Domanda su ernia del disco
Chiederei gentilmente un chiarimento su ernia lombare L5 S1.
Due anni fa ho avuto un bruttissimo episodio di dolore causato da ernia.
Non camminavo, mi sono voluti 2 mesi di malattia per rimettermi in piedi e di iniziare a svolgere cose della vita quotidiana.
Interventnto escluso.
Cortisone a go go, antidolorifici, lyrica, punture di ozono intramusculari.
Mi parlavano di prosciugamento dell'ernia e di avere pazienza.
Comunque dopo 2 mesi con ancora qualche dolorino ero contenta di aver vinto la battaglia contro ernia.
Non avendo più i dolori non sono più andata da neurochirurgo.
Mi è rimasto un bruttissimo ricordo, insensibilità sulla parte della coscia, polpaccio, e metà piede ma ero avvisata subito che non ci sono rimedi ne farmacologici ne di fisioterapia e che se non riprendo la sensibilità entro 2 anni probabilmente non la riprenderò più, infatti non lo mai ripreso.
La cosa peggiore è che inizio di settembre ho avvertito di novo i dolori da ernia (coscia, gluteo, formicolio al piede, dolore al talone) ma per me non era possibile perché la mia ernia si era prosciugata e sparita (credevo) e sono andata avanti fino a 10 giorni fa assumendo gran antidolorifici, zoppicando e sopportando il dolore nella speranza che prima o poi passa.
E peggiorato da un giorno all'altro.
Non riuscivo più ne stare in piedi, ne seduta ne sdraiata, un incubo.
Adesso sono in lista per infiltrazioni intraforaminali di ozono (tra 3/4 mesi).
Nel frattempo punture di cortisone, antidolorifici e gabapentin.
Devo dire che sto meglio però quando camino mi fa malissimo sia gluteo che coscia.
Il mio dubbio è che non so come comportarmi, cosa è giusto di fare e cosa no.
Camminando posso peggiorare la situazione?
Se camino per 5 min va tutto bene ma se sto in piedi di più parte il dolore.
Lo so che magari sembra assurdo di chiedere quando potrò tornare al lavoro, faccio magazziniera ma non alzo i pesi, sto in piedi tutto il giorno.
Non mi aspettavo questa ricaduta, credevo non potesse capitare e che ero guarita.
Attendo qualsiasi vostra informazione e consiglio.
Grazi in anticipo
Due anni fa ho avuto un bruttissimo episodio di dolore causato da ernia.
Non camminavo, mi sono voluti 2 mesi di malattia per rimettermi in piedi e di iniziare a svolgere cose della vita quotidiana.
Interventnto escluso.
Cortisone a go go, antidolorifici, lyrica, punture di ozono intramusculari.
Mi parlavano di prosciugamento dell'ernia e di avere pazienza.
Comunque dopo 2 mesi con ancora qualche dolorino ero contenta di aver vinto la battaglia contro ernia.
Non avendo più i dolori non sono più andata da neurochirurgo.
Mi è rimasto un bruttissimo ricordo, insensibilità sulla parte della coscia, polpaccio, e metà piede ma ero avvisata subito che non ci sono rimedi ne farmacologici ne di fisioterapia e che se non riprendo la sensibilità entro 2 anni probabilmente non la riprenderò più, infatti non lo mai ripreso.
La cosa peggiore è che inizio di settembre ho avvertito di novo i dolori da ernia (coscia, gluteo, formicolio al piede, dolore al talone) ma per me non era possibile perché la mia ernia si era prosciugata e sparita (credevo) e sono andata avanti fino a 10 giorni fa assumendo gran antidolorifici, zoppicando e sopportando il dolore nella speranza che prima o poi passa.
E peggiorato da un giorno all'altro.
Non riuscivo più ne stare in piedi, ne seduta ne sdraiata, un incubo.
Adesso sono in lista per infiltrazioni intraforaminali di ozono (tra 3/4 mesi).
Nel frattempo punture di cortisone, antidolorifici e gabapentin.
Devo dire che sto meglio però quando camino mi fa malissimo sia gluteo che coscia.
Il mio dubbio è che non so come comportarmi, cosa è giusto di fare e cosa no.
Camminando posso peggiorare la situazione?
Se camino per 5 min va tutto bene ma se sto in piedi di più parte il dolore.
Lo so che magari sembra assurdo di chiedere quando potrò tornare al lavoro, faccio magazziniera ma non alzo i pesi, sto in piedi tutto il giorno.
Non mi aspettavo questa ricaduta, credevo non potesse capitare e che ero guarita.
Attendo qualsiasi vostra informazione e consiglio.
Grazi in anticipo
[#1]
Direi che come prima cosa sarà da eseguire una nuova risonanza in modo da sapere quale sia lo stato dell'ernia.
Dovrebbe farsi rivedere, anche subito e prima della rmn, in ambito neurochirurgico per verificare se clinicamente il livello sia ancora L5-S1 (molto presumibilmente lo è). Se sì, il Neurochirurgo Le dovrebbe fare, già in ambito di 1^visita, un'infiltrazione con farmaco antireattivo (non certo ozono) a livello della radice nervosa interessata. Tenga presente che il ciclo completo consta di quattro infiltrazioni (una a settimana). Ma già dopo la prima infiltrazione Lei dovrebbe averne un quale beneficio. Nel frattempo la nuova RMN dovrebbe essere stata già eseguita e con ciò si potrà dare una valutazione più complessiva sull'ulteriore da farsi.
Può essere che la situazione anatomica della compressione radicolare sia "buona" e perciò apparirebbe giustificato continuare con il ciclo infiltrativo fino alla quarta infiltrazione.
Se, tuttavia, la posizione della protrusione compressiva fosse "sfavorevole" o se il ciclo infiltrativo con farmaco antireattivo risultasse comunque insufficiente, sarebbe necessario valutare l'opportunità chirurgica.
L'eventuale trattamento chirurgico dovrebbe aver luogo con tecnica MININVASIVA al fine di ridurre al minimo il trauma chirurgico (si incide per meno di un centimetro sulla cute, si scollano senza tagliarli i tessuti intermedi, tipo muscoli, fasce muscolari, ligamenti..., si asporta la compressione anche in sede intraforaminale in profondità coll'ausilio costantemente presente in sala operatoria di un monitor che sia in grado di fornire in ogni istante la situazione anatomica a livello della compressione).
Tale metodologia permette una più veloce e completa regressione dei disturbi consentendo la ripresa di un'attività, anche lavorativa, sedentaria già dopo pochi giorni dalla dimissione (durata del ricovero ordinariamente non superiore alle 48 ore).
Mi scusi se mi sono prolungato, ma ho voluto tracciarLe il più completamente possibile l'iter di trattamento "golden standard" della Sua patologia.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità-
Dovrebbe farsi rivedere, anche subito e prima della rmn, in ambito neurochirurgico per verificare se clinicamente il livello sia ancora L5-S1 (molto presumibilmente lo è). Se sì, il Neurochirurgo Le dovrebbe fare, già in ambito di 1^visita, un'infiltrazione con farmaco antireattivo (non certo ozono) a livello della radice nervosa interessata. Tenga presente che il ciclo completo consta di quattro infiltrazioni (una a settimana). Ma già dopo la prima infiltrazione Lei dovrebbe averne un quale beneficio. Nel frattempo la nuova RMN dovrebbe essere stata già eseguita e con ciò si potrà dare una valutazione più complessiva sull'ulteriore da farsi.
Può essere che la situazione anatomica della compressione radicolare sia "buona" e perciò apparirebbe giustificato continuare con il ciclo infiltrativo fino alla quarta infiltrazione.
Se, tuttavia, la posizione della protrusione compressiva fosse "sfavorevole" o se il ciclo infiltrativo con farmaco antireattivo risultasse comunque insufficiente, sarebbe necessario valutare l'opportunità chirurgica.
L'eventuale trattamento chirurgico dovrebbe aver luogo con tecnica MININVASIVA al fine di ridurre al minimo il trauma chirurgico (si incide per meno di un centimetro sulla cute, si scollano senza tagliarli i tessuti intermedi, tipo muscoli, fasce muscolari, ligamenti..., si asporta la compressione anche in sede intraforaminale in profondità coll'ausilio costantemente presente in sala operatoria di un monitor che sia in grado di fornire in ogni istante la situazione anatomica a livello della compressione).
Tale metodologia permette una più veloce e completa regressione dei disturbi consentendo la ripresa di un'attività, anche lavorativa, sedentaria già dopo pochi giorni dalla dimissione (durata del ricovero ordinariamente non superiore alle 48 ore).
Mi scusi se mi sono prolungato, ma ho voluto tracciarLe il più completamente possibile l'iter di trattamento "golden standard" della Sua patologia.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità-
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#2]
Utente
Grazie mille dottore per la sua super veloce risposta così dettagliata e accurata. E stato troppo gentile.
Ho fatto la visita neuroradiologica perché mi e stata consigliata dal fisiatra .
Questa visita e avvenuta circa 20g fa e la mia situazione e poi peggiorata 18 g fa (comunque ad oggi sto molto meglio come stavo,non riesco solo csminare sensa dolore più di 5 min)..comunque alla visita neuroradiologica medico mi ha consigliato le infiltrazioni intraforaminali con ozono.Lei non è al favore di questo
tipo di infiltrazioni ? Non hanno una buona risposta?
Nessuno mi ha parlato di infiltrazioni consigliati da lei .Posso comunque parlare con il medico che mi ha visitato.
Ho fatto anche RM recente:
RM RACHIDE LOMBOSACRALE
Indagine eseguita sul piano assiale e sagittale con tecnica TSE e STIR e sequenze T1 e T2 pesate, confrontata
con precedente controllo del 17/12/2020.
Riferimento a precedente analogo esame del 02/12/2021, eseguito altrove, e di cui è disponibile il solo referto
scritto.
Rachide lombare sostanzialmente in asse con lieve riduzione della fisiologica lordosi.
Somi vertebrali normoallineati sul piano sagittale.
Non alterazioni patologiche identificabili a carico dei corpi vertebrali esaminati.
Fenomeni degenerativi delle unità disco-somatiche con iniziale osteofitosi margino-somatica e, nel tratto
L3-S1, intensità di segnale dei dischi intersomatici ridotta, nella sequenza T2 w, in modo più marcato in L5-S1,
in rapporto a fenomeni degenerativi disco malacici.
Aspetti degenerativi a tipo Modic 1 in corrispondenza delle limitanti in L5-S1 e, a tipo Modic 2, in L1-L2 e
L2-L3.
In L1-L2 minima protrusione discale foraminale destra.
In L2-L3 protrusione discale circonferenziale che impronta il sacco durale. Aspetti degenerativi in sede
interapofisaria con segni di reazione sinoviale. Piccola cisti sinoviale delle faccette articolari di destra.
In L3-L4 bulging discale che impronta il sacco durale. Segni di reazione sinoviale in sede interapofisaria.
In L4-L5 bulging discale che impronta il sacco durale e determina, con l' associata artrosi interapofisaria,
impegno foraminale bilaterale, maggiore a destra, con segni di conflitto disco-radicolare. Segni di reazione
sinoviale in sede interapofisaria.
In L5-S1 protrusione erniaria, mediana paramediana destra, sotto legamentosa che impronta il sacco durale e
determina la stenosi del recesso laterale destro con compressione radicolare omolaterale. Al controllo RM
odierno, confrontato con il precedente controllo del 17/12/2020, risulta ridotto l'impegno discale per riduzione
dimensionale dell'ernia.
Canale vertebrale di regolare ampiezza e morfologia.
Non alterazioni di segnale del cono midollare e delle radici della cauda nelle sequenze eseguite.
In corrispondenza dell'ala sacrale di destra, al terzo inferiore, sfumata alterazione di segnale sospetta per la
presenza di processi flogistici attivi.
Non evidenti alterazioni morfostrutturali a carico dell'articolazione sacroiliaca di sinistra.
Non falde liquide intrarticolari.
Grazie mille dottore di nuovo per la sua premurosa risposta
Ho fatto la visita neuroradiologica perché mi e stata consigliata dal fisiatra .
Questa visita e avvenuta circa 20g fa e la mia situazione e poi peggiorata 18 g fa (comunque ad oggi sto molto meglio come stavo,non riesco solo csminare sensa dolore più di 5 min)..comunque alla visita neuroradiologica medico mi ha consigliato le infiltrazioni intraforaminali con ozono.Lei non è al favore di questo
tipo di infiltrazioni ? Non hanno una buona risposta?
Nessuno mi ha parlato di infiltrazioni consigliati da lei .Posso comunque parlare con il medico che mi ha visitato.
Ho fatto anche RM recente:
RM RACHIDE LOMBOSACRALE
Indagine eseguita sul piano assiale e sagittale con tecnica TSE e STIR e sequenze T1 e T2 pesate, confrontata
con precedente controllo del 17/12/2020.
Riferimento a precedente analogo esame del 02/12/2021, eseguito altrove, e di cui è disponibile il solo referto
scritto.
Rachide lombare sostanzialmente in asse con lieve riduzione della fisiologica lordosi.
Somi vertebrali normoallineati sul piano sagittale.
Non alterazioni patologiche identificabili a carico dei corpi vertebrali esaminati.
Fenomeni degenerativi delle unità disco-somatiche con iniziale osteofitosi margino-somatica e, nel tratto
L3-S1, intensità di segnale dei dischi intersomatici ridotta, nella sequenza T2 w, in modo più marcato in L5-S1,
in rapporto a fenomeni degenerativi disco malacici.
Aspetti degenerativi a tipo Modic 1 in corrispondenza delle limitanti in L5-S1 e, a tipo Modic 2, in L1-L2 e
L2-L3.
In L1-L2 minima protrusione discale foraminale destra.
In L2-L3 protrusione discale circonferenziale che impronta il sacco durale. Aspetti degenerativi in sede
interapofisaria con segni di reazione sinoviale. Piccola cisti sinoviale delle faccette articolari di destra.
In L3-L4 bulging discale che impronta il sacco durale. Segni di reazione sinoviale in sede interapofisaria.
In L4-L5 bulging discale che impronta il sacco durale e determina, con l' associata artrosi interapofisaria,
impegno foraminale bilaterale, maggiore a destra, con segni di conflitto disco-radicolare. Segni di reazione
sinoviale in sede interapofisaria.
In L5-S1 protrusione erniaria, mediana paramediana destra, sotto legamentosa che impronta il sacco durale e
determina la stenosi del recesso laterale destro con compressione radicolare omolaterale. Al controllo RM
odierno, confrontato con il precedente controllo del 17/12/2020, risulta ridotto l'impegno discale per riduzione
dimensionale dell'ernia.
Canale vertebrale di regolare ampiezza e morfologia.
Non alterazioni di segnale del cono midollare e delle radici della cauda nelle sequenze eseguite.
In corrispondenza dell'ala sacrale di destra, al terzo inferiore, sfumata alterazione di segnale sospetta per la
presenza di processi flogistici attivi.
Non evidenti alterazioni morfostrutturali a carico dell'articolazione sacroiliaca di sinistra.
Non falde liquide intrarticolari.
Grazie mille dottore di nuovo per la sua premurosa risposta
[#3]
Mi pare che la compressione L5-S1 dx potrebbe/dovrebbe essere responsabile della sintomatologia.
Non concordo col discorso dell'ozono che (non essendo un farmaco, ma un gas medicale) non ha né veri né seri presupposti scientifici di utilità soprattutto nel Suo caso. Anzi mi meraviglio che un Collega neuroradiologo, che per l'appunto è un Radiologo, non un Clinico, si sia esposto a darLe consigli terapeutici.
Nel Suo caso procederei, come forse Le ho già accennato, con infiltrazione periradicolare su L5. Al termine del ciclo infiltrativo si rivaluterà la nuova situazione.
Se ha piacere, dia pure ancora notizie (anche se non riesco sempre, e di questo mi scuso, ad essere temepestivo, come vorrei, nelle risposte).
Cordialmente.
Non concordo col discorso dell'ozono che (non essendo un farmaco, ma un gas medicale) non ha né veri né seri presupposti scientifici di utilità soprattutto nel Suo caso. Anzi mi meraviglio che un Collega neuroradiologo, che per l'appunto è un Radiologo, non un Clinico, si sia esposto a darLe consigli terapeutici.
Nel Suo caso procederei, come forse Le ho già accennato, con infiltrazione periradicolare su L5. Al termine del ciclo infiltrativo si rivaluterà la nuova situazione.
Se ha piacere, dia pure ancora notizie (anche se non riesco sempre, e di questo mi scuso, ad essere temepestivo, come vorrei, nelle risposte).
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.9k visite dal 01/11/2023.
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