Le mie anche, una triste odissea

NONOSTANTE LA LUNGHEZZA DEL TESTO CHIEDO CORTESEMENTE DI LEGGERE E FORNIRE QUALSIASI TIPO DI CONSIGLIO.
Andrea, 30 anni.
Fin da piccolo ho manifestato difficoltà ad allargare le gambe, causa dolore ai glutei che mi rendeva impegnativo quel tipo di movimento.
All’età di circa 12 anni Dr. Callea (ortopedico) mi visita sconsigliando la prosecuzione di attività fisiche di impatto, a causa dell’ “anomala” conformazione delle mie anche. . Consiglio che non seguo e fino all’età di 20 pratico il calcio, il tennis e lo sci.
Dopo i 20 anni iniziano alcuni problemi alla zona lombare, con dolori a volte acuti a volte sordi (rigidità mattutina) ma facilmente placabili con anti-infiammatori. A causa di tali dolori mi reco dal Dr. Lolli (ortopedico) il quale rileva una leggera discopatia in zona lombare e ne tenta la cura con busto correttivo e farmaci.
I dolori restano ma la natura saltuaria, mi consente una vita normale.
NOTA: tale discopatia in seguito non è più stata confermata da gli altri medici.
Per diverso tempo, fino all’età di 25 anni tutto procede abbastanza bene (dolori lombari a parte) fino a quando decido di riprendere l’attività sportiva e inizio a frequentare una palestra di basket. Dopo pochi mesi iniziano dei dolori lancinanti al gluteo dx che mi impediscono di camminare tranquillamente, dato che caricando il peso sulla gamba il dolore al gluteo si acutizza.
Inizia il calvario.
Faccio 2 visite da altrettanti ortopedici che, sospettando un’ernia mi fanno fare radiografie e RMN della schiena senza rilevare niente di anomalo. Stesso responso da parte del neurochirurgo che esclude un interessamento del nervo sciatico a livello lombare. Torno dall’ortopedico che mi aveva visitato da dodicenne, il quale mi manda a fare RMN e radiografie del bacino, e rileva un’ artrosi bilaterale delle anche più grave a dx. Il responso degli esami gli fa attribuire i miei dolori a tale artrosi sebbene usualmente la coxoartrosi si manifesti con dolori in regione inguinale e non ai glutei. In più, nonostante i consueti dolori mantenevo una buona mobilità delle anche.
Nel frattempo il dolore era comparso anche a sx.
Proseguo fino a 29 anni, fra stati dolorosi e periodi di assenza del dolore; curiosità: quando il dolore compariva a destra scompariva a sx e viceversa, in sostanza il dolore non era mai ad entrambe le anche contemporaneamente.
A febbraio 2006 il dolore si presenta a dx e non recede, nemmeno dopo le consuete cure farmaceutiche (iniezioni di Toradol e pastiglie di Celebrex) e sono costretto in stampelle non potendo più caricare il peso sulla gamba.
Mi faccio visitare da Dt. De Nicola che ritiene di dovermi inserire una protesi d’anca: unica possibilità per far sparire i miei dolori. In breve: a Giugno 2006 mi opero e ad Agosto 2006, nonostante l’operazione sia andata a buon fine i dolori ritornano della stessa identica tipologia del pre intervento. L’ortopedico non si espone pur rilevando la sua perplessità prima dell’intervento sulla natura dei dolori. A dirla tutta, come conseguenza dell’intervento mi ritrovo con dolori continui in regione inguinale che prima assolutamente non avevo;
NOTA. Aspetto ancora la giustificazione per questo nuovo stato doloroso post-intervento.
Cerco di fare la riabilitazione post intervento al meglio possibile pur con i miei dolori vecchi e quelli nuovi.
Nel frattempo richiedo altre due visite con altrettanti reumatologi che dopo aver analizzato gli esami fatti fino a quel momento sospettano entrambi un problema di tipo reumatico (sacroileite). Purtroppo però dagli esami del sangue non risultano gravi alterazioni dei valori e da quelli radiologici alle sacroiliache nemmeno, pertanto escludono malattie reumatiche. Unico punto controcorrente: antigene HLAB27 positivo, che tuttavia, se non accompagnato da altri fattori, dicono non significhi niente.
Ultimo in ordine cronologico: terapia infiltrativa e manipolativa presso il Dr. Rucco (fisiatra) che riteneva all’origine dei miei dolori una infiammazione cronica dei legamenti ileolombari. Tale intervento ha portato un leggero giovamento, non tale però da permettermi a circa 6 mesi dall’operazione di abbandonare la stampella.
Grazie
andrea
[#1]
Dr. Alessandro Roscetti Anestesista 83 3
Carissimo Sig. Andrea di Pordenone,
dalla travagliata storia descritta si rileva anche una certa "disperata stanchezza", dovuta al percorrere strade sempre diverse, senza punti di riferimento cardinali.
Mi permetterei di consigliarLe di rivolgersi ai Colleghi Specialisti in Terapia Antalgica del "Santa Maria delle Misericordie" di Udine, i quali potranno impostare quell'approccio multidisciplinare terapeutico, di cui ha bisogno, rimanendo essi stessi "cardine di riferimento".
Rimanendo a disposizione e chiedendoLe di volgere uno sguardo per Me alle mie Montagne native

In Fede

Alessandro Roscetti

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.le dr. Roscetti,
la ringrazio moltissimo per la risposta e non mancherò di seguire il suo consiglio nella speranza di imboccare finalmente la strada corretta.
La "disperata stanchezza" che lei cita è oggi componente preponderante delle mia giornate, che trascorro fra scetticismo, tristezza, dolore fisico e morale. Coinvolgendo mio malgrado le persone che più mi stanno vicino.

grazie,
andrea