Nausea e vomito persistenti

Gentili medici,
da più di due mesi mi ritrovo a convivere con un forte senso di nausea. Premetto che sono molto ansiosa, e ho sempre avuto una digestione lenta e difficoltosa, ma che non mi ha mai creato problemi di rilievo. All’inizio del Novembre scorso, ho consumato una cena sostanziosa, che mi ha causato forti stimoli di vomito per più di una settimana, senza però che rigettassi nulla. Dopo alcuni giorni di pasti leggeri, il disturbo è diminuito. Pochi giorni dopo però la nausea è aumentata a tal punto, che per un’intera giornata ho vomitato qualsiasi cosa ingerissi, anche l’acqua. Il medico ha pensato che fosse a causa di un virus che in quel periodo aveva colpito molte persone. Mi sono state eseguite tre punture di Coxanturenasi. Il disturbo è leggermente diminuito, ma non è andato più via. Generalmente si presenta in modo più violento a notte fonda, e io cerco di tamponare i sintomi assumendo del Biochetasi granulare. I miei pasti si sono ridotti al minimo, a volte devo anche saltarli perché il solo pensiero di ingerire cibo, o il solo sentirne l’odore mi disgusta. Ho effettuato diverse analisi, tranne la gastroscopia, ma tutte hanno dato esiti negativi. Sto assumendo anche la pillola Yasmin dallo scorso Ottobre a causa di policistosi ovarica che mi causavano violenti dolori premestruali.

Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr. Leandro Lioce Medico di medicina generale 43 1
Gentile utente
premesso che, nel suo caso, occorrerebbe compiere una più approfondita analisi della sua storia clinica e valutare con attenzione gli esami di laboratorio da lei effettuati, probabilmente i disturbi di cui Lei soffre rientrano nell’ambito della cosiddetta Sindrome Dispeptica. Con questo termine s’intende un dolore o fastidio intorno alla parte centrale superiore dell’addome; il”fastidio” è una sensazione negativa che può essere associata o caratterizzata da precoce sazietà, anoressia (mancanza persistente d’appetito con, talvolta, disgusto per i cibi), gonfiore, eruttazioni, nausea e/o vomito (Scottish Intercollegiate Guidelines Network e British Society of Gastroenterology). Le cause possono essere organiche o funzionali; tra le prime rientrano l’ulcera gastrica, che è provocata dall’Helicobacter Pilori, un batterio presente nello stomaco, e gli antinfiammatori come l’aspirina (FANS), l’ulcera duodenale (determinata quasi esclusivamente dall’H. Pylori), l’esofagite associata alla malattia da reflusso gastro-esofageo, il carcinoma dello stomaco, la calcolosi della colecisti, pancreatite, cause metaboliche più rare. Oltre agli antinfiammatori, altri farmaci possono causare nausea e vomito: antiaritmici, antipertensivi, antibiotici, oppiacei, antiparkinsoniani, agenti chemioterapici, contraccettivi orali (tipo lo Yasmin che sta assumendo per la policistosi ovarica), digossina e ipoglicemizzanti orali (Merck: Best Practice of Medicine). La malattia da reflusso gastro-esofageo si manifesta, tipicamente, con bruciore retrosternale e rigurgito acido, ma, spesso, si presenta con sintomi atipici, quali, appunto, quelli della dispepsia; talvolta le due sindromi possono coesistere. La causa della dispepsia funzionale non è nota, ma spesso vi è un ritardato svuotamento gastrico e un’aumentata sensibilità della parete gastrica alla distensione; inoltre, i pazienti, frequentemente donne, presentano, generalmente, una “somatizzazione”, caratterizzata da spossatezza, palpitazioni, dolore toracico, difficoltà nella respirazione e sintomi muscolo-scheletrici.
Il metodo migliore per indagare sulle cause della Sindrome Dispeptica è l’esofagogastroduodenoscopia ed, eventualmente, il monitoraggio del pH esofageo per 24 ore per il reflusso gastro-esofageo; l’EGDS è sicuramente consigliabile dopo i 55 anni e quando sono presenti i sintomi d’allarme (Dispepsia complicata): perdita non intenzionale di peso (> di 3 Kg), sanguinamento gastrointestinale, precedente chirurgia gastrica, massa epigastrica (sotto lo sterno), precedente ulcera gastrica, anemia da carenza di ferro inspiegabile, difficoltà o dolore nella deglutizione, vomito persistente e continuo, uso d’antinfiammatori (British Society of Gastroenterology). Negli altri casi, le linee guida internazionali consigliano di effettuare la ricerca dell’H. Pilori tramite il Breath Test con successiva terapia eradicante antibiotica, l’utilizzo, per circa una settimana, di procinetici come il domperidone o d’inibitori della secrezione acida gastrica (da usare sotto stretto controllo medico), oltre a consigli sullo stile di vita come smettere di fumare, ridurre la quantità d’alcool e caffeina, avere una dieta equilibrata, evitare solo i cibi che aggravano la sintomatologia. Naturalmente queste sono indicazioni generali e solamente il suo medico di famiglia, in accordo con lei, potrà decidere il percorso diagnostico e terapeutico ottimale.
Cordiali saluti

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