Chiarimenti rm colonna e intervento chirurgico dopo radiofrequenza e cortisone

Per conto di mia mamma (66 anni)
riporto la diagnosi redatta all’esito della RM eseguita su colonna vertebrale.
Premetto che, a seguito di dolore persistente e ridotta mobilità, ha svolto ininterrottamente cicli di radiofrequenza e di cortisone senza alcun beneficio.
La RM è stata richiesta dal neurochirurgo che procederà con l’intervento.
Si chiede di fornire un parere anche sui rischi derivanti dall’intervento programmato.


L'esame è stato eseguito con tecnica TSE e TSE-SPIR, per immagini pesate in T1 e T2, secondo il piano assiale e sagittale.

Diffuse alterazioni spondiloartrosiche ai metameri esaminati.

A livello di D12-L1 si apprezza ernia discale parzialmente calcifica postero-laterale destra.

A L3-L4 protrusione discale a maggiore espressione postero-laterale destra.

A livello di L4-L5 si apprezza ernia postero-basale della sinistra su di un disco protruso; segni di idrartro a questo livello e di borsite a carico del legamento interspinoso tra L4 ed L5.
; ridotti i diametri del canale a
L4-L5...
Protrusione discale a L5-S1.

Edema in sede paraspinosa sinistra in corrispondenza di L5 ed S1.

Regolare il cono midollare.

Non si apprezzano alterazioni di segnale da edema intraspongioso a carico delle articolazioni sacro-iliache bilateralmente.
Dr. Pier Francesco Eugeni Neurochirurgo 197 9
Nel porre indicazione all'intervento chirurgico il chirurgo deve valutare
Il disturbo lamentato dal paziente ascoltandolo attentamente e dandogli tutto il tempo necessario ad esporre i suoi disturbi e raccontare (opportunamente guidato nel colloquio clinico) la storia dei suoi dolori;
Rilevare il quadro obiettivo neurologico e spinale visitandolo accuratamente;
Comparare quanto emerso nelle due fasi su esposte con quello che gli esami strumentali evidenziano.
A QUEL PUNTO, qualora ritenga ci sia indicazione e "giustificazione" alla effettuazione di un intervento chirurgico è tenuto ad illustrare al paziente (e a chi il paziente richiede che lo assista in quel frangente)
La situazione clinica
La proposta terapeutica
Le eventuali alternative (o l'assenza delle stesse)
I rischi connessi e i motivi per i quali è "giustificato" che il paziente li corra.
Il tutto deve essere fatto tarando il livello della discussione e del linguaggio utilizzato al livello intellettuale del paziente e alla sua capacità di recepire quanto gli viene detto.
Se l'impressione che avete avuto riguardo al chirurgo con il quale avete parlato è di una persona che ha dedicato il tempo necessario a percorrere tutte queste fasi assieme a voi e di un professionista che ha esposto la strategia terapeutica e EGLI ritiene essere la migliore per IL PAZIENTE, affidatevi a lui e, se avete dubbi, fateli presenti e vedrete che saprà trovare modo e tempo per chiarire tutto quanto non avete chiaro.
Se, al contrario, l'impressione è che vi siate trovati in una situazione diversa, il consiglio è richiedere un secondo parere.

Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
Segreteria: 3296122118 – Portatile: 3208219474 - email: eugeni@inwind

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La ringrazio per la risposta, dottore.
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