliaia di molecole diverse, piu' o meno particolari e specifiche dell' HIV.

In laboratorio non c'e' modo di cercare l' HIV fotografandolo come entita' complessiva, si devono cercare le tracce delle singole molecole. E' come se per riconoscere una macchina ti dessero un cannocchiale che uno vede un pezzo di maniglia, un pezzo di fanale, un interruttore interno ecc., dall'insieme dei dettagli risali a che modello e'.

Se uno vede una molecola, poi un'altra, poi un'altra, tutte appartenenti all' HIV, normalmente conclude in via induttiva che l' HIV c'e'. Ma come nelle macchine puo' capitare che diversi modelli anche di case differenti condividano la stessa maniglia o gli stessi interruttori, cosi' capita che diversi virus o batteri ecc. condividano molecole uguali o simili, preservati nel corso di una comune evoluzione.

Capita quindi che la paziente si sensibilizzi contro la singola molecola condivisa da questo microorganismo e dall' HIV. Quando va a fare il test dell' HIV, viene fuori un segnale (il famoso positivo debole).

E' come aver visto una maniglia, e da quel dettaglio avulso ipotizzare su base statistica e presuntiva che appartenga alla macchina che piu' spesso la monta. Di solito e' cosi', ma non e' detto.

Siccome con la salute la presunzione non basta, si fa il test di conferma (Blot o Riba) che fa vedere separatamente su una sola striscia reattiva tutti gli antigeni piu' caratteristici dell' HIV. Se uno e' fortemente positivo contro la maggior parte di questi antigeni, e' praticamente certo che abbia l' HIV. Ma se c'e', come nel suo caso, un positivita' debole contro un solo antigene superficiale, allora si conclude per la "cross-reazione" (falso positivo). Mi pare che questo percorso lei l'abbia gia' fatto.

Tutte le volte che fara' lo screening, la molecola condivisa da HIV e altri microorganismi saltera' fuori, e lei ripetera' la trafila del test di conferma.

Non e' possibile liquidare il test di screening come falso positivo dicendo "si' la paziente e' nota come portatrice di una crossreazione", perche' in via di principio non si puo' mai escludere che a un bel momentoi la pz. abbia anche preso l' HIV e questa volta sia positiva a tutto. Ma siccome dalla sua storia personale la cosa appare improbabile, allora da una parte si fa il test di conferma, perche' non si puo' non farlo, ma dall'altro la si rassicura dicendole "vedra' che risultera' falso positivo come la volta scorsa", sulla base del meccanismo immunologico sopra illustrato.

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Un virus come detto presenta un insieme di molecole che fungono da antigeni, cioe' contro cui l'organismo sviluppa anticorpi.

Alcune di queste molecole, specie quelle superficiali, sono uguali o molto simili fra virus HIV e altri virus linfotropi innocui, questo perche' tutte le specie evolvono sempre una dall'altra e conservano componenti simili.

Percio' se uno si infetta col virus innocuo, produce anticorpi contro il virus innocuo che poi reagiranno anche con molecole dell' HIV che assomigliano alle molecole del virus innocuo.

Il test di screening si fa mettendo insieme una miscela di antigeni dell' HIV col siero del paziente. Se il paziente ha anticorpi contro anche uno solo di questi antigeni, il test risulta POSITIVO. Questo fatto di reagire anche contro un antigene solo e' voluto e serve per massimizzare la SENSIBILITA' del test.

Se il pz. ha ancorpi che legano le molecole del virus innocuo, ma anche le molecole molto simili dell' HIV, al test HIV risulta positivo.

Il test di conferma consiste nell'usare una striscia di plastica su cui sono attaccati, ma separati uno dall'altro, tutti gli antigeni che nel test di screening erano mescolati.

A questo punto si vede proprio fisicamente che la positivita' e' rivolta contro uno solo degli antigeni, un antigene tipicamente superficiale e che sappiamo essere poco specifico. A quel punto interviene l'interpretazione del laboratorista che valuta il reperto come "reazione crociata".

E se e' poco specifico, dira' lei, perche' non lo eliminate? perche' in caso di infezione "vera" e' comunque il primo a positivizzarsi e quindi permette di ridurre il periodo finestra e anticipare la positivita'.

E come fate a sapere se una positivita' iniziale al solo antigene superficiale isolato e' vera o falsa? Qui gioca un po' l'esperienza ma il criterio e' che la positivita' isolata se e' da crossreazione e'anche debole, mentre se e' vera e' sempre isolata, pero' stavolta piu' intensa.

Non si puo' fare a tutti il test di conferma direttamente perche' e' molto piu' lento da fare e costoso, mentre quello di screening e' veloce e fatto a macchina. Il test di screening e' fatto apposta per esaltare la sensibilita' e quindi e' previsto che raccatti anche falsi segnali, anzi la maggior parte dei positivi al test di screening sono falsi positivi.

Se si facesse a tutti direttamente il test di conferma, essendo molto laborioso, si rischierebbe di sbagliare, e di perdere dei pazienti positivi.

Poi infine ci sono le tecniche NAT che esplorano non la risposta dell'ospite al virus ma la presenza di tracce del RNA del virus stesso.

Anche per le tecniche NAT comunque occorre selezionare pezzi di virus assolutamente specifici all' HIV ed evitare una serie di artefatti di amplificazione aspecifica.

Conclusione: il titolo anticorpale anti-virus innocuo, che le positivizza l'anti HIV, declinera' col tempo, ma probabilmente mai abbastanza da negativizzare il test. E' come una cicatrice (concetto di "cicatrice immunologica"), che si attenua ma non scompare mai del tutto. Se la tenga e si rassegni.

Come con le cicatrici, il suo e' un problema estetico e non sostanziale: una forma di imbarazzo psicologico per questa falsa positivita' che ogni volta ti obbliga a fare e sentire discorsi. E di questi tempi, faccenda tristemente prosaica ma non astratta, un centro trasfusionale potrebbe avere delle obiezioni economiche a un donatore che tutte le volte lo obbliga a rifare un test costoso. Se il donatore fosse di gruppo comune, per un misto di ragioni prudenziali ed economiche, il centro potrebbe dichiararlo non idoneo, senza alcuna implicazione sulla salute del donatore.


[#6]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dott.Bianchi,grazie infinitamente per questa spiegazione davvero chiarissima ma non superficiale e sbrigativa come quelle che ho avuto nei centri trasfusionali che ovviamente hanno il compito di selezionare donatori e non di perdere tempo nel fornire spiegazioni anche tecniche a persone come me. Per me era davvero importante capire anche il meccanismo che regola i vari tests di laboratorio. Comunque le cose stanno purtroppo così come immaginavo,e cioè si tratta di uuna sorta di immunità permanente che mi esclude dalle donazioni(il mio gruppo sanguigno poi è un comunissimo A Positivo).
Questo virus linfotropo innocuo è stato comunque anche del tutto asintomatico perchè io non sono mai stata male in questi anni.Mi dispiace davvero tanto non poter più donare,soprattutto perchè mi sento bene e so di aver sempre donato con grande senso di responsabilità ,prestando estrema attenzione all'igiene di vita in tutti i suoi aspetti.
Mi perdoni se mi sono dilungata troppo nello sfogo;le ribadisco comunque la mia gratitudine per aver capito di che tipo di risposta avessi bisogno.
Buon lavoro e grazie davvero
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