Indennità di accompagnamento

Mia zia di 90 anni in data 13 Marzo 2014, alla visita di controllo, è stata sottoposta a valutazione cognitiva con test M.M.S.E. ottenendo un punteggio grezzo di 19/30 (19.8/30 corretto per età e scolarità) correlabile ad un deterioramento cognitivo in soggetto con vasculopatia cerebrale cronica complicato da BPSD in terapia con antipsicotici atipici. Alla valutazione funzionale della autonomia nelle attività basali e strumentali della vita quotidiana ottiene alla ADL: 3/6 ed alle IADL: 2/8. Già riconosciuta invalida al 100%, con diritto alla pensione, non riesce più a compiere gli atti quotidiani della vita senza l'aiuto delle assistenti nell'arco delle 24 ore. Può richiedere l'indennità di accompagnamento, dati gli elevati costi che sostiene, per una vita più dignitosa? In qualità di nipote, io la sto assistendo in tutte le attività burocratiche e logistiche (visite mediche specialistiche, acquisto farmaci, alimenti, incombenze fiscali, ecc. Grazie mille.
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Dr. Nicola Mascotti Medico legale, Cardiologo, Medico del lavoro, Medico igienista 3.9k 234
Spett.le Utente,

attualmente il presupposto per la concessione dell'indennità di accompagnamento è di tipo sanitario (e non socio-economico, anche se si ipotizza che in futuro venga stabilito un tetto reddituale).
Se la persona presenta condizioni cliniche tali, che non consentono in autonomia l'effettuazione degli atti quotidiani della vita (come sembrerebbe dai punteggi nelle ADL e IADL), è opportuno che tale istanza venga presentata quanto prima.

Distinti Saluti.

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Attivo dal 2014 al 2024
Ex utente
Ringrazio per la risposta. Al più presto presenterò l'istanza per mia zia.