Sciatalgia bilaterale
Gentili dottori ho urgente bisogno di un vostro parere. Da circa un mese soffro a causa di una sciatalgia bilaterale che mi provoca dolore e bruciore dai glutei fino al tallone.
Fino a dieci giorni fa ho eseguito in tutto cinque sedute di Tecar che sembravano aver ridimensionato il problema, da qualche giorno invece la sintomatologia si è riacutizzata e provo fastidio anche a stare seduto per pochi minuti.
Considerando che sono "fuori casa" e inoltre in questo periodo tutti i centri riabilitativi sono chiusi per ferie, sono costretto ad "automedicarmi" con applicazioni di ghiaccio e l' assunzione di Brufen 600 due volte al dì.
Vorrei sapere se è preferibile continuare con la"terapia" attuale oppure rivolgersi ad una struttura ospedaliera e richiedere una serie di "iniezioni antinfiammatorie" (voltaren+muscoril), oppure una terapia sistemica a base di cortisone?
Grazie.
Fino a dieci giorni fa ho eseguito in tutto cinque sedute di Tecar che sembravano aver ridimensionato il problema, da qualche giorno invece la sintomatologia si è riacutizzata e provo fastidio anche a stare seduto per pochi minuti.
Considerando che sono "fuori casa" e inoltre in questo periodo tutti i centri riabilitativi sono chiusi per ferie, sono costretto ad "automedicarmi" con applicazioni di ghiaccio e l' assunzione di Brufen 600 due volte al dì.
Vorrei sapere se è preferibile continuare con la"terapia" attuale oppure rivolgersi ad una struttura ospedaliera e richiedere una serie di "iniezioni antinfiammatorie" (voltaren+muscoril), oppure una terapia sistemica a base di cortisone?
Grazie.
[#1]
Salve gentile Utente.
"Automedicarsi" è a mio avviso errato tanto quanto consigliare un supporto farmacologico senza prima effettuare una corretta diagnosi. Per quanto la "sciatalgia" sia comune e spesso facilmente "autodiagnosticabile" dal paziente, non consiglierei mai di abbondare con i farmaci senza prima avere compreso da dove origina il dolore. Ha fatto della terapia fisica per cui suppongo un mio collega l'abbia visitata: quele era la diagnosi posta?
Sarebbe opportuno farsi visitare e consiglierei di sospendere il ghiaccio (poco indicato per una "sciatalgia"). Anche l'ibuprofene non mi sembra una buona scelta.
"Automedicarsi" è a mio avviso errato tanto quanto consigliare un supporto farmacologico senza prima effettuare una corretta diagnosi. Per quanto la "sciatalgia" sia comune e spesso facilmente "autodiagnosticabile" dal paziente, non consiglierei mai di abbondare con i farmaci senza prima avere compreso da dove origina il dolore. Ha fatto della terapia fisica per cui suppongo un mio collega l'abbia visitata: quele era la diagnosi posta?
Sarebbe opportuno farsi visitare e consiglierei di sospendere il ghiaccio (poco indicato per una "sciatalgia"). Anche l'ibuprofene non mi sembra una buona scelta.
Dr. Marco Di Gesù
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione
www.fisiatrainterventista.it
[#2]
Ex utente
Grazie di avermi risposto.
La situazione è un po' complessa, soffro di una patologia autoimmune che colpisce le inserzioni tendinee, e tra le varie aree corporee interessate vi è anche il retro coscia, infatti è da mesi che gli ischiocrurali sono infiammati e doloranti, e la sciatica, secondo il reumatologo, è secondaria a tale infiammazione. Una terapia di fondo ancora non mi è stata prescritta, e il cortisone lo tollero solo per brevissimi periodi, quindi mi "accontento" dell' ibuprofene, prescrittomi regolarmente dal medico di base. Purtroppo il ghiaccio sembra essere molto più efficace del calore, forse proprio per la patologia tendinea concomitante. Mi interessa molto sapere per quale motivo considera l' assunzione di ibuprofene non valida e soprattutto quale sia l' alternativa più efficace. (Senza ovviamente fare nomi commerciali o indicare il dosaggio). Per completezza la informo che la sciatalgia è insorta dopo aver passato molte ore seduto sulla sedia, difatti il punto più sintomatico si trova a metà coscia (lato esterno), per cui l' origine del problema sembrerebbe di natura "compressiva", o almeno è quello che crede il mio medico di base. Alla luce di ciò, nei limiti del consulto online, quale approccio terapeutico mi farebbe intraprendere? Grazie.
La situazione è un po' complessa, soffro di una patologia autoimmune che colpisce le inserzioni tendinee, e tra le varie aree corporee interessate vi è anche il retro coscia, infatti è da mesi che gli ischiocrurali sono infiammati e doloranti, e la sciatica, secondo il reumatologo, è secondaria a tale infiammazione. Una terapia di fondo ancora non mi è stata prescritta, e il cortisone lo tollero solo per brevissimi periodi, quindi mi "accontento" dell' ibuprofene, prescrittomi regolarmente dal medico di base. Purtroppo il ghiaccio sembra essere molto più efficace del calore, forse proprio per la patologia tendinea concomitante. Mi interessa molto sapere per quale motivo considera l' assunzione di ibuprofene non valida e soprattutto quale sia l' alternativa più efficace. (Senza ovviamente fare nomi commerciali o indicare il dosaggio). Per completezza la informo che la sciatalgia è insorta dopo aver passato molte ore seduto sulla sedia, difatti il punto più sintomatico si trova a metà coscia (lato esterno), per cui l' origine del problema sembrerebbe di natura "compressiva", o almeno è quello che crede il mio medico di base. Alla luce di ciò, nei limiti del consulto online, quale approccio terapeutico mi farebbe intraprendere? Grazie.
[#3]
La sua risposta conferma la mia cautela nel dar consigli farmacologici " a distanza". La situazione è, infatti, ben diversa da quella prospettata nel primo post. Non ha ancora chiaro il motivo della "sciatalgia" (compressione? Sofferenza degli ischiocrurali con non ben definita estensione al nervo ischiatico?). Per di più una "sciatalgia" da compressione-posizione seduta dovrebbe manifestarsi con dolore prevalente in regione glutea (i pazienti spesso parlano di una sensazione di "chiodo" a metà del gluteo) e non sul lato esterno della coscia.
L'ibuprofene, per mia esperienza, aiuta poco nel dolore "da nervo".
Posso solo consigliarle, in definitiva di affidare il suo caso a un fisiatra della sua zona: la visita rappresenta un passaggio fondamentale per esserle veramente d'aiuto.
Cordiali saluti.
L'ibuprofene, per mia esperienza, aiuta poco nel dolore "da nervo".
Posso solo consigliarle, in definitiva di affidare il suo caso a un fisiatra della sua zona: la visita rappresenta un passaggio fondamentale per esserle veramente d'aiuto.
Cordiali saluti.
[#4]
Ex utente
Come accennato nel primo post mi trovo "fuori casa" (in ferie), per cui la visita fisiatrica è rimandata a settembre, nel frattempo vorrei tentare di alleviare il dolore e il disagio adottando la strategia più efficace. Per cui le rinnovo il quesito iniziale: dal punto di vista terapeutico, otterrei maggiori benefici da un ciclo infiltrativo (ad es. Voltaren/Muscoril) rispetto alla terapia attuale (ghiaccio/brufen)? Lo stretching in fase acuta è consigliabile? Anche se mi dà sollievo, il ghiaccio lo devo proprio sospendere?
[#5]
Mi perdoni e non prenda per desiderio di non aiutarla la mia risposta: non si consigliano farmaci a distanza. Gli effetti collaterali cui sottoponiamo i pazienti quando consigliamo un farmaco senza aver visitato sono spesso ben più gravi delle problematiche iniziali. Se non ha modo di riferirsi a uno specialista troverà certamente una risposta più esaustiva in un qualsiasi medico che voglia attuare una cura antalgica, ma che possa visitarla. Lo stretching in fase acuta non è comunque indicato e se il ghiaccio le da sollievo, applicato a intervalli non superiori ai 15 minuti, può certamente utilizzarlo in quanto privo di effetti collaterali.
[#7]
La terapia più idonea è, se chiede il mio avviso, quella che risponde alla diagnosi. Affidarsi alle sole terapie strumentali è comunqe errato. Le consiglio nuovamente, se le sue domande sono rivolte ad affrontare un problema contingente, ad affidarsi solo a una visita.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 14.1k visite dal 17/08/2013.
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