104 revocata dopo un anno
Gentili Medici,
nel 2016 mia mamma anziana è stata sottoposta a mastectomia con svuotamento ascellare.
Ha fatto chemio, radioterapia ed attualmente segue terapia ormonale.
A seguito delle cure ha riportato:
- ridotta mobilità di braccio e spalla omolaterale (per sospetta lesione, durante l'intevento chirurgico, del nervo toracico lungo; all'inizio aveva addirittura la scapola alata)
- linfedema, con ulteriore ridotta mobilità di braccio e spalla, a seguito di svuotamento ascellare; stiamo facendo linfodrenaggio senza successo;
- disturbi della deambulazione, dell'equilibrio, neuropatie e parestesie dovute a neurotossicità del chemioterapico, questi disturbi sono gli unici in riduzione negli ultimi mesi anche se non scomparsi
- dolori articolari diffusi a tutte le articolazioni maggiori, dovuti a terapia ormonale. Questi dolori sono in aumento
- pollice a scatto e sindrome del tunnel carpale ad entrambe le mani, debolezza nella presa, dovuti sempre a terapia ormonale
- astenia cronica
Visto che dopo un anno era stata fissata la rivedibilità dell'handicap grave, art. 3 comma 3 L. 104/92, ora l'INPS ha pensato bene di revocarle il beneficio, "declassandola" ad art. 3 comma 1.
In questo modo, io non potrò più prendere i 3 giorni mensili per accompagnarla a visite e terapie (già 5 appuntamenti fissati nel solo mese corrente) e per assisterla in generale; mia mamma è molto dolorante, poco stabile e non deambula bene.
Com'è possibile che dopo solo un anno, nel pieno di postumi invalidanti e durante i controlli programmati per il follow up, una persona possa vedersi negato questo diritto? Mia mamma rispetto all'anno scorso - quando le fu riconosciuto l'handicap grave - non si sente certo meglio.
Vorrei un parere in merito e un consiglio su che passi è possibile intraprendere, tenendo presente che il farmaco salvavita che mia mamma assume (la terapia ormonale) le provoca questi forti dolori artrosici.
Grazie mille
nel 2016 mia mamma anziana è stata sottoposta a mastectomia con svuotamento ascellare.
Ha fatto chemio, radioterapia ed attualmente segue terapia ormonale.
A seguito delle cure ha riportato:
- ridotta mobilità di braccio e spalla omolaterale (per sospetta lesione, durante l'intevento chirurgico, del nervo toracico lungo; all'inizio aveva addirittura la scapola alata)
- linfedema, con ulteriore ridotta mobilità di braccio e spalla, a seguito di svuotamento ascellare; stiamo facendo linfodrenaggio senza successo;
- disturbi della deambulazione, dell'equilibrio, neuropatie e parestesie dovute a neurotossicità del chemioterapico, questi disturbi sono gli unici in riduzione negli ultimi mesi anche se non scomparsi
- dolori articolari diffusi a tutte le articolazioni maggiori, dovuti a terapia ormonale. Questi dolori sono in aumento
- pollice a scatto e sindrome del tunnel carpale ad entrambe le mani, debolezza nella presa, dovuti sempre a terapia ormonale
- astenia cronica
Visto che dopo un anno era stata fissata la rivedibilità dell'handicap grave, art. 3 comma 3 L. 104/92, ora l'INPS ha pensato bene di revocarle il beneficio, "declassandola" ad art. 3 comma 1.
In questo modo, io non potrò più prendere i 3 giorni mensili per accompagnarla a visite e terapie (già 5 appuntamenti fissati nel solo mese corrente) e per assisterla in generale; mia mamma è molto dolorante, poco stabile e non deambula bene.
Com'è possibile che dopo solo un anno, nel pieno di postumi invalidanti e durante i controlli programmati per il follow up, una persona possa vedersi negato questo diritto? Mia mamma rispetto all'anno scorso - quando le fu riconosciuto l'handicap grave - non si sente certo meglio.
Vorrei un parere in merito e un consiglio su che passi è possibile intraprendere, tenendo presente che il farmaco salvavita che mia mamma assume (la terapia ormonale) le provoca questi forti dolori artrosici.
Grazie mille
[#1]
Spett.le Utente,
nel caso di mancata concessione o revoca del beneficio richiesto, l’istante può presentare ricorso giudiziale presso la sezione Lavoro del tribunale civile, entro 180 giorni dalla notifica del verbale contro il quale intende ricorrere.
Per tale evenienza, Le suggerisco di rivolgersi preventivamente ad un Ente di Patronato, che potrà fornirLe la necessaria assistenza.
Distinti Saluti.
nel caso di mancata concessione o revoca del beneficio richiesto, l’istante può presentare ricorso giudiziale presso la sezione Lavoro del tribunale civile, entro 180 giorni dalla notifica del verbale contro il quale intende ricorrere.
Per tale evenienza, Le suggerisco di rivolgersi preventivamente ad un Ente di Patronato, che potrà fornirLe la necessaria assistenza.
Distinti Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 02/11/2017.
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