I medici stanno ipotizzando che si tratti

Gentili Dottori,

sono una ragazza di 24 anni, ho un normale stile di vita, non fumo, non bevo. Dal giugno 2008 al settembre 2008 ho avuto, in modo persistente, macroematuria. I medici, nonostante ci fosse protenuria, hanno diagnosticato cistite emorragica. Premetto che tale ematuria si manifestava senza alcun tipo di dolore fisico, nè bruciore.
Dal settembre 2008 a febbraio 2009 non ho avuto alcun caso di macroematuria. Erroneamente non ho effettuato un esame delle urine in questo periodo per verificare eventuali microematurie.
Dal febbraio 2009, dopo una febbre molto alta, ad oggi tale macroematuria si è ripresentata. Ho consultato dei bravissimi nefrologi che mi hanno sottoposta a tutti gli esami possibili, fino a quando, due settimane fa, non mi è stata effettuata una biopsia renale.
Nelle urine ho solo protenuria. Non ho cheratina.

I medici stanno ipotizzando che si tratti di una nefrite di berger, ma non si sbilanciano prima di avere gli esiti della biopsia. Nel frattempo aspetto..ma vorrei chiedere: in cosa eventualmente consisterebbe la terapia? è vero che dura anche dai 2 ai 3 anni e che la totale guarigione non è garantita? eventuali gravidanze sarebbero a rischio?

Grazie infinite
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Dr. Rita Caponetti Nefrologo 68 1
Le consiglio di attendere il risultato dela biopsia, che è l'unico che possa realmente confermare la diagnosi. La sintomatologia da Lei riferita è effettivamente suggestiva per la nefropatia di Bergér.
Comprendo le sue preoccupazioni, ma non è possibile rispondere alle domande che pone, perchè il trattamento e la prognosi in questa particolare nefropatia sono variabili a seconda delle presentazione clinica e vanno valutate di volta in volta, rispettando la gravità dei i sintomi , l'età del Pz e la risposta alla terapia praticata ( in genere terapia cortisonica):quindi mi sembra corretta l'impostazione data dai miei Colleghi nel sottoporla ad esame bioptico ed attendre la risposta prima di intraprendere qualsiasi terapia e prima di farle prognosi. Cordiali saluti.

Dr. Rita Caponetti