Recidiva ernia l5-s1

Salve,
in aprile 2011 ho subito un intervento per ernia discale espulsa l5-s1,che mi ha dato problemi come lombalgia e puntura quando mi piegavo,( i sintomi erano iniziati circa un mese prima)ma che a pensarci bene avrei potuto sopportare se mi fosse stata consigliata una terapia conservativa,almeno come tentativo.Questo perchè non avevo assolutamente nulla alla gamba nè al gluteo,solo un forte mal di schiena e per ultimo,in seguito a un colpo di tosse,una sorta di "coltellata"nella parte sinistra del fondoschiena.Ulteriore evento che mi ha spinto dal neurochirurgo.Visitato e manovrato in vari modi, mi ha proposto senz'altro l'intervento,e io immaginavo "tolto il dente tolto il dolore"...
Conclusione,il post operatorio è stato un inferno per i primi tre mesi.Allergico ai FANS,mi è stato consigliato l'Ananase,senza antidolorifici o altro.Considerato che si da ai bambini dopo l'estrazione del dentino,è stato come acqua fresca.Onestamente non ho fatto neanche fisioterapia,per vari motivi,oltretutto non credevo fosse realmente importante.Dopo 4 mesi sono tornato al lavoro e dopo una ventina di giorni, in seguito a un piccolo peso posto sulla spalla sinistra(9 kg per la precisione), ho iniziato dapprima ad avere dolori lombari, e la mattina dopo dei dolori pazzeschi al polpaccio e al retrocoscia, che nel giro di una mezz'ora,tra sdraiarsi e rimettersi in piedi,si calmavano,consentendomi di lavorare anche se con un po di problemi a camminare.Così tutte le mattine,fino a quando dopo una decina di giorni a cominciato a formicolare il piede e a desensibilizzarsi per metà verso l'esterno.Sono riuscito a tirare in queste condizioni per un mese e mezzo circa,fino a quando non sono riuscito più a stare in piedi dai dolori al retrogamba e al gluteo.Fatto risonanza e ovviamente ricontattato chirurgo che mi ha operato.Referto (stringendo ai dati importanti):l5-s1:esiti di intervento con apparente reiduo erniario espulso preforaminale sinistro da confermare con mdc e a clinica concorde-
l3-l4:debordo discale posteriore medianoparamediano a impronta durale.
In altre parole,recidiva.Stavolta il neurochirurgo mi ha proposto terapia conservativa di 10 giorni con Urbason a scalare(che non ha risolto nulla)
confortandomi sul fatto che ci sono persone che si sottopogono per recidiva anche a 10-12 interventi.Attualmente sono in lista tra pochi giorni per il nuovo intervento,e vado avanti a Contramal nell'attesa,con 30 gocce al mattino riesco ad arrivare al tardo pomeriggio con dolori accettabili.Vi chiedo:ho aspettato a sufficienza con la speranza che si potesse riassorbire l'ernia,o comunque è necessario di nuovo il calvario del postintervento?E soprattutto,che tipo di antiinfiammatorio valido posso fare e per che durata,unito stavolta al contramal?E poi,perchè proprio a me doveva capitare?
In attesa,ringrazio anticipatamente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
In mancanza di una valutazione clinica, non è possibile rispondere esaurientemente a tutti i Suoi quesiti.
E', però, possibile accennare che, prima di passare ad un intervento classico che, in Lei, non ha sortito l'effetto sperato, probabilmente si sarebbe potuto iniziare con un trattamento mininvasivo che, nella stragrande maggioranza dei casi, risolve il problema, senza quei reliquati da Lei lamentati, per la paucinvasività delle manovre chirurgiche che sono mirate e guidabili attraverso un monitor direttamente alla zona interessata senza interferenza con tessuti limitrofi per cui, nel post-operatorio,non si sviluppano quei possibili effetti indesiderati.
Non ho capito se la RMN con contrasto abbia evidenziato oltre al residuo erniario anche abbondante tessuto cicatriziale.
Chieda al Suo Chirurgo se, questa seconda volta e in considerazione della situazione in atto, abbia previsto un intervento in mininvasiva o un intervento classico (presumo, ripeto, come la prima volta). Questo potrebbe anche fare la differenza.
Se ha piacere, legga i miei articoli in MinForma sull'argomento e sulla specifica indicazione per quel tipo di trattamento particolarmente nelle compressioni radicolari a livello del forame di coniugazione, cioè dove si trova la radice nervosa spinale.
Auguri vivissimi.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Dott.Della Corte,
la ringrazio per la risposta, e preciso che nel referto della risonanza si consigliava un ulteriore approfondimento con liquido di contrasto,ma quella fatta è stata standard, e l'intervento effettuatomi ad aprile è stato "erniectomia,microdiscectomia,recalibrage e decompressione in L5-S1 a sinistra(ernia discale lombare e stenosi del recesso L5-S1 sinistro)".
Immagino che questo non sia l'intervento classico, ma se ho ben capito fatto con le tecniche microinvasive.
Il punto è: un ernia espulsa, può essere soggetta a disidratazione e assorbimento spontaneo, o deve essere necessariamente operata( a maggior ragione se si tratta di una recidiva)? O almeno è consigliabile operare comunque perchè, a differenza di un ernia fuoriuscita ma non espulsa,potrebbe migrare nella direzione sbagliata( per esempio)?Infine, non ho capito se i "residui erniari" dipendono da errori nel primo intervento,inteso come rimanenze non eliminate completamente, o se sono nuove fuoriuscite di materiale polposo,considerando che a circa un mese dall'intervento avevo rifatto una rmn e risultavano solo le varie protusioni che comunque ho da anni e che immagino abbia l'80% della popolazione.
La ringrazio nuovamente
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
In prospettiva tutto finisce per "sparire", ma il problema è che finchè persiste si provoca un danno, anche irreversibile, oltre alla sintomatologia dolorosa.
Per quanto riguarda l'intervento non ho alcun elemento per dubitare del Collega e, in linea generale, determinati frustoli possono persistere o successivamente riuscire in funzione delle caratteristiche dell'ernia.
Faccia sapere ed ancora auguri.