Danno ischemico motorio sx

Salve, mia sorella anni 45, 5 mesi fà ha subito un'ischemia celebrale con paralisi metà sx, parla benissimo,l'occhio si muove regolare, sa quel che dice, ha qualche vuoto di memoria (lieve) la gamba ha subito un recupero del 20/30%(anca) dal ginocchio in giu'compreso il piede quasi nulla, il braccio è fermo, con contrazioni nervose (irrigidimenti). Ora sta svolgendo come ha sempre fatto ginnastica riabilitativa. Vorrei chiedere se c'è qualche terapia alternativa per stimolare le cellule celebralia periferiche ancora sane per un recupero anche parziale del braccio sx.

nell'attesa porgo
distinti saluti
e un ringraziamento
mauro
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135 1
Egr. sig. Mauro per sua sorella deve far fare dei cicli completi e costanti di kinesiterapia passiva e quel poco attiva che è possibile , con esercici ben assistiti dell'emilato sx., training della deambulazione e del passo, esercizi posturali.
Poi in seguito della terapia occupazionale sopratutto per la mano sin.
C'è da lavorare molto, ma si ottengono dei buoni risultati.
Si affidi ad uno staff con Specialista Fisiatra con dei fisioterapisti esperti in neuroriabilitazione.
Saluti

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

[#2]
Dr. Francesco Chiaravalloti Medico fisiatra, Ortopedico, Perfezionato in medicine non convenzionali 179 9
Caro Mauro,
per stimolare la ripresa in una situazione come quella da Lei descritta la cosa più importante e stimolare le afferenze sensitive dalla periferia ed evocare e rinforzare unità motorie all'emisoma sinistro.
Fondamentale è valutare ed eventualmente trattare un deficit spesso presente nei pazienti con danno cerebrale emisferico destro che è la negligenza spaziale unilaterale che tradotto significa scarsa considerazione dello spazio e del corpo di sinistra.
Quindi anche Io le confermo, si affidi ad una buona equipe riabilitativa e tanto impegno e motivazione.
Saluti

Dr. Francesco Chiaravalloti