Un forte dolore alla gamba sinistra che non gli permette
Egr. Professore,
con la presente sono a richiedere la Sua consulenza circa la situazione della schiena di mio padre di anni 59 già operato ca 25 anni fa di ernia discale.
Da circa due mesi risente di un forte dolore alla gamba sinistra che non gli permette di camminare senza sofferenza. Gli esami a cui è stato sottoposto sono stati: RMN Rachide lombosacrale e TAC colonna lombo sacrale. Esiti:
R.M.N.: Nei limiti le dimensioni del canale rachideo. Debordanza intra ed extraforaminale sn del disco L1-L2 riduce piano adiposi periradicolari antero.inferiori accostandosi alla radice.
Ernia mediana – paramediana sn del disco L2-L3 comprime il sacco durale e la tasca radicolare sn.
Spondilo-discoartrosi L3-L4 e L4-L5 con marcata riduzione di ampiezza e segnale su base degenerativa dei dischi interposti e barre disco-osteofitarie trasversali che improntano il sacco durale e sporgono nei forami radicolari in modo più apprezzabile a sinistra in L4-L5. Minute irregolarità disco-artrosiche posteriori in L5-S1 si accostano al sacco durale.
In L4-L5 e L5-S1 concomitano esiti fibrocicatriziale da pregresso intervento che circondano il profilo laterale sn del sacco durale.
T.A.C.: Alterazioni spondilo-disco-artrosi diffuse associata ad ipertrofia dei massicci articolari con conseguente riduzione in ampiezza dei recessi laterali e dei diametri canalari tra L2-L4.
Al passaggio L2-L3: protrusione discale impronta a largo raggio sacco durale con parziale impegno intraforaminale bilaterale, aggravato dalla riduzione dei diametri canalari.
Al passaggio L3-L4: riduzione dello spessore intersomatico con irregolarità strutturali dei piatti epifisari contrapposti. Barra discoartrosica trasversale protrude dal muro posteriore ed impronta il sacco durale, maggiormente evidente in sede mediana paramediana dx.
Al passaggio L4-L5: esiti di emilaminectomia sinistra. Riduzione dello spessore intersomatico con irregolarità strutturali dei piatti epifisari contrapposti e degenerazione gassosa del disco. Protrusione discale associata a reazione osteofito sica marginale da accompagnamento impronta il sacco durale in sede mediana paramediana dx e comprime la radice emergente corrispondente.
Al passaggio L5-S1: protrusione discale associata a reazione osteofitosica marginale da accompagnamento impronta il sacco durale in sede paramediana sn e si accosta alla radice emergente corrispondente.
In seguito ai consulti di un neurochirurgo del ns. ospedale di Rovigo, mio padre continua a seguire continue cure anche molto forti di antidolorifici tramite iniezioni, pastiglie, che non riesce più a tollerare provocandogli queste nausea, sonnolenza, senso di disorientamento. Sono quindi a chiederLe se secondo Lei è il caso di aspettare ancora per evitare un intervento chirurgico o se, in base alle poche informazioni che Le ho inviato, quest'ultimo o cos’altro si renda necessario. La ringrazio anticipatamente per la Sua disponibilità e porgo cordiali saluti.
Roberta
con la presente sono a richiedere la Sua consulenza circa la situazione della schiena di mio padre di anni 59 già operato ca 25 anni fa di ernia discale.
Da circa due mesi risente di un forte dolore alla gamba sinistra che non gli permette di camminare senza sofferenza. Gli esami a cui è stato sottoposto sono stati: RMN Rachide lombosacrale e TAC colonna lombo sacrale. Esiti:
R.M.N.: Nei limiti le dimensioni del canale rachideo. Debordanza intra ed extraforaminale sn del disco L1-L2 riduce piano adiposi periradicolari antero.inferiori accostandosi alla radice.
Ernia mediana – paramediana sn del disco L2-L3 comprime il sacco durale e la tasca radicolare sn.
Spondilo-discoartrosi L3-L4 e L4-L5 con marcata riduzione di ampiezza e segnale su base degenerativa dei dischi interposti e barre disco-osteofitarie trasversali che improntano il sacco durale e sporgono nei forami radicolari in modo più apprezzabile a sinistra in L4-L5. Minute irregolarità disco-artrosiche posteriori in L5-S1 si accostano al sacco durale.
In L4-L5 e L5-S1 concomitano esiti fibrocicatriziale da pregresso intervento che circondano il profilo laterale sn del sacco durale.
T.A.C.: Alterazioni spondilo-disco-artrosi diffuse associata ad ipertrofia dei massicci articolari con conseguente riduzione in ampiezza dei recessi laterali e dei diametri canalari tra L2-L4.
Al passaggio L2-L3: protrusione discale impronta a largo raggio sacco durale con parziale impegno intraforaminale bilaterale, aggravato dalla riduzione dei diametri canalari.
Al passaggio L3-L4: riduzione dello spessore intersomatico con irregolarità strutturali dei piatti epifisari contrapposti. Barra discoartrosica trasversale protrude dal muro posteriore ed impronta il sacco durale, maggiormente evidente in sede mediana paramediana dx.
Al passaggio L4-L5: esiti di emilaminectomia sinistra. Riduzione dello spessore intersomatico con irregolarità strutturali dei piatti epifisari contrapposti e degenerazione gassosa del disco. Protrusione discale associata a reazione osteofito sica marginale da accompagnamento impronta il sacco durale in sede mediana paramediana dx e comprime la radice emergente corrispondente.
Al passaggio L5-S1: protrusione discale associata a reazione osteofitosica marginale da accompagnamento impronta il sacco durale in sede paramediana sn e si accosta alla radice emergente corrispondente.
In seguito ai consulti di un neurochirurgo del ns. ospedale di Rovigo, mio padre continua a seguire continue cure anche molto forti di antidolorifici tramite iniezioni, pastiglie, che non riesce più a tollerare provocandogli queste nausea, sonnolenza, senso di disorientamento. Sono quindi a chiederLe se secondo Lei è il caso di aspettare ancora per evitare un intervento chirurgico o se, in base alle poche informazioni che Le ho inviato, quest'ultimo o cos’altro si renda necessario. La ringrazio anticipatamente per la Sua disponibilità e porgo cordiali saluti.
Roberta
[#1]
Gent.le Sig.a,
ritengo che Suo padre abbisogni di una oculata valutazione neurochirurgica per stabilire la più che presumibile corrispondenza fra disturbo clinico ed immagine neuroradiologica.
E' da ritenere, molto probabilisticamente, che solo in un punto si riscontri la corrispondenza e che a tale metamero vi sia l'indicazione chirurgica che, almeno questa volta, dovrà essere di tipo mininvasivo ed anestesia locale per essere il meno traumatica e più sicura possibile, anche per prevenire possibili effetti collaterali legati al trattamento classico. Se ha piacere, legga gli articoli in MinForma che ho scritto sull'argomento e faccia sapere.
Cordiali saluti.
ritengo che Suo padre abbisogni di una oculata valutazione neurochirurgica per stabilire la più che presumibile corrispondenza fra disturbo clinico ed immagine neuroradiologica.
E' da ritenere, molto probabilisticamente, che solo in un punto si riscontri la corrispondenza e che a tale metamero vi sia l'indicazione chirurgica che, almeno questa volta, dovrà essere di tipo mininvasivo ed anestesia locale per essere il meno traumatica e più sicura possibile, anche per prevenire possibili effetti collaterali legati al trattamento classico. Se ha piacere, legga gli articoli in MinForma che ho scritto sull'argomento e faccia sapere.
Cordiali saluti.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.5k visite dal 17/01/2012.
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