Insufficienza renale dopo cistectomia radicale

Buongiorno, scrivo per conto di mio padre, che adesso è ricoverato in ospedale.

Mio padre ha 63 anni, è affetto da cardiopatia ischemica (PTCA+STENT nel 2010), diabete tipo II, glaucoma ed è portatore di PMK bicamerale a causa di BAV II grado. Inoltre è stato colpito da un carcinoma vescicale di tipo infiltrante trattato giovedì scorso con cistectomia radicale con ureterocutaneostomia bilaterale.

Inoltre mio padre prende i seguenti farmaci:

Congescor
Corlentor
Eskim
Enapren
Pantorc
DuoPlavin (ad oggi sospeso)
Torvast
Metforal (ad oggi sospeso)

Il problema è che adesso è affetto da insufficienza renale, una malattia che lui non ha mai avuto (non ha mai avuto valori di creatinina alti e la sua funzionalità renale è sempre stata nella norma).

Al rene destro fa circa 500 ml di urina (scura), mentre al rene sinistro pochissimo (circa 75-100 ml al dì).

Nel reparto di urologia stanno trattando questa situazione con albumina ed altri medicinali.

Inoltre è affetto da un singhiozzo che lo porta circa 10 volte al giorno ad arresti del respiro e sensazione di soffocamento della durata di circa 6-7 secondi, in cui tutti ci allarmiamo.

Quest'oggi gli hanno fatto una flebo di Inframin.

Mio padre inoltre la notte non dorme a causa di "insofferenza" nella posizione del letto e dei quattro drenaggi cui deve dar conto. Inoltre a volte non sembra molto lucido (la cistectomia è stata effettuata giovedì 28).

I medici non ci danno molte spiegazioni, e stanno facendo consulti su consulti (internista, cardiologo, nefrlogo).

Ieri abbiamo appunto avuto una consulenza nefrologica, dalla quale è emersa l'opinione che mio padre sia solo molto disidratato (anche sulla base di anamnesi negativa di insufficienza renale precedentemente all'intervento), per cui ha aumentato l'idratazione. Tuttavia la situazione non pare essere migliorata.

So che nessuno di voi è dotato di sfera di cristallo, ma vi pongo le seguenti domande:

1) La situazione rientrerà nella norma?
2) Cosa rischia mio padre?
3) Perché si è verificata questa insufficienza renale?

Siamo molto in ansia.

Attendo le vostre preziosissime risposte.

Grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 43.4k 1.9k
A così breve distanza da un intervento senz'altro molto invasivo, in un uomo con altri gravi problemi di salute (cardiaci, diabete) purtroppo non deve stupire la comparsa di complicazioni. Queste sono indotte dal generico "stress" operatorio, in cui inseriamo l'anestesia, i farmaci somministrati e molti altri fattori. Come certamente lei ha già compreso, la situazione è molto seria e complessa ed un giudizio comporta la conoscenza di tutti gli elementi, cosa ovviamente impossibile per noi a distanza. In termini più generali, rileviamo che la derivazione urinaria effettuata (uretero-cutaneo-stomia bilaterale) è da tempo considerata una soluzione "d'emergenza" da attuarsi solo quando le condizioni locali e generali sconsiglino l'esecuzione dui una ben più comune ed affidabile derivazione attraverso un serbatoio intestinale, connesso all'esterno oppure posto a sostituire la vescica. Questo ci fa dubitare che i nostri Colleghi fossero già a conoscenza di importanti fattori di rischio aggiuntivo (es. tumore molto avanzato, presenza di metastasi all'interno dell'addome).
Spiancenti per non poter rispondere con precisione alle domande che ci pone, le consigliamo di ricercare un confronto più aperto e diretto con i nostri Colleghi che stanno seguendo il caso, in modo che nulla rimanga in dubbio od equivocato.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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