Macroadenoma ipofisario non secernente

Buongiorno,
a mia madre di 68 anni
-sottoposta ad un intervento di artroprotesi (anca)nel dicembre 2006, attualmente (maggio 2007) ancora in terapia con clexane (prima dell'intervento presentava tromboflebite venosa profonda per cui inserito "ombrello" prima dell'operazione),
-in sovrappeso,
-ipertesa da anni,
-diabetica dagli ultimi esami effettuati nel mese di Aprile (nel controllo di dicembre non si evidenziava questo problema)
- sottoposta a tiroidectomia parziale nel '90 in terapia con eutirox 50

è stato diagnosticato da RM con contrasto un macroadenoma invasivo non secernente di dimensioni di circa 3x4x4 (dimensioni approssimative non ho con me il referto)che comprime i nervi ottici e lievemente carotide.

Il campo visivo è già largamente compromesso.

Il neurochirurgo ha proposto intervento transcranico per ridurre la pressione, non asporterà tutta la massa per ridurre al minimo il rischio di esiti irreparabili.

Si riserva tuttavia di sentire il parere dell'anestesista perchè a suo parere mia madre "è una pessima paziente" e potrebbe andare incontro a complicazioni irreversibili o addirittura non superare l'intervento ( ha indicato una percentuale del 20%).

Ora... a parte la doccia fredda... mi chiedo fino a che punto il neurochirurgo abbia voluto essere pessimista...

Attendo un Vostro parere al riguardo.

Saluti
Emanuela P.
[#1]
Dr. Francesco Zenga Neurochirurgo, Microchirurgo 190 7
Gentile Utente,
da come descrive il caso non mi sembra si tratti prroprio una "brutta paziente"... Ci sono sicuramente casi ben più gravi con probelmi sistemici che trattiamo con successo.
Quello che non capisco è il motivo per cui sia stato proposto un intervento per via transcranica e non per via transfenidale, cioè a dire attraverso il naso. Probabilmente il collega cha ha visitato sua madre ha "visto" qualcosa di particolare, oppure visionando direttamente la RM si evincono altre importanti informazioni.
Sono a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti e le porgo cordiali saluti.

Dr. Francesco Zenga
Medico Chirurgo - Specialista in Neurochirurgia
Città della Salute e della Scienza di Torino, sedi Molinette e CTO

[#2]
Dr. Claudio Bernucci Neurochirurgo 89 1 1
Gent.le Sig.ra Emanuela,
anche io credo che dai dati riportati sopra, sua mamma non sia proprio una paz impossibile da operare.
Inoltre, in 9 casi su 10, un macroadenoma ipofisario viene operato per via transnasale e non transcranica, e ciò riduce notevolmente i rischi chirurgici e le complicanze postoperatorie.
Un altro modo per ridurre i rischi chirurgici può essere quello di pianificare una rimozione subtotale del tumore (sempre più semplice per via transnasale), limitandosi a decomprimere i nervi ottici e utilizzando successivamente un trattamento radiante.
Se il deficit visivo è grave e progressivo, non penso vi siano alternative all'intervento, pur di fronte a eventuali rischi (tutti quantificabili con una adeguata valutazione anestesiologica e endocrinologica). Altrimenti la cecità è quanto ci si deve aspettare nel prossimo futuro.

I consigli e le indicazioni da me fornite hanno un valore limitato dovuto alla impossibilità di disporre del paziente e della sua documentazione clinica. Esse non devono pertanto sostituire il giudizio medico fornito in prima persona dal sottoscritto o da altri colleghi.
Spero di esserle stato di aiuto e mi contatti pure senza remore per ogni ulteriore informazione
Distinti saluti



Dott. Bernucci Claudio
Direttore S.C. Neurochirurgia
A.S.O. S. Croce e Carle - Cuneo
Telef. 0171 642454
Fax 0171 642061

Le indicazioni su riportate non possono sostituire il giudizio medico fornito in prima persona dal sottoscritto o da altri colleghi

[#3]
Attivo dal 2001 al 2014
Neurochirurgo, Chirurgo maxillo facciale
Nel 21° secolo sono solo pochissimi i casi in cui, per un paziente affetto da adenoma ipofisario, si preferisce la via trasncranica a quella transsfenoidale!
Concordo pienamente con i due colleghi precedenti nel dire che l'approccio attraverso il naso dovrebbe essere quello da preferire al più impegnativo ed invasivo approccio transcranico, a meno di controindicazioni importanti per la via "dal basso" che, ripeto, sono pochissime.

[#4]
dopo
Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
Gentili dottori vi ringrazio per le Vostre risposte,

il neurochirurgo ha proposto la via transcranica perchè non ha garantito la possibilità di raggiungere e rimuovere il macroadenoma passando dal naso. Osservando la RM ha visto che la massa ha invaso la sella turcica e si è infilata nelle "pieghe" (perdonate l'approssimazione della terminologia ma proprio non ricordo il vocabolo che ha utilizzato). Siccome l'obiettivo è quello di salvaguardare per quanto più possibile la vista non pensa di poter arrivare nella zona interessata passando dal naso.

Mi chiedo... non è comunque possibile intervenire in prima battuta per via transfenoidale ed eventualmente, se il tentativo fallisce, procedere per via transcranica? E' ipotizzabile un problema di tempo?


Saluti cordiali.

EmanuelaP.

[#5]
Attivo dal 2001 al 2014
Neurochirurgo, Chirurgo maxillo facciale
Assolutamente si!!! La via endonasale è quella più appropriata proprio per salvaguardare al massimo la vista. Infatti, la via transcranica necessita di una certa manipolazione dei nervi ottici prima di raggiungere la lesione, mentre la via dal basso permette di non "toccare" assolutamente tali strutture. Anzi, secondo le linee guida più accreditate ed internazionalmente riconosciute, la via transsfenoidale è particolarmente indicata per i pazienti ad alto rischio chirurgico.
L'opzione della "prima battuta dal naso" è quella più ragionevole secondo il punto di vista di tutti noi.
Riguardo al fattore "tempo", se intende la durata dell'intervento, la via dal naso richiede un tempo chirurgico molto ma molto minore rispetto alla via transcranica, con un recupero certamente più rapido.
[#6]
dopo
Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
Gentile dottore,
Per "fattore tempo" intendevo un intervento celere per salvaguardare quanto rimasto della vista di mia madre. Ipotizzavo che un intervento transcranico fosse più rischioso ma permettesse un'accesso più agevole all'adenoma.
Non so davvero che cosa pensare. Se la via tranfenoidale è quella che si applica 9 volte su 10, qual'è quell'unico caso in cui si preferisce la via transcranica. A questo punto penso proprio di non averlo capito neanch'io.
[#7]
Attivo dal 2001 al 2014
Neurochirurgo, Chirurgo maxillo facciale
Come hanno già detto i Dott.ri Zenga e Bernucci, solo la visita neurologica su sua madre e la visione delle indagini effetuate permette di darle il consiglio più giusto.
In generale, comunque, le indicazioni per la via transcranica sono davvero limitatissime, trattandosi di un adenoma ipofisario:
- Risonanza magnetica che indica un adenoma molto fibroso (oggi, comunque, rimuoviamo anche meningiomi ed altre lesioni fibrose dal basso)
- Seno sfenoidale concale (controindicazione oggi non assoluta ma relativa se si dispone di strumenti all'avanguardia come microtrapani ad alta velocità e neuronavigatore)
- poca esperienza con la via transsfenoidale
- ..., altri davvero non mi vengono in mente.

FE
[#8]
Dr. Claudio Bernucci Neurochirurgo 89 1 1
Gent.le Emanuela,
come hanno detto anche gli altri colleghi, le ribadisco che per ottenere gli obiettivi che il suo nch le ha indicato, la via transsfenoidale resta l'opzione più valida e comunque la prima da tentare. Le controindicazioni a questa via sono veramente eccezionali.
Altra questione è che in alcuni centri, peraltro rari, si esegua solo la via transcranica per "tradizione".
Presso la ns struttura, utilizziamo di routine questa via che viene eseguita in collaborazione con un collega otorinolaringoiatra e sotto controllo del neuronavigatore.
Forse dovrebbe ridiscutere la questione almeno con il suo nch prima di prendere una decisione.
[#9]
dopo
Attivo dal 2006 al 2008
Ex utente
A questo punto penso sarà necessario seguire la sua indicazione gentile Dr Bernucci, considerando che tutti gli specialisti qui intervenuti hanno la stessa opinione, pur consapevoli della parzialità delle informazioni, in contrasto con quella del centro a cui mia madre si è rivolta (il centro "Neuroscienza E. Tartarini" presso l'ospedale Santa Corona)
Grazie di cuore per la Vostra gentile e precisa consulenza. Vi farò sapere i risvolti futuri.

EmanuelaP.
cromo@email.it