Risarcimento danni rottura legamento collaterale e lca
Gentili Signori,
ho un quesito medico legale da porvi.
Circa un mese fa sono caduto sciando riportando trauma distorsivo ginocchio sinistro.
Mi recavo al pronto soccorso della mia città il giorno seguente, dove, dopo visita ortopedica e radiografia, veniva diagnosticato trauma distorsivo ginocchio sinistro con discreto versamento i. articolare e lassità LCA e LCI, oltre a distacco parcellare dell'emipiatto tibiale esterno. 30 giorni di prognosi, tutore ortopedico, ghiaccio e deambulazione con antibrachiali con sfioramento del piede sinistro.
Mi sono sottoposto quindici giorni dopo a Risonanza Magnetica che dava come esito LCA e collaterale mediale distaccati in modo sub-totale.
Dopo un altra settimana mi sono sottoposto a due visite specialistiche da due ortopedici diversi, che confermavano il distacco dei legamenti LCA e collaterale mediale, con indicazione terapeutica chirurgica per la ricostruzione di entrambi i legamenti.
I miei quesiti sono due:
dal punto di vista assicurativo è consigliabile effettuare visita medico legale di parte prima dell'intervento oppure dopo? (il mio assicuratore consiglia di effettuare tutto prima e di chiudere il sinistro ad intervento non ancora eseguito, per avere diritto a più punti di invalidità permanente).
La seconda domanda è: per un infortunio di questo genere, quanti punti di invalidità possono essere dati, prima e dopo l'intervento chirurgico?
Grazie mille per le vostre gentili risposte.
ho un quesito medico legale da porvi.
Circa un mese fa sono caduto sciando riportando trauma distorsivo ginocchio sinistro.
Mi recavo al pronto soccorso della mia città il giorno seguente, dove, dopo visita ortopedica e radiografia, veniva diagnosticato trauma distorsivo ginocchio sinistro con discreto versamento i. articolare e lassità LCA e LCI, oltre a distacco parcellare dell'emipiatto tibiale esterno. 30 giorni di prognosi, tutore ortopedico, ghiaccio e deambulazione con antibrachiali con sfioramento del piede sinistro.
Mi sono sottoposto quindici giorni dopo a Risonanza Magnetica che dava come esito LCA e collaterale mediale distaccati in modo sub-totale.
Dopo un altra settimana mi sono sottoposto a due visite specialistiche da due ortopedici diversi, che confermavano il distacco dei legamenti LCA e collaterale mediale, con indicazione terapeutica chirurgica per la ricostruzione di entrambi i legamenti.
I miei quesiti sono due:
dal punto di vista assicurativo è consigliabile effettuare visita medico legale di parte prima dell'intervento oppure dopo? (il mio assicuratore consiglia di effettuare tutto prima e di chiudere il sinistro ad intervento non ancora eseguito, per avere diritto a più punti di invalidità permanente).
La seconda domanda è: per un infortunio di questo genere, quanti punti di invalidità possono essere dati, prima e dopo l'intervento chirurgico?
Grazie mille per le vostre gentili risposte.
[#1]
l'intervento chirurgico dovrebbe ridurre l'esito delle lesioni che ha subito e di conseguenza ridurre il grado dell'eventuale menomazione funzionale permanente del suo ginocchio il che vorrebbe dire una menomazione sicuramente minore rispetto a quella che avrebbe senza intervento.
in ogni caso è troppo presto per pensare a liquidazioni 'affrettate' e sicuramente non congrue (sottostimate) dopo un solo mese dall'infortunio, le consiglio -per ora- di seguire tutte le terapie mediche di volta in volta prescritte e solo dopo un periodo di tempo adeguato (in genere 6 mesi o più) si rivolga ad un medico-legale di fiducia che potrà stimare in modo preciso il danno permanente residuato.
per quanto riguarda i punti di invalidità (se si tratta di polizza infortuni) è necessario sapere a quale tabella si riferisce la sua polizza (INAIL o ANIA ad esempio, il suo assicuratore le deve dire a quale tabella ci si riferisce o comunque troverà i riferimenti nella sua polizza - contratto ove in genere è specificato tutto). se si tratta di responsabilità civile ci sono le tabelle ministeriali. in ogni caso consideri che il valore tabellare è solo ed esclusivamente indicativo e non è mai possibile fare una stima del danno senza una visita medico legale dove, come ad esempio nel suo caso, è necessario ed imprescindibile valutare con un'accurata visita la riduzione della funzionalità e della stabilità articolare del suo ginocchio
cordiali saluti
in ogni caso è troppo presto per pensare a liquidazioni 'affrettate' e sicuramente non congrue (sottostimate) dopo un solo mese dall'infortunio, le consiglio -per ora- di seguire tutte le terapie mediche di volta in volta prescritte e solo dopo un periodo di tempo adeguato (in genere 6 mesi o più) si rivolga ad un medico-legale di fiducia che potrà stimare in modo preciso il danno permanente residuato.
per quanto riguarda i punti di invalidità (se si tratta di polizza infortuni) è necessario sapere a quale tabella si riferisce la sua polizza (INAIL o ANIA ad esempio, il suo assicuratore le deve dire a quale tabella ci si riferisce o comunque troverà i riferimenti nella sua polizza - contratto ove in genere è specificato tutto). se si tratta di responsabilità civile ci sono le tabelle ministeriali. in ogni caso consideri che il valore tabellare è solo ed esclusivamente indicativo e non è mai possibile fare una stima del danno senza una visita medico legale dove, come ad esempio nel suo caso, è necessario ed imprescindibile valutare con un'accurata visita la riduzione della funzionalità e della stabilità articolare del suo ginocchio
cordiali saluti
Dr.Carlo Paschina specialista in
Medicina Legale e delle Assicurazioni
-CAGLIARI-
[#2]
Utente
Gent.le Dr. Paschina,
la ringrazio per la gentile e veloce risposta.
Solamente un ulteriore precisazione: la mia assicurazione fa riferimento alla tabella INAIL.
Mi rendo conto che, senza un'accurata visita, non è possibile stimare il danno in modo preciso.
Il mio era solo un quesito generico, un più o meno, basato sulla media che si da di solito in questo tipo di infortuni, per capire quanto meno un ordine di grandezza, riferito al prima dell'intervento e al dopo.
Qualcuno mi ha parlato di 15,16%, qualcun altro invece mi dice di considerare 5 o 6%.
Non essendo io del mestiere e date le valutazioni così discordanti tra loro mi piacerebbe sapere verso quale direzione andrebbe in media una valutazione del mio danno.
La ringrazio di nuovo per la disponibilità e faccio i complimenti per l'iniziativa di questo sito, che ritengo davvero utile per gli utenti.
Cordiali saluti.
G.
la ringrazio per la gentile e veloce risposta.
Solamente un ulteriore precisazione: la mia assicurazione fa riferimento alla tabella INAIL.
Mi rendo conto che, senza un'accurata visita, non è possibile stimare il danno in modo preciso.
Il mio era solo un quesito generico, un più o meno, basato sulla media che si da di solito in questo tipo di infortuni, per capire quanto meno un ordine di grandezza, riferito al prima dell'intervento e al dopo.
Qualcuno mi ha parlato di 15,16%, qualcun altro invece mi dice di considerare 5 o 6%.
Non essendo io del mestiere e date le valutazioni così discordanti tra loro mi piacerebbe sapere verso quale direzione andrebbe in media una valutazione del mio danno.
La ringrazio di nuovo per la disponibilità e faccio i complimenti per l'iniziativa di questo sito, che ritengo davvero utile per gli utenti.
Cordiali saluti.
G.
[#3]
Nel suo caso la valutazione medico-legale del danno biologico potrà essere fatta ad almeno 5-6 medi di distanza dal trauma. Le suggerisco di curarsi nel miglior modo possibile (seguendo le indicazioni degli specialisti) e una volta che la situazione si è stabilizzata, dovrà essere sottoposto a visita da un medico-legale di parte per la quantificazione del danno.
Dr. Maurizio Golia - specialista in Medicina Legale - Brescia
Dr. Maurizio Golia - specialista in Medicina Legale - Brescia
Dr. Maurizio Golia Specialista Medicina Legale e Medicina Preventiva Lavoratori tel. 339/7303091
Brescia - Cremona - Bergamo - Verona
[#5]
Bene ! Le suggerisco inoltre di informarsi anche sull'esistenza o meno di una eventuale polizza assicurativa da parte del gestore delle piste e, anche in base alla dinamica della caduta (condizioni pista, segnaletica insufficiente, ecc) verificare se può avere diritto ad un risarcimento.
Dr. Maurizio Golia - Brescia
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni.
Specialista in Medicina Preventiva dei Lavoratori e Psicotecnica.
Specialista in Statistica Sanitaria ad indirizzo programmazione Sanitaria.
Dr. Maurizio Golia - Brescia
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni.
Specialista in Medicina Preventiva dei Lavoratori e Psicotecnica.
Specialista in Statistica Sanitaria ad indirizzo programmazione Sanitaria.
[#7]
CONSIDERAZIONI TECNICHE SULLE DISTORSIONI DEL GINOCCHIO
Le distorsioni del ginocchio possono lasciare postumi che verranno valutati tenendo conto dell’ipotrofia muscolare della coscia, delle limitazioni dei movimenti, della presenza di movimenti anomali (di lateralità per lesioni dei legamenti laterali o “a cassetto” per lesioni dei legamenti crociati), delle lesioni meniscali.
Il ginocchio è una complessa articolazione sinoviale che deve assolvere a due funzioni principali: garantire mobilità ed al contempo mantenere la stabilità durante la stazione eretta ed i processi deambulatori. Il ginocchio è situato tra due lunghi bracci di leva, la tibia ed il femore, che, in congiunzione con le strutture muscolari, possono produrre momenti di forza molto elevati: di conseguenza l’articolazione del ginocchio è estremamente suscettibile di lesioni capsulo-legamentose, miotendinee e meniscali. Il normale movimento del ginocchio prevede sei gradi di libertà (tre traslazioni e tre rotazioni) che rendono la cinematica di questa articolazione molto complessa. Le strutture legamentose che agiscono come stabilizzatori statici primari si oppongono efficacemente alle forze di stiramento ma non sono in grado di resistere alle forze compressive o tangenziali durante le quali i legamenti si avvolgono semplicemente su se stessi. Tali strutture quindi agiscono sinergisticamente con la geometria articolare, con gli stabilizzatori secondari (strutture capsulari) e con gli stabilizzatori dinamici muscolari per definire i limiti del movimento articolare. La resistenza ai carichi offerta da un legamento dipende dal sito anatomico di inserzione, dalla sua lunghezza e dalle sue proprietà biomolecolari.
Le lesioni legamentose si suddividono schematicamente in lesioni dei legamenti collaterali (mediale o interno, laterale o esterno) e dei legamenti crociati (anteriore e posteriore).
Le lesioni dei legamenti collaterali, in rapporto all’entità del trauma e del meccanismo di produzione, possono essere: distensioni da stiramento, causa di lieve instabilità del ginocchio; disinserzioni e rotture parziali o totali, quest’ultime avvenute attraverso la discontinuità del legamento solitamente a livello dell’interlinea articolare per il collaterale mediale ed in corrispondenza della testa peroneale per il collaterale laterale.
Le lesioni legamentose sono sempre associate a lacerazioni della sinoviale, talvolta anche della capsula e spesso a compromissione elongativa del nervo sciatico-popliteo-esterno nella rottura del collaterale laterale a livello della testa peroneale. Gli esiti delle lesioni dei collaterali sono rappresentati da allungamento del legamento nelle rotture parziali o da mancata cicatrizzazione dei monconi a rotture totali.
Le lesioni dei legamenti crociati sono rappresentate: per quello anteriore da distensione, da rottura completa del corpo legamentoso e da distacco osseo; per il legamento crociato posteriore le lesioni vanno da un distacco della inserzione alla rottura del corpo legamentoso, ad un distacco dell’inserzione femorale, ad un semplice distensione.
In particolare il legamento crociato anteriore (LCA) si oppone alla traslazione anteriore, alla rotazione interna, allo stress in varo-valgo ed alla iperestensione della gamba sulla coscia. Il LCA è una struttura intra-articolare, extra-sinoviale che attraversa l’articolazione del ginocchio inserendosi al femore ed alla tibia. Consiste in fasci di fibre longitudinali separate in due “bande” (anteromediale e posterolaterale) che si inseriscono in un unico sito prossimalmente sulla faccia mediale del condilo femorale laterale e lateralmente sul piatto tibiale nella sua porzione anteriore. I fasci del LCA decorrono in rotazione spirale e si inseriscono in maniera complessa a livello di tibia (area topograficamente più ampia e tondeggiante) e femore. Attraversano l’articolazione partendo dalla inserzione femorale prossimale e si dirigono in basso in avanti e medialmente). La lunghezza media del LCA risulta variabile tra i 31 ed i 38 mm. Tale variazione fisiologica è dipendente dalla posizione articolare, dall’orientamento e dalla quantità di carichi applicati, dall’età del materiale biologico ed in ultima analisi è legata alla natura viscoelastica del LCA.
Il LCA è il legamento del ginocchio che più frequentemente và incontro a lesioni traumatiche, la maggior parte delle quali si verificano durante l’attività sportiva (calcio, sci, rugby, tennis) in seguito a movimenti di torsione sull’asse verticale con dislocazione anteriore. In tale circostanze (varo-rotazione interna della tibia rispetto al femore) il ginocchio si trova nella condizione di massima rotazione interna limitata dalla tensione del legamento crociato anteriore che va ad avvolgersi sul legamento crociato posteriore. Se durante questo movimento interviene un trauma tale da determinare il superamento della resistenza del LCA, questo può andare incontro ad una distrazione delle sue fibre fino alla rottura di una sola o di ambedue le sue bande” (anteromediale e posterolaterale).
Una lesione del LCA conduce ad un importante deficit funzionale che si evidenzia con una significativa instabilità, con un progressivo danno secondario ad altre strutture articolari e con la progressiva insorgenza di precoci alterazioni degenerative dell’ambiente articolare (cartilagine, menischi).
Indipendentemente dalla natura della lesione iniziale e delle strutture interessate, gli esiti delle lesioni capsulo-ligamentose da tener presenti ai fini valutativi riguardano: l’asse di carico, la stabilità, l’articolarità, le turbe del trofismo muscolare, la presenza o recidiva di versamento articolare e la plausibilità soggettività (dolore, insicurezza al carico etc.).
Valutazione orientativa della lesione:
Lassità articolare da rottura totale di uno dei due legamenti collaterali, non operata 6-10 (R.C.) fino a 7 (INAIL)
Lassità articolare da rottura totale di uno dei due legamenti crociati, non operata 6-10 (R.C.) fino a 8 (INAIL)
Lassità articolare da lieve a media conseguente a lesioni legamentose parziali o in esiti di interventi di ricostruzione di un legamento <5 (R.C. lesioni che non necessitano di intervento) fino a 4 (INAIL)
Per la contemporanea rottura di più legamenti si prospetta, a seconda della lassità articolare un range fra: 7-15 (R.C.)
Testo: La valutazione medico-legale del danno biologico in responsabilità civile - L. Palmieri; G. Umani Ronchi e Coll.
Ovviamente quelli appena presentati devono essere intesi solo come punteggi di riferimenti in quanto, come già evidenziato dai colleghi che mi hanno preceduto, la valutazione medico-legale del danno biologico potrà essere fatta ad almeno 5-6 medi di distanza dal trauma.
Le distorsioni del ginocchio possono lasciare postumi che verranno valutati tenendo conto dell’ipotrofia muscolare della coscia, delle limitazioni dei movimenti, della presenza di movimenti anomali (di lateralità per lesioni dei legamenti laterali o “a cassetto” per lesioni dei legamenti crociati), delle lesioni meniscali.
Il ginocchio è una complessa articolazione sinoviale che deve assolvere a due funzioni principali: garantire mobilità ed al contempo mantenere la stabilità durante la stazione eretta ed i processi deambulatori. Il ginocchio è situato tra due lunghi bracci di leva, la tibia ed il femore, che, in congiunzione con le strutture muscolari, possono produrre momenti di forza molto elevati: di conseguenza l’articolazione del ginocchio è estremamente suscettibile di lesioni capsulo-legamentose, miotendinee e meniscali. Il normale movimento del ginocchio prevede sei gradi di libertà (tre traslazioni e tre rotazioni) che rendono la cinematica di questa articolazione molto complessa. Le strutture legamentose che agiscono come stabilizzatori statici primari si oppongono efficacemente alle forze di stiramento ma non sono in grado di resistere alle forze compressive o tangenziali durante le quali i legamenti si avvolgono semplicemente su se stessi. Tali strutture quindi agiscono sinergisticamente con la geometria articolare, con gli stabilizzatori secondari (strutture capsulari) e con gli stabilizzatori dinamici muscolari per definire i limiti del movimento articolare. La resistenza ai carichi offerta da un legamento dipende dal sito anatomico di inserzione, dalla sua lunghezza e dalle sue proprietà biomolecolari.
Le lesioni legamentose si suddividono schematicamente in lesioni dei legamenti collaterali (mediale o interno, laterale o esterno) e dei legamenti crociati (anteriore e posteriore).
Le lesioni dei legamenti collaterali, in rapporto all’entità del trauma e del meccanismo di produzione, possono essere: distensioni da stiramento, causa di lieve instabilità del ginocchio; disinserzioni e rotture parziali o totali, quest’ultime avvenute attraverso la discontinuità del legamento solitamente a livello dell’interlinea articolare per il collaterale mediale ed in corrispondenza della testa peroneale per il collaterale laterale.
Le lesioni legamentose sono sempre associate a lacerazioni della sinoviale, talvolta anche della capsula e spesso a compromissione elongativa del nervo sciatico-popliteo-esterno nella rottura del collaterale laterale a livello della testa peroneale. Gli esiti delle lesioni dei collaterali sono rappresentati da allungamento del legamento nelle rotture parziali o da mancata cicatrizzazione dei monconi a rotture totali.
Le lesioni dei legamenti crociati sono rappresentate: per quello anteriore da distensione, da rottura completa del corpo legamentoso e da distacco osseo; per il legamento crociato posteriore le lesioni vanno da un distacco della inserzione alla rottura del corpo legamentoso, ad un distacco dell’inserzione femorale, ad un semplice distensione.
In particolare il legamento crociato anteriore (LCA) si oppone alla traslazione anteriore, alla rotazione interna, allo stress in varo-valgo ed alla iperestensione della gamba sulla coscia. Il LCA è una struttura intra-articolare, extra-sinoviale che attraversa l’articolazione del ginocchio inserendosi al femore ed alla tibia. Consiste in fasci di fibre longitudinali separate in due “bande” (anteromediale e posterolaterale) che si inseriscono in un unico sito prossimalmente sulla faccia mediale del condilo femorale laterale e lateralmente sul piatto tibiale nella sua porzione anteriore. I fasci del LCA decorrono in rotazione spirale e si inseriscono in maniera complessa a livello di tibia (area topograficamente più ampia e tondeggiante) e femore. Attraversano l’articolazione partendo dalla inserzione femorale prossimale e si dirigono in basso in avanti e medialmente). La lunghezza media del LCA risulta variabile tra i 31 ed i 38 mm. Tale variazione fisiologica è dipendente dalla posizione articolare, dall’orientamento e dalla quantità di carichi applicati, dall’età del materiale biologico ed in ultima analisi è legata alla natura viscoelastica del LCA.
Il LCA è il legamento del ginocchio che più frequentemente và incontro a lesioni traumatiche, la maggior parte delle quali si verificano durante l’attività sportiva (calcio, sci, rugby, tennis) in seguito a movimenti di torsione sull’asse verticale con dislocazione anteriore. In tale circostanze (varo-rotazione interna della tibia rispetto al femore) il ginocchio si trova nella condizione di massima rotazione interna limitata dalla tensione del legamento crociato anteriore che va ad avvolgersi sul legamento crociato posteriore. Se durante questo movimento interviene un trauma tale da determinare il superamento della resistenza del LCA, questo può andare incontro ad una distrazione delle sue fibre fino alla rottura di una sola o di ambedue le sue bande” (anteromediale e posterolaterale).
Una lesione del LCA conduce ad un importante deficit funzionale che si evidenzia con una significativa instabilità, con un progressivo danno secondario ad altre strutture articolari e con la progressiva insorgenza di precoci alterazioni degenerative dell’ambiente articolare (cartilagine, menischi).
Indipendentemente dalla natura della lesione iniziale e delle strutture interessate, gli esiti delle lesioni capsulo-ligamentose da tener presenti ai fini valutativi riguardano: l’asse di carico, la stabilità, l’articolarità, le turbe del trofismo muscolare, la presenza o recidiva di versamento articolare e la plausibilità soggettività (dolore, insicurezza al carico etc.).
Valutazione orientativa della lesione:
Lassità articolare da rottura totale di uno dei due legamenti collaterali, non operata 6-10 (R.C.) fino a 7 (INAIL)
Lassità articolare da rottura totale di uno dei due legamenti crociati, non operata 6-10 (R.C.) fino a 8 (INAIL)
Lassità articolare da lieve a media conseguente a lesioni legamentose parziali o in esiti di interventi di ricostruzione di un legamento <5 (R.C. lesioni che non necessitano di intervento) fino a 4 (INAIL)
Per la contemporanea rottura di più legamenti si prospetta, a seconda della lassità articolare un range fra: 7-15 (R.C.)
Testo: La valutazione medico-legale del danno biologico in responsabilità civile - L. Palmieri; G. Umani Ronchi e Coll.
Ovviamente quelli appena presentati devono essere intesi solo come punteggi di riferimenti in quanto, come già evidenziato dai colleghi che mi hanno preceduto, la valutazione medico-legale del danno biologico potrà essere fatta ad almeno 5-6 medi di distanza dal trauma.
Dr. Davide Matta
SPECIALISTA IN MEDICINA LEGALE
con indirizzo in Medicina Legale e delle Assicurazioni
[#8]
come vede la valutazione percentuale più o meno è sempre la stessa e non si discosta da quella che già conosceva, il tutto dipende dalla valutazione clinica perchè, posti dei valori di riferimento min e max, la valutazione finale sarà necessariamente (ma non obbligatoriamente) compresa fra i suddetti valori appena citati...
a questo punto spetta solo a lei scegliere se aspettare e chiudere prima il discorso indennizzo/risarcimento o fare subito l'intervento riprendendo al più presto la funzionalità della sua gamba.
cordiali saluti
a questo punto spetta solo a lei scegliere se aspettare e chiudere prima il discorso indennizzo/risarcimento o fare subito l'intervento riprendendo al più presto la funzionalità della sua gamba.
cordiali saluti
[#9]
Utente
Gentili Signori,
sono davvero riconoscente a tutti per le gentili ed esaustive risposte.
Non pensavo sareste stati così cortesi e disponibili a risolvere i miei dubbi.
Ora ho un quadro decisamente più chiaro.
Volevo solamente specificare che il discorso della chiusura del sinistro con richiesta di indennizzo prima dell'intervento chirurgico non è stata un'idea mia (non ci avrei mai pensato), ma di un assicuratore, che mi ha consigliato in questo senso, per poter ottenere, in sede di visita fiscale, una valutazione di invalidità permanente più elevata.
A questo punto, dopo aver letto attentamente i vostri autorevoli pareri, non so più se seguire il consiglio dell'assicuratore oppure di risolvere il tutto alla fine dell'iter chirurgico e riabilitativo.
Si tratta anche di capire se un medico legale possa fare una valutazione di postumi da trauma a distanza di un paio di mesi dal trauma stesso, oppure si rifiuti di farlo.
Tra le altre cose io ora sto anche piuttosto bene, nel senso che ho ripreso quasi completamente l'articolarità del ginocchio e il trofismo muscolare, anche se non riesco a piegarlo del tutto e mi fa ancora un pò male.
Sono un pò confuso sul da farsi.
Non vorrei compromettere la mia salute per dare ascolto ad un assicuratore e nemmeno perdere la possibilità di essere risarcito nel modo adeguato, dato che comunque, facendo il libero professionista, perderò sicuramente almeno un paio di mesi di lavoro, oltre a quello che ho già perso, che nessuno mi retribuirà.
Ringrazio di nuovo per le risposte tutti i medici che hanno voluto aiutarmi a chiarire i miei dubbi, con la speranza che tutto si possa risolvere nel migliore dei modi.
Cordialmente.
G.
sono davvero riconoscente a tutti per le gentili ed esaustive risposte.
Non pensavo sareste stati così cortesi e disponibili a risolvere i miei dubbi.
Ora ho un quadro decisamente più chiaro.
Volevo solamente specificare che il discorso della chiusura del sinistro con richiesta di indennizzo prima dell'intervento chirurgico non è stata un'idea mia (non ci avrei mai pensato), ma di un assicuratore, che mi ha consigliato in questo senso, per poter ottenere, in sede di visita fiscale, una valutazione di invalidità permanente più elevata.
A questo punto, dopo aver letto attentamente i vostri autorevoli pareri, non so più se seguire il consiglio dell'assicuratore oppure di risolvere il tutto alla fine dell'iter chirurgico e riabilitativo.
Si tratta anche di capire se un medico legale possa fare una valutazione di postumi da trauma a distanza di un paio di mesi dal trauma stesso, oppure si rifiuti di farlo.
Tra le altre cose io ora sto anche piuttosto bene, nel senso che ho ripreso quasi completamente l'articolarità del ginocchio e il trofismo muscolare, anche se non riesco a piegarlo del tutto e mi fa ancora un pò male.
Sono un pò confuso sul da farsi.
Non vorrei compromettere la mia salute per dare ascolto ad un assicuratore e nemmeno perdere la possibilità di essere risarcito nel modo adeguato, dato che comunque, facendo il libero professionista, perderò sicuramente almeno un paio di mesi di lavoro, oltre a quello che ho già perso, che nessuno mi retribuirà.
Ringrazio di nuovo per le risposte tutti i medici che hanno voluto aiutarmi a chiarire i miei dubbi, con la speranza che tutto si possa risolvere nel migliore dei modi.
Cordialmente.
G.
[#10]
intanto la rassicuro dicendole che il medico legale (qualunque sia il suo ruolo cioè 1-di parte, 2-dell'assicurazione, 3- nominato dal giudice qualora si vada in causa) può certamente fare una valutazione dei postumi permanenti anche a distanza di mesi se non anni (tenga conto che parliamo di danno biologico permanente/ o di invalidità permanente - a seconda del campo assicurativo- e che proprio per la sua definizione 'permanente' indica che si tratta di un danno-menomazione obiettivabile a distanza di anni o comunque che permane per un tempo sufficientemente lungo da non poter essere prevedibile un miglioramento), non è infrequente fare una valutazione a distanza di 5 o più anni dal sinistro (questo accade spesso quando il medico legale viene chiamato a fare una valutazione in sede di consulenza tecnica d'ufficio -CTU- richiesta dal tribunale).
a questo punto forse è meglio chiarire bene (con un nuovo consulto dal suo ortopedico di fiducia con tutta la documentazione radiologica che possiede) se sia necessario sottoporsi all'intervento di ricostruzione dei legamenti, valutare i tempi di attesa dell'intervento e contattare un medicolegale di fiducia anche prima dei sei mesi di cui le abbiamo parlato in modo tale da farsi guidare ed assistere nel migliore dei modi al fine di avere una valutazione obiettiva e corretta del suo danno, e un avvocato per valutare la possibilità di un risarcimento da responsabilità civile oltre l'indennizzo della sua polizza infortuni.
cordiali saluti
a questo punto forse è meglio chiarire bene (con un nuovo consulto dal suo ortopedico di fiducia con tutta la documentazione radiologica che possiede) se sia necessario sottoporsi all'intervento di ricostruzione dei legamenti, valutare i tempi di attesa dell'intervento e contattare un medicolegale di fiducia anche prima dei sei mesi di cui le abbiamo parlato in modo tale da farsi guidare ed assistere nel migliore dei modi al fine di avere una valutazione obiettiva e corretta del suo danno, e un avvocato per valutare la possibilità di un risarcimento da responsabilità civile oltre l'indennizzo della sua polizza infortuni.
cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 158.3k visite dal 14/02/2008.
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